Questa è una poesia molto suggestiva ed affascinante.
Con essa il poeta ci parla
della donna (ovvero dell’amore) e della natura
che gli appaiono esser gli unici aspetti della vita
che ci possono donare serenità ed armonia.
Questa poesia però è solo apparentemente facile.
Ha infatti 2 letture di cui una,
verso per verso visti quasi a sé stanti,
benché uniti da un’unica visione…
e l’altra invece
legando i versi con una consequenzialità logica.
Dino Campana (Marradi 20 agosto 1885 – Scandicci 1º marzo 1932)
In entrambi i casi il poeta, Dino Campana,
(la cui biografia meriterebbe un post tutto per sé)
emana sensazioni e suggestioni d’amore
immerse nell’incanto della natura, del paesaggio e non solo
che nascondono però anche evidenti valenze simboliche.
La poetessa Sibilla Aleramo che ebbe una storia d’amore con Campana
Infine la sensazione è, a mio parere,
ma vorrei conoscere anche il vostro,
di un’atmosfera d’amore
che ondeggia tra il mare ed il vento
alla ricerca di un equilibrio che nella vita, ahimè,
il poeta trovò raramente e perse poi del tutto
ancor giovane.
DONNA GENOVESE
Dino Campana
Tu mi portasti un po’ d’alga marina
Nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
Che è corso di lontano e giunge grave
D’ardore, era nel tuo corpo bronzino: – Oh la divina
Semplicità delle tue forme snelle – Non amore.. non spasimo, un fantasma,
Un’ombra della necessità che vaga
Serena e ineluttabile nell’anima
E la discioglie in gioia, in incanto serena
Perché per l’infinito lo scirocco
Se la possa portare.
Come è piccolo il mondo
Non v’è infatti chi non veda quanto siano importanti
gli sguardi
nel sorgere di un amore,
o, in caso di esito negativo, solo di un sogno d’amore.
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Martin Kavel
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Direi di più, gli sguardi nel corso dei secoli passati
in cui i rapporti tra i sessi erano estremamente complessi e difficili,
sono stati gli unici mezzi di comunicazione virtuale – ante litteram –
di emozioni, sensazioni, desideri, e di segnali d’intesa, gioia… etc.
Qualcuno può dubitare che uno sguardo
possa penetrare un cuore?
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Federico Andreotti
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Certo lo sguardo può però,
sia in amore
che nei rapporti interpersonali in genere,
anche esprimere odio, disprezzo, indifferenza etc.
ma non è di questo che ci interesseremo.
Ritengo sublimi sul punto questi pensieri d’autore.
Guardandoti negli occhi ricordo soltanto
d’aver già visto il tuo volto in sogno. Tagore
Le parole sono piene di falsità o di arte,
lo sguardo è il linguaggio del cuore William Shakespeare
Lo sguardo alle volte può farsi carne,
unire due persone più di un abbraccio. Dacia Maraini
C’è una strada che va dagli occhi al cuore
senza passare per l’intelletto. Gilbert Keith Chesterton
Da sempre i poeti (e gli artisti in genere)
ci hanno parlato della stretta correlazione
tra occhi e cuore.
Ma passiamo alle poesie prescelte stavolta,
tutte di grandi autori.
Arthur Braginsky
CANZONE
~ Juan Ramon Jimenez ~
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Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?
Arthur Braginsky
SABBIE MOBILI
~ Jacques Prevert ~
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Demoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Cebarre
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TI GUARDO E IL SOLE CRESCE
~ Paul Eluard ~
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Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte.
Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore
E’ l’inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti.
Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
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Botticelli – Nascita di Venere
CUORE E OCCHI
~ William Shakespeare ~
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all’altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l’effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un’altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d’amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
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Leonardo (attr.) – La bella principessa (partic.)
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TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
~ Dante Alighieri ~
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Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
Stavolta vi parlerò di un affascinante dipinto del settecento romano che però ci racconta una storia… falsa.
Come spesso accade per scoprirlo dobbiamo però osservarlo con attenzione e tener anche presente la storia dei soggetti del dipinto.
E’ certo un caso inconsueto nella ritrattistica familiare.
(Roma, 25 aprile 1684 – Roma, 9 aprile 1764)
L’AUTORE
L’opera è di Marco Benefial uno dei più noti pittori dell’epoca ma che, a causa del carattere orgoglioso e duro, non ebbe molta fortuna nonostante le sue indubbie capacità.
Nato a Roma da padre francese e madre romana il suo stile si caratterizzò per la vicinanza a quello dei Carracci ed avverso a quello accademico di quegli anni.
La maggior parte delle sue opere fu realizzata per chiese di Roma e Viterbo.
Addirittura si narra che finì per dipingere opere in Provincia su consiglio di amici pittori che però poi se ne attribuirono loro la paternità.
Per i critici di oggi la sua arte avrebbe meritato maggiore considerazione.
IL DIPINTO.. I PERSONAGGI.. IL SIGNIFICATO E LA VERA STORIA
L’opera ci mostra un bel gruppo di famiglia romano del ‘700 che però non è situato nel classico salone familiare bensì all’aperto in uno strano paesaggio che vorrebbe sembrare esotico (notare la palma).
Non solo, anche gli abbigliamenti sono stranissimi, direi orientaleggianti e per nulla corrispondenti al modo di vestire dell’epoca.
Essi vorrebbero far pensare a vestiti da viaggio in località lontane ed indefinite.
Ma queste sono solo le prime stranezze.
In questo inconsueto ed apparentemente esotico ambiente appare, sulla sinistra di chi guarda, un podio agghindato con un tappeto, sul quale si erge un giovane sacerdote che ha sulla mozzetta la conchiglia del pellegrino ed in mano una croce che mostra a tutti.
Attorno a lui, che sembra essere il personaggio principale, appaiono altre autorevoli figure ecclesiastiche.
Il titolo “LA FAMIGLIA DEL MISSIONARIO” già può darci degli indizi per svelare l’arcano significato del dipinto.
Poi però è servita la ricerca storica e quella artistica per giungere a capire il suo vero significato.
Il dipinto ritrae la nobile, influente ed agiata famiglia Quarantotti composta dai fratelli Antonio e Ludovico (con mogli e figli) ed il giovane religioso Giovanni Battista.
Quest’ultimo appare pronto a partire come missionario per terre lontane ed ignote dove certamente evangelizzerà le locali popolazioni.
Il dipinto ha infatti anche un altro titolo “RITRATTO DELLA FAMIGLIA QUARANTOTTI”
Ma dov’è il… falso?
In realtà la Storia di quella famiglia ci dice che il “missionario” non andrà mai da nessuna parte e che grazie ad una bella carriera nell’ambito della Curia romana collazionerà titoli, onori ed una marea di cariche troppo lunga da elencare ma che si conclude con la nomina a… Cardinale!
Dunque il dipinto era solo agiografico, quasi una pubblicità per esaltare la bella famiglia, ed aveva l’intento di mostrare che al suo interno c’era anche un missionario destinato a grandi cose nel mondo.
Penso che sicuramente i familiari e lo stesso cardinale avranno sorriso ogni volta che avranno riguardato quel dipinto ben sapendo che raccontava una storia ed una scena… mai esistite.
L’opera è visibile presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini – Roma
Tony Kospan
Fonti: Tomaso Montanari (Venerdì Repubblica) e siti vari.
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