Archivio per 12 marzo 2023
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Gaetano Bellei
L’amore è come un albero… spunta da sé,
getta profondamente le radici in tutto il nostro essere
e continua a verdeggiare anche sopra un cuore in rovina.
– Victor Hugo –
Gaetano Bellei
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FAMMI UN RITRATTO DEL SOLE
Emily Dickinson
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Fammi un ritratto del sole
Così che io possa appenderlo in camera mia
E possa fingere di scaldarmi
Mentre gli altri lo chiamano ” Giorno”!
Disegnami un pettirosso su un ramo
Così che io possa ascoltarlo mentre dormo
E quando cesserà il campo nei campi
Anch’io deporrò la mia illusione.
Dimmi se e’ vero che fa caldo a mezzogiorno
Se sono i ranuncoli quelli che volano
O le farfalle quelle che fioriscono.
Poi, manda via il gelo dai prati
E scaccia la ruggine dagli alberi
Dammi l’illusione che ruggine e gelo
Non debbano più tornare!
Gaetano Bellei

da Orso Tony
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(Michelle – Beatles)

Gaetano Bellei
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LE PIU’ BELLE FOTO SULLA NATURA DEL 2019
Ecco le foto vincitrici del 55° concorso fotografico
“Wildlife Photographer of the Year”
ritenuto il più prestigioso al mondo.
LA VOLPE CHE SORPRENDE UNA MARMOTTA
L’ha scattata il fotografo cinese Yongqing Bao che è riuscito a cogliere un momento molto particolare sulle montagne del Tibet.
La volpe tibetana che deve sfamare i suoi 3 cuccioli, finge di dormire, ma poi si muove e la marmotta la guarda con gli occhi sgranati,
la bocca aperta e le zampe sollevate in un atteggiamento terrorizzato.
Questa foto ha vinto il 1° premio.
LA DISTESA DEI PINGUINI
Una distesa di 5.000 pinguini imperatori maschi che affrontano le raffiche di vento gelato in Antartide stando tutti uniti, stretti stretti, per sopportare le bassissime temperature e proteggere, dopo l’accoppiamento, il proprio uovo dalle intemperie mentre le femmine vanno in mare in cerca di cibo.
Foto di Stephan Christmann
1° premio categoria Portfolio
UNA COLONIA DI UN TIPO DI ANGUILLE
La foto è stata scattata al largo di Dauin, nelle Filippine, lungo la barriera corallina da David Doubilet
1° premio categoria “Sott’acqua”
L’AQUILA DA VICINO
La foto di Audun Rikardsen ci mostra un’aquila reale mentre plana su un ramo.
L’autore ha prima nascosto una finta macchina fotografica nell’albero e poi, dopo qualche mese, quando si è abituata a vederla ha messo quella vera.
1° premio categoria “Comportamento uccelli”
L’ATTACCO DI UN PUMA AD UN GUANACO
Ingo Arndt ha ripreso l’attacco di un puma a un guanaco nella regione di Torres del Paine in Patagonia, in Cile.
L’autore della foto ha dichiarato di aver scelto un puma maschio che andava a caccia perché le femmine lo fanno con i cuccioli che però con i loro rumori fanno scappare le prede.
Il guanaco di sentinella aveva visto il puma ed aveva avvertito gli altri del pericolo.
Ma il puma era rimasto fermo un bel po’ e il guanaco, forse distratto da ciò, si decideva a raggiungere gli amici.
Ma ecco che il puma lo raggiunge e l’attacca.
Il risultato però non è quello che credeva il puma perché il guanaco, grosso ed esperto, si butta addosso al puma che si spaventa e lo lascia perdere.
1° premio per la sezione “Comportamento: mammiferi”.
UN BABBUINO CON IL SUO PICCOLO
Un giovanissimo anconetano, Riccardo Marchegiani, è riuscito a fotografare in Etiopia un babbuino Gelada di notte con il suo cucciolo.
1° premio per la categoria “15-17 anni”.
ANTILOPI TIBETANE
E’ di Shangzhen Fan la foto di un gruppo di maschi di antilope tibetana nel deserto della riserva naturale degli Altun Shan.
1° premio categoria “Animali nel loro habitat”
MIGRAZIONE DELLE RANE
L’altoatesino Manuel Plaickne è l’autore della spettacolare foto sulla migrazione delle rane che, finito l’inverno, si tuffano negli specchi d’acqua dell’Alto Adige per riprodursi.
1° posto categoria “Anfibi e rettili”.
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Talvolta la realtà in cui viviamo è difficile, dura da sopportare, angustiante
ed allora ci sentiamo incapaci di reagire, smarriti e delusi
ma per fortuna abbiamo la possibilità di una pausa,
di un allontanamento dalla tristezza, di una reazione interiore
attraverso un meccanismo laterale della mente
che però è in grado di portarci
oltre il pozzo oscuro in cui siamo finiti alleviando le nostre pene.
Questo “meccanismo” a nostra disposizione è
IL SOGNO
ma non quello che facciamo dormendo
bensì quello ad occhi aperti che ha tanti estimatori
per le sue enormi valenze ed un costo nullo.
IL SOGNO NELLE POESIE..NELL’ARTE…
NEGLI AFORISMI E NELLE CANZONI
a cura di Tony Kospan
A qualcuno potrà anche sembrar una cosa banale
eppure secondo gli psicologi
(ma l’avevano già scoperto molto prima i poeti)
la capacità di sognare è importantissima.
Oggi infatti pare ormai accertato che, riuscendo
ad allentare le tensioni, a scaricare aggressività e umori negativi
e suggerendoci nuove visioni delle difficoltà e nuove alternative,
i sogni possono anche aiutarci a risolvere i problemi
che ci assillano e così anche a migliorare la nostra vita.
Il sogno ad occhi aperti non va quindi inteso come passività,
