Archivio per marzo 2023
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Francois Fressinier
Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “Amo”,
l’altra, ancora maggiore,
quando può dire “Sono Amato”.
– Carlo Dossi –
Francois Fressinier
LE PIU’ BELLE POESIE
Alda Merini
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Cosi, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso
né ti ha mai maledetto.
Ma tu si, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’ assenzio
di una sopravvivenza negata.
Francois Fressinier

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Francois Fressinier
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Un’antichissima… ma “moderna” ed incredibile bambola
e la sua emozionante storia.
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Ho, qualche tempo fa, raccontato in breve
la lunga storia della bambola ma,
a seguito di un approfondimento richiestomi da un’amica,
eccomi a parlare di nuovo di bambole antiche
e lo faccio davvero con molto piacere.
Lo stesso piacere, e soprattutto la stessa forte emozione,
che ho provato nel legger l’incredibile storia che segue.

La bambola fa parte del corredo funerario della giovane romana Crepereia Tryphaena, il cui sarcofago fu ritrovato nel 1889 durante gli scavi per la costruzione del Palazzo di Giustizia sul Lungotevere a Roma.
La ragazza, vissuta nel II secolo dopo Cristo, morì intorno ai vent’anni, forse di parto, dopo un breve matrimonio o per altri studiosi alla vigilia del matrimonio essendo stato rinvenuto al dito un anello con la scritta “Filetus” (nome del marito o del fidanzato).
Quando da sposa si trasferì nella sua nuova casa, portò con sé un giocattolo al quale era evidentemente molto legata:
una “pupa“, cioè una bambola d’avorio con il suo corredo.

La bambola è alta circa 20 centimetri e presenta una caratteristica davvero incredibile per quell’epoca:
le articolazioni sono snodate alla spalla, all’anca e persino al gomito ed al ginocchio, snodi che nemmeno oggi possiede la più famosa delle bambole.
Le mani hanno le unghie, i piedi sono perfettamente delineati ed il volto, decisamente bello, è sovrastato da capelli disposti in un’acconciatura di sei trecce raccolte sul capo a corona (pettinatura tradizionale delle spose romane).

La scatola
Nella vetrina del Museo Centrale Montemartini sono esposti, insieme alla bambola, la scatola che doveva contenere gli abiti della bambola ed un piccolo pettine.
Vi sono poi anelli ed altri gioielli di Crepereia, non particolarmente preziosi, ma di discreta fattura.

Altri oggetti della ragazza e della bambola
E’ commovente ancor oggi, dopo quasi duemila anni, osservare questo oggetto così raffinato e “moderno”.
Infatti questa incredibile bambola testimonia sia l’amore di chi la donò che l’attaccamento ad essa di una fanciulla ma anche la capacità artigianale del costruttore.
La sfortunata giovanetta riteneva così cara questa sua bambola da volerla portar e tener con sé, anche nel suo ultimo viaggio e dunque per sempre.
(Fonti: vari siti web)
Ciao da Tony Kospan

