Hai colorato
i miei pensieri
e i miei sogni,
con gli ultimi riflessi
della tua gloria,
Amore,
trasfigurando
la mia vita
per la prossima bellezza
della morte.
Come il sole,
al tramonto,
ci lascia intravedere
un angolo di cielo,
hai mutato il mio dolore
in gioia immensa.
Per incanto, Amore,
vita e morte
sono diventate
per me
la stessa grande
meraviglia.
ma che alla fine raggiunse i meritatissimi successi.
Qui ne conosceremo la storia,
ne leggeremo la trama in breve
e
l’ascolteremo in 2 brani tra dipinti in tema “maschere”.
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Tiepolo – Maschere veneziane
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CLASSICA ED ARTE
UN BALLO IN MASCHERA
L’opera di Giuseppe Verdi fu scritta
su libretto di Antonio Somma,
a sua volta tratto dal libretto di Eugène Scribe per Daniel Auber
“Gustave III, ou Le Bal masqué” (1833).
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La prima ebbe luogo il 17 febbraio 1859 al Teatro Apollo di Roma,
ma sia lì, che al Teatro San Carlo di Napoli,
dove doveva esser per la prima volta rappresentata,
ebbe grossi problemi con la censura dell’epoca.
Si temeva che l’opera nascondesse intenti risorgimentali.
Questi problemi furono superati spostando la trama
dell’opera nelle Americhe ma Verdi ne soffrì molto.
George Tooker
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LA TRAMA IN ESTREMA SINTESI
Riccardo, conte di Warwick, scopre che al ballo ci sarà anche la sua, segretamente, amata Amelia.
Un suo amico, nonché marito di Amelia, Renato gli comunica che è in corso una congiura contro di lui.
Lui non se ne preoccupa e dovendo decidere se confermare o meno la condanna di un’indovina la perdona e decide di incontrarla davanti ai presenti.
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Pietro Longhi
L’indovina consiglia ad Amelia d’andare al cimitero per liberarsi di un innamorato.
Lei ci va ed incontra Riccardo che le dichiara il suo amore Amelia gli dice d’esser anche lei innamorata di lui ma che non vuole tradire il marito.
Renato li raggiunge ed avverte Riccardo della necessità urgente di fuggire, ma prima di scappare dice a Renato di proteggere la donna che essendo mascherata non viene riconosciuta dal marito.
Arrivano i congiurati che non trovano Riccardo e cercano di capire chi è la donna e nella confusione ad Amelia cade la maschera.
Sconvolto Renato si associa ai nemici del conte che vuole punire con la morte.
Mosso a pietà perdona la moglie ma decide che l’ex amico dovrà morire al ballo in maschera che si deve tenere proprio quel giorno.
All’incontro con Samuel e Tom, gli altri 2 congiurati, si tira a sorte per scegliere chi dovrà uccidere Riccardo e tocca proprio a Renato.
Siamo al ballo.
Antoine Pesne
Riccardo ha intanto deciso di rinunciare al suo amore e dispone il ritorno di Amelia e suo marito in Inghilterra.
Al ballo in maschera Renato però riesce scoprire chi sia il conte che tra l’altro stava parlando con Amelia.
Appena si allontana dalla donna Renato lo pugnala ma viene subito arrestato.
Riccardo che ormai sta morendo gli dice dell’ordine di espatrio per lui e la moglie, che mai era stato tradito e dà generosamente l’ordine di liberare sia lui che gli altri 2.
I presenti inneggiano al grande gesto di Riccardo mentre Renato resta impietrito per il rimorso.
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Ora guardiamo qualche altro dipinto in tema maschere
a partire da Magritte col suo inconfondibile stile
in questo doppio frutto con maschera
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Magritte
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per passare poi a questo dipinto di Albert Linch
a cui associamo il primo brano dell’opera
Albert Linch – Ballo in maschera
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Invece quest’altro brano musicale, stavolta con il grande Pavarotti,
Nato a Napoli il 17 novembre del 1917 , Gino esordisce come cantante ed anche di discreto successo grazie alla sua voce.
Poi però viene attratto dal teatro e fa tanta gavetta tra avanspettacoli e sceneggiate recitando in varie compagnie teatrali italiane anche con attori famosi.
Eduardo lo volle con sé nella commedia in cui debuttava il figlio Luca, alla fine degli anni 60, IL FIGLIO DI PULCINELLA, e poi nella sua compagnia al Teatro San Ferdinando.
Dopo un anno di incomprensioni, per l’estrema cura dei particolari, da parte di Eduardo scoppiò tra loro una grande sintonia “nel complesso” di caratteri non facili.
