Archivio per 31 gennaio 2023

Martedì sera in poesia “Lasciami venire” Ritsos – arte Soulacroix – canzone “Every breath..” Police   1 comment

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Frederic Soulacroix
 
 

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270cab91

Meglio che arrivi l’inverno che si vede e si sente, 

piuttosto che un inverno che non si vede, quello del cuore.

~ Stephen Littleword ~

 
270cab91
 
 
 
 
Frecce2039    musicAnimata
 
Frederic Soulacroix
 
 
 
 
LASCIAMI VENIRE CON TE 
Ghiannis Ritsos
 
Lasciami venire con te. Che luna stasera!
La luna è buona – non si vedrà
che si sono imbiancati i miei capelli. La luna
me li farà di nuovo biondi. Non te ne accorgerai.
Lasciami venire con te. […].
Ci sederemo un poco sul muretto, sull’altura,
e rinfrescandoci al vento di primavera
forse immagineremo pure di volare,
perché spesso, e perfino ora, sento il fruscío della mia veste
che pare il battito di due ali forti,
e quando ti chiudi in questo rumore del volo
senti irrigidirsi il collo, i fianchi, la tua carne,
e cosí stretto nei muscoli del vento azzurro,
nei nervi robusti dell’altezza,
non ha importanza che tu parta o torni
né conta che i miei capelli siano bianchi,
(non è questo che mi dà pena – mi dà pena
che non mi s’imbianchi anche il cuore
).
Lasciami venire con te.
Lo so, ciascuno cammina da solo verso l’amore,
solo verso la gloria e la morte.
Lo so. L’ho provato. Non giova a niente.
Lasciami venire con te.
 
 
 
 
 
Frederic Soulacroix 
 

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viola 19
 

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da Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
tititatititatitita
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Frederic Soulacroix


 
 
 

DOLCE E’ IL BACIO – Una stupenda mini poesia d’amore che ci porta al mito classico di.. Europa   1 comment

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Statua di Amore e Psiche – Ostia antica
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Questo epigramma di Rufino, poeta greco del II secolo d.C.,
emana una delicatissima ma profondissima sensualità.
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La leggerezza, impalpabile quasi, dei versi
ci porta per converso
ad immaginare un’immensa onda di emozioni
che uniscono in un tutt’uno sublime
amor spirituale e fisico.




Canova

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Non serve al poeta dire altro
le bocche unite in un vero bacio d’amore…
nel loro silenzio… parlano… eccome…
il linguaggio eterno
dell’Amore e dello spirito dell’Universo
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UN MITO… DAL FASCINO ETERNO

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IL RATTO D’EUROPA
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Europa è una figura leggendaria
della mitologia Greca (e non solo).
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Nel mito è una ragazza rapita da Zeus (Giove)
che le si era presentato travestito da toro mansueto
al punto che la ragazza volle cavalcarlo.

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Dopo una lunghissima cavalcata
Zeus si fece conoscere
e lei se ne innamorò.

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Noël-Nicolas Coypel

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E’ bello pensare che il nostro continente
prende nome proprio da questo antico mito classico.

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LA MINI… ANTICA POESIA

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Anthony van Dyck

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DOLCE E’ IL BACIO DI EUROPA
Rufino
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Dolce è il bacio di Europa,
anche se tocca appena le labbra,
dolce anche se sfiora appena la bocca;
non è alle labbra che s’accosta,
ma preme la bocca,
e dal profondo rapisce l’anima intera.




Il bacio – Rodin
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Come sempre mi piacerebbe conoscere il Vs pensiero
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Ciao da Tony Kospan




DESIDERI PUBBLICIZZARE QUALCOSA?
Frecce (174)






Raccontino d’autore che ci parla di una distrazione record… ma di classe!   1 comment






Un raccontino d’autore davvero fortissimo e sorridente…
che ci dimostra come la distrazione
non sia un problema solo delle persone comuni
ma anche di grandi personaggi…
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DISTRAZIONE… RECORD… MA… D’ELITE….

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In previsione di dover cambiare casa e quindi il percorso per andare e tornare dal lavoro,


la famiglia di N. Wiener, uno dei padri della cibernetica,


preoccupata per la sua estrema distrazione


lo prepara facendogli provare più volte il percorso dalla nuova fermata dell’autobus.




Ma, com’era prevedibile, il primo giorno Wiener scende alla solita fermata.




Appena si rende conto dell’errore prova a ritrovare la strada per la nuova casa ma si perde.




A un certo punto vede una ragazza che gli viene incontro e le chiede:


– Scusi, sai se oggi da queste parti c’è stato un trasloco di un professore del MIT?




– Sì, papà, mamma mi ha mandato a cercarti, vieni che ti accompagno a casa.


