Archivio per 27 Maggio 2022

Weekend in poesia “Noi” P. Sueli – arte Godward – canzone “La vita mia” A. MInghi   Leave a comment

 
 
 
 
Godward John William





Spero che il meteo di questo weekend sia buono
essendo giunta l’ora di poter uscire e viaggiare.

In ogni caso…



 
 

 
 





  uccelli ligne oiseau bleu

Quando un amore finisce, uno dei due soffre. 
Se non soffre nessuno, non è mai iniziato.
Se soffrono entrambi, non è mai finito.
(Marylin Monroe)
uccelli ligne oiseau bleu





Godward John William 
 
 
 
 

N O I . . .
Pat Sueli
 
 
Non dirmi mai ti amo
perché le parole sono false
.

Non dirmi mai ti sogno
perché i sogni svaniscono
.

Non dirmi mai sei il mio cielo
perché il cielo si rabbuia
.

Non dirmi mai sei il mio Angelo
perché gli Angeli volano via
.

Non dirmi mai ti desidero
perché i desideri finiscono
.

Non dirmi mai sei la mia vita
perché la vita si consuma
.

dimmi solamente… ascolta
perché il silenzio
parlerà per sempre di noi.


 
 
 
 

Godward John William

 
 
 viola 19

 
 
 



DA ORSO TONY




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IL TUO GRUPPO D’ARTE
Frecce2039




fre bia pouce    musical notes

 Godward John William –  Flabellifera al sole d’estate



Elogio della lentezza – Un’interessante riflessione e la famosa canzone di Bennato (Il gatto e la volpe)   Leave a comment

 

 


L’ELOGIO DELLA… LENTEZZA









Ho letto questo articolo e m’è piaciuto in quanto fotografa,
a mio parere, il nostro modo convulso di vivere
e ci dà qualche dritta per riassaporare
la bellezza del fare e del gustare le cose con calma.
 
 
Infatti corriamo, corriamo, tutto il giorno
per poi però domandarci a fine giornata
“Ma in fondo cosa ho fatto di importante?
Ho vissuto una giornata davvero piena?”
 
 
Ma ora leggiamolo.








“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai…”
Edoardo Bennato, Il Gatto e la Volpe



L’ELOGIO DELLA… LENTEZZA


Giovanni Annunziata




 
 
 





Il tempo sembra davvero non bastare mai.
Per quanti sforzi facciamo, siamo sempre in ritardo con quella scadenza, con quel progetto, con quel lavoro…
Siamo perennemente in ritardo con i nostri appuntamenti, eppure corriamo, corriamo sempre più veloci, da una parte all’altra.
 
 

Corriamo in auto, e già col clacson se qualcuno davanti a noi procede lentamente: abbiamo fretta noi!! 

Corriamo a piedi, che fastidio le persone che si attardano a chiacchierare o ad osservare le vetrine, noi siamo in ritardo, abbiamo un impegno urgente mica abbiamo tempo da perdere!

 

Mangiamo velocemente, magari, per far prima, andiamo in un fast food, dobbiamo lavorare, non abbiamo tempo di sederci a tavola con calma! 

Eppure, per quanti sforzi facciamo, sembra sempre che il tempo corra più forte di noi.

 

Lo stress nelle nostre giornate ha ormai raggiunto livelli di guardia. 

Non è un caso se sempre più persone ricorrono (purtroppo) a farmaci per riuscire a prendere sonno o per riuscire a rilassarsi un po’.

 

Qualche giorno fa ero alle terme ed ho notato, osservando le persone, quanto sia difficile per molti riuscire a fermarsi qualche ora senza sentirsi in colpa. 

Alcuni sembravano letteralmente dei leoni in gabbia. Si alzavano dai lettini spesso, andando avanti e indietro, in preda al panico perché il cellulare non prendeva.


E’ triste. Abbiamo davvero perso il controllo. Siamo diventati totalmente schiavi dei nostri impegni. 

Siamo entrati in un vortice pericoloso dal quale facciamo fatica a venir fuori. 

E la cosa più importante è che non ne siamo ancora del tutto consapevoli. 

Scambiamo per senso del dovere quella frenesia che ci attanaglia. 

Ignoriamo ormai quasi del tutto il significato dell’ozio.









Non riusciamo a stare senza far nulla. Non riusciamo a stare in silenzio. Ad ascoltare un po’ noi stessi, il nostro corpo, non ci fermiamo ad ammirare la natura; troppo spesso non ci fermiamo ad ascoltare e comprendere, veramente, le persone che incontriamo, o le situazioni che affrontiamo.

 

Iniziamo a riflettere un po’ su noi stessi. Iniziamo riscoprire quegli aspetti importanti che da troppo tempo trascuriamo.

 

Abituiamoci ad assaporare a pieno ogni momento della giornata, si tratti di una pizza, un dolce, un tramonto, della voce della persona amata o del sorriso di un bambino. Prendiamoci tutto il tempo necessario. Ne vale davvero la pena. La vita è troppo breve per essere vissuta di fretta.

