Archivio per 10 febbraio 2023

Weekend in poesia con “In un momento” Dino Campana – arte Manet – canzone “Ma che freddo fa” Nada   Leave a comment

 
 
 
Edouard Manet


 
 
 



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L’unica cosa che non riceviamo mai abbastanza è l’amore;
l’unica cosa che non doniamo mai abbastanza è l’amore.
– Henry Miller –

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Edouard Manet
 
 
 
 
 
IN UN MOMENTO
Dino Campana
 
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perchè io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue
E colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
E così dimenticammo le rose.
 
 
 
 
 
Edouard Manet – Al caffè
 
 
 

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 da Orso Tony 


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IL NUOVO GRUPPO IN CUI VIVER L’ARTE
INSIEME
Frecce (174)
 
 
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fre bia pouce     musicAnimata    (Ma che freddo fa – Nada)

Edouard Manet – Un bar alle Folies-bergère


 
 
 

Il Bernini e la sublime leggerezza e bellezza del Baldacchino di San Pietro – Arte e genialità   Leave a comment








Questa monumentale creazione del Bernini 
ha caratteristiche diverse dalle sue tante geniali opere 
sia per il genere, un misto di architettura e scultura,
che per le eccezionali misure 
ed anche per il numero di coloro, 
artisti ed artigiani, che collaborarono con lui
ma è anch’essa un vero capolavoro.






IL BALDACCHINO DI SAN PIETRO



La magnificenza della Basilica di San Pietro fu resa ancor più sublime grazie all’intervento eccezionale, quanto a bellezza e grandezza, del Bernini.







LA STORIA DELL’OPERA



Papa Urbano VIII voleva risolvere un annoso problema esistente nel massimo tempio della Cristianità.

La copertura, in modo armonico, duraturo e degno, dello spazio in cui si trova la tomba di S. Pietro e contemporaneamente esaltare l’Altare Maggiore della Basilica.

La cosa non era semplice anche per le ciclopiche misure della Cupola di Michelangelo.

Nei periodi precedenti vi erano stati dei baldacchini provvisori che, pur non soddisfacendo i requisiti di stabilità e monumentalità in linea con la struttura né con l’importanza e la bellezza del Tempio, tuttavia avevano suggerito possibili ma difficilissime soluzioni.

Ebbene Urbano ottavo decise di non rivolgersi agli affermati architetti dell’epoca ma ad un giovane emergente, il venticinquenne Bernini, a cui nel 1623 affidò l’incarico.



Borromini



Bernini si avvalse della collaborazione del Borromini, per l’architettura, ma anche di altri scultori (tra cui suo fratello) ed un notevole gruppo di artigiani per tutte le varie e complesse fasi della lavorazione.

Uno degli aspetti principali, la torsione istoriata delle colonne, fu quasi certamente suggerita al Bernini dalle cd. “colonne sante” presenti nella Basilica Costantiniana precedente all’attuale (4° secolo), pur se molto più piccole e non in bronzo.



Colonna Santa



Una è ancora visibile nella Sala della Colonna (Tesoro della basilica) ed altre 2 sono accanto accanto all’altare della Cappella del Santissimo Sacramento.

Per questo possiamo dire che la “rivoluzione” berniniana aveva anche inglobato un collegamento antico e classico con la Storia della Basilica.

Ci vollero 10 anni di lavori per completare l’imponente opera (fu necessaria la fusione di un’enorme quantità di metalli, la più grande del Medio Evo) ed altri 2 per le rifiniture ma il risultato alla fine fu eccezionale.







LA MERAVIGLIA DEL BALDACCHINO


Ancor oggi il baldacchino meraviglia per la sua bellezza e per il perfetto ed armonico inserimento nelle volumetrie e nell’impatto visivo della Basilica.

Ma quello che più stupisce è l’incredibile sensazione di leggerezza che dona questa enorme scultura-architettura di bronzo dorato alta come un palazzo (28,5 mt).

L’effetto, davvero stupefacente, è dato innanzitutto dalla torsione dei pilastri bronzei.







