Archivio per 12 novembre 2022
Ferdinand Georg Waldmüller – I vicini



L’amore vero è così:
non ha nessuno scopo e nessuna ragione,
e non si sottomette a nessun potere
fuorché alla grazia umana.
– Elsa Morante –
Ferdinand Georg Waldmüller – Gli innamorati
HO CONOSCIUTO
Alda Merini
Ho conosciuto in te le meraviglie
meraviglie d’amore sì scoperte
che parevano a me delle conchiglie
ove odorano il mare e le deserte
spiagge corrive e lì dentro l’amore
mi son persa come alla bufera
sempre tenendo fermo questo cuore
che (ben sapevo) amava una chimera.
.
.
.
Ferdinand Georg Waldmüller – Il tempo delle rose
da Orso Tony

Ferdinand Georg Waldmüller – Giovane contadina con tre bambini alla finestra
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Questo incredibile articolo pare sia stato tratto
da una seria agenzia di notizie di Washington…
(così era presentato nel sito in cui lo trovai)
ma sembra (o è) un simpaticissimo racconto
se non proprio una bella storiella.
Comunque sia… leggiamolo… merita… eccome.
IL PICCOLO PRESTITO – VERITA’ O LEGGENDA
Un italiano entra in una banca di New York e chiede di parlare con un impiegato addetto ai prestiti.
Dice all’impiegato che deve recarsi in Italia per due settimane e che ha bisogno di un prestito di 5000 dollari.
Il funzionario gli dice che la banca richiede alcune forme di garanzia per concedere un prestito.
Così l’italiano tira fuori le chiavi di una nuova Ferrari. La macchina parcheggiata in strada di fronte alla banca.
L’italiano consegna anche il libretto di circolazione e i documenti dell’assicurazione.
Tutto è in perfetta regola.

Il funzionario accetta di ricevere l’auto come garanzia collaterale del prestito.
Il presidente della banca e i suoi funzionari si fanno quattro risate alle spalle di un italiano che utilizza una Ferrari da 250 mila dollari come garanzia di un prestito di 5mila dollari.
Un impiegato della banca si mette alla guida della Ferrari e la parcheggia nel garage sotterraneo della banca.
Due settimane piu tardi l’italiano ritorna, restituisce i 5000 dollari e paga gli interessi per il prestito pari a 15 dollari e 41 centesimi.
Il solito funzionario gli chiede:
“Gentile Signore, siamo veramente lieti per averla avuta come cliente e questa operazione andata molto bene.
Però, ci deve scusare: siamo un po’ confusi.
Abbiamo assunto qualche informazione sul suo conto e ci siamo resi conto che lei un multimilionario in dollari.
Quello che ci chiediamo è perchè lei si sia dato la pena di chiedere un prestito per 5000 dollari.”
L’italiano risponde:
“Secondo lei dove posso trovare a New York un posto dove parcheggiare per due settimane la mia Ferrari per 15 dollari e 41 centesimi e sperare di ritrovarla al mio ritorno?”

Testo dal web
Ciaooooooooooooooooooo
Orso Tony
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L’AUTORE
Bartolomé Esteban Murillo noto come ritrattista di Madonne e autore di dipinti a tema religioso amò dipingere però anche scene di vita reale e soprattutto di povertà.
In un certo senso amava un genere ed il suo opposto ovvero l’elegante e pomposo barocco e l’amaro realismo della miseria che affliggeva buona parte della società dell’epoca (anche se senza un intento di denuncia).
“La ragazza alla finestra” del 1670 ed esposta alla National Gallery di Washington, di cui parlerò in realtà non fa parte di nessuno dei due generi (o forse di entrambi), e possiamo considerarla un unicum nella sua produzione.
Bartolomé Esteban Pérez Murillo (Siviglia, 1.1.1618 – Cadice, 3.4.1682)
IL DIPINTO
La scena è realistica ed assolutamente normale: vediamo l’interno di una finestra aperta nella quale appaiono 2 donne, una giovane e una più anziana.
La più giovane sorride a qualcuno sotto la finestra, mentre l’altra nasconde il viso ed il sorriso dietro uno scialle.
Le due sono vestite diversamente, la giovane appare abbastanza elegante mentre la seconda è vestita in modo modesto il che fa intuire che possa essere una governante.
LE INTERPRETAZIONI
Il titolo originario “Le Galiziane alla finestra” secondo una classica interpretazione lasciarebbe intendere che possa trattarsi di prostitute e che la ragazza stia adescando un uomo (era frequente all’epoca che a causa della povertà molte donne della Galizia si prostituissero).
Questa interpretazione nata secoli fa ed ancora abbastanza diffusa tra i critici, a mio parere e di altri, contrasta in modo evidente con quello che la scena ci mostra ed altresì appare non corrispondere al senso del dipinto (anche se non sapremo mai quale fosse l’idea precisa del Murillo).
Vediamo perché si è fatta strada una nuova interpretazione:
– Il sorriso della ragazza è tutt’altro che malizioso e volgare ma esprime tanta dolcezza (quella poi che Murillo riservava alle sue Madonne);
– Lo stesso sorriso non mostra ammiccamenti né accenni di contrattazione di una prestazione bensì divertita curiosità;
– La veste della ragazza è elegante e non ha nulla di provocante o di vistoso per attirare clienti.
– Durante il Rinascimento sudeuropeo le finestre nell’arte non appaiono quasi mai (discorso diverso per l’arte olandese) e quando se ne vede qualcuna è sempre chiusa e spesso sbarrata perché esse dovevano allegoricamente mostrare la serietà della donna (Madonna) e della famiglia, trattandosi in genere di dipinti religiosi.
Nella realtà però anche le donne per bene potevano affacciarsi alla finestra anche se soltanto quando erano in età di marito come può essere in questo caso.
– Se il Murillo voleva rappresentare delle prostitute avrebbe inserito almeno un elemento, dico uno, per farci pensare questo ed infine certamente non tutte le Galiziane esercitavano il mestiere più antico del mondo.
IL SIGNIFICATO
Dunque il significato di questo dipinto che non solo è assolutamente unico tra le opere dell’artista ma anche in tutta l’arte del ‘600 italiana e spagnola appare essere il seguente:
La ragazza, di buona famiglia, sta osservando con un delicato e solo accennato sorriso, un corteggiatore che la guarda e forse le manda dei segnali.
La governante alle sue spalle vede e sorride anch’essa (lo notiamo dagli occhi) ma si copre il volto per non darlo a vedere.
BREVE ANALISI
Come accennato su, una finestra aperta verso l’interno con persone affacciate è di un realismo sorprendente all’epoca, ma poi se pensiamo alla passione del Murillo per i temi popolari comprendiamo come possa essere invece normale per lui.
Questo dipinto è stato così amato e apprezzato da avere generato in grandi artisti come Goya e Manet (per parlare solo dei meno recenti) l’idea di una loro riproposizione del tema.
Lo stile del Murillo risente certo del caravaggismo ma le sue opere rivelano anche luci e colori assolutamente nuovi e moderni.
Goya
Manet
Tony Kospan
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ENTRIAMO…
LI’ DOVE IL BELLO SPOSA LA NATURA
I GIARDINI DI PALAZZO PARISIO A MALTA
Nel cuore del villaggio di Naxxar, Palazzo Parisio, è un romantico palazzo di eccezionale grandezza, se paragonato agli altri palazzi storici dell’isola, e testimonia le aspirazioni di una ricca famiglia maltese del XIX secolo.
E’ l’unico giardino all’italiana fuori dai confini nazionali.
In origine la dimora fu il buen retiro della famiglia Parisio – possidenti siciliani imparentati con la nobiltà maltese – che abitava questo palazzo a La Valletta per una fresca e bella residenza estiva.
Nel XIX secolo il Palazzo fu acquistato dal marchese Giuseppe Scicluna, banchiere e noto filantropo maltese, ai cui eredi appartiene tuttora.
Quella che era una residenza estiva fu trasformata in una sontuosa dimora anche grazie alle maestranze Italiane di Carlo Sada, autore della decorazione del Teatro Bellini di Catania.
I lavori iniziarono nel 1898 e terminarono nel 1906, un anno prima della morte del marchese.
Quando i paesaggisti idearono i giardini vi era in origine un sentiero sopraelevato di circa mezzo miglio con ai lati vecchi olivi, ancora oggi visibili, e con un belvedere sulla costa e la baia di San Paolo.
Nel creare i giardini fu ideato un sistema idrico e di irrigazione molto complesso, fu scavata una cisterna per l’acqua, ampia la metà del giardino e intercomunicante con pozzi dei dintorni.
I giardini all’Italiana, cinti da mura, sono una miscela affascinante di simmetria e colori mediterranei.
L’Orangerie, sulla sinistra dell’ingresso, sembra esser stata costruita prima del 1890, anno in cui il Palazzo fu rinnovato.
I vetri ancora in gran parte originali hanno uno spessore di ben 4 millimetri.
Al suo interno si trova una grotta rivestita di pietra, risalente forse al Seicento, che nasconde un complesso ed interessante sistema di irrigazione.
Nel Giardino si possono ammirare numerose specie floreali mediterranee ed esotiche:
Chorisia speciosa, Meryta denhamii, Banksia seratifoglia, Coculus, Quercus ilex, Araucaria, Brugmansia, Erythrina cristagalli, Jacaranda mimosifloia, Sapindus mukorossi, Nerium oleander, inoltre una vasta collezione d’Hibiscus ibridi, più di 60 piante di colori diversi dal viola al marrone: Tylene, Peggy Walton, Fifth dimension.
Ricca anche la collezione di Bougainvillea e di Agrumi come Citrus medica ” Maxima”, Citrus aurantium “Canaliculata”, Citrus sinensis, Citrus limon e Calamondine.
Solari, ricchi di colore e profumo, i giardini di palazzo Parisio sono un’eccellente testimonianza della diffusione del giardino all’Italiana fin quasi al Novecento fuori dai confini nazionali, oltre che degli scambi culturali tra Malta e il Sud Italia.

affascinato da sempre… dai bei giardini.
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