Infatti recitò con lui in Uomo e Galantuomonel ruolo del commissario, Le voci di dentronel ruolo di Pasquale Cimmaruta, Il sindaco del rione Sanitànel ruolo di Vicienzo ‘o Cuozzo, Il contrattonel ruolo di Giacomino Trocina), De Pretore Vincenzo, Quei figuri di tanti anni fa.
Ma l’interpretazione che ce lo fa ricordare con simpatia e stima per la sua grande capacità d’attore è quella di Zio Pasqualino in Natale in casa Cupiello.
«Cara matre…». Tommasino Cupiell (Luca De Filippo) legge la lettera di Natale alla madre (Pupella Maggio)
e tra gli auspici di benessere e prosperità esclude zio Pasqualino (Gino Maringola). Che non ci sta:
«Mietteme dint ’a nota della salute perché sinò stanotte ce ntussecammo Natale…».
Nel 1981 si ritirò a vita privata nei Quartieri Spagnoli dove però non smise mai d’insegnare teatro ai giovani desiderosi d’intraprendere la carriera d’attore.
Ricordiamolo rivedendolo in quella famosissima scena.
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
PITTURA SCULTURA CINEMA E TEATRO
I N S I E M E
Napoli 17 novembre del 1917 – Napoli 26 maggio 2011
Questo è un altro sorprendente dipinto del Caravaggio.
In realtà non è l’unico suo “San Giovanni Battista”, ce ne sono ben altri 7.
Ma parlerò di questo, identificato quale “di Kansas City” perché si trova in quel museo, in quanto presenta alcuni interessanti aspetti.
Vedremo poi perché anche sorprendenti.
Intanto conosciamone la storia in breve.
LA STORIA DEL DIPINTO
Il dipinto fu commissionato al nostro mitico pittore da Ottavio Costa nel 1602 ed era destinato a diventare una pala d’altare di un remoto paesino del ponente ligure.
Ottavio Costa, pur essendo banchiere, però doveva intendersi d’arte se in quel paese mandò solo una copia (attualmente conservata nel Museo di Albenga) e trattenne per sé l’originale nel suo palazzo romano dove rimase fino al XIX secolo.
Dopo se ne persero le tracce ma lo ritroveremo poi nel ‘900 prima in una collezione privata inglese, poi in una galleria antiquaria ed infine sarà acquistato dal Nelson-Atkins Museum of Fine Art di Kansas City.
IL DIPINTO E LE SUE INCONSUETE CARATTERISTICHE
L’intensità e la forza dei colori, insieme ai loro contrasti, donano al dipinto effetti quasi tridimensionali.
Osservandolo bene poi contiene con evidenza tutti gli elementi classici che si attribuiscono al Santo precursore di Gesù e cioè:
una croce alta fatta con una canna, la pelle di cammello e il mantello rosso ma anche le foglie di quercia (albero della croce).
Tuttavia, se non conoscessimo il titolo, difficilmente potremmo considerarlo di genere religioso proprio in considerazione delle particolari caratteristiche che il pittore dà al Santo e che ora esamineremo.
Caravaggio amò dipingere questo e gli altri suoi “San Giovanni” sempre come un ragazzo o un giovane solo, nel deserto.
Egli si basava sull’affermazione del Vangelo di Luca:
“il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.”
In precedenza era invece stato sempre rappresentato come un bambino, insieme al cuginetto Gesù, o come un adulto, nell’atto di battezzare il Cristo.
San Giovanni Battista – Tiziano
Tornando ad un esame specifico del dipinto di Kansas City notiamo che non solo è un giovanetto ma è anche molto imbronciato (anzi direi proprio “incazzato”) come lo sono spesso i giovani (e come siamo stati anche noi quando eravamo adolescenti) come si evince dal suo volto oscuro e dal suo sguardo quasi torvo.
I colori intensi e la scarsa luce accentuano poiquel senso di protesta che aleggia con forza nell’aria.
Certo un Santo così corrucciato e con un atteggiamento così duro stonerebbe in una pala d’altare (e difatti restò nel palazzo del banchiere).
In realtà non si può escludere nemmeno che il dipinto possa rappresentare anche l’umore non sereno che in quel periodo poteva avere lo stesso Caravaggio che, come sappiamo, spesso si metteva nei guai per il suo carattere non docile.
In ogni caso il pittore mostra una profonda conoscenza dell’animo umano in generale e delle crisi giovanili in particolare.
Caravaggio – Autoritratto
IL MODELLO
Dalle tracce delle attività preparatorie, rinvenute con i raggi infrarossi, si è accertato che il Caravaggio dipinse dal vero utilizzando la presenza di un modello.
Ma chi è il giovane modello?
Secondo gli storici dell’arte potrebbe essere Cecco, il suo garzone di bottega (e forse suo amante).
Tony Kospan
Fonti: vari testi e siti web
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