Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto.
E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.
– Sergio Bambarén –
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Svetlana Valueva
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L E I
– Paul Eluard –
Lei è in piedi sulle mie palpebre
e i suoi capelli sono nei miei,
Lei ha la forma delle mie mani,
Lei ha il colore dei miei occhi,
Lei è sprofondata dentro la mia ombra
come una pietra sopra il cielo.
Lei ha sempre gli occhi aperti
e non mi lascia dormire.
I suoi sogni in piena luce fanno evaporare i soli,
mi fanno ridere, piangere e ridere
parlare senza avere niente da dire.
Un’artista dallo stile unico, raffinato, affascinante ed inconfondibile,
ed una donna dalla vita avventurosa e libera.
Tamara de Lempicka – Autoritratto sulla Bugatti
TAMARA DE LEMPICKA
LA VITA… L’ARTISTA
Tony Kospan
Il vestito rosso
BREVE BIOGRAFIA
Nata in Polonia in una famiglia agiata (ma complicata)
fin da giovanissima mostra un carattere curioso ed intraprendente
con frequenti viaggi per l’Europa e grande interesse per l’arte.
A San Pietroburgo in casa di una zia conobbe
l’avvocato Tadeusz Łempicki che sposò nel 1916.
(Varsavia 16.5.1898 – Cuernavaca 18.3.1980)
Nel corso della rivoluzione russa
grazie al suo impegno ed alle sue conoscenze
riuscì a liberare il marito che era stato arrestato dai bolscevichi.
Vista la situazione russa tutta la famiglia si trasferì
a Parigi dove, nel 1920, nacque sua figlia Kizette.
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Con Dalì
Qui iniziò un corso di pittura vero e proprio
presso l’Académie Ranson.
Ben presto s’innamorò dello stile dell’Art Déco interpretandolo
però in un modo tutto suo e con assoluta originalità.
Nel 1922 ci fu la sua prima mostra e ben presto divenne famosa.
Nel corso dei suoi tanti viaggi fu anche ospite di Gabriele D’Annunzio ma rifiutò sempre le sue insistenti avances.
Con lo scoppio della II Guerra Mondiale si trasferì negli USA
col 2° marito (il barone Raoul Kuffner de Diószegh).
Tamara de Lempicka – Arlette Boucard
Le opere “americane” tendenti all’astrattismo, a cui si era avvicinata,
però non ebbero lo stesso successo che avevano avuto quelle precedenti
al punto che non volle più mostrarle.
Morì il 18 marzo 1980 in Messico dove si era trasferita da poco
e le sue ceneri furono disperse, secondo il suo desiderio,
sul vulcano Popocatepetl.
Tamara de Lempicka – Ragazza che dorme – 1935
LO STILE
Le sue opere, pur nel solco della corrente dell’Art Déco,
appaiono originalissime ed uniche
per il suo stile pittorico affascinante ed inconfondibile…
Lei percepisce e rielabora nei suoi dipinti
la vita e le mode del suo tempo con fantasia e maestria
ma non senza rigore formale.
Tamara de Lempicka – Ritratto del marchese D’Afflitto – 1925
Numerosi sono poi i ritratti dedicati a personaggi
della sua epoca.
Le sue opere affrontano con chiarezza,
ma senza volgarità,
anche il tema dell’amore tra donne
(si è sempre affermata bisessuale).
I soggetti ritratti da lei si stagliano vivi, vigorosi,
quasi capaci di crear soggezione,
tanto forte e tanto nitida
appare l’immagine, quasi un trompe-l’oeil.
Lei affermava di non voler copiare nessuno
e di voler avere uno stile tutto suo.
Il bacio
Possiamo dire che c’è riuscita in pieno
se le sue opere sono ancor oggi ammirate dappertutto
Gli angioletti meditabondi di Raffaello sono un caso forse più unico che raro di un particolare di un dipinto che raggiunge una diffusione ed una notorietà enorme perfino superiore a quella del dipinto stesso.
Non solo, il dettaglio è diventato anche un qualcosa del tutto a sé stante.
Eppure il dipinto da cui è ripreso, la mitica Madonna Sistina, è considerato uno dei più belli del mondo.
A Roma prima di entrare nei Musei Vaticani, nei mercatini intorno Piazza San Pietro, i due angioletti già furoreggiano nelle forme artigianali più disparate.