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ALIENAZIONE DA CHIUSURA IN CASA
PER LOCKDOWN… QUARANTENA… MALATTIA O ALTRO?
IL SOGNO E’ LA SOLUZIONE PER IL DR. MORELLI
Il dr. Morelli ci ha detto in un’intervista su RAI 3 che quando siamo costretti a stare chiusi in casa per parecchi giorni è assolutamente necessario staccare i nostri pensieri dal problema incombente su di noi e sognare ad occhi aperti, sognare cose belle.
Questo è fondamentale per la salute del nostro spirito e può farci scaricare le tensioni che si accumulano, giorno dopo giorno, nel nostro animo.
Questo è quindi un ulteriore motivo per amare e valorizzare il sogno nella nostra vita, cosa non nuova per noi sognatori, ma che altri non comprendono o non comprendevano.
Kagaya
UN MIO PENSIERO
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Al pensiero dell’illustre psicologo aggiungo un mio modesto parere che è il seguente.
Oltre a sognare distraiamoci con le cose che amiamo e che possono farci staccare il pensiero dalla spiacevolissima situazione di chiusura in cui ci si può trovare.
Ciascuno trovi liberamente il suo modo.
Mike Flan
Io preferisco (e consiglio) leggere, scrivere pensieri, poesie o altro, vedere film coinvolgenti o programmi culturali che ci possono portare in mondi lontani dalle (sperabilmente) momentanee difficoltà.
Poi c’è il “mondo social” che, nonostante i tanti difetti, ci consente rapporti virtuali fino a pochi decenni fa impossibili.
Però il web ha un limite e cioè è utilizzabile solo da coloro tra noi che si sono avvicinati ad esso.
Possiamo quindi dialogare, scherzare, comunicare ma anche “audio-vederci” ed in tal modo staccare un po’ la spina dalla solitudine.
Forse sono riflessioni in fondo normali, ma ribadirle e consigliarle male non può fare, e potranno aiutare qualcuno quando, per qualunque motivo, deve stare chiuso in casa per diversi giorni.
Ciao da Tony Kospan
Alber Edelfelt
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Stavolta parleremo di una delle musiche più note…
associata ad uno dei dipinti più amati.
Questa musica è di quelle che suscitano sentimenti di gioia… ricordi belli…
ma ahimè, in molti, anche sentimenti tristi e ricordi amari…
ma che sempre ed in ogni caso non può lasciare indifferenti.
William-Adolphe Bouguereau
LA MARCIA NUZIALE E L’ASCESA DI PSICHE
– CLASSICA ED ARTE –
William-Adolphe Bouguereau
Eh sì questa musica
è la famosissima… e classicissima
marcia nuziale!
Felix Mendelssohn è un autore… duttile e vivace…
quasi coevo di Bouguereau autore dell’affascinante dipinto
Ascesa di Psiche
COSA LI UNISCE?
La maestosità e la bellezza dell’espressione artistica.
Per questo mi piace accostare queste 2 mitiche fantastiche opere.
William-Adolphe Bouguereau
LA MARCIA NUZIALE
di
FELIX MENDELSSOHN
Felix Mendelssohn
(Amburgo, 3 febbraio 1809 – Lipsia, 4 novembre 1847)
E
L’ASCESA DI PSICHE
di
BOUGUEREAU
Adolphe William Bouguereau
(La Rochelle 30. 11.85 – La Rochelle, 19 8 1905)
Ascoltiamola… dunque… o riascoltiamola…
L’ascesa di Psiche – William-Adolphe Bouguereau
Buon ascolto da Orso Tony
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LA STORIA (IN BREVE).. LE IMMAGINI ED IL FASCINO
DI QUESTO STORICO EDIFICIO DI SOGNO
La Torre Eiffel ha oltre 130 anni
eppure doveva essere demolita dopo l’Esposizione Universale.
Fu inaugurata il 31.3.1889
ed anche Google
spesso ha festeggiato il suo anniversario con un doodle.
La Torre… è considerata il simbolo della Francia.
Fu costruita per l’Esposizione Universale
che si tenne quell’anno a Parigi per il centenario
della Rivoluzione Francese.
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Ma fu anche il modo per esaltare il progresso
e le scoperte scientifiche
che allora si susseguivano
e che consentivano al Mondo d’avere grande fiducia
nella possibilità che il futuro risolvesse
quasi tutti i problemi umani.
In fondo siamo in piena Belle Époque…
Jean Beraud
Fu costruita dall’ingegnere Alexandre-Gustave Eiffel
(da cui prende il nome) in 26 mesi utilizzando 26.000 barre di ferro.
Gustave Eiffel (Digione, 15.12.1832 – Parigi, 27.12.1923)
La costruzione fu possibile soprattutto per la precisione
degli studi sulla combinazione di ferro e ghisa.
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La Torre doveva durare solo il tempo dell’Esposizione
ma,
nonostante fosse criticata con violenza dai grandi intellettuali dell’epoca,
essa fu subito amata dalla maggioranza dei Francesi
ed è ancora lì a svettare nel cielo di Parigi.
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La Torre, alta 300 mt (324 con l’antenna) fu utilizzata anche
per le comunicazioni telegrafiche prima e radiotelevisive poi
e, fino al 1930, è stata l’edificio più alto al mondo.
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Ancor oggi è uno dei luoghi più visitati di Parigi
anche per l’eccezionale veduta dalla sommità.
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Tony Kospan
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Charles Haigh-Wood
Uno spettacolo per gli dei
è la vita di due innamorati.
– Wolfgang Goethe –
Charles Haigh-Wood – L’appuntamento
L’emozione non ha voce
LA SPERANZA E’ UN ESSERE PIUMATO
Emily Dickinson
La speranza è un essere piumato
che si posa sull’anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.
Charles Haigh-Wood – Pensieri dubbiosi
da Orso Tony
IL GRUPPO DI FB DEDICATO A STORIA E RICORDI
Charles Haigh-Wood – Decisioni serie
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Paul Verlaine è stato uno dei più grandi
“Poeti maledetti”
mitico gruppo di poeti francesi dell’800
di cui parlò e scrisse anche lui stesso.
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BREVE BIOGRAFIA
Paul Verlaine nasce nel 1844
in una famiglia francese benestante.
Fin da piccolo inizia a scrivere poesie.
Presto mostra una personalità complessa e difficile
fatta insieme di dolcezza e brutalità
che traspare in modo chiaro, fin dai primi tempi,
anche nella sua poetica.
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Metz 30.3.1844 – Parigi 8.1.1896
La madre, per sottrarlo alla sua vita sregolata
lo fa sposare.
Il matrimonio però dopo un breve periodo di tranquillità,
che ritroviamo nei versi della raccolta La bonne chanson,
finisce presto per la sua incostanza e soprattutto
per la relazione con l’altro poeta “maledetto”, Rimbaud.
Anche questo rapporto finisce a sua volta dopo 3 anni
con l’esplosione di alcuni colpi di pistola,
per fortuna non gravi, sparati al suo amico.
Verlaine e Rimbaud
Questo episodio però lo porta in carcere e qui…
ecco una nuova svolta… stavolta religiosa.
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Ma di nuovo, dopo un periodo sereno,
ricade nei suoi eccessi di ogni genere.

