Archivio per 9 febbraio 2023

LE DUE SCALE – Saggia ed interessante riflessione di un tempo   1 comment









Davvero una bella riflessione è quella che ci dona questo brano.


A parer mio è un pensiero di grande saggezza.


Sembra che fosse inserito nei libri scolastici del 1923.


Tuttavia non ho trovato nessun riscontro di questo 
né alcuna notizia sul suo autore.








LE DUE SCALE


Ogni uomo, nella sua vita, ha davanti a se due lunghe scale; una che sale, l’altra che scende.


A salire, si fatica molto; ma, arrivati in cima, si trovano tante belle cose che compensano largamente della fatica durata.

Si trova il piacere di sentirsi la coscienza tranquilla, si trovano lodi o l’ammirazione degli altri uomini, si trova l’agiatezza e spesso, anche la ricchezza.

Prendendo invece la scala che scende, non si fatica affatto; ma, arrivati in fondo, che cosa si trova?

Il rimorso che rode, il disprezzo degli altri uomini, la miseria, la fame.


Anche voi ragazzi, avete già davanti a voi le due scale, quella del lavoro e quella dell’ozio.


Riflettete un po’;  preferite salire o discendere?









Giovedì pomeriggio in poesia “Il vero amore” Cohen – arte Lynch – canzone “Ti penso” M. Ranieri   Leave a comment

 
 
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Brent Lynch
 

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ARCOBALEN99
 
L’uomo che ti ama non è quello che ha paura di perderti
ma è quello che accetta di perderti… pur di saperti felice.
– Friedrich Wilhelm Nietzsche –
 
ARCOBALEN99
 

 
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Brent Lynch
 

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IL VERO AMORE NON LASCIA TRACCE
Leonard Cohen
 
Come la bruma non lascia sfregi
sul verde cupo della collina
così il mio corpo non lascia sfregi
su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
i bambini vengono, i bambini vanno
come frecce senza bersaglio
come manette fatte di neve
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
si perde nei nostri abbracci
come stelle contro il sole
come una foglia cadente può restare
un momento nell’aria
Così come la tua testa sul mio petto
così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
senza una luna, senza una stella
così resisteremo noi
quando uno dei due sarà via, lontano.
 

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Brent Lynch
 
 

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PIOGGIA
 
 

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fre bia pouce     musicAnimata Ti penso – Massimo Ranieri 

Brent Lynch




Il Disco di Festo.. uno dei più famosi (e veri) misteri dell’archeologia   Leave a comment

 

 

 

 

IL MISTERO DEL DISCO DI FESTOS


 


Ogni tanto gli archeologi trovano oggetti misteriosi ed enigmatici; con caratteri indecifrabili, con strani glifi, formule  magiche arcaiche, con esseri amorfi e via dicendo.


Oggetti di questo tipo ormai se ne contano a migliaia e alcuni di essi rimangono nascosti e dimenticati nei vari scantinati dei musei.


Uno di questi strani oggetti, sebbene se ne sia discusso parecchio, non ha ancora avuto la fortuna di divenire celebre e ammirato come altri suoi simili.


Si tratta del disco di Festos, trovato a Festos (Creta) dall’ Italiano Luigi Perneri nel 1908.


E’ una tavoletta circolare di terracotta, realizzata nel 1700 a.C., raffigurante geroglifici non ancora interpretati. 

Reperto archeologico piuttosto ambiguo ma bellissimo dal punto di vista estetico.


Mostra sulle due facciate (come possiamo vedere più giù) segni pittografici che rappresentano pietre, uomini, foglie, pesci sconosciuti, e perfino un boomerang, che è un arma di origine oceanica e non greca!





 

 

 

Queste incisioni non furono fatte a mano, ma realizzate con 45 punzoni, fatto incredibile per l’epoca, poiché il primo a usare i punzoni fu un certo Gutenberg solo 3000 anni più tardi. 


Prima di stabilire la sua origine cerchiamo di chiarire che cosa potrebbe rappresentare questo disco.


Per alcuni si tratterrebbe o di un inno religioso o di un canto di guerra, o anche di una profezia magica.

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Secondo l’esperto di lingua micenea Rosario Viene non si tratta di inni o canti poiché non è una scrittura.


Le figure per altri costituirebbero un calendario usato per calcolare la durata dell’anno solare, basato su un ciclo di 128 anni, rivelatosi ancor più preciso persino del calendario gregoriano, studiato nel 1582 e ancora in uso oggi. 


Benché queste teorie siano interessanti, non abbiamo ancora capito di preciso che cosa vogliano rappresentare questi segni, e chi e perché li fece!

 





 

 

 

Il motivo: le parole corrono lungo una spira, sia da un lato che dall’altro; i ricercatori si sono detti: ma dove comincerà la scrittura?

Dal centro? Dalla periferia verso il centro? Andando verso dove?
 
Sommando i segni presenti nelle 61 parole che appaiono, troviamo un totale di 242 segni, una cifra irrisoria paragonata ai 30.000 che hanno permesso di decifrare la scrittura lineare B, i 7.500 della lineare A e i 1.600 della scrittura geroglifica cretese.


Analizzando bene, i segni sono estremamente realistici ottenuti con la stampa di 45 punzoni, su entrambi i lati.
 
Si tratta probabilmente del primo caso nella storia di un’iscrizione realizzata con l’aiuto di caratteri mobili.









Per ora è destinato a conservare il suo mistero.

