Archivio per 18 Maggio 2022

Wladyslaw Czachorski

Le uniche cose che ti appartengono davverosono i tuoi sogni
e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo.
Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
Sergio Bambaren


Wladyslaw Czachorski – Momento di riflessione
VOGLIO TE
Tagore
Voglio te, solo te!
Lascia che il mio cuore
lo ripeta senza fine.
Tutti i desideri che mi distraggono
di giorno e di notte
in sostanza sono fasulli e vani.
Come la notte tiene nascosta nel buio
l’ansia di luce
così nel profondo del mio cuore
senza ch’io me ne renda conto
un grido risuona:
Voglio te, solo te!
Come la tempesta cerca la quiete
mentre ancora lotta contro la quiete
con tutte le sue forze
così io mi ribello e lotto
contro il tuo amore
ma grido che voglio te, solo te.

Wladyslaw Czachorski




PER CHI AMA VIVER L’ARTE INSIEME


Wladyslaw Czachorski
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UNA CANZONE DI UN TEMPO
CHE VA OLTRE IL… TEMPO

Storia.. testo.. analisi.. atmosfera e musica
di questa mitica e poetica canzone.
VOCE ‘E NOTTE
ATMOSFERE E NOTE DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
per il blog
L’ANALISI DELLA CANZONE E LA MUSICA
Stavolta siamo nel 1903/1904… oltre centoquindici anni fa dunque…

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e la canzone di cui parleremo e che sentiremo, oltre ad essere una poesia densa di struggente ed immensa passione, presenta una melodia, quasi musica classica, altrettanto dolce ed appassionata.
Si tratta dunque di grandissima musica e non per nulla questa canzone è stata interpretata anche da grandi cantanti lirici.
Per questo ho anche pensato d’ascoltarla e di farvela ascoltare nella superba interpretazione del noto tenore Franco Corelli.

Possiamo quindi ben dire che il matrimonio tra versi e musica… più riuscito di così… non poteva essere.
Tony Kospan
LA SIMPATICA STORIA
Voce ‘e notte
(Musica di E.Nicolardi- Testo di E.De Curtis)
Questa canzone si può certamente definire autobiografica.
Racconta di un innamorato che, disperato, canta sotto il balcone della sua innamorata andata in sposa ad un altro uomo.
Correva l’anno 1903 ed Eduardo Nicolardi, giovane poeta di 25 anni,
Eduardo Nicolardi
si innamorò di Anna Rossi l’esile e bellissima vicina di casa figlia di un facoltoso commerciante di cavalli.
Quando Eduardo dichiarò il suo amore ai genitori di Anna, questi lo cacciarono via.
La loro giovane figlia non poteva andare ad un giovane poeta dal futuro incerto, ma doveva sposare Pompeo Corbera, un ricco cliente del padre ma dalla veneranda età di 75 anni.

Il destino, o l’età dell’anziano marito, volle che alla fine l’amore trionfasse.
Infatti poco tempo dopo il matrimonio, Pompeo Corbera morì ed i due poterono coronare il loro sogno d’amore e così noi abbiamo potuto avere una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi.
(testi dal web con modif. e integraz.)