Verlaine e Rimbaud
Ciononostante a Parigi iniziano i successi
della sua attività poetica e letteraria
e si inserisce bene nei salotti culturali parigini
mentre però la sua vita continua
in una continua alternanza di povertà e benessere.
Il gruppo dei poeti maledetti (nel cerchio Verlaine e Rimbaud)
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Oltre alle poesie di vario genere scrisse anche un saggio
proprio sui poeti maledetti
come accennavo su (Rimbaud, Mallarmé, Corbière ed altri)
ed in cui parla anche di se stesso,
ma con lo pseudonimo di Pauvre Lelian.
Morì povero in un ospedale parigino.
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LA SUA POETICA
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La sua poesia, che predilige la musicalità del verso,
è di tipo evocativo e non descrittiva…
cioè ci fa giungere alla verità delle cose
con visioni illuminanti e suggestive.
I suoi versi scorrono senza vincoli con grande fluidità e semplicità
e mostrano una profonda sensibilità che molti associano
a quella dei pittori Impressionisti.
Considerato, ai suoi tempi, un maestro dai giovani poeti,
è stato in realtà un precursore della poesia moderna.
ALCUNE SUE NOTE E BELLISSIME POESIE
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NOI SAREMO
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
LE CONCHIGLIE
Ogni incrostata conchiglia che sta
in quella grotta
in cui ci siamo amati
ha la sua propria particolarità.
Una dell’anima nostra
ha la porpora
che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
quando io brucio e tu
a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te
nei tuoi languori
e nei pallori tuoi di quando,
stanca,
ce l’hai con me perché
ho gli occhi beffardi;
Questa fa specchio
a come in te s’avvolge
la grazia del tuo orecchio,
un’altra invece
alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte,
mi sconvolge.
VOLA CANZONE RAPIDA
Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce un raggio.
Dissipando, santo lume,
le tenebre dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida. La senti?
L’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.
VIVIAMO IN TEMPI…
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
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Al lettore – Manoscritto
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Ciao da Tony Kospan