Ad essi si aggiungono poi in alto le sculture di grandi e sorridenti angeli che reggono i festoni che tengono in tensione le stoffe sottostanti dando l’incredibile sensazione che esse siano mosse dal vento.

Colpisce in modo assoluto soprattutto la leggerezza (quasi un volo danzante) dell’opera a dispetto della sua monumentalità e figuriamoci quale dovesse essere lo stupore dei visitatori del ‘600.




F I N E 


Copyright Tony Kospan – Vietata la copia integrale senza indicare autore e blog












Puskin.. “Padre della Letteratura Russa” – Breve ricordo ed alcune sue bellissime poesie   1 comment

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Il grande poeta
Aleksandr Puskin
viene definito anche
La grande anima russa“.



Mosca 6 giugno 1799 – San Pietroburgo 10 febbraio 1837
(ma le date sono diverse per il calendario giuliano)


Vissuto nella prima parte dell’800
Puskin ha raggiunto con le sue opere un altissimo livello poetico,
manifestando altresì la capacità di comprendere e di esporre
tutti i temi che riguardano noi umani.








E’ definito il padre della letteratura russa
perché è stato sì un grande poeta
ma ha anche scritto testi di grande qualità
nell’ambito di quasi di tutti i generi letterari
(novelle, romanzi storici, opere teatrali).







Inoltre ha avuto anche notevoli meriti linguistici
avendo egli creato quella lingua scritta
che è stata seguita poi da tutti gli scrittori russi.

Dostojevskj lo definì per questo…
Principio di tutti i princìpi








Eppure la sua vita è stata molto breve
perché è morto a soli 38 anni per un duello
a seguito di accuse di infedeltà della moglie.
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La moglie.


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Penso che il miglior modo di conoscere 
uno scrittore… un poeta…  sia attraverso le sue opere 
entrando in tal mondo nel suo cuore e nella sua mente.

Ecco alcune sue belle poesie.








RICORDO IL MAGICO ISTANTE


Ricordo il magico istante:
Davanti m’eri apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Genio di limpida beltà.

Nei disperati miei tormenti,
Nel chiasso delle vanità,
Tenera udivo la tua voce,
Sognavo i cari lineamenti.

Anni trascorsero. Bufere
Gli antichi sogni poi travolsero,
Scordai la tenera tua voce,
I tuoi sublimi lineamenti.

E in silenzio passavo i giorni
Recluso nel vuoto grigiore,
Senza più fede e ispirazione,
Senza lacrime, né vita e amore.

Tornata è l’anima al risveglio:
E ancora mi sei apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Genio di limpida beltà.

E nell’ebbrezza batte il cuore
E tutto in me risorge già
E’ la fede e l’ispirazione
E la vita e lacrime e amore.






RINASCITA


Un barbaro artista il quadro annerisce
Di un genio con mano indolente,
E il suo disegno iniquo egli traccia
Su quel quadro assurdamente.

Ma, con gli anni, come vecchie scaglie,
Si stacca l’estraneo colore,
E l’opera del genio ci appare
Nel suo primitivo splendore.

Così nell’anima mia travagliata
Scompaiono gli errori compiuti,
E tornano in essa le visioni
Dei limpidi giorni vissuti.







IO VI HO AMATA


Io vi ho amata: e ancora forse l’amore
Nell’anima del tutto non ho spento;
Ma che esso non sia per voi tormento;
Non voglio che alcunché vi dia tristezza.
Io vi ho amata in silenzio, senza speranza,
Di timidezza soffrendo, di gelosia;
io vi ho amata davvero, e così teneramente
Come Dio vi conceda d’essere amata da un altro.




Valery Vetshteyn


IL POETA


Finché Apollo non sacrifica
Il poeta sul suo altare,
Nelle pene del vano mondo
Egli spaurito deve aspettare.
E’ muta la sua sacra lira,
L’anima freddi sogni assapora,
Dei miseri figli della terra,
Forse egli è più misero ancora.
Ma appena la parola divina
Il sensibile udito toccherà,
Come un’aquila risvegliata,
L’anima del poeta si alzerà.
E’ triste nei trastulli del mondo,
Fugge via dalla gente chiassosa,
Davanti all’idolo delle masse
Non china la testa orgogliosa.
Corre, selvaggio e severo,
Pieno di sgomento e di canti,
Fin sulle onde del deserto,
Nel bosco di querce fruscianti.