TESTO E TRADUZIONE
Si ‘sta voce te scéta ‘int”a nuttata,
mentre t’astrigne ‘o sposo tujo vicino…
Statte scetata, si vuó’ stá scetata,
ma fa’ vedé ca duorme a suonno chino…
Nun ghí vicino ê llastre pe’ fá ‘a spia,
pecché nun puó sbagliá ‘sta voce è ‘a mia…
E’ ‘a stessa voce ‘e quanno tutt’e duje,
scurnuse, nce parlávamo cu ‘o “vvuje”.
Si ‘sta voce te canta dint”o core
chello ca nun te cerco e nun te dico;
tutt”o turmiento ‘e nu luntano ammore,
tutto ll’ammore ‘e nu turmiento antico…
Si te vène na smania ‘e vulé bene,
na smania ‘e vase córrere p”e vvéne,
nu fuoco che t’abbrucia comm’a che,
vásate a chillo…che te ‘mporta ‘e me?
Si ‘sta voce, che chiagne ‘int”a nuttata,
te sceta ‘o sposo, nun avé paura…
Vide ch’è senza nomme ‘a serenata,
dille ca dorme e che se rassicura…
Dille accussí: “Chi canta ‘int’a ‘sta via
o sarrá pazzo o more ‘e gelusia!
Starrá chiagnenno quacche ‘nfamitá…
Canta isso sulo…Ma che canta a fá?!…”
|
Se questa voce ti sveglia nella notte,
mentre ti stringi allo sposo tuo vicino…
Stai sveglia, se vuói star sveglia,
ma fai finta di dormir un sonno profondo…
Non avvicinarti alla finestra per vedere,
perché non puoi sbagliar questa voce è la mia…
E’ la stessa voce di quando noi due,
timidi, ci parlavamo col “voi”.
Se questa voce ti canta nel cuore
quello che non ti chiedo e non ti dico;
tutto il tormento d’un amore lontano,
tutto l’amore di un tormento antico…
Se ti viene voglia di voler bene,
un desiderio di baci corre nelle vene,
un fuoco che ti brucia proprio tanto,
bacia lui… che t’importa di me?
Se questa voce, che piange nella notte,
sveglia il tuo sposo, non aver paura…
Vedi bene ch’è senza nome la serenata,
digli quindi di dormire e di star sereno…
Digli cosí: “Chi canta in questa via
o sará pazzo o muor di gelosia!
Stará piangendo per qualche tradimento…
Canta da solo… Ma che canta a fare?!…”
(Traduz. di Tony Kospan)
|
LA CANZONE
Ascoltiamola ora, come ho accennato su,
nell’interpretazione di un grande cantante lirico
Franco Corelli
Tony Kospan
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Simone Martini – Annunciazione (partic.)
Nella storia dell’arte occidentale classica le stoffe a quadretti nei dipinti di Santi, Madonne e di tutti gli altri soggetti ritratti non sono quasi mai presenti.
Le vesti sono in genere sempre di un unico colore.
Ebbene, Isabella Ducrot, pittrice, scrittrice, e studiosa dei tessuti, ha affrontato proprio questo tema.
Lei racconta che l’idea le venne quando rimase sorpresissima nel vedere l’Annunciazione di Simone Martini (vedi su).
Infatti lei notò un dettaglio imprevedibile in quella tavola del 1333.
L’angelo che sta portando la notizia alla Madonna ha il suo mantello, ancora svolazzante, a quadretti.
La studiosa quindi sì poese la domanda “Come mai nei dipinti non appaiono mai stoffe a quadri?”
Isabella Ducrot
Tuttavia ci sono alcune.. poche.. eccezioni.
Eccone alcune.
Nel “Sant’Agostino nello studio” Botticelli dipinge una tovaglia a quadri.
In alcuni interni del Lorenzetti appaiono delle coperte a quadretti.
Tiziano fa indossare la sciarpa a quadri nella sua “Cena in Emmaus” e così pure una stoffa a quadri tiene su i pantaloni del ceffo che sbeffeggia Cristo nella “Incoronazione di spine”.
Nel suo dipinto “Penelope e i proci” il Pinturicchio dipinge una coloratissima stoffa a quadri nella parte superiore dei pantaloni di uno dei Proci.
Come possiamo notare i quadretti appaiono sempre in stoffe che rappresentano persone o oggetti modesti o non importanti.
E’ molto probabile che per il costo delle stoffe i fili usati dai telai per le cose di tutti i giorni fossero di vari colori per cui le stoffe di un unico colore erano destinate alla nobiltà, al clero ed e ai ceti elevati.
Questo aspetto colpì anche lo studioso dei colori Michael Pastoreau, che si interessò però delle stoffe maculate o di colori misti.
Egli sottolineava che queste stoffe erano sempre destinate nei dipinti a buffoni, giocolieri, al diavolo ed alle persone considerate odiose.
Spiegava che le tecniche medievali e rinascimentali per la creazione delle stoffe monocromatiche erano più difficili e quindi per questo più costose.
Nel tempo però, a partire dalla fine del ‘700, cambiò del tutto la moda, soprattutto quella degli uomini col trionfo delle stoffe scozzesi, e contemporaneamente iniziarono a diffondersi dipinti in cui erano presenti stoffe a quadri.
William Mosman
Il dipinto che possiamo ritenere che rappresenti il punto di svolta e definitivo di rivincita della stoffa a quadri è quello di Matisse che dipinge sua figlia (vedi qui giù).
Da quel momento in poi non c’è stata più alcuna sostanziale differenza tra i colori delle stoffe nei dipinti.
Tony Kospan
Per chi desidera approfondire:
Il libro: Isabella Ducrot – La stoffa a quadri
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI (NO POLITICA)
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Il 23 maggio del 1992 la Strage di Capaci
colpì il giudice, che era il simbolo della lotta alla Mafia,
insieme a sua moglie ed agli uomini della sua scorta.
Ancora oggi non tutto è chiarissimo.
Ci sono zone d’ombra che non si riescono ad illuminare,
ma quel che è certo è che un giudice in prima linea
nella lotta alla criminalità organizzata
era il bersaglio che doveva essere eliminato
ad ogni costo.
Il giudice Falcone
Desidero ricordarlo
insieme a tutti coloro che con lui condivisero
giorni, affetti, ideali ed ahimè la fine
come la moglie e gli uomini della scorta.
Falcone con Borsellino.. collega ed amico anche lui vittima di strage poco dopo
Desidero farlo con 3 sue citazioni ed un video…
perché in un momento in cui ancora imperano…
velinismo e prostituzione intellettuale…
e si vedono insensati attacchi alla magistratura…
il suo esempio, le sue parole ed il suo sacrificio
non siano dimenticati.
Palermo 18.5.1939 – Palermo 23.5.1992
Questi suoi brevi ma significativi pensieri
ci mostrano la grande statura dell’uomo e del magistrato.
Il coraggioso muore una volta,
il codardo cento volte al giorno.
—
Gli uomini passano, le idee restano.
Restano le loro tensioni morali
e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
—
La mafia non è affatto invincibile.
è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio,
e avrà anche una fine.
Piuttosto bisogna rendersi conto
che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave
e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini,
ma impegnando in questa battaglia
tutte le forze migliori delle istituzioni.
|
VIDEO OMAGGIO DEDICATO A FALCONE
Non possiamo non ringraziare Falcone,
la moglie, anche lei magistrato, la loro scorta
e tutte le altre vittime della mafia…
per il loro immenso sacrificio in nome
della legalità, dell’onestà… e della vera libertà
che non può mai esser disgiunta dal diritto.
Beata la nazione che non ha bisogni di eroi…
Brecht
Purtroppo non è il caso dell’Italia
anche se lui è stato un eroe “normale”
in quanto voleva fare solo il suo dovere
nel miglior modo possibile
e questo da noi, ahimè, è spesso
una cosa… straordinaria… e perfino pericolosa.
Tony Kospan

