Archivio per 13 marzo 2023
Jack Vettriano
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Il ricordo della felicità non è più felicità,
il ricordo del dolore è ancora dolore.
– Lord Byron –
Jack Vettriano
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AGRODOLCE
Roberto Perin
Il mondo perfetto,
ideale: i ricordi.
Voglio vivere solo di piaceri,
il lampo di un bacio,
il fruscio di una carezza,
il temporale di una passione.
Ricordi di bimbo,
gli attimi di fantasia,
in sfide con il sole
nell’inventare ombre cinesi,
le urla nella notte
per spaventare i fantasmi.
In me bimbo,
in me uomo,
in me futura anima,
il desiderio di un mondo
senza ombre.
Voglio trasformare
la realtà in ricordo,
un ricordo eterno.
Giochi, fantasie e realtà,
in un perfetto mondo dei ricordi.
Voglio vivere il presente
al suono delle campane,
per vestirlo a festa
e portarlo nel mio
mondo perfetto.
Ricordi di baci,
ricordi d’amore,
ricordi…
che brilleranno per
l’eternità.
Jack Vettriano – Ballo in riva al mare sotto la pioggia
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– Historia de un amor –
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Salvatore di Giacomo (Napoli 13.3.1860 – Napoli 5.4.1934)
Volendo ricordare questo grande poeta in lingua partenopea,
ma anche saggista e scrittore in italiano,
nonché mitico paroliere di alcune canzoni auree
della grande tradizione classica napoletana
penso che non ci sia cosa migliore di leggere una sua poesia,
considerata tra le napoletane più belle di sempre,
ed ascoltare una mitica canzone nata da un’altra sua grande poesia.
La prima poesia, amata anche da Pasolini,
(di cui leggeremo la poetica traduzione in italiano)
è famosa in tutto il mondo…
per l’intrinseca dolcezza ed un tale malinconico trasporto
che va oltre il tempo e lo spazio.
PIANEFFORTE ‘E NOTTE
Leggiamola… prima nella versione originale
Pianefforte ‘e notte
Salvatore di Giacomo
Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.
è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!
Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità..
Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.
ed ora, per chi non comprende il napoletano,
eccola nella bella traduzione di
Pier Paolo Pasolini
PIANOFORTE DI NOTTE
Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
MARECHIARE
Ora, se ci va,
ascoltiamo questa canzone napoletana
altrettanto dolcissima e notissima…
nata sempre da una sua poesia.
MARECHIARE
Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann’ a l’ammore,
se revotano l’onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiare nce sta na fenesta,
pe’ la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int’a na testa,
passa l’acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta
Ah! Ah!
A Marechiare, a Marechiare,
nce sta na fenesta.
Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l’uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint’a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P’accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Ah! Ah!
O scetate, o scetate,
scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Il poeta immaginò che la donna amata si nascondesse
dietro la celebre finestrella di Marechiaro (mai vista da lui).
Di Giacomo in realtà non considerò molto questa sua poesia
ma Paolo Tosti se ne innamorò e creò la famosa melodia
che ebbe successo in tutto il mondo.
Ascoltiamola qui cantata da Tito Schipa

Ciao da Orso Tony
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Breve ricordo di Roberto Murolo
uno dei principali esponenti,
come autore, come cantante e come chitarrista,
della grande musica napoletana.
(Napoli 19.1.1912 – Napoli 13.3.2003)
BIOGRAFIA
La sua carriera musicale iniziò nel 1933 a Ischia
cantando con… Vittorio de Sica.
Poi, per inseguire la sua grande passione per la musica
e per la chitarra, creò un quartetto, il “MIDA”,
con cui girò per l’Europa dal 1939 al 1946.
Tornato in Italia,
grazie al suo modo di cantare e di fare musica,
pian piano raggiunse un grande successo
a partire dalla fine degli anni quaranta
fino alla fine degli anni sessanta.
Qui è con Totò
Recitò anche in alcuni film.
Negli anni ’70 e ’80
interruppe la sua attività discografica ma non quella di cantante
anche se divenne sempre più sporadica.
‘A Casciaforte
Negli anni ’90 però tornò di nuovo alla ribalta
con diversi album di successo.
Foto di Augusto De Luca
Nel ’92 compose con Mia Martini la mitica…
CU’ MME
Con Mia Martini
Nel 2002 al Festival di Sanremo
ricevette il Premio alla Carriera.
