Archivio per ottobre 2022

Albert Joseph Moore
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Non si ama qualcuno per il suo aspetto fisico,
per i suoi vestiti, per la sua macchina,
ma perché canta una canzone che solo tu puoi sentire
– Oscar Wilde –


Albert Joseph Moore
CERCO
Roberto Perin
Si, cerco.
Solamente emozioni pure,
solamente dei sospiri veri,
cerco il frutto
di un’alchimia di sentimenti.
Vorrei veder nascere i baci,
coccolare i piccoli
pargoletti di carezze,
vorrei far crescere
tra le mie braccia,
il dolce bambino
che si chiama amore,
in compagnia di un battito
che scandisce il tempo.
Narrargli emozioni
scavate nel passato,
perse nel tempo,
cercate nei ricordi.
Saprei dove trovare
la fonte di queste carezze,
saprei dove rubare
queste emozioni,
dove far nascere
questa famiglia di sentimenti.
Ma…
Forse se non lo sapessi
sarebbe meglio?

Albert Joseph Moore
BOBBY SOLO – UNA LACRIMA SUL VISO

da Tony Kospan

UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB


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Albert Joseph Moore – Lampi e luce
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BREVE STORIA DELL’OPERA
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“La donna del lago” è un’opera lirica di Gioachino Rossini
su libretto di Andrea Leone Tottola.
Il soggetto deriva dal poema “La donna del lago”
(The Lady of the Lake) di Walter Scott, pubblicato nel 1810.
Pur essendo un capolavoro
ha avuto nel corso degli anni alterne fortune.
Antonio Rossini (Pesaro 29.2.1792 – Parigi, 13.11.1868)
La prima rappresentazione avvenne il 24 ottobre 1819
al teatro San Carlo di Napoli, ma con scarso successo.
Andò meglio nelle repliche
riscuotendo consensi in vari teatri del mondo.
Ma ben presto, già nella 2° parte dell’800,
scomparve dai loro repertori.
Ritornò sulle scene, ma rimaneggiata,
nel 1958 a Firenze al Teatro della Pergola.
Successivamente, con la scoperta dell’edizione critica
e l’avvento del Rossini Opera Festival fu finalmente ripristinata.
La rappresentazione del 1981 a Pesaro diretta da Maurizio Pollini
secondo la versione ripristinata andò molto bene
e da allora l’opera è eseguita con buona regolarità.
LA DONNA DEL LAGO
Ma ora è giunta l’ora di ascoltarla e vederla…
in questo video nella sua versione completa eseguita
sotto la direzione del grande maestro Muti
al Teatro della Scala di Milano.
TONY KOSPAN
IL GRUPPO DEDICATO ALLA STORIA AI RICORDI ED ALLE ATMOSFERE DI UN TEMPO

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Federico Fellini e la moglie Giulietta Masini
FELLINI…
VERO MAGO DEL CINEMA DEL II NOVECENTO
(Rimini 20.01.920 – Roma 31.10.1993)
Vincitore di 4 premi Oscar e di tanti altri premi
è stato certamente uno dei massimi protagonisti
della storia del cinema… mondiale… del 900
per la sua capacità di coniugare
l’arte cinematografica
alla poesia… alle emozioni… al sogno.
BREVE BIOGRAFIA
La sua carriera ebbe inizio nel ’29 come…
disegnatore satirico…
dopo esser giunto a Roma dalla natia Rimini…
Negli anni ’40 passò alla collaborazione
nella stesura di sceneggiature teatrali
ma nel ’45, con la conoscenza di un grande regista
come Rossellini, s’avvicinò al mondo della celluloide.
Nel 1950 la sua prima regia (insieme con Lattuada)
con “Luci del varietà” mentre il debutto come unico regista
avvenne con “Lo sceicco bianco“.
Qui la sua vena artistica, che possiamo definire
un misto di sogno e realtà che dona suggestioni magiche
inizia a manifestarsi, ma non trova consensi
nè dalla critica… nè dal pubblico.
Sordi in una mitica immagine da “I vitelloni”
Nel ’53 il suo primo grande successo con “I Vitelloni”
con il quale vinse il Leone d’argento alla Mostra di Venezia…
Il successo si confermò subito dopo,
anche a livello internazionale
con “La strada“.
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Mastroianni e Anita Ekberg ne “La dolce vita”
Ormai era diventato un regista affermato…
La sua carriera da quel momento è stata un susseguirsi
di successi di pubblico e di premi nei vari Festival del Cinema… con…
Le notti di Cabiria, 8 e mezzo, La dolce vita, Satyricon, Roma,
Amarcord, La città delle donne, Ginger e Fred.
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L’ultimo suo film è stato “E la nave va” nel 1990.
Oltre ai 4 premi Oscar vinti
gli fu poi conferito nel 1993
anche l’Oscar alla carriera.
Come ricordarlo ora al meglio se non con una scena,
tratta da un suo mitico film,
che mette in evidenza il suo stile poetico e sognante?
La passerella finale di Otto e mezzo (musica di Nino Rota)
Tony Kospan
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Allegoria della Pittura
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Il pittore olandese del ‘600
è ormai consacrato come uno dei grandi
dell’arte mondiale.
Qui potremo dar uno sguardo alla sua vita,
alla sua arte ed anche alle modalità
con le quali è stato riscoperto e tolto
dall’oblio in cui era caduto per oltre 2 secoli.
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La ragazza con l’orecchino di perla
JAN VERMEER – IL GENIO DELLA LUCE
Tony Kospan

