Archivio per 21 dicembre 2022

Buona serata e felice inverno in poesia “Inverno” A. Pozzi.. arte De Nittis e canzone “Inverno” De André   Leave a comment



De Nittis












Stavolta il quotidiano saluto in poesia.. arte.. musica etc…

è tutto dedicato alla nuova stagione che inizia oggi alle 22,47
e vuol essere anche un augurio
di un felice e sereno inverno per voi e noi tutti.










.






Chi volesse approfondire il magico momento della natura
noto come Solstizio d’inverno” che da sempre affascina l’umanità
(significato, storia, miti, riti, dipinti, poesie e musiche) 
può cliccare qui giù


fre bia pouce

.
.
.
.
270cab91270cab91
Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e,
stretti assieme dietro i vetri,
guardando la solitudine delle strade buie e gelate,
ricordassimo gli inverni delle favole,
dove si visse insieme senza saperlo.
– Dino Buzzati –
l4dgycovtr9.gif





De Nittis – Che freddo! – 1884




INVERNO
Antonia Pozzi



Fili di pioppi
fili neri di nubi
…sul cielo rosso
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascano le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri
la nebbia addormenta i fossati
Un lento pallore devasta
i colori del cielo.
Scende la notte
nessun fiore è nato
è inverno, anima,
è inverno.







De Nittis – Giornata d’inverno






6iqtz96iqtz96iqtz9




fre bia pouce   musicAnimata     Inverno – De André







a tutti da Tony Kospan







De Nittis





Pascoli giovanissimo detective e “La cavalla storna”   1 comment





POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,



La letteratura e la criminalità, almeno in Italia, non hanno avuto molti e frequenti rapporti tra loro a parte l’omicidio di Pasolini e, ovviamente la letteratura gialla e “noir”.

Ma c’è stato un episodio, circa 150 anni fa, che ha visto un futuro grande poeta coinvolto in una triste vicenda familiare.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,



Parlo di Pascoli, dell’omicidio di suo padre da parte di sconosciuti e della mitica poesia “La cavalla storna”, i cui mitici e dolorosi versi abbiamo studiato a scuola.

Ebbene pochi sanno dell’intensa attività di indagine del giovane Giovanni, assieme a suo fratello Raffaele, alla ricerca dei colpevoli dell’omicidio del padre data l’evidente difficoltà o incapacità di scoprire gli autori da parte degli organi di polizia.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,




L’omicidio del padre non solo creò uno sconquasso anche economico nella sua famiglia, prima agiata e serena, ma fu anche l’inizio di vari altri lutti.

Il poeta fu presago di questo.

Si racconta infatti che dicesse continuamente “Niente sarà più come prima” dopo la morte del padre Ruggero.

Seguirà infatti ben presto un crollo economico, e poi la morte della madre e di alcuni fratelli.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
Il padre, la madre ed alcuni figli (a destra il piccolo Pascoli)





CHI ERA IL PADRE?


Persona di severi principi morali e di grandi valori aveva però un carattere spigoloso che non lo rendeva amato nella sua comunità benché avesse raggiunto un importante e ben retribuito incarico di amministratore di una importante tenuta.
Anzi prendere il suo posto, può essere stato uno dei possibili moventi insieme a beghe politiche (aveva lasciato il partito repubblicano per quello librale) e altre invidie varie.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
Pascoli da giovane





LE INDAGINI ED I PROCESSI


I silenzi omertosi dei concittadini, di cui parlerà lo stesso Pascoli, non consentirono, insieme ad una certa acquiescenza delle Autorità, la scoperta dei colpevoli benché si siano svolti anche dei processi, caduti però nel vuoto.

Dobbiamo considerare che l’Italia era da poco unita ma era ancora molto povera e sbandata ed in tantissime zone la violenza la faceva ancora da padrone e così anche in Romagna dove si aggiungevano anche contrasti politici.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,




LE INDAGINI DEL POETA


Benché giovanissimo il futuro poeta fu subito consapevole della fitta nebbia calata sulla morte del padre ed iniziò, insieme al fratello, serrate indagini facendo domande in giro, ricerche etc.

Raggiunse forse anche la certezza su chi fossero mandante ed esecutori materiali dell’omicidio, come lascia intendere il finale della “Cavalla storna”, ma non ebbe mai prove concrete.