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Approfondirò la conoscenza di Van Gogh,
universalmente riconosciuto
come uno dei più grandi pittori di sempre,
tracciandone un profilo umano ed artistico
in modo sintetico ma, auspicabilmente,
sufficientemente completo e chiaro.
Van Gogh ritratto da T. Lautrec (Zundert 30.3.1853 – Auvers sur Oise 29.7.1890)
L’ARTISTA
Vincent Van Gogh è proprio il prototipo dell’artista maledetto… dalla vita breve e tormentata conclusasi con un suicidio.
Sue costanti amiche sono angosce ed emarginazione… che lo avvicinano ad artisti e poeti del suo tempo come ad esempio Toulouse-Lautrec e Rimbaud.
Questa tradizione “nera” era nata già col romanticismo ma si era ampliata nel mondo artistico di fine ‘800.
Eppure da queste sofferenze psicologiche, per la non accettazione delle realtà sociali, sono nate opere immortali.
Notte stellata sul Rodano
BREVE BIOGRAFIA
Figlio di un pastore protestante dopo svariati lavori ebbe ad un certo punto anche lui una vocazione religiosa e divenne un predicatore.
Nello svolger la sua missione girando per poveri villaggi di minatori si appassionò alle loro lotte per migliorar le loro tremende condizioni di vita.
Questo però lo fece ritenere un soggetto socialmente pericoloso e fu licenziato.
Dopo un periodo di crisi e di sofferenze psicologiche ormai 27enne iniziò a dipingere.
La sua attività di pittore durò 10 anni scanditi da momenti di depressione ed altri di esaltazione.

Autoritratto
Innamoratosi di una prostituta nel 1882 andò a convivere con lei poi la lasciò e si trasferì nel nord dell’Olanda sempre consigliato ed assistito dal fratello Theo sia in campo artistico che economico.
Il miglior risultato di questo primo periodo è “I mangiatori di patate” del 1885 che vediamo qui giù.

L’anno dopo raggiunge il fratello a Parigi che si trovava lì per lavoro e qui frequenta l’atelier Cormon, dove conosce altri giovani pittori come Toulouse – Lautrec ed incontra artisti come Pissarro, Gauguin, Seurat, Signac etc.
Questo gli consentì di approfondire la tematica dell’evoluzione dell’impressionismo e di affinare la sua arte soprattutto nell’uso del colore e nel contempo gli diede nuovi entusiasmi.

La taverna – Paris – 1886
Dopo 2 anni si trasferì in una cittadina del sud della Francia, Arles, dove lo raggiunse Paul Gauguin.
Qui dopo un breve periodo d’intensa e favolosa (dal punto artistico) collaborazione Gauguin andò via ed in quell’occasione accadde la controversa storia del taglio del lobo dell’orecchio di Van Gogh.

Altro Autoritratto
Dopo la partenza di Gauguin entrò di nuovo in una grave crisi psicologica alternata da momenti di euforia ed altri di depressione che ebbero fine col suo suicidio con un colpo di pistola.
I suoi quadri più famosi furono realizzati in pochissimi anni ed in vita non ebbe alcun riconoscimento tranne un articolo di giornale.
Subito dopo la morte però la sua arte fu riconosciuta come grandissima soprattutto grazie a Johanna Bonger, moglie dell’amatissimo fratello Theo, che per amore del defunto marito si dedicò alla valorizzazione dell’arte dell’allora sconosciuto cognato
Fu così che divenne ben presto un vero e proprio mito.
La camera da letto
LE OPERE
Il suo primo significativo periodo definito di Nuenen è contaddistinto dal grande interesse per la pittura sociale nella quale il tema principale è quello del mondo degli umili.
Significativa in tal senso è, come si diceva su, la tela “I mangiatori di patate“. che abbiamo visto su.

Notte d’inverno
Il periodo parigino segna un totale rinnovamento, come abbiamo accennato su.
Van Gogh modifica la tecnica di stendere i colori con rapide pennellate e li rischiara.
I soggetti diventano per lo più urbani… sia interni che esterni ma anche i paesaggi.

Caffetteria in piazza
La stagione di Arles è quella dei suoi capolavori.
E’ il periodo breve ma intenso della completa maturazione in cui lascia libero e totale spazio all’esplosione del colore e che termina con la notissima “Camera da letto“.
Ecco alcuni capolavori di questo periodo partendo dalla mitica “Notte Stellata“.

Notte Stellata
La ronda dei carcerati
Barche di pescatori
Il seminatore
Agostina Segatori al Café du Tambourin – 1887
Passeggiata nei giardinetti di Arles
La casa gialla (quella in cui visse con Gauguin)
Il mandorlo in fiore
Infine in questo bel video possiamo ammirare
una bella carrellata di tanti altri suoi capolavori
ascoltando… la grande musica di Mozart.
Altro Autoritratto
Tony Kospan
Chi desiderasse legger la storia della sua breve,
grande, intensa ma difficile amicizia con Gauguin
e le ultime ipotesi sull’orecchio tagliato
può cliccare qui giù.
Autoritratto con l’orecchio tagliato
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Mi fa piacere far gli auguri di buon compleanno
a Celine Dion, grande cantante canadese,
anche approfondendo la sua conoscenza
e di quella che è la sua canzone più famosa.