o fuga dalla realtà, né come un annebbiamento del pensiero
ma, al contrario come una presenza nella mente e nel cuore,
viva, “vera” ed amichevole che ci indica un obiettivo,
un traguardo reale o spirituale, vicino o lontano… etc..
Dirò di più, secondo il (mio) parere di orso sognante,
esso rappresenta un faro, un amico segreto
o, se preferite, un angelo laico
che ci accompagna e ci guida verso la realizzazione
delle nostre aspettative più intime e profonde.
Il sogno è uno dei temi più affascinanti del pensiero umano
ed è molto sentito nel mondo della poesia e delle arti in genere.
Ora prima di passare alle poesie, vediamo alcuni aforismi che amo
e che ritengo rivelatori della vera essenza del sogno
molto meglio delle mie parole.
Dentro al cuore, teniamo un giardino segreto,
è il posto dei sogni, dove ciascuno può vivere
tutto ciò che nella realtà è impossibile.
Maria Bertuzzo
Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi,
è da sempre così e così sarà per sempre.
John Keating
Fai della tua vita un sogno,
e di un sogno, una realtà.
Antoine de Saint-Exupery
Se la vita non ci ha dato altro
che una cella di reclusione,
facciamo in modo di addobbarla, almeno,
con le ombre dei nostri sogni.
Fernando Pessoa
Ho disteso i miei sogni sotto ai tuoi piedi.
Cammina dolcemente,
perché tu cammini sui miei sogni.
William Butler Yeats
J. Wall
Ma eccoci alle poesie prescelte mentre i dipinti
di vari autori sono ovviamente anch’essi in tema.
Come sempre mi piacerebbe leggere, sul sogno
le poesie (o altro) che amate voi.
(Mina – Sognando)
Albert Edelfelt
CHI HA DETTO CHE I SOGNI…
~ Adriano Scandalitta ~
Chi ha detto che i sogni,
fragili e leggeri,
impalpabili ed eterei,
non hanno un volto
da ammirare o contemplare?
Io ho conosciuto sogni sensibili,
fatti di carezze e baci,
io ho conosciuto parole
sussurrate in estasi d’amore
Io amo i sogni
perché fanno vivere in letizia
ed in armonia con il mondo.
(A. Minghi – In sogno)
Auguste Toulmouche
HO SOGNATO DI VOLARE
~ Dacia Maraini ~
Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell’orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all’altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.
(Bennato – Le Ragazze Fanno Grandi Sogni)
Edmund Tarbel
IL SOGNO
~ Tollefsen Astrid ~
Se ancora desideri incontrare
chi non hai mai conosciuto,
puoi aspettare un’ora qui
al confine.
La sera è fredda
e la notte si fa lunga e buia.
Di qui passano tutti,
e se anche camminano
con il capo piegato,
devono alzarlo alla luce violenta
delle lanterne delle guardie di frontiera.
E quando lo sconosciuto giunge,
tu vuoi riconoscerne il volto
dalla sua stanchezza e dalla sua forza,
tu vuoi riconoscerne le mani
dal modo in cui esse si congiungono l’una nell’altra
dal modo in cui esse si modellano ad una coppa
al fine di porgerti ciò
di cui tu sei assetato.
Tu non vuoi poter gridare,
tu non vuoi poter bere,
ma soltanto sapere
che tutto ciò che hai sognato è vero.
(Ligabue – La porta dei sogni)
Enrico Lionne
SOGNARE
~ Monica De Steinkuehl ~
Ho inseguito la luna
in un mare di stelle dorate
attratta dalla distanza inafferrabile,
sedotta dagli astri lucenti.
Sono annegata
nel cielo infinito del mio universo
sicura dell’esistenza
di un mondo senza limiti,
di una terra senza confini.
Ho ballato per deserti
immersa nella sabbia più dolce
avvolta da un caldo morbido,
riflessa su una spiaggia bionda.
Ho saltato le montagne
bagnata da una soffice neve
fino alla vetta più alta
dove giace la neve dura
che mi ha trafitta
con l’impassibile gelo.
Ho rincorso il sole
fino ad infuocarmi
per disperdere poi il mio ardore
nelle verdi pianure
di una valle senza fine.
(Bocelli – Sogno)
V. Kosvanek
UN SOGNO
~ E. A. Poe ~
In visioni di notturna tenebra
spesso ho sognato svanite gioie –
mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce
m’ha lasciato col cuore implacato.
Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno
per colui il cui sguardo si posa
su quanto a lui è d’intorno con un raggio
che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato – quel sogno beato,
mentre il mondo intero m’era avverso,
m’ha rallegrato come un raggio cortese
che sa guidare un animo scontroso.
E benché quella luce in tempestose notti
così tremolasse di lontano –
che mai può aversi di più splendente e puro
nella diurna stella del Vero?
Sogni di ogni tipo
ma sempre felici per tutti
da Tony Kospan
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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
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Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
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E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
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Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma poi futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato ed essere apprezzato da tutti.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie americana,
la sua presenza viene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accadde perché per tutta l’America era (ed è ancora considerato tale) un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così eravamo visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
Ricordiamolo anche con questo video…