Jan Vermeer (Delft 31.10.1632 – Delft 15.12.1675)
Questa qui sopra è considerata dagli storici
l’unica immagine attendibile di Vermeer
ed è un dettaglio del suo dipinto “La mezzana” del 1656

BREVE BIOGRAFIA
Secondogenito di un mercante d’arte di Delft (Olanda)
attraverso la frequentazione di artisti e collezionista
si appassiona al mondo dell’arte
ed inizia già giovanissimo la sua formazione artistica.
A 19 anni sposa una ragazza cattolica
dalla quale avrà 11 figli e, nello stesso anno,
diventa maestro nella corporazione dei pittori della città.

* La stradina
Grazie alle attività ereditate dal padre… mercante d’arte
ma anche taverniere… poté mantenere tranquillamente
la sua numerosa famiglia fino all’invasione francese del 1672.

Giovane donna che legge una lettera davanti alla finestra aperta
Per le mutate condizioni socio-politiche,
per la morte del principale committente delle sue opere
e per le esagerate spese di… moglie e suocera
fu travolto dai debiti
e, probabilmente ammalatosi per il dolore
di non poter più far fronte alle esigenze familiari,
morì ancor giovane nel dicembre del 1675 a soli 43 anni.
Analizziamo insieme il dipinto

Ragazza che dorme
IL PITTORE
Per l’estrema cura e precisione con cui dipingeva,
ciascun quadro gli prendeva moltissimo tempo,
ed è forse per questo
che le sue opere a noi giunte sono solo circa 40.

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Il suo stile fu influenzato inizialmente da Rembrandt
per poi avvicinarsi alle tematiche dei seguaci del Caravaggio.

La lattaia
Molto si è discusso sull’uso della “camera ottica“
un particolare aggeggio che consentiva
la visione capovolta degli oggetti…
ma forse gli serviva solo per esaminare in modo diverso
i particolari dell’opera che stava dipingendo.

Il bicchiere di vino
I suoi dipinti, a parte 2 vedute esterne,
la mitica Veduta di Delft e Stradetta,
sono tutti ambientati in interni.

* Ragazza con cappello rosso
Grazie alle sue conoscenze di materiali e tessuti,
Vermeer è eccezionale nell’utilizzo della luce
e riesce a dar vita agli oggetti, rendendoli quasi toccabili,
ma anche ai visi ed ai corpi…
come si evince osservando i suoi dipinti più popolari
come “La Lattaia” e “Ragazza con turbante”.
E’ proprio questo suo uso personalissimo e geniale della luce
che gli fa raggiungere le più alte vette artistiche del secolo.

Lezione di musica
STORIA DELLA RISCOPERTA
Era ormai stato del tutto dimenticato quando un giornalista francese,
Étienne-Joseph-Théophile Thoré, nel visitare nel 1842 il Museo dell’Aia
rimase incuriosito da un “paesaggio superbo e molto singolare“.
Non sapendo di chi fosse lesse sul catalogo:
“Veduta della città di Delft, dal lato del canale, di Jan van der Meer”.

Veduta di Delft
Iniziò allora a cercar altri dipinti di questo artista misterioso
che soprannominò “la mia Sfinge“
dato che più lo conosceva e più enigmi gli poneva.
Ma chi lo ha portato poi davvero ad una conoscenza universale
è stato Marcel Proust
con la sua descrizione estasiata sempre della “Veduta di Delft“.