Gabriele Lolli




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Dal web – Fonte: Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringheri, Torino, 1999, p. 15.

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CIAO DA TONY KOSPAN (NON IMMUNE DALLA DISTRAZIONE)








La magia del corallo – Storia.. natura.. mito.. arte ed oreficeria   Leave a comment


 

 

 

 

IL CORALLO

 

 

 

 

 

MITO STORIA NATURA ARTE

 

 




IL MITO

 

L’origine del corallo è stata per secoli avvolta nella leggenda.


Ovidio nelle “Metamorfosi” e Plinio il Vecchio nella “Naturalis historia” riconoscono al corallo la stessa genesi mitica.

Il sangue che continuò a gocciolare dalla testa recisa della gorgone Medusa, si trasformò in corallo.



 

 

LA NATURA


Il suo colore caldo e vivo, l’origine marina, la sua natura ambigua devono aver fortemente impressionato i primi popoli del bacino del Mediterraneo che hanno così iniziato a lavorarlo e a farlo conoscere in tutto il mondo.

Il corallo propriamente detto è un celenterato ottocorallo dell’ordine dei gorgonacei, caratterizzato da uno scheletro calcareo ramificato, colorato più o meno intensamente di rosso, per la presenza di sali di ferro, e ricoperto da uno strato di tessuto molle denominato sarcosoma.  







Nel sarcosoma si osservano molti polipi provvisti di otto tentacoli ramificati e contrattili,
molte piccole spicole calcaree, rosse e un fitto reticolo di canali che collegano i singoli polipi.

I coralli si riproducono per mezzo di piccole larve ciliate, natanti e vermiformi che, trascinate dalle correnti, si fissano alle pietre, dove ciascuna dà origine ai un primo individuo (oozoite), che per gemmazione da origine a una colonia.

 

 

 

 

LA STORIA

 

Il corallo sembra aver esercitato il proprio fascino sui popoli sin dai tempi più remoti:
i ritrovamenti d’età preistorica ne confermano un utilizzo per la produzione di oggetti ornamentali o comunque dei beni di lusso.



Il mondo romano, che fa ampio uso del corallo, preferisce al prodotto lavorato destinato ad ornamenti e realizzazioni complesse, manufatti più semplici. Il mondo medievale adotta invece il corallo con grande ampiezza e varietà, non soltanto in contesti artistici, ma anche economici e spirituali.

Difatti, nel medioevo, il corallo appare legato a due principali sfere d’uso:
una religiosa ed una alchemico-farmacologica.

Il Rinascimento registra il radicarsi di una lavorazione del corallo in senso plastico e figurativo, legata in modo particolare alla realizzazione di soggetti sacri.

Pian piano nel corso del tempo Napoli e (soprattutto) Torre del Greco assumono il ruolo di guida sia nella pesca che nella realizzazione di prodotti in corallo.

 

 

 

 

A partire dal 1870 Torre del Greco si afferma come uno dei maggiori centri produttivi a livello mondiale nel settore del corallo.

Dopo la prima guerra mondiale, grazie ad una nuova concezione di gioiello, il corallo entra a pieno titolo nell’altissima gioielleria;

 

 




  


dopo le difficoltà vissute nel corso del secondo conflitto mondiale, si registra una ripresa dei flussi commerciali legati al corallo, e le aziende di Torre del Greco, altamente specializzate, tornano ad essere tra le prime nel panorama mondiale ma in Italia ci sono anche altri punti di eccellenza.








 

UNA DELLE CAPITALI DEL CORALLO 

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Torre del Greco è in genere riconosciuta come tale anche se in Italia vi sono altri importanti centri per la sua lavorazione.

La pesca del corallo è stata esercitata dai Torresi da tempi remoti ed i loro guadagni erano tali che che Ferdinando IV di Borbone chiamò la città “spugna d’oro” del suo regno.

 

 

 

 

Dal ‘500 i Torresi si spinsero nel mare della Corsica e della Sardegna e già nel ‘600 avevano una flotta di centinaia di barche.

Poi alla fine del ‘700 si spinsero anche verso le coste africane.

La città ospita ben 2 musei dedicati al corallo: uno storico all’interno dell’ “Istituto d’arte di stato” e l’altro più piccolo.

 

 

 

 

L’arte del corallo viene insegnata e tramandata dall’antica Scuola d’incisione e lavorazione del corallo annessa all’omonimo Museo.

Nel suo territorio sono tantissime le aziende di ogni dimensione che lo lavorano e l’esportano in ogni parte d’Italia e del mondo.

Qui giù il francobollo del 2010 che testimonia l’importanza storica della lavorazione torrese del corallo.

 

 

 

 TONY KOSPAN




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