Si ritiene che sia stato realizzato intorno al 1700 a.c. (ovvero piu di 3700 anni fa). 



Molti lo citano come primo esempio di stampa: infatti sulla argilla ancora umida furono impressi i caratteri con una serie di “sigilli” rappresentanti 45 simboli.
 
I sigilli in altre civiltà come la mesopotamica o l’egiziana venivano invece usati per autenticare ad esempio i documenti o per identificarne gli autori (si usava la cera come base).
 
Questo sistema, usato nel disco, invece è lo stesso o molto simile che userà Gutenberg nell’inventare la stampa moderna a caratteri mobili.
 
Per altri invece potrebbe essere un calendario.
 
Nonostante molti affermino d’aver scoperto l’enigma… in realtà per l’archeologia ufficiale il mistero  fino ad oggi non risulta essere stato svelato.





 
 

Ciao da Tony Kospan
 



 

FONTI:
– Focus Storia, primavera 2005;
 Civiltà Scomparse, viaggio tra gli enigmi dell’umanità; 
– Un interessante studio condotto da studiosi francesi si trova alla pagina: http://disque.phaistos.free.fr
– Pasquale Arciuolo
– Altri siti web
 
IMPAGINAZ. E COORDIN. T.K.

 
 
 
 
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La Coupole.. mitico tempio parigino dell’alimentazione e della cultura e la sua storia   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
Una breve visita virtuale ad uno dei locali mitici
della nostra vecchia Europa.
 
Locali mitici sia per la loro storia
che per le rinomate qualità della loro cucina
e delle loro bevande.
 
 
 

 
 
 
 
Sono locali che meritano una visita
almeno una volta nella nostra vita
e, se ci dovessimo trovare da quelle parti,
sarebbe davvero un peccato non farvi una visitina…
 
Visitiamo ora, entrandovi virtualmente,
la mitica Coupole.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
LA COUPOLE è la più famosa brasserie di Parigi che ormai ha superato i 90 anni dalla sua fondazione.
 
 
In essa si respira, oltre a quella della grande cucina francese (di cui è considerata un monumento), anche l’atmosfera dell’arte, della cultura e della storia.
 
 
 
 

 

 

 

Ma attenzione… non pensiate di dover spendere qui un occhio della testa.

 

La cucina è sì di gran classe ma i prezzi sono contenuti…

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Anche le sue colonne sono famose perché vennero decorate da 30 artisti, fra i quali Chagall e Brancusi, e naturalmente sono state ben conservate.
 
 
 
 

Il soffitto decorato da Chagall

 

 

 

Si trova all’angolo con il Boulevard Raspail ed è un locale molto grande.

 

Esiste dal 1927 e fu subito punto di ritrovo per scrittori, poeti e artisti quali Josephine Baker, Roman Polanski, Jean-Paul Sartre e Giacometti.

 

Rivediamo e riascoltiamo per qualche minuto la mitica Josephine Baker in questo stupendo video girato negli anni 20.
 
 
Sì… stupendo… perché oltre a farci veder un’esibizione dell’artista che faceva impazzire Parigi da giovane ci fa anche rivivere tutta l’atmosfera di quell’epoca.
 
 
 
fre bia pouce (clicca sulla gif per il video)
Josephine Baker

La mitica Josephine Baker

 

 

 

La Coupole era il più giovane dei locali del Carrefour Vavin, e col crescere della sua fama, attirò ben presto tantissimi artisti (Kisling, De Chirico, Man Ray, Picasso, ecc.) nonché molti personaggi vicini al Surrealismo (Desnos, Artaud…) e artisti russi (Prokofiev, Ehrenburg, Eisenstein, Maiakovski…).

 

Il 6 novembre 1928 vi si incontrarono per la prima volta Elsa Triolet e Louis Aragon.

 

 

 

 

 

 

Qualche tempo dopo fu frequentato da Miller, Durrell e Samuel Beckett, Prevert (di cui pubblico qui una sua mini poesia), seguiti poi da Sartre e S. de Beauvoir.







 

 


BUSSANO

J. Prevert

 

Chi è

Nessuno

E’ solo il mio cuore che batte

Che batte troppo forte

Per causa tua.

Ma di fuori

La piccola mano bronzea sulla porta di legno

Non si sposta ….Non si muove

Non muove neanche la punta del dito

 

 

 

Quest’ultima vi ambientò parti del suo romanzoL’invitée“.

 

 

 

Josephine Baker e Simenon à la Coupole

 

 

Il locale, rinnovato alla fine degli anni ’80, è in tipico stile brasserie.

All’interno troviamo le poltroncine originali in velluto rosso, colonne decorate da artisti locali, e un’ampia terrazza interna.

 E’ possibile degustare, come accennavo su, ottimi piatti a costi alquanto contenuti.

 

 


 

 

Sugli amori nati sopra e sotto i tavoli della Coupole sono stati scritti… dei romanzi…

 

 

Sartre e S. de Beauvoir à la Coupole

 

 

Devo dire di aver letto molti commenti di nostri connazionali che sono rimasti entusiasti della cucina.

Però spesso non si sono nemmeno accorti di essere entrati in un vero… storico… tempio… della ristorazione mondiale in generale e francese in particolare…

 

 

 

 

 

Indirizzo: Brasserie La Coupole
PARIS   –   Paris 14° Arrondissement

 
 
 
 
Ricerche nel web coordinate da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
P.S. Quando ci andiamo? 
 
 
Prenoto eh eh?
 
 
Orso Tony



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