* Giovinetta con bicchiere di vino
DOVE SONO I SUOI DIPINTI?
Sono in varie parti del mondo ma nessuno in Italia.
E’ dunque difficilissimo poterli ammirare da vicino
ma… per fortuna…

* Giovanetta con liuto
sono comunque spesso in giro per il mondo per mostre
e qualche anno fa sono stati anche a Bologna
dove hanno riscosso enorme successo.

* Donna in piedi davanti alla spinetta
Il suo dipinto simbolo, assurto ad icona mondiale,
è però il piccolo dipinto… qui sotto
“La ragazza con l’orecchino di perla”
cliccando sul quale, volendo,
possiamo scoprirne tutta l’affascinante storia.


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Tony Kospan
Copyright – Tony Kospan
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Danza in Andalusia – Goya

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Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo.
Siamo anche le storie che abbiamo sentito,
le favole con cui ci hanno addormentati da bambini,
i libri che abbiamo letto,
la musica che abbiamo ascoltato
e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.
– Tiziano Terzani –

Goya – La lattaia di Bordeaux

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LA TRAVERSATA DELL’OASI
Maria Luisa Spaziani
Ibernati, incoscienti, inesistenti,
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l’eternità.
Ma qui ora c’è l’oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.
Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C’è la musica
(altrove sconosciuta), c’è il miracolo
della rosa che sboccia, e c’è il mio cuore.

Goya
da Tony Kospan
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Goya – La Maya vestita
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SARO’ DA TE
Tony Kospan
Sarò da te
ma tu
non ci sarai
Verrò a trovarti
ma tu
sarai partita
Scalerò le rocce dei tuoi monti…
ma tu
starai cogliendo fiori nelle valli
Ti cercherò nel freddo della sera
ma tu
giocherai col fuoco d’un camino
Cancellerai con la gomma della luna
i ricordi colorati del tuo amore
ma io
sarò da te… oltre te stessa.
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Un’amica che ho ringraziato,
ha voluto dedicar un bel video a questa mia poesia.
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I nostri giardini classici presentano quasi sempre,
nei viali e tra alberi ed aiuole,
statue inneggianti alla bellezza ed all’armonia
secondo i canoni greci e latini.

LA STATUA PIU’ TERRIFICANTE DEL MONDO
ED IL VICTORIA WAY MEDITATION GARDEN
Altrove però c’è nei parchi una più ampia tipologia di statue…
e così può accadere di trovarsi di fronte
a sculture originali… sorprendenti… e talvolta inquietanti.
Entriamo allora in questo giardino molto, ma molto, molto… particolare.

Siamo dunque nel Victoria’s Way Meditation Garden in Irlanda.
Ed ecco allora cosa possiamo all’improvviso vedere girando nei viali.
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La scultura, che sembra emergere da una specie di piccola palude,
ha un aspetto che incute paura
e, per molti versi, appare davvero mostruosa.

La scultura sembra rappresentare in effetti uno zombie,
o un fantasma reincarnato, che sta uscendo fuori dallo stagno
e può far venir un colpo ad un distratto visitatore che se la trovasse davanti.

E’ certo così… ma è da apprezzare comunque la fantasia dell’autore,
(che non sono riuscito ad individuare)
che ha anche ben incastonato la terrificante scultura nell’ambiente paludoso
donandoci così un effetto davvero originale e sorprendente.

Non dobbiamo infine dimenticare che oltre a questa statua
nel parco c’è anche tanto altro, sempre di assoluta originalità,
per cui chi entra… si può attendere… di tutto!