L’UCCELLINO


Osservo fedele un’antica usanza
Anche in una terra a me straniera:
Lasciare libero un uccellino
Nella chiara festa di primavera.

Ho provato un grande conforto,
Mio Dio, e una vera felicità,
Quando anche a una sola creatura
Ho potuto donare la libertà!






F I N E



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Shirley Temple.. “Riccioli d’oro” e “Diva bambina” del cinema USA anni ’30 e ’40 – Ricordo e video   Leave a comment









Shirley Jane Temple Black,la mitica Riccioli d’oro
è stata un vero e proprio mito
del cinema americano degli anni ’30.

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E’ stata attrice, cantante, ballerina
e nella maturità anche una diplomatica statunitense.



(Santa Monica 23.4.1928 – Woodside 10.2.2014)



LA STORIA DELLA DIVA BAMBINA


Scelta, a 5 anni, tra le ragazzine della scuola
per il suo viso d’angioletto ed il luminoso sorriso
si rivelò subito una ragazza prodigio.

A 6 anni aveva già girato 2 film ed a 7 girò
Riccioli d’oro” che la farà entrare nel mito…
e nella storia del cinema… proprio con questo nome.








I suoi film migliori sono proprio del periodo che va
dal 1936 al 1939
e quindi quando era proprio piccolissima.



E’ proprio lei, piccolissima, a consegnare l’Oscar a W. Disney nel 1939



In quegli anni il suo eccezionale successo
va oltre gli aspetti puramente cinematografici
diventando anche un grande fenomeno di massa.







Dopo tanti film di strepitoso successo
però già a 12 anni inizia a diminuire la luce della sua stella
ed inizia a perdere l’amore del pubblico
ed alla fine degli anni 40 abbandona le scene

Da adulta
ha poi svolto la carriera di ambasciatrice degli USA.






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Shirley Temple rimane tuttora

una delle principali figure della Hollywood classica.

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Come ricordarla se non con un bel video

con diverse scene tratte da suoi film?






fre bia pouce




 Il mitico sorriso di Ricciolina rimarrà sempre tra le più belle
ed emozionanti immagini della storia del cinema.



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Tony Kospan



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Oggi è la “Giornata del ricordo” (10 febbraio 1045 Foibe ed Esodo giuliano-dalmata)   Leave a comment



Il 10 febbraio di ogni anno
si celebra questa solennità civile
istituita con legge del 2004


 
 



Un’altra immensa tragedia susseguita
alle tante altre della sciagurata II guerra mondiale.





 



Un ricordo ed un pensiero triste…
– sia per l’assassinio di migliaia di nostri connazionali,
Istriani e non solo, gettati nelle foibe…
(profonde cavità naturali della Venezia Giulia)
ma anche vittime di tanti altri massacri
in varie zone della Venezia Giulia e dell’Istria.
 


 


 


  



– sia anche per la fuga di altre decine di migliaia,
che vivevano nella ex Jugoslavia…,
verso varie regioni italiane
a ciò costretti dall’inaudita violenza
delle forze armate Titine.

 


 



 


 


I motivi di tanta atrocità sono certamente connessi 
all’origine ed all’esito della II guerra mondiale
anche se però poi nessuna guerra
può mai giustificare azioni del genere.


 


 



 

Che non accadano mai più…tragedie così
ma che non accadano nemmeno guerre assurde
che poi possono originare orrori del genere.


  


 




 
 
Quanto avvenne resti nella nostra memoria
affinché non abbia mai più a ripetersi,
né in Italia né in nessuna altra parte del mondo,
(anche se la cronaca purtroppo ci dice altro).




Domenico Guida – Foibe



  
 Tony Kospan




 


 
 
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