 

“Non è necessario fermare il mondo e cercare di scendere: rallentare e riappropriarci del nostro tempo è possibile partendo da gesti anche piccolissimi del quotidiano.

 

Riprendiamoci la nostra vita. Non lasciamoci travolgere dalla società dei consumi, del profitto, del tutto e subito. Sta a noi scegliere. Possiamo e dobbiamo farlo. Con piccoli gesti quotidiani. C’è un modo migliore di vivere!!!









Ed ora la canzone simbolo dell’elogio della lentezza…

 
 
 
“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai…”
allora ascoltiamola
questa bellissima… originalissima…
canzone di Edoardo Bennato










E voi, sì voi, cosa pensate della lentezza?
 
Siete d’accordo sul recuperarla o no?
 

Ciaooooooooooooooooo
 

Orso Tony






IL LEVRIERO – Storia ed analisi della mini scultura del Cellini ma vero “piccolo gioiello”   Leave a comment




Il levriero


Questa che ora conosceremo
è una mini scultura che possiamo definire… poetica.

E’ opera di Benvenuto Cellini, nata senza commissione alcuna,
ma solo per pura fantasia e con l’unico intento di saggiare,
sia i materiali da utilizzare che il miglior sistema di fusione, 
al fine di creare poi la mitica grande scultura del Perseo
di Piazza della Signoria a Firenze.





Perseo




Praticamente era solo una prova…
ed è raro che nelle prove si riesca a creare dei capolavori.

Ma invece il Cellini ci riesce.

Egli si sente, ed è, del tutto libero di creare senza alcun vincolo
se non la propria fantasia, il proprio piacere e la propria arte.

Chi ce lo dice?








Il Cellini stesso nel suo brogliaccio in cui annotava,
come su un diario, le sue cose: 
“Lo illustrissimo signor duca Cosimo de’ Medici di Firenze
dé dare a dì 25 agosto scudi 10, sono per fattura e bronzo
di un cane di basso rilievo, di grandezza di mezzo braccio in circa.
Lo quale cane si fece per una pruova per conoscere le terre
per potere gittare il Perseo ed ebbelo Sua Eccellenza.”


La piccola scultura, “Levriero”
è custodita presso il Museo Nazionale del Bargello
a Firenze (cm.19×27,8) ed è del 1545 circa.

Il tipo di scultura, è un genere molto diffuso nel rinascimento.

Si tratta di  placchette di metalli di vario tipo,
spesso anche preziosi, 
e di varie forme, ma sempre piccole, 
che si aggiungevano come ornamenti agli abiti dei nobili.




Esempio di placchetta


 

ANALISI DELLA PICCOLA OPERA


Vediamo un cane, un levriero,in particolare un Saluki (o Levriero persiano), 
molto ricercato dai Signori dell’epoca per la sua bellezza, 
velocità e resistenza
di origine antichissima ed originario del Medio Oriente.




Levrieri


Cellini ce lo rende… vero, vivo e sembra quasi che respiri.

Occupa interamente ed imperiosamente lo spazio all’interno della cornice 
con la quale appare in perfetta sintonia e con cui sembra dialogare.

E’ nota la cura maniacale dei particolari che il Cellini,
valente orafo 
oltre che grande scultore, metteva nelle sue opere 
ed essa ci appare evidente anche in questo suo piccolo gioiello.





Perseo – Particolare




Tony Kospan



Fonti: Tomaso Montanari e diversi siti




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UN ALTRO AMORE – Bella.. famosa e premiata canzone di Gino Paoli – Leggiamo il poetico testo ed ascoltiamola   Leave a comment


.

Nella nostra piccola antologia di canzoni-poesie

non può mancare questa.



E’ uno dei tanti successi di Gino Paoli

ma il testo è assolutamente di grande livello

come potremo leggere qui giù.





UN ALTRO AMORE  – GINO PAOLI
CANZONE POESIA
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Sappiamo che le canzoni di Gino Paoli
sono tutte molto belle ed i testi mai banali
e difatti moltissime
sono diventate dei veri e propri grandi successi.
 
 
 
Ma la notevole qualità poetica di questa canzone,
non è solo una mia opinione 
in quanto è suffragata dal premio ricevuto
quale miglior testo al Festival di Sanremo 2002 
dove si classificò terza.
 
 
 
Leggiamola… e poi ascoltiamola.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
UN ALTRO AMORE 
Gino Paoli
 

Cento volte ho pensato di averti incontrato
Cento volte ho capito di avere sbagliato
Ma è bastato un tuo piccolo gesto
Così logico quando l’ho visto
Per capire che
Eri proprio tu
Non ci sarà un altro amore
Non ci sarà un’altra volta
Non ho più il cuore libero
Non c’è spazio per altre storie
Non ci sarà un’altra volta
Non ci sarà un altro amore
Lo sapevo
Che da qualche parte esistevi
T’ho cercata
T’ho trovata in mille amori
Ma ogni volta mancava qualcosa
Sì mancava quel piccolo gesto
E alla fine tu
Finalmente tu
Non ci sarà un altro amore
Non ci sarà un altra volta
Chi mancava sulla mia strada
Eri tu e comunque vada
Non ci sarà un altro amore
Quel che sembra impossibile
Qualche volta sembra impossibile
Qualche volta succede ancora
Non ci sarà un’altra volta
Non ci sarà un altro amore
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma è giunto il momento di ascoltarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
stel etoile060stel etoile060
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NEL GRUPPO DI FB
Frecce (51)






 
 

Il ragazzo ed il cavallo – Favoletta Zen molto bella e saggia   Leave a comment

  
 

  La saggezza è merce rara… ahimè…  e non tutti la ricercano  –



 
  

 
 
 
 


Forse sì non la raggiungeremo mai… la saggezza… 
ma leggere questa breve storiella, che adoro,
penso che comunque non possa che farci bene
ed aprirci la mente.

