Archivio per 28 aprile 2022

Giovedì sera in poesia “Oggi” S. Littleword – arte Anna Dittmann – canzone “Emozioni” Battisti   Leave a comment

 

 

Anna Dittmann 

 

 

 

 


L’amore non dà nulla.. se non se stesso,

non coglie nulla.. se non da se stesso.

L’amore non possiede.. né è posseduto:

l’amore basta all’amore.

– Gibran Kahlil Gibran –

 

Anna Dittmann
 
 
 

OGGI
Stephen Littleword
 
Oggi
raccolgo brandelli
di cielo,
sorrido al nuovo
giorno che si accinge
a splendere,
raccolgo le forze
come fossero coralli
sulla spiaggia,
e ne faccio tesoro
per l’intera giornata.
Apri
le porte al cambiamento
e vivi intensamente,
disegna una finestra
tra i pensieri più bui
e farla diventare
la tua finestra
sul cielo interiore.
Che sia
un giorno splendido,
uno di quei giorni
dove il sole splende,
dentro e fuori di te.



 
 
 
Anna Dittmann
 
 
 
 

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da Orso Tony
 

 

3
PER CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Ripped Note

 

 

 

Anna Dittmann

 



“Palomma ‘e notte” mitica canzone-poesia di S. di Giacomo ed un accenno al difficile amore del poeta con Elisa – Storia.. testo e 3 video   Leave a comment



Beh definire questa… una canzone poesia…
non è poi così difficile
considerato che l’autore è un grande poeta.









PALOMMA ‘E NOTTE
LA STORIA – LA POESIA – LA CANZONE
a cura di Tony Kospan










Chi ha scritto questa classicissima canzone napoletana
è infatti il grande poeta Salvatore Di Giacomo
e la poesia è dedicata alla sua donna… Elisa.

La storia di questa canzone ce la racconta direttamente
il giornalista e scrittore Raffaele La Capria
che la raccontò sul “Corriere della Sera
descrivendo però anche la storia del loro complicato amore.








LA STORIA DEL LORO AMORE
CHE ORIGINO’ LA POESIA E POI LA CANZONE



“Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26.

Salvatore era un bell’ uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque, e tutto questo creava intorno alla sua persona un’ aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa.

Elisa era «’ na giovane vestuta / cu ‘ na vesta granata, auta e brunetta» (una giovane vestita / con una veste granata, alta e brunetta ntk).

Studiava per diventare insegnante e ancor più per essere indipendente, per emanciparsi dalla protezione familiare, cosa poco comune a Napoli in quel tempo.









Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell’ambiente e di quell’ educazione, da lasciare stupiti. 

«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com’ è. E’ bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so… 
Sappiatela tutt’intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com’è sempre l’ impeto dell’anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».

Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.”

Per amor di brevità essendo l’articolo lunghetto ne sintetizzo la parte centrale per riprenderne poi il finale.








– Il loro amore fu molto tormentato prima per l’invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…

Si amarono così d’un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore, costretto all’immobilità ed amorevolmente curato da lei, si spense…

Elisa impazzita dal dolore distrusse tutte le lettere che lui le aveva inviato ma per caso dimenticò in un cassetto “quelle che vanno dal luglio del 1906 al dicembre del 1911 e che ci hanno permesso di raccontare la storia di questo strano amore.”









Ecco l’ultima parte dell’articolo di La Capria che qui racconta anche la nascita di questa poesia:

“Voglio chiudere il mio racconto con una delle poesie scritte da Di Giacomo, una di quelle che più amo, e una di quelle certamente dedicate ad Elisa: Palomma ‘e notte.

Il poeta una sera vede una farfallina girare e rigirare intorno a una candela accesa.

E l’ avverte: questa è una fiamma, ti può bruciare le ali, non è una rosa e nemmeno un gelsomino.

Va’ via, torna all’ aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio?

E’ chiaro che la farfallina è Elisa e chi vorrebbe allontanarla bruciandosi la mano, è Salvatore.”







La poesia, scritta nel 1904, divenne una canzone nel 1907.

La musica fu composta da Francesco Buongiovanni… e direi che si tratta proprio di un’accoppiata sublime.








E’ considerata una delle più belle canzoni della grande tradizione classica napoletana.



LA POESIA (IN ITALIANO)

Guarda questa farfalla,
Come gira, come svolazza,
Come torna un’altra volta
A tentare questa candela!

Farfallina, questo è un lume,

Non è rosa o gelsomino,

E tu per forza qua vicino

Ti vuoi mettere a volare!


Vattene da là!

Vattene, pazza!

Va’, farfallina, e torna,

E torna a quest’aria

Così fresca e bella!

Lo vedi che anch’io

Mi abbaglio piano piano

E che mi brucio la mano

Per volerti cacciare via?


Carolina, per un capriccio,

Tu vuoi fare scontento un altro

E poi, quando l’hai lasciato,

Tu, da un altro, vuoi volare.


Troppi cuori stai stringendo

Con queste tue mani piccole,

Ma finisce che queste ali

Anche tu ti puoi bruciare.


Vattene da là!

Vattene, pazza!

Va’, farfallina, e torna,

E torna a quest’aria

Così fresca e bella!

Lo vedi che anch’io

Mi abbaglio piano piano

E che mi brucio la mano

Per volerti cacciare via?


Torna, va’, farfalla di notte,

Nell’ombra dove sei nata!

Torna a quest’aria imbalsamata

Che ti sa consolare!


Nel buio e solo per me

Questa candela arde e si strugge,

Ma che arda tutti e due,

Non lo posso sopportare!


Vattene da là!

Vattene, pazza!

Va’, farfallina, e torna,

E torna a quest’aria

Così fresca e bella!

Lo vedi che anch’io

Mi abbaglio piano piano

E che mi brucio la mano

Per volerti cacciare via?


tradotto da Natalia Cernega


Qui di seguito possiamo ascoltarla cantata prima da Peppino di Capri.





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e poi se lo si desidera…  la si può ascoltare anche nella versione più classica di Sergio Bruni…




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ed infine anche in quest’altra versione ancora più raffinata e ricercata, benché moderna, di Gianni Lamagna che mi è stata segnalata, nei commenti, da un visitatore del Blog… che ringrazio.



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CIAO DA TONY KOSPAN




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La sorprendente “Galleria Borromini” a Roma ovvero trionfo della prospettiva – Storia.. immagini e video   Leave a comment








LA STUPEFACENTE GALLERIA BORROMINI DI PALAZZO SPADA A ROMA




In pieno centro. a Roma, alle spalle della mitica piazza Campo de’ Fiori possiamo ammirare uno dei palazzi più originali d’Italia soprattutto per l’incredibile Galleria Borromini… vero trionfo dell’architettura barocca e dell’illusione prospettica.

Il Palazzo, acquistato nel ‘600 dalla famiglia Spada oggi è anche la sede del Consiglio di Stato.









A metà circa del ‘600 il cardinale Bernardino Spada ordinò dei lavori di ampliamento dell’edificio creando una nuova ala.

In questa nuova ala il Borromini, architetto svizzero tra i più grandi del ‘600 che operava a Roma, realizzò una Galleria che stupisce ancora oggi e che attira visitatori di ogni parte del mondo.








L’opera, in perfetto stile barocco, risponde in pieno alla visione dell’epoca che tendeva ad esaltare la meraviglia, l’inganno e l’apparenza.

Questa Galleria è forse, anzi senza forse, uno dei massimi esempi di questa visione.








Il Borromini avendo a disposizione uno spazio disponibile molto ridotto riuscirà, con precisi accorgimenti architettonici, a progettare un colonnato che apparirà lungo 40 metri mentre in realtà è lungo solo 8,82 metri.

In realtà egli fu aiutato in questo dai calcoli del matematico padre agostiniano Giovanni Maria da Bitonto.








L’accorgimento principale consiste nel fatto che i piani del colonnato non procedono in modo parallelo ma convergono in un unico punto di fuga.

Le colonne poi che all’entrata sono alte 5,8 mt alla fine saranno di 2,45 mt.  e la larghezza della galleria, inizialmente di 3,5 mt, diventa in fondo di un solo metro e così pure degradano le lastre geometriche del pavimento ed il soffitto a volta.









Ultimo, ma non ultimo per importanza illusionistica, è l’accorgimento di inserire in fondo al colonnato la statua di Marte, che, alta solo 60 cm, contribuisce a realizzare una perfetta illusione ottica.

Dunque, quando ci fermiamo davanti al colonnato… tutto quel che vediamo… non è reale!








Questo ci lascia sbalorditi… confusi… e perdiamo il senso delle misure.

Proprio questo volevano il committente ed il Borromini… dimostrare che la che la vita è un inganno e che nulla è davvero reale.

Il video qui giù ci consentirà di vedere ancor meglio la Galleria e di vivere le sensazioni che ci può donare.








Tony Kospan



3
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
Ripped Note














IL GIARDINO DI NINFA – Il bellissimo parco del Lazio con storia.. flora e fauna.. anche in video   Leave a comment








Questo parco, situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina 
è un tipico giardino all’inglese realizzato
da Gelasio Caetani a partire dal 1921 nella zona in cui c’erano
i ruderi della cittadina medievale “Ninfa”.







Il parco, davvero bellissimo, è l’ideale per una gita di sogno
in quanto unisce un affascinante ambiente naturale (fiume e laghetto),
ad un bellissimo giardino ed a suggestivi ruderi medievali
(castello, edifici, chiese e campanili medievali).

Per la sua poetica e sognante bellezza è stato amato
da molti scrittori e poeti tra cui
Virgina Woolf, Truman Capote, Ungaretti, Moravia.






LA STORIA


Si narra che nell’antichità nell’isolotto al centro del laghetto
ci fosse un tempio dedicato alle Ninfe…

L’area, divenuta nei secoli di proprietà di nobili famiglie pontificie,
pian piano si spopolò fino a perdere le caratteristiche di cittadina.








La zona è tornata in auge  a partire dagli anni ’20 proprio a seguito
della creazione del parco ed al restauro delle rovine…
iniziati da Celesio Caetani e proseguiti dalla moglie e dalla figlia.

Furono queste ultime a decidere la forma di giardino all’inglese.

Il Giardino di Ninfa è stato dichiarato “Monumento Naturale”
della Repubblica Italiana nel 2000.







LA FLORA E LA FAUNA


Davvero ricchissima e coloratissima è la flora del parco
che mostra fioriture in ogni stagione.

In particolare vi sono vari tipi di magnolie, betulle, iris palustri, aceri giapponesi,
ciliegi e meli ornamentali, caprifogli, camelie, cornioli, rose rampicanti
abbracciate ai ruderi e perfino piante tropicali come l’avocado, i banani, la gunnera.

Vi sono anche vari animali e soprattutto tantissimi e vari uccelli.








INFORMAZIONI PER LA VISITA


Dato che è visitabile solo pochi giorni all’anno 
e che c’è un limite numerico agli ingressi 
è necessario prenotarsi.





IL SITO UFFICIALE

http://www.fondazionecaetani.org



VEDIAMOLO ANCHE IN VIDEO








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