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Questo, di Pascal, è un interessantissimo pensiero
a mio parere, sulla condizione umana.

Biagio Pascal
Lo sottopongo pertanto alla nostra riflessione
e, perché no, alle nostre considerazioni.

N O I
Biagio Pascal
“Rendiamoci dunque conto delle nostre possibilità:
noi siamo qualcosa, ma non siamo tutto;
quel tanto di essere che possediamo ci nasconde la vista dell’infinito. […]
Questa è la nostra vera condizione,
la quale ci rende incapaci di sapere con certezza
e di ignorare assolutamente.
Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti ed instabili,
sballottati da un capo all’altro.
Qualunque scoglio a cui pensiamo di attaccarci e restare saldi,
viene meno e ci abbandona e, se l’inseguiamo,
sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna.
Per noi nulla si ferma.
Questa è la nostra naturale condizione, che tuttavia è la più contraria
alla nostra inclinazione: desideriamo ardentemente trovare un assetto stabile
e una base ultima per edificarvi una torre che si levi fino all’infinito,
ma ogni nostro fondamento si squarcia e la terra s’apre in abissi”.

Che ne pensate?
Ciao da Orso Tony



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Da giovane ho conosciuto Vasco Pratolini,
grande scrittore fiorentino dallo stile semplice ma umanissimo,
attraverso la lettura dei suoi romanzi.
LA POETICA NEOREALISTA

Stile semplice dicevo…
ma in realtà si tratta di una grande capacità d’immersione,
con naturalezza, nella realtà popolare certo molto fiorentina,
ma nel contempo anche universale.

Vasco Pratolini (Firenze 19.10.1913 – Roma 12.1.1991)
Nelle sue opere colpiscono infatti
i reali dialoghi delle persone normali,
le speranze della gente umile e senza pretese
ma pure i loro amori e le loro passioni.
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Per questo molto bella ed aderente al vero
mi appare la definizione di
“scrittore dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada”
letta nel web.

Ma perché era così attratto da questo mondo?
Soprattutto perché era proprio quello il suo mondo,
essendo molto umili le sue origini,
benché poi fin da ragazzo fosse attratto dalle letture.

BREVE BIOGRAFIA
Persa la madre quand’era piccolo,
fu allevato dai nonni materni
e da giovanetto fece vari mestieri.
Poi iniziò a lavorare in una tipografia
ma qui già sognava di dedicarsi alla scrittura.

Grazie al pittore Ottone Rosai
iniziò a scrivere sulla rivista “Il bargello”
e con Alfonso Gatto, poeta salernitano,
creò la rivista “Campo di Marte”
poi soppressa dal regime fascista.
Partecipò alla Resistenza e dopo la guerra, nel 1948,
si trasferì a Napoli, dove visse sino al 1951.

Questi ultimi furono gli anni per lui più intensi
in quanto scrisse alcune tra le sue opere più belle
e collaborò alla sceneggiatura di alcuni mitici film neorealisti
come Paisà di Roberto Rossellini,
Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti,
Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy etc.

Nel 1952 si trasferì a Roma, da dove non si allontanerà più.
Lì scrisse altri bei romanzi
e partecipò fino alla fine alla vita intellettuale italiana
che aveva, all’epoca, il suo fulcro nella capitale.

Vediamo ora una scena del film girato da Carlo Lizzani nel 1953
nato da uno dei suoi più noti romanzi
che ci consente di conoscere le tipiche “atmosfere”
narrate dallo scrittore fiorentino.
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IL VIDEO


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Alcune tra le sue opere più note:
Le amiche(1943), Il quartiere(1944), Cronaca familiare(1947), Cronache di poveri amanti(1947), Le ragazze di San Frediano(1949), La domenica della povera gente (1952), Metello (1955) Diario sentimentale (1956) e Lo scialo (1960)
Tony Kospan
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Nonostante la sua breve vita,
Boccioni è stato uno dei più geniali esponenti del Futurismo
e senz’altro il più grande scultore di quella corrente.
BREVE BIOGRAFIA
Dopo iniziali esperienze pittoriche nell’ambito della pittura verista del primo Balla si avvicina alle tematiche della corrente “divisionista” di cui Pellizza da Volpedo era il massimo esponente in Italia.
In questo periodo si evidenzia la sua ricerca psicologica.
Nel 1910 incontra Marinetti e si avvicina subito al Futurismo (unica corrente artistica italiana nata tra le tante avanguardie del primo ‘900 su cui cadono insieme molte luci ma anche molte ombre) sposandone subito tutte le idee guida.
Dinamismo di un ciclista – 1913
Ne diviene ben presto anche il teorico scrivendo il Manifesto della Scultura Futurista.
Ritratto antigrazioso della madre (scultura)
Nel contempo si afferma come uno dei più grandi pittori e certamente eccelle per le più belle sculture futuriste soprattutto per la sua capacità di “realizzare” quel “dinamismo” che era una delle principali caratteristiche della corrente.
Forme uniche nella continuità dello spazio
La genialità dei suoi dipinti e delle sue sculture lo rende ben presto anche l’artista italiano più famoso dell’epoca.
(Reggio Calabria 19.10.1882 – Chievo 17.8.1916)
Poi la decisione di partecipare alla I guerra mondiale (quasi una festa nella visione futurista) sarà la causa della sua morte anche se solo per motivi accidentali (caduta da cavallo).
Stati d’animo II – Gli addii – 1911
L’Italia in quel momento perde così uno dei suoi artisti più grandi che avrebbe potuto donarci ancora tantissimi capolavori.
ALTRI DIPINTI
Autoritratto
Il romanzo di una cucitrice
Due amiche
Visioni simultanee – 1912
La risata
DESCRIZIONE DELLA SUA SCULTURA PIU’ NOTA
Questa scultura è stata riportata nella moneta da 20 cent. di euro
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
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