In questo contesto omertoso le indagini dei fratelli Pascoli non solo non furono appoggiate dalla popolazione ma anzi la sua famiglia subì delle minacce e forse fu anche la causa anche della morte di un fratello, tra l’altro quello economicamente più valido, forse ucciso con il veleno.

Questo convinse il poeta alla fine a rinunciar a continuare le indagini ma la morte del padre fu sempre presente nel suo animo come appare in alcuni scritti privati ed ogni tanto fu evocata anche nelle sue poesie.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
Pascoli con le sorelle



LA MITICA POESIA: LA CAVALLA STORNA


Ma ora veniamo all’indimenticabile poesia in cui il delitto è liricamente narrato.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,





Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:
« O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d’otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l’uragano,
tu dai retta alla sua piccola mano.
Tu c’hai nel cuore la marina brulla,
tu dai retta alla sua voce fanciulla».
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l’amavi forte!
Con lui c’eri tu sola e la sua morte
O nata in selve tra l’ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l’agonia. . . »
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! due parole egli dove’ pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l’eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole».
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l’abbracciò su la criniera.
«O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona. . . Ma parlar non sai!
Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!
Tu l’hai veduto l’uomo che l’uccise:
esso t’è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t’insegni, come».
Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.
La paglia non battean con l’unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome. . .  Sonò alto un nitrito.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
.
.
.
.
F I N E

Copyright Tony Kospan – Vietata la copia integrale senza indicare autore e blog


stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015stella blu etoile015
Gif Animate Frecce (117)




POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,







L’Orangerie.. è la “Cappella Sistina” dell’Impressionismo – Conosciamola!   Leave a comment



L’ORANGERIE – LA CAPPELLA SISTINA DELL’IMPRESSIONISMO








Sono pochi i luoghi che possiamo considerare dedicati all’esaltazione di una corrente artistica… e l’Orangerie è uno di questi… e, riguardo all’Impressionismo è un assoluto “unicum”.



COME NASCE E COS’E’





Siamo alla fine della 1° Guerra Mondiale, Monet, il più impressionista di tutti gli impressionisti, ed anche il più grande paesaggista tra gli impressionisti, stava dipingendo enormi tele con tema “Ninfee”, uno dei suoi temi preferiti, per donarle allo Stato Francese.

Monet l’aveva prima studiata “en plein air” ma poi l’aveva realizzata in atelier.



Monet alle prese con le Ninfee



L’ex politico Georges Clémenceau, grande amico di Monet, suggerì che i grandi quadri fossero installati nelle sale da poco disponibili dell’Orangerie, edificio costruito nel 1852 per ospitare gli alberi di arance (da qui il suo nome) del vicino giardino delle Tuileries e poi destinato nel tempo a vari usi, soprattutto di rappresentanza.








L’imponente opera di Monet costituita da 8 pannelli di due metri di altezza e di una lunghezza totale di 91 metri venne quindi esposta (con un processo di incollatura delle tele direttamente al muro) in due stanze ovali che formano il segno dell’infinito.

L’illuminazione di queste 2 stanze avviene solo grazie a delle finestre, secondo la volontà del pittore, per immergere il visitatore in uno “stato di grazia”.







VISITIAMOLA


L’impressione che il visitatore ha, entrando in queste 2 sale, è di trovarsi dinanzi ad un’unica pittura continua e nel contempo d’essere totalmente immerso nella natura.

Gli potrà sembrare di trovarsi seduto in una barchetta circondata da ninfee al centro di uno stagno e poi, per vedere e capire meglio, si muoverà proprio come se si trovasse calato realmente nel paesaggio lacustre.







Monet, con i suoi colori e le sue luci, imita in modo perfetto la realtà, non realisticamente ma sensorialmente, anticipando quelle che saranno le linee del futuro astrattismo.



BREVE RIFLESSIONE







Era impensabile che un’arte nata per raccontare piccole scene borghesi, di vita quotidiana, di umane impressioni e destinata ad arredare i salotti realizzasse un’enorme opera come questa di Monet.








Però ciò è inaspettatamente avvenuto al punto che queste 2 sale ovali unite nel simbolo dell’infinito furono definite da André Masson “La Cappella Sistina” dell’Impressionismo.