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Le sue canzoni univano in modo sublime
musica, poesia e… filosofia

Oggi è l’anniversario della scomparsa
di un mito, musicale e non solo,
del secondo ‘900 e dei primi anni del 2000.

Immagine giovanile
Il suo stile musicale spaziava dalla musica classica al pop,
dalla world-music al rock mentre i suoi temi andavano
dall’amore alla spiritualità, dalla filosofia al sufismo.
Le sue canzoni, quasi sempre intrise di poesia,
donavano pathos ed intense emozioni
a chi le ascoltava con la mente ed il cuore.

(Ionia, 23 marzo 1945 – Milo, 18 maggio 2021)
Innumerevoli sono stati i suoi successi e
sterminate erano le schiere dei suoi fan.
Rendiamogli quindi omaggio
con quella che forse (e senza forse)
è la sua canzone-poesia
più bella, più nota e più amata
“LA CURA”


e con quest’altra, pure molto bella,
“E TI VENGO A CERCARE“
che amo molto.


Il fascino delle tue canzoni non morirà mai.
Tony Kospan

LA TUA PAGINA DI… SOGNO?


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Se per molti pittori abbiamo detto
che le loro eran poesie scritte col… pennello,
per lui ben possiamo affermare che i suoi versi
eran quadri dipinti con la.. penna.
(Genova 9.12.1930 – Genova 18.5.2010)
Sanguineti è stato un poeta ed un importante intellettuale
del ‘900 assolutamente libero da mode, vincoli ed etichette.
Gli piaceva giocar con le parole per tirar fuori
la sua anima libera
con lo sguardo sempre diretto al futuro
ma senza mai rinnegare il passato
Ma per conoscerlo un po’
nulla di meglio che legger 2 sue poesie
SE MI STACCO DA TE
Se mi stacco da te, mi strappo tutto:
ma il mio meglio (o il mio peggio)
ti rimane attaccato, appiccicoso,
come un miele, una colla, un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te:
(e mi ritrovo i pollici e i polmoni):
tra poco atterro a Madrid:
(in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali,
gente d’affari, dicono numeri e numeri,
mentre bevono e fumano, eccitati,
agitatamente ridendo):
vivo ancora per te, se vivo ancora.

LA BALLATA DELLE DONNE
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Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso alla gioia
pensare al maschio, pensarci mi annoia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso alla pace
pensare al maschio, pensarci non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra
ed è la terra, in cui fui seminato,
vita vissuta che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, la prendo per mano.
Quest’ultima possiamo ora anche ascoltarla
in questo video con la musica di Massimiliano D’Ambrosio
e con immagini di donne della storia e delle loro battaglie
per la conquista dei diritti per millenni negati.
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Tony Kospan
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