Eppure le sale che espongono le opere di Raffaello non sono affatto le più visitate essendo nettamente superate dalla Cappella Sistina di Michelangelo.
Ma ancor di più la cosa sorprende se facciamo un giro nello shopping ordinario o in quello in internet.
Vediamo la storia di questo fenomeno ed alcuni esempi.
Spilla
I 2 cherubini pensosi li troviamo dipinti su di una miriade di oggetti come, ad esempio, paralumi, borse, custodie per cellulari, tazze e tazzine, ombrelli e perfino su tappetini per mouse.
La storia di questo incredibile “boom” non nasce nell’ambito della storia dell’arte ma in quello della pubblicità.
Erano gli anni 70 e un pubblicitario italiano, Italo Lupi, li utilizzò come marchio della società Fiorucci.
Pubblicità
Ma è stato nel decennio successivo che è avvenuta quella che appare una vera e propria esplosione mediatica.
In realtà già nell’Ottocento la loro immagine era stata talvolta utilizzata su porcellane artistiche tedesche.
Tazzina
Inoltre di recente si è scoperto che alla fine dell’800 in America erano stati utilizzati, modificandoli in maialetti, da una società di salumi e quindi in modo un po’ irriverente.
Pubblicità antica
Tuttavia si tratta di casi sporadici mentre l’eccezionale diffusione mediatica e commerciale è molto più recente.
Certo tutto nasce nell’ambito del mito di Raffaello che per secoli è stato considerato quasi un Dio pagano dell’arte.
Il suo mito, oltre che per la sublime bellezza delle sue opere, si era ampliato anche per la sua precoce morte.
Tuttavia oggi per la moderna critica dell’arte Raffaello ha perso un po’ del suo “divino” appeal… ma, come abbiamo visto, di certo non l’hanno perso i suoi cherubini pensosi.
Ma torniamo agli angioletti e vediamo come appaiono in ogni angolo del mondo reale e virtuale.
Puzzle
Ombrello
Tappetino mouse
Calzini
Sopraculla
Sopraculla
Bomboniere
Bomboniere
Tony Kospan
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Moriva nel 2013 a 81 anni per una grave malattia questo grande attore britannico conosciuto ed ammirato in tutto il mondo per aver interpretato il film cult Lawrence D’Arabia.
Era nato in Irlanda ma la sua infanzia e gioventù l’aveva trascorsa a Leeds dove presto iniziò a fare svariati modesti lavori…
Prestò servizio militare presso la Royal Navy e proprio poco prima di tornare alla vita civile in un’intervista radiofonica affermò che sognava in futuro di fare il poeta o l’attore.
Nei primi anni 50 frequentò la Royal Academy of Dramatic Art. Le prime interpretazioni teatrali furono nell’ambito del teatro shakespeariano e successivamente recitò per la tv.
Il grande successo però arriva per un caso fortunato…
Il regista David Lean aveva deciso di affidare la parte di Lawrence D’Arabia nel film kolossal a Albert Finney.
Questi però rifiutò e la seconda scelta Marlon Brando non poteva per precedenti impegni ed allora il regista ripiegò su Peter O’Toole.
La sua interpretazione dell’agente segreto protagonista della rivolta araba del 1° Novecento è fantastica ed indimenticabile.
Infatti è considerata una delle 100 migliori interpretazioni di tutti i tempi.
Grazie ad essa ottenne la prima delle 8 nomination all’Oscar come miglior attor protagonista.
Qui con la moglie Sian Phillis
Ha avuto una vita sentimentale variegata e complessa e 2 figlie dalla moglie con cui, anche a causa della dipendenza dall’alcool, ebbe una relazione molto difficile e, anni dopo, un figlio dalla modella Karen Sommerville Brown.
Ebbe negli anni ’70 una brutta e lunga malattia da cui guarì.
Si è sempre ripreso dopo i vari momenti difficili tornando sempre a recitare.
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Negli ultimi tempi però aveva deciso di lasciare le scene e ritirarsi.
Il mondo non può dimenticare quella sua mitica interpretazione, e neanche noi, per cui mi appare opportuno mostrar il trailer del film…
Sean Yoro (Hula) è un pittore e usa sì pennelli e colori ma si serve anche di una tavola da surf!
Conosciamo lui e… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago