Jules Breton
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e
BUON 1° MAGGIO
Oggi non possiamo non dedicare
il nostro classico saluto in poesia.. arte.. musica etc.. alla
FESTA DEL LAVORO
E questo anche se viviamo momenti molto difficili
in cui di lavoro ce n’è poco e forse pochissimo
a causa della tremenda pandemia.
Cerchiamo tutti di favorire un’inversione di tendenza
che possa riuscire a metter da parte gli interessi particolari
a favore di quelli generali e di chi soffre maggiormente
ma nel rispetto della salute di tutti, in primis dei lavoratori.
Courbet – Gli spaccapietre
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Il lavoro è così importante, e così necessario per vivere,
ma talvolta è anche così pericoloso che può farci morire.
Il lavoro, il merito e l’esperienza
debbono essere sempre ricompensati.
– J. P. Raffarin –
Pellizza da Volpedo – Quarto stato
E’ IL LAVORO OGGI L’AURORA
Sibilla Aleramo
Entro il mio cuore
la tortura, oh tutta la tortura
dal mondo patita
geme ch’io in parole le redima,
e io perdutamente balbetto,
il mio cuore ancora in sé sente
le infinite morti
da uomini inferte a uomini,
gli anni trascorrono
e sempre nel ricordo l’orrore
e sempre l’insostenibile vergogna
e sempre in me il gemito,
vano gemito anziché parole,
e il terrore che anche il più grande canto
vano pur esso sarebbe,
chi mai l’ascolterebbe
se nuovamente domani sul mondo
la tortura infierisse
infanzia e vecchiaia insiem cancellando
e tutte le speranze? Speranza aurora!
Chi ancora guarda l’aurora?
Mio cuore, ma tu lo sai!
e non è per essa che ancor batti?
Tanti e tanti e tanti,
vicino a te e lontano
ogni dì s’alzano e non armi impugnano,
o forse armi sono,
martelli, vanghe, libri,
e vanno con questi lor vivi arnesi,
la terra è tutta un cantiere,
ogni dì è lavoro,
quanto lavoro su la terra intera,
da secoli da millenni,
curvo era sino a ieri
ma ora di sé è fiero
s’anche duramente ancor soffre e lotta,
ben saldo nel voler mai più
guerre né torture,
nel volere il mondo
trasformato in fraterno giardino,
oh mio cuore, più non devi gemere,
abbi fede, tu vedi,
è il lavoro oggi l’aurora!

Angelo Morbelli – Mondine
Né può infine oggi mancare un ricordo
delle lotte fatte dai lavoratori per migliorare
le loro condizioni economiche e sui luoghi di lavoro.

Disegno della repressione della manifestazione di operai a Chicago nel 1886
Concludiamo questo “saluto speciale”
con il video di una bella canzone di Giorgio Gaber
“Gli operai”

Giorgio Gaber – Gli operai

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ed ancora…
a tutti coloro che il lavoro ce l’hanno
con l’aggiunta di un grande in bocca al lupo
a chi invece lo cerca
perché l’ha perso o non l’ha mai trovato.
Tony Kospan
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Pellizza da Volpedo – Membra stanche
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SOLO IERI NASCEVANO I BLOG
– STORIA.. EVOLUZIONE ED.. UN MIO PENSIERO –

NEL 1999 NASCEVA IL
Ha ventitre anni o venticinque?
Ventitre da quando Peter Merholz scrisse, maggio 1999, “we blog“, inteso come noi blogghiamo, sulla fascia laterale del suo sito.
E in quel momento il gergo tecnologico si fece verbo nell’ uso comune e nei vocabolari, oltre che sostantivo (“weblog”), com’era già.
Ma forse venticinque dato che già 2 anni prima i pionieri del web incominciarono a sperimentare un modo per “auto pubblicare” i loro testi e foto senza chiedere permesso a nessuno.

Con oltre 150 milioni di blog, il mondo si è ora “blog-formato” senza saperlo.
Ci siamo abituati a siti che dettano la legge del gossip, alla Cina che litiga nei blog e dove i blogger sono arrestati, all’Iran dove qualcuno di loro è morto in carcere.
E ai blog che si trasformano in giornali – qualcuno chiama ancora così l’ “Huffington Post”, una corazzata da 50 collaboratori e passa.
Il blog da genere “antimedia” si è mutato in “mainstream“, ovvero abitudine di massa: ci sono milioni e milioni di persone che ogni giorno “bloggano” senza forse nemmeno sapere di farlo.
Il blog è in verità anche polverizzato in facebook , nei “twitter” di 140 caratteri o nel “TumblR“, più lungo, ma sempre fulmineo nel testo o nelle sentenze.
Tutte cose che si possono fare anche senza un computer: non c’ è telefono “smart” che non abbia il suo programmino per pubblicare un “post” o per leggere il flusso dei “twitter“.
Le idee si sminuzzano in uno spazio lungo quanto uno sms e stabiliscono la nuova unità di misura della comunicazione.
Se n’è accorto il New York Times che ha nominato un “Social Media Editor”.
Si occuperà di “disseminare” le notizie del giornale, liofilizzate in micro messaggi, attraverso twitter, Facebook, MySpace e ovviamente attraverso i blog.
E come si fa a viaggiare nel mare del social web?
Il link è il collegamento che ogni blog (o twitter o microblog qualsiasi) stabilisce con la fonte della sua notizia o della sua indignazione.
Io cito te, tu citi me, e avanti così per migliaia di collegamenti.
Parole che comunicano con parole.
Parole che hanno i loro luoghi di aggregazione, tempeste di passaparola che possono far dimettere un ministro o fare a pezzi un titolo in borsa.
Al New York Times hanno da tempo capito che la metà del loro traffico web – quindi circa 10 milioni di persone al mese – arrivano ai contenuti del giornale non da titoli o spassionata lettura, ma dai sentito dire di questa piazza virtuale.
Quel passaparola è linfa vitale e non solo per quel giornale.
………………..
C’erano una volta i blog del sottosuolo e dell’ antimedia.
Era ventitre anni fa.
Forse venticinque.
– VITTORIO ZAMBARDINO – (con piccole modifiche dato che l’articolo è di alcuni anni fa)
Dal quotidiano LA REPUBBLICA – impaginazione e libero adattamento di Tony Kospan

LA MIA ESPERIENZA ED UN PARERE
Oggi i blog classici stanno cambiando la loro funzione ed in parte hanno anche perso la loro centralità nel mondo del webper l’esplosione dei social network… in primis Facebook, Twitter, Instagram etc.
Dunque sta avvenendo una loro trasformazione da diario personale da mostrare ai visitatori a vero e proprio piccolo sito con proposte di informazioni, pareri, analisi, poesie, immagini, video etc… da condividere e scambiare con i lettori – frequentatori – visitatori casuali – amici.
Inoltre appare sempre più spesso esserci un’interazione tra social network e blog per le possibilità molto più ampie di immagini colori sfondi e musiche che presentano questi ultimi accanto alla strepitosa facilità di contatti dei primi.
Infine l’esplosione tecnologica, che consente a tutti di frequentare il web con una miriade di aggeggi elettronici (cellulari, tablet, smartphone etc ), ha consentito una parallela esplosione delle offerte e richieste di informazioni, conoscenze, contatti etc..
Purtroppo c’è da constatare infine che questo immenso flusso di informazioni tocca molto poco i temi culturali rimanendo per la massima parte ancorato su temi sportivi… erotici… comici… politici (ma tutti spesso interpretati come arene di insulti o come palestre di super fake news).
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Questo il mio parere, oggi, ma devo dire che l’evoluzione tecnologica non solo non rallenta, nonostante le crisi mondiali, ma procede in modo velocissimo e certamente assisteremo presto a nuovi ulteriori cambiamenti, a nuove imprevedibili velocizzazioni ed ampliamenti delle telecomunicazioni.
Personalmente sono giunto in ritardo al blog, prima ero nelle comunità virtuali (antesignane degli attuali social network), e l’impostazione iniziale nell’accostarmi a questo mondo era quella di scrivere, o selezionare, messaggi… pensieri… poesie… riflessioni… sogni, interessi etc… (ma non tanto personali) inserendoli in una bottiglia (post) lanciata nell’immenso mare di internet.
Successivamente ho creato una inter-relazione tra Blog e Facebook e poi, ma in modo assolutamente molto personale, anche con il mondo di Twitter.
Devo infine dire che oltre alle numerosissime frequentazioni quotidiane questo mio blog appare anche punto di riferimento e di dialogo per molti e la cosa mi rende felice per cui sento anche il dovere di ringraziare in primis i tantissimi visitatori e poi soprattutto coloro che, commentando i vari post o scrivendo al blog, entrano in contatto con me con le loro idee, i loro pareri, i loro consigli, i loro suggerimenti etc. e perché no, anche con le loro critiche (per fortuna rare).
Concludo pertanto augurando “lunga vita ai blog” in generale ed a questo mio, in particolare.
Tony Kospan
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Care amiche ed amici amanti, come me, della poesia
stavolta parleremo di una particolare situazione
in cui molti si trovano o si sono trovati,
l’esser lontani dalla persona amata.
LA LONTANANZA IN AMORE (A)
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E…
a cura di Tony Kospan
Sarà perché spesso accade nel virtuale
d’innamorarsi di chi vive in altre località,
sarà perché spesso il lavoro o altro costringe a cambiar città,
ma il tema della lontananza in amore è sempre molto sentito.

Angela Betta Casale
Tuttavia la lontananza oggi è facilmente attenuabile
grazie ai moderni mezzi di comunicazione
cosa che non era possibile ai nostri antenati
ma quella fisica resta sempre uguale, oggi come ieri.
C’è anche da dire, per la verità, che alcuni ritengono
che stando lontani e quindi senza ripetitive abitudini
ci si può amare meglio e più a lungo.
(v. qui giù l’aforisma di Properzio poeta latino)

William Vincent Cahill
Altre volte poi la lontananza è non fisica ma psicologica…
ma in questo caso è chiaro che è la conseguenza
e non la causa della difficoltà di un rapporto d’amore.
In ogni caso essa ha sempre
una notevole influenza
sull’amore che si vive…
sia in senso positivo che negativo.

Henri-Jean-Guillaume Martin
Prima di passare alle poesie ecco gli aforismi
scelti quest’anno.
Nessun posto è lontano.
Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate
forse non ci siete già?
Enrico Brizzi
Le lettere d’amore si nutrono di lontananza.
Carlo Gragnani
Quando l’amante è lontano, più caldo si fa il desiderio;
l’abitudine rende fastidioso l’amato.
Sesto Properzio
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all’occhio,
li ingrandisce al pensiero.
Arthur Schopenhauer
Il cammino attraverso la foresta non è lungo
se si ama la persona che si va a trovare.
Proverbio Africano
Veniamo ora alle poesie prescelte
e come sempre sarà bello leggere quelle (vostre o meno)
che sul tema piacciono a voi
o tutto quel che vi va di esprimere.
Thomas Benjamin Kennington
NON POSSO RAGGIUNGERTI
~ Nadina Spaggiari Ascari ~
Non posso raggiungerti
ho ascoltato il silenzio, ma non ci sei,
ti ho chiamato nei canali aperti al tormento e non ci sei,
ti ho cercato nell’acqua,
nel vento che frusta il prato senza un briciolo di ragione,
ma non ci sei,
non rispondi nemmeno al mio grido verso il tramonto,
che spegne la luce negl’occhi e privo di compassione
porta la notte nel cuore, così, lasciandomi senza di te,
perché tu non rispondi, tu non ci sei.
Ti ho cercato nella luce del cuore e si è schiuso un sussurro,
come un piccolo abbraccio,
un soffio d’angelo, un bisbigliare sommesso,
che diventa presto uragano e mi catapulta sul mio desiderio
e mi dice che devo lasciarmi guidare, fuori da te.
Anima mia,
non posso più scorrerti dentro,
mischiarmi al tuo sangue così. Morirei.
E non è follia è soltanto la febbre che sale, è l’amore,
il mio amore per te.
Devo andarmene da questo delirio,
chiudere il pensiero, dimenticarmi di te.
SENZA DI TE
~ John Keats ~
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l’anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
IL PRINCIPE
~ H. Hesse ~
Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.
Tutto volevamo disimparare
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello
su un’estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
– principessa, dove sei rimasta?
Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti
e devono rubarti il sonno –
principessa, quando tornerai?
CHE STA FACENDO ADESSO?
~ Nazim Hikmet ~
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
E’ a casa? per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse… chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?


Johann Heinrich Füssli
CHINO SULLE SERE…
~ Pablo Neruda ~
Chino sulle sere tiro le mie tristi reti
ai tuoi occhi oceanici.
Lì si distende e arde nel più alto fuoco
la mia solitudine che fa girare le braccia come un naufrago.
Faccio rossi segnali ai tuoi occhi assenti
che ondeggiano come il mare sulla riva di una faro.
Conservi solo tenebre, donna distante e mia,
dal tuo sguardo emerge a volte la costa del terrore.
Chino sulle sere getto le mie tristi reti
in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.
Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
che scintillano come la mia anima quando ti amo.
Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa
spargendo spighe azzurre sul prato.
Auguro a tutti d’esser sempre…
vicini vicini
all’amata o all’amato.
Tony Kospan
LA POESIA E LA CULTURA
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Fabian Perez – Letizia al pomeriggio
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