LO STILE DI MUROLO
La sua voce era un sussurro gentile
che si univa con grande eleganza
agli accordi della sua chitarra classica
creando un insieme unico,
un vero e proprio dipinto musicale…
Murolo con De André
Non c’è chi non veda una sua vicinanza allo stile
all’epoca in auge in America…
cioè quello di Sinatra e Bing Crosby
che però nel contempo portava anche ad un’evoluzione
del modo di cantare le canzoni classiche napoletane.
I SUOI PRINCIPALI SUCCESSI
Queste sono alcune delle sue canzoni più famose:
CU MME, CANZONE DI LAURA, L’ ITALIA E’ BELLA,
A’ CASCIAFORTE, O’ MARINARIELLO.
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Queste, ed altre sue canzoni, sono ancor oggi amatissime
dal popolo del web
ma non solo.
Ricordiamolo infine ascoltando
quella che considero la sua canzone-cult
la fantastica e dolcissima… CU MME
CU’ MME
CIAO DA TONY KOSPAN
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Nell’ambito di quelle che definisco
– poesie sublimi e di sogno –
a mio parere non può mancare questa,
che seppur non di autore notissimo,
è, a mio parere, molto bella.
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IL CAMMINO VERSO L’INFINITO
POESIA DI NICHOLAS BAWTREE
a cura di Tony Kospan
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E’ davvero una poesia, infatti,
che parla, in modo profondo,
alla mente ed al cuore…
Questa è poi anche una di quelle poesie
che rileggendole… più volte…
disvelano sempre nuove emozioni
nuove riflessioni.
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IL CAMMINO VERSO L’INFINITO
Nicholas Bawtree
Non avere paura del mio silenzio
Non ti voglio mai rinchiudere
In una gabbia di parole
Ma incontrarti ogni volta come per caso
E fare un po’ di strada insieme
Per condividere un sorso di vita
Con chi ha la borraccia più piena
E magari sederci sotto un albero
Ai bordi di quella che chiamano realtà
Sul nostro cammino verso l’Infinito.
Come sempre mi piacerebbe conoscere
il vostro parere.
Ciao da Tony Kospan
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Nel 1956 ci fu un’eccezionale enorme nevicata
che colpi l’Italia intera
da Nord a Sud senza eccezioni.
Napoli
L’eccezionalità dell’evento colpì ovviamente
la fantasia degli italiani e fu l’input
da cui scaturì una grande canzone.
La bellissima e poetica canzone,
di cui parlerò ora e che ascolteremo in 2 versioni
è la “Nevicata del ’56“
che fu portata al successo da Mia Martini.
Mia Martini
LA NEVICATA DEL ’56
– CANZONE-POESIA… E NON SOLO… –
a cura di Tony Kospan
Franco Califano
Il testo è invece di Franco Califano.
La canzone, per la bellezza del testo ed anche, penso,
per l’aria dolce e rarefatta che ci fa respirare,
vinse il Premio della Critica al Festival di Sanremo del 1990.
La canzone è considerata ancor oggi un capolavoro
poetico e musicale.
Sanremo 1990
Essa sembra dedicata al dolce ricordo di un amore
vissuto un tempo in cui la vita
aveva uno svolgimento semplice e tranquillo
interrotto però da una nevicata memorabile.
Memorabile perché assolutamente inusuale
per la durata, l’intensità e la vastità del territorio coinvolto.
LA NEVICATA DEL ’56
IL TESTO
“Ti ricordi una volta
Si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera
Ti ricordi lo spazio
I chilometri interi
Automobili poche allora
Le canzoni alla radio
Le partite allo stadio
Sulle spalle di mio padre
La fontana cantava
E quell’aria era chiara
Dimmi che era così
C’era pure la giostra
Sotto casa nostra e la musica che suonava
Io bambina sognavo
Un vestito da sera con tremila sottane
Tu la donna che già lo portava
C’era sempre un gran sole
E la notte era bella com’eri tu
E c’era pure la luna molto meglio di adesso
Molto più di così
Com’è com’è com’è
Che c’era posto pure per le favole
E un vetro che riluccica
Sembrava l’America
E chi l’ha vista mai
E zitta e zitta poi
La nevicata del ’56
Roma era tutta candida
Tutta pulita e lucida
Tu mi dici di sì l’hai più vista così
Che tempi quelli
Roma era tutta candida
Tutta pulita e lucida
Tu mi dici di sì l’hai più vista così
Che tempi quelli.”
Eccola dunque in un video che contiene
altre immagini della mitica nevicata del ’56.
ed in quest’altro invece cantata
dall’autore Franco Califano.
Buon ascolto/visione… se ci va…
Ciaoooooooooooooooo
Orso Tony
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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