Il Disco di Festo – Ecco uno dei più famosi (e veri) misteri dell’archeologia   Leave a comment

 

 

 

 

IL MISTERO DEL DISCO DI FESTOS


 


Ogni tanto gli archeologi trovano oggetti misteriosi ed enigmatici; con caratteri indecifrabili, con strani glifi, formule  magiche arcaiche, con esseri amorfi e via dicendo.


Oggetti di questo tipo ormai se ne contano a migliaia e alcuni di essi rimangono nascosti e dimenticati nei vari scantinati dei musei.


Uno di questi strani oggetti, sebbene se ne sia discusso parecchio, non ha ancora avuto la fortuna di divenire celebre e ammirato come altri suoi simili.


Si tratta del disco di Festos, trovato a Festos (Creta) dall’ Italiano Luigi Perneri nel 1908.


E’ una tavoletta circolare di terracotta, realizzata nel 1700 a.C., raffigurante geroglifici non ancora interpretati. 

Reperto archeologico piuttosto ambiguo ma bellissimo dal punto di vista estetico.


Mostra sulle due facciate (come possiamo vedere più giù) segni pittografici che rappresentano pietre, uomini, foglie, pesci sconosciuti, e perfino un boomerang, che è un arma di origine oceanica e non greca!





 

 

 

Queste incisioni non furono fatte a mano, ma realizzate con 45 punzoni, fatto incredibile per l’epoca, poiché il primo a usare i punzoni fu un certo Gutenberg solo 3000 anni più tardi. 


Prima di stabilire la sua origine cerchiamo di chiarire che cosa potrebbe rappresentare questo disco.


Per alcuni si tratterrebbe o di un inno religioso o di un canto di guerra, o anche di una profezia magica.

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Secondo l’esperto di lingua micenea Rosario Viene non si tratta di inni o canti poiché non è una scrittura.


Le figure per altri costituirebbero un calendario usato per calcolare la durata dell’anno solare, basato su un ciclo di 128 anni, rivelatosi ancor più preciso persino del calendario gregoriano, studiato nel 1582 e ancora in uso oggi. 


Benché queste teorie siano interessanti, non abbiamo ancora capito di preciso che cosa vogliano rappresentare questi segni, e chi e perché li fece!

 





 

 

 

Il motivo: le parole corrono lungo una spira, sia da un lato che dall’altro; i ricercatori si sono detti: ma dove comincerà la scrittura?

Dal centro? Dalla periferia verso il centro? Andando verso dove?
 
Sommando i segni presenti nelle 61 parole che appaiono, troviamo un totale di 242 segni, una cifra irrisoria paragonata ai 30.000 che hanno permesso di decifrare la scrittura lineare B, i 7.500 della lineare A e i 1.600 della scrittura geroglifica cretese.


Analizzando bene, i segni sono estremamente realistici ottenuti con la stampa di 45 punzoni, su entrambi i lati.
 
Si tratta probabilmente del primo caso nella storia di un’iscrizione realizzata con l’aiuto di caratteri mobili.









Per ora è destinato a conservare il suo mistero.

Si ritiene che sia stato realizzato intorno al 1700 a.c. (ovvero piu di 3700 anni fa). 



Molti lo citano come primo esempio di stampa: infatti sulla argilla ancora umida furono impressi i caratteri con una serie di “sigilli” rappresentanti 45 simboli.
 
I sigilli in altre civiltà come la mesopotamica o l’egiziana venivano invece usati per autenticare ad esempio i documenti o per identificarne gli autori (si usava la cera come base).
 
Questo sistema, usato nel disco, invece è lo stesso o molto simile che userà Gutenberg nell’inventare la stampa moderna a caratteri mobili.
 
Per altri invece potrebbe essere un calendario.
 
Nonostante molti affermino d’aver scoperto l’enigma… in realtà per l’archeologia ufficiale il mistero  fino ad oggi non risulta essere stato svelato.





 
 

Ciao da Tony Kospan
 



 

FONTI:
– Focus Storia, primavera 2005;
 Civiltà Scomparse, viaggio tra gli enigmi dell’umanità; 
– Un interessante studio condotto da studiosi francesi si trova alla pagina: http://disque.phaistos.free.fr
– Pasquale Arciuolo
– Altri siti web
 
IMPAGINAZ. E COORDIN. T.K.

 
 
 
 
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