se non dei nostri poveri, belli, splendidi sentimenti:
ogni sentimento al quale facciamo un torto
è una stella che spegniamo.
– Hermann Hesse –
Odalisca sdraiata – Francesco Hayez
APPARIZIONE
Stephane Mallarmé
Intristiva la luna. Serafini in lacrime
sognando, l’archetto alzato nella calma
dei fiori vaporosi,
rapivano da morbide viole bianchi
singhiozzi, in un glissando sull’azzurro
delle corolle.
– Ed era quello il giorno
benedetto del tuo primo bacio.
Alla mia fantasia piacendo un martirio
s’inebriava sapiente
di quel profumo di tristezza che lascia
anche senza disagio o rimpianto
il cogliere un Sogno all’anima che l’ ha colto.
Dunque vagavo, l’occhio fitto al selciato
consunto, quando col sole dentro i capelli,
nella via, nella sera tu m’apparisti ridente
e credetti vedere la fata dal cappello di luce
che un tempo sui miei bei sonni di bimbo viziato
passava, lasciando sempre dalle sue mani dischiuse
fioccare bianchi mazzetti di stelle odorose.
E’ incredibile come un attore dalla vita ahimé così breve
possa esser diventato, in poco tempo,
un mito della cinematografia statunitense e mondiale.
Ancor oggi il suo ricordo è vivo ed attuale.
(Marion 8.2.1931 – Cholame 30.9.1955)
Probabilmente ciò è dovuto ad una perfetta miscela che
univa il suo indubbio notevole fascino alle sue grandi capacità d’attore
al suo stile di vita spericolato ed all’atmosfera di quei tempi.
La morte stessa, a soli 24 anni per un incidente stradale,
quando era al culmine dei suoi successi, contribuì
all’espandersi della sua fama in tutto il mondo.
Il film che lo rese un’icona culturale
e che è anche il suo film più celebre, è il mitico
“Gioventù bruciata”
ma il cui titolo originale era letteralmente
“Ribelle senza causa“.
Anche il titolo italiano ebbe un tale successo
che negli anni 50
entrò nel nostro linguaggio corrente
per definire i giovani scapestrati.
In questo film,
che ebbe sucesso planetario perché rappresentava
(e rappresenta) l’archetipo dell’inquietitudine giovanile,
ricopriva il ruolo di Jim Stark un giovane ribelle.
I suoi soli tre film
Gioventù bruciata, Il gigante e La Valle dell’Eden,
ed un solo anno di carriera,
l’hanno inserito alla grande nella storia del Cinema
e tra i miti mondiali senza tempo.
Quest’anno è stato anche superato, ed alla grande,
e per me incredibilmente,
il numero di oltre 19 milioni e 500.000 visualizzazioni
e quasi 135.000 sono coloro che lo seguono ogni giorno.
.
.
Renoir – La colazione dei canottieri
Aggiungo con grande piacere, ed un po’ di sorpresa,
che le pagine più lette sono sempre
quelle d’arte, dei ricordi di personaggi mitici,
delle poesie, delle canzoni di un tempo con le loro atmosfere
ma anche di storia, archeologia, curiosità varie
e pure quelle d’umorismo elegante… etc.
.
.
Canova – Il principe Henryk Lubomirski nelle vesti di Eros (partic.)
.
Ma prima di festeggiare questo bel momento,
desidero ringraziare di tutto cuore i tantissimi che,
via Facebook, via Google, via Twitter
o iscrivendosi al blog,
lo visitano quotidianamente o saltuariamente.
.
.
.
Il mio ringraziamento è doveroso in quanto,
senza il vostro calore, senza il vostro sostegno,
e senza la vostra assidua presenza con commenti e non solo,
ben diversa sarebbe stata questa mia virtuale,
fantastica sì, ma anche molto impegnativa, esperienza.
Ora mi fa piacere dunque
festeggiare e brindare insieme a voi
oltre a vari dipinti ed immagini.
.
.
Sarcofago Etrusco
.
anche con una bella poesia
che ci invita all’ottimismo ed alla gioia.
IL SUCCESSO
Ralph Waldo Emerson
Ridere molto e spesso;
Conquistare il rispetto delle persone intelligenti
e l’affetto dei bambini;
Meritare l’apprezzamento dei critici onesti
e sopportare il tradimento dei falsi amici;
Apprezzare la bellezza;
Trovare il buono negli altri;
Lasciare il mondo un po’ migliore
attraverso un bambino sano,
un pezzo di giardino,
o una condizione sociale riscattata;
Sapere che addirittura una vita ha vissuto meglio
grazie a te.
Questo è avere avuto successo.
Io pronuncio il tuo nome
nelle notti oscure,
quando giungono gli astri
a bere nella luna,
e dormono i rami
delle fronde occulte.
Ed io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Folle orologio che canta
antiche ore defunte.
Io pronuncio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della mite pioggia.
Ti amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!!
Jacques-Louis David – Ritratto di Madame Récamier – 1800
“Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”
L’amore è sempre nuovo.
Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L’amore può condurci all’inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo.
è necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur avendo i rami dell’albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e coglierli.
è necessario ricercare l’amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza.
Perché, nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore, anche l’amore muove per venirci incontro.
E ci salva.
Mi sono seduta e ho pianto.
Narra la leggenda che tutto ciò che cade nell’acqua di questo fiume, le foglie, gli insetti, le piume degli uccelli, si trasforma nelle pietre del suo letto.
Ah, se solo potessi strapparmi il cuore dal petto e lanciarlo nella corrente, allora non ci sarebbero più dolore né nostalgia né ricordi.
Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto.
Il freddo dell’inverno mi ha fatto sentire le lacrime sul viso: lacrime calde che si sono confuse con le acque gelate che scorrono davanti a me.
In qualche punto, il fiume si unisce con un altro, poi con un altro ancora, finché, lontano dai miei occhi e dal mio cuore, tutte le acque si confondono con il mare.
Che le miei lacrime scorrano lontano, perché il mio amore non sappia mai che un giorno ho pianto per lui.
Che le mie lacrime scivolino via, e solo allora dimenticherò il fiume Piedra, il monastero, la chiesa sui Pirenei, la bruma, i cammini che abbiamo percorso insieme.
Dimenticherò le strade, le montagne e i campi dei miei sogni: sogni che mi appartenevano e che io non conoscevo.
Dobbiamo ascoltare il bambino che eravamo un tempo e che ancora esiste in noi.
Questo bimbo è in grado di capire gli istanti magici.
Noi sappiamo come soffocarne il pianto, ma non possiamo far tacere la sua voce.
Sembra che sia accaduto tanto tempo fa, eppure è solo da una settimana che ho ritrovato il mio amato e l’ho perduto
Sulle sponde del fiume Piedra, ho scritto questa storia.
Le mie mani erano gelate, le gambe intorpidite dalla posizione, e io avevo bisogno di fermarmi spesso.
Forse l’amore ci fa invecchiare anzitempo e ci rende giovani quando la gioventù è passata.
Ma come non rammentare quei momenti?
Perciò ho scritto, per trasformare la tristezza in nostalgia e la solitudine in ricordi.
Perché, dopo aver raccontato a me stessa questa storia, io la potessi lanciare nel fiume Piedra.
Era questo l’insegnamento della donna che mi ha accolto.
Allora, per ricordare le parole di una santa, “le acque avrebbero potuto spegnere ciò che il fuoco ha scritto”.
Tutte le storie d’amore sono uguali.
F I N E
CHI VOLESSE LEGGER LA I PARTE PUO’ CLIKKAR QUI GIU’