 
 
 
 
 
Benedetto Luti – Allegoria della Sapienza

 
  

 
Infatti nel mondo che ci circonda, da quello reale a quello virtuale,
da quello della stampa a quello (soprattutto) televisivo
ascoltiamo grida, sentenze inappellabili, verità eterne etc…
salvo poi ascoltare, dalle stesse persone o da altri,
 il contrario dopo appena poche ore.
 
 
  

IL RAGAZZO ED IL CAVALLO



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un ragazzo riceve un cavallo come regalo per il suo quattordicesimo compleanno. 
La gente del villaggio dice “Oh! Fantastico!” 
Ma il maestro Zen, che vive nel villaggio, dice “Vedremo” 
Il ragazzo cade da cavallo e si rompe una gamba 
La gente del villaggio dice “Oh! Terribile!” 
Il maestro Zen dice “Vedremo” 
Il villaggio viene coinvolto nella guerra e tutti i giovani uomini devono partire ma, a causa della gamba rotta, il ragazzo resta a casa. 
Tutti esclamano “Oh! Fantastico!” 
Il maestro Zen dice “Vedremo”
 



 





Ci dice questa storiella infatti che dobbiamo guardare sempre
oltre le apparenze e  che spesso, quel che sembra male,
può rivelarsi un bene (e viceversa).

Quindi quando ci accadono degli eventi conviene aspettare
e ragionare un po’ e con calma prima di dare un giudizio.









Dunque quel che appariva bene non lo era

e quel che appariva male non lo era altrettanto!


Certo mi direte che questo lo sapevate già

ma in verità quando poi traduciamo

in vera pratica di vita questa riflessione

senza lamentarci o gioire subito e spesso inutilmente?


Che ne pensate?

Ciao da Tony Kospan





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Frecce2039

.

.

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IL LEVRIERO – Storia ed analisi della mini scultura del Cellini e “piccolo gioiello”   Leave a comment




Il levriero


Questa che ora conosceremo
è una mini scultura che possiamo definire… poetica.

E’ opera di Benvenuto Cellini, nata senza commissione alcuna,
ma solo per pura fantasia e con l’unico intento di saggiare,
sia i materiali da utilizzare che il miglior sistema di fusione, 
al fine di creare poi la mitica grande scultura del Perseo
di Piazza della Signoria a Firenze.





Perseo




Praticamente era solo una prova…
ed è raro che nelle prove si riesca a creare dei capolavori.

Ma invece il Cellini ci riesce.

Egli si sente, ed è, del tutto libero di creare senza alcun vincolo
se non la propria fantasia, il proprio piacere e la propria arte.

Chi ce lo dice?








Il Cellini stesso nel suo brogliaccio in cui annotava,
come su un diario, le sue cose: 
“Lo illustrissimo signor duca Cosimo de’ Medici di Firenze
dé dare a dì 25 agosto scudi 10, sono per fattura e bronzo
di un cane di basso rilievo, di grandezza di mezzo braccio in circa.
Lo quale cane si fece per una pruova per conoscere le terre
per potere gittare il Perseo ed ebbelo Sua Eccellenza.”


La piccola scultura, “Levriero”
è custodita presso il Museo Nazionale del Bargello
a Firenze (cm.19×27,8) ed è del 1545 circa.

Il tipo di scultura, è un genere molto diffuso nel rinascimento.

Si tratta di  placchette di metalli di vario tipo,
spesso anche preziosi, 
e di varie forme, ma sempre piccole, 
che si aggiungevano come ornamenti agli abiti dei nobili.




Esempio di placchetta


 

ANALISI DELLA PICCOLA OPERA


Vediamo un cane, un levriero,in particolare un Saluki (o Levriero persiano), 
molto ricercato dai Signori dell’epoca per la sua bellezza, 
velocità e resistenza
di origine antichissima ed originario del Medio Oriente.




Levrieri


Cellini ce lo rende… vero, vivo e sembra quasi che respiri.

Occupa interamente ed imperiosamente lo spazio all’interno della cornice 
con la quale appare in perfetta sintonia e con cui sembra dialogare.

E’ nota la cura maniacale dei particolari che il Cellini,
valente orafo 
oltre che grande scultore, metteva nelle sue opere 
ed essa ci appare evidente anche in questo suo piccolo gioiello.





Perseo – Particolare




Tony Kospan



Fonti: Tomaso Montanari e diversi siti




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