Tony Kospan







IL TUO GRUPPO D’ARTE



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Personalmente non riesco a comprendere
il livello artistico di questa “opera”
che ha, comunque, un intento certamente positivo.
Se siete ad Amburgo (Germania), nel quartiere di Wilhelmsburg,
potreste fare un salto a visitare questa installazione
degli artisti Rainer Bonk e Bertamaria Reetz,
(anche se in verità non so se sia ancora lì o meno
dato che le notizie sono del 2013)
ma resta comunque l’originalità dell’opera.
E’ (o era) intitolata:
Blue Peace Flock (Gregge blu di pace)
e Dio sa quanto ce n’è bisogno.
Si tratta di 100 sculture rappresentanti pecore blu
che simbolizzano il fatto che, nel mondo
pur avendo idee, lingue, religioni etc. diverse
in fondo siamo tutti uguali e tutti importanti.
Il progetto ha viaggiato in tutto il mondo per oltre tre anni,
fermandosi in più di 50 città prima di fermarsi davanti al
Castello di Schwerin
per simboleggiare la necessità della tolleranza e della solidarietà.
Castello di Schwerin
Tony Kospan
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Come è noto questa è la festa più controversa di tutte e ci sono accanite schiere di favorevoli e contrari.
Esaminerò i lati positivi e negativi… secondo le opposte visioni… cercando il massimo di obiettività… ma alla fine esprimerò comunque il mio pensiero.
PRO
– Ci sarebbero vaghe… lontane origini contadine europee
– Piace ai bambini
– Aiuta l’economia… consentendo alle aziende di produrre e vendere di più
– Aiuta a superare la paura della morte
– Bisogna viverla solo come un gioco… ed è una festa come tante altre
CONTRO
– Festa solo di importazione nata in piccole zone nordamericane
– E’ caratterizzata soprattutto dall’esaltazione di un horror più o meno finto anche se edulcorato da giocose modalità infantili… tipo “Dolcetto scherzetto etc…”
– Festa lontanissima dalle nostre tradizioni
– Festa senza alcun significato reale e solo consumistica
– Alcuni fanatici di Halloween vanno a caccia dei gatti neri per sacrificarli perché amici delle streghe (Quando venivano bruciate le streghe si bruciavano anche i gatti neri).
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– Con la scusa di Halloween poi molti si abbandonano a comportamenti folli… pericolosi… vietati… vandalici… come ci dice la cronaca… al punto che alcuni comuni vietano i mascheramenti ed ogni anno la cronaca nera ci racconta di spiacevoli episodi.
La sinistra fama di questa festa (quando esce dai binari infantili) è stata aggravata dall’assurda tragedia di Seul di queste ore.
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– Il culto dei morti viene trasformato in una carnevalata
– Per i cattolici infine con i giochi ed i riti finto-satanici (ma ahimè alcuni gruppi li fanno davvero) si aprirebbe la porta al Demonio
IL MIO PENSIERO
Con tutta la buona volontà di agganciare questa festa a piccole tradizioni agricole nostrane (anche io da piccolo ho giocato con le zucche) non possiamo sottacere che è una festa dalle modalità molto lontane dalle nostre idee e dalle nostre tradizioni (ma che la globalizzazione ha portato in giro per il mondo e dunque anche da noi) e le sue origini appaiono consistere, alla fin fine, in una deformazione celtica della nostra festa del 1° Novembre (Ognissanti).
Però chi vuole festeggiare lo faccia pure… ma usando la zucca… nel senso però di cervello eh eh.
Infine è un’occasione senz’altro accettabile per i bambini che possono mascherarsi e passare bei momenti di gioco (ma oltre ciò il nulla).
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E VOI COSA NE PENSATE?
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Concludo augurando buona festa (a chi festeggia) e buona e serena serata-notte del 31 ottobre a tutti gli altri
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Tony Kospan
LA TUA PAGINA DI FACEBOOK DI CULTURA E SOGNO
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John William Godward

L’arte della vita sta nell’imparare a soffrire
e nell’imparare a sorridere
H. Hesse
John William Godward
L’AMORE
Pablo Neruda
Che hai, che abbiamo,
che ci accade?
Ahi il nostro amore è una corda dura
che ci lega ferendoci
e se vogliamo
uscire dalla nostra ferita,
separarci,
ci stringe un nuovo nodo e ci condanna
a dissanguarci e a bruciarci insieme.
Che hai? Ti guardo
e nulla trovo in te se non due occhi
come tutti gli occhi, una bocca
perduta tra mille bocche che baciai,
più belle,
un corpo uguale a quelli che scivolarono
sotto il mio corpo senza lasciar memoria.
E che vuota andavi per il mondo
come una giara di color frumento,
senz’aria, senza suono, senza sostanza!
Invano cercai in te
profondità per le mie braccia
che scavano, senza posa, sotto la terra:
sotto la tua pelle, sotto i tuoi occhi,
nulla,
sotto il tuo duplice petto sollevato,
appena
una corrente d’ordine cristallino
che non sa perchécorre cantando.
Perché, perché, perché,
amore mio, perché?
John William Godward

da Orso Tony
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