La musica di Céline Dion spazia dal rock all’R & B,
dal gospel alla musica classica.
Canta principalmente in francese ed inglese,
ma ha cantato anche in spagnolo, italiano, napoletano,
tedesco, latino, giapponese e cinese mandarino.

Benché le sue canzoni abbiano spesso avuto critiche oscillanti,
è considerata una delle voci più influenti della musica pop mondiale
ed ha vinto cinque Grammy Awards.
“My Heart Will Go On” è considerata dai più il
“brano della definitiva consacrazione di Celine Dion
Certo basta ascoltare la canzone per restarne rapiti
ma… ma… quanti conoscono davvero il testo
e dunque il suo significato?
Ecco leggiamo allora prima il testo in italiano
che mi appare davvero poetico
e poi passeremo all’ascolto.
IL MIO CUORE ANDRA’ AVANTI
(Celine Dion – My Heart Will Go On)
Musica di James Horner testo di Will Jennings
Ogni notte nei miei sogni
ti vedo, ti sento
è per questo che so che tu andrai avanti
Molto al di là della distanza
e degli spazi fra noi
devi venire a mostrare che vai avanti
Vicino, lontano, ovunque tu sia
io credo che il cuore vada avanti
ancora una volta apri la porta
e sei qui nel mio cuore
e il mio cuore continuerà ad andare avanti
L’amore può toccarci una volta
e durare per una vita
e non mollare mai finché siamo morti
L’ amore è stato quando io ti ho amato
una sola vera volta a cui resto aggrappata
nella mia vita andremo sempre avanti
Vicino, lontano, ovunque tu sia
io credo che il cuore vada avanti
ancora una volta apri la porta
e sei qui nel mio cuore
e il mio cuore continuerà ad andare avanti
Sei qui, non c’è niente che io tema,
e so che il mio cuore andrà avanti
resteremo per sempre così
sei al sicuro nel mio cuore
e il mio cuore andrà sempre avanti.

    

Charlemagne (Canada) – 30.3.1968
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Ecco infine il video… per noi… per voi…
Ascolteremo una delle più belle canzoni di sempre…
e colonna sonora del… TITANIC…
Augurissimi Celine…
anche dal “Mondo di Orsosognante”
  