Esse infatti rappresentano la più alta e la più monumentale espressione artistica di questa corrente.






Tony Kospan




– Copyright Tony Kospan

– Vietata la copia integrale senza indicare autore e Blog










FARI FARI FARI – Il loro fascino in immagini bellissime.. video e slide show.. ed in una mia poesia   Leave a comment







Siamo in molti a subire il tremendo e nel contempo sognante…
fascino dei fari.

Questo post è tutto dedicato a loro.

 
 
 
 
 
 
 
 

FARI.. FARI.. FARI..
IMMAGINI AFFASCINANTI..
VIDEO… ED UNA MIA POESIA..

 
 
 
 
 
 
 
 Il video che segue, con una mia poesia, mi fu regalato
da una delle mie primissime amiche virtuali
a cui sarò sempre grato…

 
 
 
 
 
 
 
 

Ciò avvenne a seguito di un mio post,
corredato da una mia poesia  in suo onore ed in onore dei suoi gruppi
(le sempre rimpiante Com. di Msn)
ed i cui simboli erano proprio i fari (ed i gabbiani).

 
 
 
 
fre bia pouce POESIA VIDEO (Tony Kospan)
    
 
 
 
 
Ora un altro bellissimo video sempre in tema…
 
 
 
 
 
 
fre bia pouce   VIDEO
  
 
 
 
 
Ed infine un mio modesto video – slide show
dedicato sempre al fascino dei fari…
 
 
 
 
fre bia pouceVIDEO – SLIDE SHOW

 
 
 
 
Beh per chi ama i fari penso che questa sia stata proprio una bella scorpacciata






Ciao da Tony Kospan
.

.

.

.

.


Le coloratissime palle dell’albero di Natale hanno pure loro una… leggenda. Anzi… 2   Leave a comment




Eh sì ben 2 storie ci spiegano
l’origine della bella usanza di addobbare
con palle colorate l’albero di Natale.






LA STORIA RELIGIOSA



Narra la leggenda che a Betlemme nei giorni immediatamente dopo la nascita del piccolo Gesù ci fosse un artista di strada che voleva portargli un dono.

L’artista… un ragazzo, molto povero, non aveva nulla da regalare a Gesù ed alla fine decise di offrirgli la sua arte.








Essendo un giocoliere creò un gioco con delle palline ed il piccolo Gesù rise moltissimo.

In ossequio a questo evento e per ricordare i sorrisi di Gesù Bambino si mettono le palle sull’albero di Natale.








LA STORIA LAICA




Tanto tempo fa, l’albero di Natale veniva addobbato esclusivamente con della frutta dalla forma rotonda: arance e mele.

In Francia però, precisamente in Alsazia, in tempi remoti si verificò una pessima annata per le mele, limitandone così i raccolti.






In sostituzione del frutto, che per quell’anno non poteva essere utilizzato come addobbo, un vetraio si propose di costruire delle palline di vetro, in sostituzione delle mele.

Per i tedeschi invece le palline di vetro, denominate kugels, rappresentano una fonte di protezione:
essi infatti hanno il compito di proteggere la casa dagli spiriti cattivi.


.

.
.

Ciao da Tony Kospan


36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d
Frecce2039









Siddharta di H. Hesse – Un accenno ad uno dei libri più famosi di sempre ed alcuni suggestivi estratti   Leave a comment


 

 

 

 

 

  


Non sono moltissimi i libri che hanno influenzato la storia umana…

ma il… SIDDHARTA è uno di questi.


 

 

 

 

 

 

 

Ne parlerò ora prima brevemente

e poi pubblicherò alcuni brevi

ma significativi brani tratti dal libro.
 

 

 

 

 

 

 

IL ROMANZO

 

 

Siddharta è un romanzo ambientato in India e pubblicato per la prima volta nel lontano 1922.
 
E’ una tra le opere più famose di Hermann Hesse



(Calw 2.7.1877 – Montagnola 9.8.1962) 


 


Narra la vita del giovane indiano Siddharta, figlio di un ricco bramino, alla ricerca della sua strada nei modi più disparati.


 
 
 

 
 
 
 

CHI E’ DUNQUE SIDDHARTA?

 


E’ uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita.

Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. 