Tony Kospan

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LA REGINA DELLA CANZONE ITALIANA
Adionilla Pizzi in arte Nilla è stata unanimemente definita
«la regina della musica italiana»…
per i suoi grandi successi nei primi Festival di Sanremo
e per esser stata un vero e proprio mito della canzone italiana
negli anni ’50 e ’60.
Per far comprendere quanto fosse vera quella definizione
basti pensare che dopo aver vinto ne ’51 il Festival di Sanremo
con Grazie dei Fiori l’anno dopo, caso unico nella storia,
salì su tutti e 3 gradini del podio con
“Vola colomba”, “Papaveri e papere” e “Una donna prega”.
(Sant’Agata Bolognese 16.4.1919 – Segrate 12.3.2011)
Ma c’è di più, lei bolognese, nello stesso anno, il 1952
vinse anche il primo Festival della Canzone Napoletana…
onore che Napoli le tributò di buon grado
in quanto star amatissima e veneratissima in quegli anni.
Nilla Pizzi al centro tra Achille Togliani e Gino Latilla
Un’altra sua fantastica caratteristica era l’eccezionale simpatia
che suscitava la sua classica genuinità emiliana.
La sua vita privata non offre spunti molto particolari
a parte la storia col cantante Gino Latilla
che per lei tentò il suicidio.
BREVE BIOGRAFIA UMANA ED ARTISTICA
Nata nel 1919 inizia la sua attività di cantante
nel 1943 ma raggiunge il massimo del successo
negli anni 50 come solista dell’orchestra Angelini
e sopratutto con le già ricordate vittorie a Sanremo.
Ma è stata anche attrice in ben 18 film
di carattere prevalentemente musicale.
Tutta l’Italia amante della musica leggera…
in quegli anni la voleva vedere ed ascoltare
ed i suoi spettacoli erano tutti dei trionfi.
Dopo gli anni ’60, anche per il cambio dei gusti musicali,
la sua fama andò pian piano a scemare
ma lei non smise mai di cantare fino alla fine.
LA CANZONE
Per concludere questo ricordo e per renderle omaggio
penso sia giusto farvi ascoltare
la sua canzone più rappresentativa…
VOLA COLOMBA.
Tony Kospan



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Ricordare in breve
la figura umana… la vita e le opere di Gabriele D’Annunzio,
non è assolutamente facile sia per la loro grande complessità
che per diversi aspetti ancor oggi molto controversi.

Mi limiterò qui a ricordare che è stato
scrittore, poeta, drammaturgo, aviatore, militare,
politico, patriota, giornalista ed… eroe di guerra e che
in campo letterario è considerato il più alto esponente italiano
del Decadentismo assieme a Giovanni Pascoli.

Volendo però render omaggio all’indubbia
genialità del Vate anche nel campo della poesia
approfondirò prima quella che mi appare più sorprendente
rispetto alla sua mitica fama di irresistibile dongiovanni
“Voglio un amore doloroso“.
Sarà forse per la nota fama
di uomo esageratamente trasgressivo
in tanti aspetti della vita
che lo ritenevo incapace di visioni così profonde.
Gabriele D’Annunzio
Pescara 12. 03.1863 – Gardone Riviera 1º marzo 1938
Ma questa poesia, che per certi aspetti
precorre la psicanalisi freudiana,
invece smentisce quest’impossibilità
anche se poi occhieggia comunque quel
”letto di porpora”.
Di cosa ci parla dunque questa poesia?
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Ci dice innanzitutto che il vero amore…
quello che ti squassa il cuore…
non può non essere, ahimè,
anche doloroso ed inquieto…
e che però l’importante è che alla fine ci consenta
di conoscere e vivere attimi d’infinito.
F. G. Baron – Dadne e Chloe
Ci dice anche che il poeta desidera far all’amore…
con la donna che ama…
(o, secondo altra interpretazione, che lo sta già facendo).
Ci parla infine dell’amore
come ricerca dell’Assoluto
che vada oltre la morte.
VOGLIO UN AMORE DOLOROSO
Gabriele D’Annunzio
Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia della morte) e senza mutamento.
Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.
Paolo e Francesca – A. Fuerbach
Ed ora ecco in video altre 2 sue mitiche poesie
lette entrambe dal grande Vittorio Gassman
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La pioggia nel pineto

Corot – Orfeo ed Euridice
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Sera Fiesolana

Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
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