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La pittrice che amava (dipingere) le donne
e che era amata dalle donne (per i suoi ritratti).
Questa affascinante pittrice ha attraversato
con coraggio ed intraprendenza, e soprattutto con grandi successi,
la storia a cavallo tra il 700 e l’800,
ma poi era caduta nell’oblio fino a qualche decennio fa.
Negli ultimi anni i suoi dipinti, per la loro leggiadria,
raffinatezza ed introspezione dei soggetti hanno conquistato il web
e solo di recente le bellissime mostre di Parigi e New York
l’hanno consacrata come grande artista della sua epoca.
(Parigi, 16.4.1755 – Louveciennes, 30.3.1842)
BREVE BIOGRAFIA
Doveva proprio avere il fuoco dell’arte nelle vene se già all’età di 6 anni disegnava dappertutto oltre che sui suoi quaderni, stupendo tutti per la sua bravura ed il padre, modesto pittore, ne comprese subito il talento.
Rimasta ben presto orfana fu portata in convento da cui uscì a 11 anni e, per seguire la sua passione artistica, iniziò a visitare le collezioni reali e quelle private aperte al pubblico, per affinare la sua formazione.
Da adolescente pare che si sentisse bruttina ed inadeguata, ma a 15 anni era già una delle più belle donne di Parigi e già si stava affermando come notevole pittrice.
Autoritratto giovanile
La bellezza dei suoi dipinti la fece entrare nelle grazie di 2 nobildonne che la presero sotto le loro ali.
Questo era solo l’inizio del suo successo presso le donne che durò tutta la sua lunga e complicata vita.
Il fascino personale, la nuova situazione familiare (la madre si era risposata con un ricco gioielliere) e l’eleganza dei suoi dipinti la fanno ben presto entrare in modo dirompente nel bel mondo parigino dell’epoca.
2 Marchese con i loro figli
Nel 1775, eccezionalmente, 2 suoi dipinti furono accolti dalla “Accademia Reale di Pittura e Scultura” all’epoca chiusa alle donne e lei fu ammessa, con la pittrice Adélaïde Labille-Guiard, sua rivale, a seguire lì dei corsi.
Nel 1776 venne incaricata di ritrarre il Conte di Provenza, fratello del Re, e ciò le consentì di entrare negli ambienti reali.
M.me Spencer Perceval
Nello stesso anni sposò Jean-Baptiste-Pierre Le Brun, pittore sfaccendato e donnaiolo, ma esperto d’arte che le diede ottimi consigli tecnici.
Inoltre il marito era ben introdotto tra i mercanti d’arte e l’aiutò molto nella commercializzazione dei suoi quadri.
La Regina Maria Antonietta
Nel 1778 dipinse la mitica Regina Maria Antonietta che rimase entusiasta di come Louise Elisabeth l’aveva ritratta e la fece nominare pittrice di Corte.
Questo le consentì di essere accolta nell’Accademia Reale di Pittura e di esporre i suoi dipinti nel “Salon” di pittura che era la più grande vetrina artistica ell’epoca.
Non mancarono però delle critiche da parte degli ambienti della Corte per aver, lei donna, dipinto qualche nudo benché di carattere mitologico, in quanto cosa sconveniente o per aver dipinto la Regina talvolta in pose e vesti troppo “naturali”.
Anche in questi casi però lei mostrò il suo carattere forte non curandosi delle critiche ed anzi contribuendo a cambiare molti pregiudizi esaltando la naturalezza dell’istante benché sempre con la massima graziosità.
La pace che porta abbondanza
La Regina divenne poi anche sua amica in quanto avevano la stessa età, 23 anni, gli stessi sogni e lo stesso amore per la bellezza e la raffinatezza.
Era all’apice del suo successo artistico e mondano quando la Rivoluzione Francese, che cambierà il mondo, intervenne a cambiarle del tutto la vita.
La Regina Maria Antonietta
A differenza della sua rivale, che riuscì ad integrarsi nel mondo rivoluzionario, lei, per l’amicizia con la Regina, fu malvista e colpita dall’ira popolare.
Scappò allora con la sua figlioletta in Italia dove potè ammirare le opere dei grandi artisti italiani visitando le nostre più importanti città d’arte e poi girò per tutta Europa.
La pittrice con la figlioletta Giulia
Fu per lei un lungo ed amaro periodo in cui soffrì da esiliata, ma nel contempo festoso per i successi delle sue opere presso tutte le Corti Europee.
Durò 13 anni questo peregrinare dorato e a 54 anni, tornata in Patria, prese a vivere tra Parigi e Louveciennes, in una casa di campagna accanto al castello di Madame du Barry.
La Contessa Catherine Vassilievna Skavronskaia
Aprì a Parigi un salotto letterario (come si usava all’epoca) e scrisse i suoi ricordi “Souvenirs” che, nonostante gli errori grammaticali dovuti alle iniziali carenze educative, allora piacquero molto e sono ancor oggi un documento molto interessante sulla sua vita e le sue opere, ma anche sugli artisti, su quell’importante periodo storico e sui grandi personaggi d’allora.
Morì a 87 anni… cosa rara per quei tempi.
CONSIDERAZIONE PERSONALE
Questa pittrice mi affascinò non appena vidi, diversi anni fa, un suo dipinto.
La forte lucentezza degli incarnati, la scelta di pose molto dolci, la precisione nel dipingere vesti e ornamenti, la morbidezza dei toni e dei colori sono lampanti conferme di un’incredibile padronanza virtuosistica.
La sua arte va certo inquadrata nell’ambito di una visione molto elitaria… ma ciò non deve stupire, visti gli ambienti da lei frequentati tutta la vita.
La sua grandezza, oggi riconosciuta, le deriva a mio parere oltre che per la sua tecnica sopraffina anche per aver saputo rendere belli e veri in modo incomparabile tutti i personaggi da lei dipinti cogliendone però nel contempo anche i loro aspetti psicologici.
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