E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il «costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l′aveva visto centinaia di volte con venerazione».


 

 

 

 

 

 

STORIA E DIFFUSIONE DELL’OPERA

 


Siddharta è senz′altro l′opera di Hesse più universalmente nota.

Questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna.

Prima in America, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.


 

 

 

 


E’ un libro adatto a chi si pone tante domande, a chi cerca risposte, a chi è alla ricerca di se stesso ed a chi vuole trovare la propria essenza e i propri valori.

Che possa piacere o no… che possa essere condiviso o no… il pensiero di Hesse che si esprime attraverso il libro è certamente un geniale e sublime tentativo di vedere oltre l’apparenza materiale delle cose… e può rappresentare una grande lezione di vita.


 

 

 

ALCUNI SIGNIFICATIVI ESTRATTI

 

 

Ma leggiamo ora alcuni passi di questo famosissimo libro
ascoltando, se ci va, un  po’ di buona musica… new age.


 
 







 

 

 

“Povero io sono” disse Siddharta: “non possiedo niente, se è questo che intendi dire.
Certamente sono povero, ma lo sono volontariamente, quindi non sono in miseria”.
 
 

viola nocca hb

 

 

Se vuoi conoscere il tuo passato, sapere che cosa ti ha causato, allora osservati nel presente, che è l’effetto del passato. Se vuoi conoscere il tuo futuro, sapere che cosa ti porterà, allora osservati nel presente, che è la causa del futuro.

 

viola nocca hb

 

 
Tu sei un sapiente Siddharta; ebbene, impara anche questo:
“L’amore si può mendicare, comprare, regalare, si può trovarlo per caso sulla strada, ma non si può estorcere”.
 
 

viola nocca hb

 

 
“Dimmi, amico: tu non educhi tuo figlio? non lo costringi? non lo picchi? non lo castighi?”
 “No, Vasudeva, non faccio nulla di tutto questo”.
“Lo sapevo. Tu non lo costringi, non lo picchi, non gli dai ordini, perchè sai che c’è più forza nel molle che nel duro, sai che l’acqua è più forte della pietra, che l’amore è più forte della violenza….”
 
 

viola nocca hb

 

 
”… A lui, che in amore era ancora un ragazzo, e perciò incline a precipitarsi ciecamente e insaziabilmente nel piacere come in un abisso, ella insegnò a fondo la dottrina che non si ottiene piacere senza dare piacere, e che ogni gesto, ogni carezza, ogni contatto, ogni sguardo, ogni minima posizione del corpo ha il suo segreto, la cui scoperta avvia alla consapevole felicità. Gli insegnò che, dopo una festa d’amore, gli amanti non debbono separarsi se non compresi di reciproca ammirazione, se non vinti e vincitori a un tempo, cosicchè in nessuno dei due insorgano sazietà e squallore e il sentimento cattivo d’avere abusato o d’aver subìto un abuso. ..”
 

viola nocca hb

 

“La realtà dell’esistenza personale e del mondo esteriore è dolore, consistente nell’invarianza delle sue condizioni:
nascita, malattia, morte, mancanza di ciò che si desidera, unione con ciò che dispiace, separazione da ciò che si ama;
l’origine del dolore è il desiderio di esistere, il bisogno del piacere e anche il suo rifiuto.
La retta via sta nel mezzo.
Il segreto della felicità sta nell’accettarsi così come si è, rinunciando ai desideri, la cui consapevolezza rende infelici non meno della loro realizzazione.
Infatti ogni desiderio soddisfatto porta a maturarne un altro ancora più grande.”

 

viola nocca hb

 

 

“L’amore, mi sembra di tutte la cosa principale.

Penetrare il mondo, spiegarlo, disprezzarlo, può essere l’opera dei grandi filosofi.

Ma a me importa solo di poter amare il mondo, non disprezzarlo, non odiare il mondo e me;

a me importa solo di poter considerare il mondo, e me, e tutti gli esseri, con amore, ammirazione e rispetto”

 

viola nocca hb

 

 

E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia,

tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo.

Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita.

 

 

 




TONY KOSPAN




(ESTRATTI DA VARI SITI WEB – IMPAGINAZ. E COORDINAM. T.K.)





36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d36688d8d
Frecce2039


 

.

.

.

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: