Archivio per 11 novembre 2022
John Atkinson Grimshaw – Sogni ad occhi aperti
Dio ha collocato nei nostri cuori
una fiaccola che risplende di conoscenza e di bellezza.
E’ un peccato lasciarne morire la fiamma
e seppellirla fra la cenere.
– Kahlil Gibran –

John Atkinson Grimshaw – Lady Shalott
POESIA D’AUTUNNO
Anton Vanligt
Una musica lieve
come d’incanto guidava i miei passi,
scricchiolio di foglie
e danza di polvere nel vento…
sapevo che ci saremmo incontrati
in una giornata d’autunno.
Il cielo doveva essere esattamente così:
velato e rispettoso della tua figura fine.
La strada. Ho sempre immaginato fosse questa:
costeggiata d’alberi e foglie dai mille colori.
Colore e Musica, Profumo e Suono…
e tu…Poesia.
Questa è la perfezione in cui opera il Destino!
John Atkinson Grimshaw – Notturno con luna
Les feuilles mortes
da Tony Kospan

John Atkinson Grimshaw
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Stavolta è il turno di una canzone del 1900
che fa parte della nutrita schiera
delle grandi canzoni napoletane classiche.
Questa, in particolare,
è stata una delle migliori ambasciatrici nel mondo
del fascino della grande canzone napoletana.

I’ TE VURRIA VASA’
L’ ATMOSFERA, LA STORIA, IL TESTO…
E LA CANZONE… (IN 2 VERSIONI)
a cura di Tony Kospan
Prima però immergiamoci nell’atmosfera di quell’anno
con diverse immagini d’epoca
L’ATMOSFERA DEL 1900
Napoli – Scalinata di Santa Lucia
LA SIMPATICA STORIA DELLA CANZONE
A conferma, se ce ne fosse bisogno, che si tratta di una canzone-poesia,
il testo è del poeta Vincenzo Russo.
Siamo a cavallo del 1900 e l’autore era a letto con la febbre.
L’andò a visitare l’amico musicista Di Capua
(l’autore della musica di “O sole mio”)
tutto contento per aver incassato un anticipo dalla sua Casa Musicale
sia per dividerlo con lui… che per regalargli un biglietto
per una serata al famoso Salone Margherita
(piccolo teatro napoletano adibito a spettacoli musicali leggeri)
dove si esibiva uno dei più grandi cantanti dell’epoca Armando Gill.
Prima che andasse via il Russo, pur stando nel letto,
infilò il testo della canzone nelle tasche dell’amico musicista.
Il giorno dopo Di Capua accortosi del foglietto
compose di getto la musica
che il poeta disse poi esser proprio quella da lui sognata.
La canzone, per il poetico testo e per la dolcezza della musica,
è considerata una delle più belle canzoni d’amore
della storia della musica… di sempre.
La riprova sta nel fatto che essa ha avuto, nel corso
dei suoi 120 anni di vita, tantissimi grandissimi interpreti.

Rogelio de Egusquiza
IL TESTO ORIGINALE E IN ITALIANO
I’ te vurria vasa’
(V.Russo, Di Capua)
Ah! Che bell’aria fresca…
Ch’addore ‘e malvarosa…
E tu durmenno staje,
‘ncopp’a sti ffronne ‘e rosa!
‘O sole, a poco a poco,
pe’ stu ciardino sponta…
‘o viento passa e vasa
stu ricciulillo ‘nfronte!
I’ te vurría vasá…
I’ te vurría vasá…
ma ‘o core nun mm”o ddice
‘e te scetá…
‘e te scetá!…
I’ mme vurría addurmí…
I’ mme vurría addurmí…
vicino ô sciato tujo,
n’ora pur’i’…
n’ora pur’i’!…
Tu duorme oje Rosa mia…
e duorme a suonno chino,
mentr’io guardo, ‘ncantato,
stu musso curallino…
E chesti ccarne fresche,
e chesti ttrezze nere,
mme mettono, ‘int”o core,
mille male penziere!
I’ te vurría vasá…
……………………….
Sento stu core tujo
ca sbatte comm’a ll’onne!
Durmenno, angelo mio,
chisà tu a chi te suonne…
‘A gelusia turmenta
stu core mio malato:
Te suonne a me?…Dimméllo!
O pure suonne a n’ato?
I’ te vurría vasá…
|
Ti vorrei baciar
(libera trad. di Tony Kospan)
Ti vorrei baciar
(libera trad. Tony Kospan)
Ah! che bell’aria fresca
ch’odor di malvarosa.
E tu stai dormendo
su queste foglie di rosa.
Il sole a poco a poco
spunta in questo giardino;
il vento passa e bacia
il ricciolino in fronte.
Io vorrei baciarti…
Io vorrei baciarti…
Ma il cor non ho
di svegliarti…
di svegliarti…
Io vorrei addormentarmi
Io vorrei addormentarmi
vicino al tuo respiro
per un’ora anch’io…
per un’ora anch’io…
Tu dormi, o Rosa mia?
E dormi profondamente;
mentr’io guardo, incantato,
questa tua bocca corallina.
E queste carni fresche,
e queste trecce nere,
mi mettono nel cuore
mille segreti pensieri.
Vorrei baciarti.
……………………….
Sento il cuore tuo
che batte come l’onde.
Dormendo , angelo mio,
chissà a chi stai sognando…
La gelosia tormenta
il cuore mio malato;
Stai sognando me? Dimmelo…
Oppure sogni un altro?
Io vorrei baciarti…
|

De Nittis – Signora napoletana
Ascoltiamola prima nella versione di Massimo Ranieri
e poi, se ci va, in quella ancor più… cesellata… di Sergio Bruni.
Ciao da Tony Kospan
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Piccola, criptica, ma famosissima e davvero sublime
è questa poesia del grande Montale.
L’autore anche qui utilizza una forma scarna ed essenziale
per manifestare con forza quel fondo di angoscia verso la vita
che lo caratterizza apparendogli essa sempre nemica ed oscura.
Eugenio Montale – Genova 12.10.1896 – Milano 12.9.1981
LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI
POESIA SUBLIME DI EUGENIO MONTALE

Poesia dunque non facile ma profonda,
del mitico Eugenio
nonché poi però leggibile ed interpretabile in vari modi.
Sembra, se ci fate caso,
esserci una voluta mescolanza di soggetti e predicati,
così come di concetti.

Ma preferisco rimanere nell’ambito
delle mie prime ed immediate sensazioni
chiedendo a voi aiuto nel caso abbiate colto invece
significati ed aspetti diversi.
Le mie sensazioni sono che il poeta
parli di un amore passato
e del conflitto che in lui esiste
tra desiderio e paura di riviverne qualche momento.
Avrebbe il poeta una qualche voglia di riveder quella persona
ma sente in sé una chiusura nella quale non sa
se predomina il senso della fine o quello dei ricordi
quasi come se davanti a lui ci fosse uno schermo
con uno scintillio (barbaglio) distorto ed evanescente.
Il destino (il servo gallonato) poi porta dove vuole lui…
trascinandoli chissà dove… i 2 amanti o possibili amanti… di una volta.
Ma ora leggiamola.

LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI
Eugenio Montale (da “Le Occasioni”)
La speranza di pure rivederti
m’abbandonava;
e mi chiesi se questo che mi chiude
ogni senso di te, schermo d’immagini,
ha i segni della morte o dal passato
è in esso, ma distorto e fatto labile,
un tuo barbaglio:
(a Modena, tra i portici,
un servo gallonato trascinava
due sciacalli al guinzaglio).

Magritte – La memoria
Spero di legger anche un vostro parere.
Ciao da Tony Kospan
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Una donna ed una diva leggendaria
che ha fatto sognare gli italiani di più generazioni
nel corso del primo novecento
Wanda Osiris
E’ stata una famosissima ed amatissima attrice,
cantante e soubrette di avanspettacolo e teatro leggero
che si distingueva però per l’incredibile studiata eleganza
unita ad un fascino magnetico ed irresistibile.
Ha fatto sognare milioni di italiani
(dagli anni trenta agli anni cinquanta)
con i suoi fantasmagorici spettacoli
ed il suo immenso e spettacolare charme
arricchito dall’utilizzo
di incredibili sfolgoranti costumi di scena.
Wanda Osiris (vero nome Anna Menzio) Roma 3.6.1905 – Milano 11.11.1994
E’ stata l’unica artista a veder il proprio nome
trasformato in un superlativo “Wandissima“
ed all’epoca era anche mitico, per gli appassionati e non solo,
il suo modo di scender le sceniche scale.
Ora però, nonostante i suoi trionfi dell’epoca,
appare del tutto dimenticata dal grande pubblico.
Grazie a questo video
possiamo riviver le atmosfere dell’epoca
e, dopo l’intervista, possiamo ascoltarla cantar
il suo cavallo di battaglia
Ti parlerò d’amor
e di vederla anche scendere le mitiche scale.
Mentre con quest’altro video
dedicato alla famosa rivista
“Sentimental“
possiamo ancor meglio conoscer lei
ed il suo mondo artistico.
Quando la rivista iniziò
a perder colpi nell’interesse degli italiani
lei si ritirò dalle scene.
Successivamente ha partecipato ogni tanto
a spettacoli televisivi
che ricordavano i suoi successi.
CIAO DA TONY KOSPAN

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