Archivio per 27 gennaio 2022

Felice serata in poesia “Il mio occhio..” Shakespeare – arte A. Moore – canzone “Sicuramente tu” (A. Minghi)   Leave a comment


 

Albert Moore

 

 

 

 

 

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La cosa più bella con cui possiamo entrare in contatto
è il… mistero.
E’ la sorgente di tutta la vera arte 
e di tutta la vera scienza. 
– Albert Einstein –
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Albert Moore
 
 
 

IL MIO OCCHIO S’E’ FATTO PITTORE
~ William  Shakespeare ~ 

Il mio occhio si è fatto pittore
e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è tenuta,
e, fatta in prospettiva,
 essa è la migliore arte del pittore:
perché attraverso il pittore devi vedere la sua maestria,
per scoprire
dove sia la tua fedele immagine dipinta,
che sempre pende nella bottega del mio petto,
nelle cui finestre
si specchia il vetro dei tuoi occhi.
Ora vedi che bei servigi
gli occhi hanno reso agli occhi:
i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto,
attraverso cui il sole si diletta a sbirciare,
per ammirare, là dentro, te.
Ma agli occhi manca l’abilità
che dia grazia alla loro arte:
ritraggono solo ciò che vedono,
non conoscono il cuore.


 
 
 

 Albert Moore – Omaggio alla musica

 

 
 
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MARRONE CHIARO
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
.
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 Albert Moore -Tuoni e lampi





 

L’ALBA – Vediamola (con l’aurora ed il mattino) nelle poesie.. nei dipinti.. negli aforismi e nelle canzoni   Leave a comment

 

 

 

 

 

Se la Primavera è la prima stagione dell’anno,

se il lunedì è il primo giorno della settimana,

se l’infanzia-adolescenza-giovinezza è la prima parte della vita,

qual è il momento iniziale e sognante che,

rinnovandosi sempre, ci apre ogni giorno al mondo ed alla vita?

 

 

 

 

 

 

Beh avrete certamente capito che si parla dell’Alba…

quel momento affascinante in cui le ombre della notte

lentamente si diradano ed avanza un chiarore che illumina

pian piano, e sempre di più, ogni cosa…

ma anche dell’Aurora e del Mattino.

 

 

Charles Courtney Curran – Mattino d’estate


 

 


L’ALBA… L’AURORA… IL MATTINO…

IN POESIA ARTE AFORISMI CANZONI E NON SOLO

a cura di Tony Kospan

 

 

Per la verità essendo un “gufo” (bioritmi)

raramente riesco a vederla ma, forse proprio per questo, chissà,

l’amo come un momento misterioso e magico.




 . 



Prima di passare alle poesie selezionate

leggiamo alcuni aforismi sulla prima parte del giorno.


 

 

 

 

 

 

La preghiera del mattino dell’uomo moderno

è la lettura del giornale

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

 

 

Nessun giorno è uguale all’altro,

ogni mattina porta con sé un particolare miracolo,

il proprio momento magico,

nel quale i vecchi universi vengono distrutti

e si creano nuove stelle.

Paulo Coelho

 

 

Mi alzo al mattino

con una nuova illusione…

Rino Gaetano

 

 

 

 

 


Essa è stata molto amata da poeti… pensatori… scrittori…

per quel che è in sé, ma anche per le sue chiare valenze simboliche,

ed infatti sono davvero tantissime le poesie a lei dedicate.

 

Forse la più breve, ma anche la più geniale,

è questa mitica e molto suggestiva lirica di Ungaretti

scritta mentre al fronte sul Carso.

 

 

MATTINA

 

M’illumino

d’immenso

 

 

 

 

 

 

Con l’alba (aurora e mattino) iniziamo un trittico poetico

che proseguirà con la sera e terminerà con la notte

saltando la parte centrale del giorno

che, forse per le materiali incombenze della vita,

è, da sempre, la meno amata dai poeti…

 

 

 

 

  L’alba di domani – Tiromancino

Hopper – Sole del mattino

 

 

ALBA

Salvatore Messina*

 

Alba

il tuo nome come dolce sorriso

le

labbra si muovono appena

gli occhi socchiusi

la luna sbadigliando cerca di dormire

l’insonnia degli amanti si legge sul mio viso

amo te

il tuo respiro

la tua paura d’amare

il tuo viso sul mio cuore

ad ascoltare amore

il tuo amore per me come tesoro reale

in un punto lontano una vita

esce la luce

lascio impronte sulla sabbia

il mare questa volta non le cancellerà

il dio di chi ama veglierà

per me per te

per questo amore

che mai finirà

ancorato ai nostri cuori

come a roccia eterna.

 

* poeta di strada nato nel 1939 a Catania

 

 

   (Albachiara – Vasco Rossi)

Christian Schloe

 

 

QUANDO LA NOTTE…

Emily  Dickinson

 

Quando la notte è quasi terminata

e l’alba è tanto vicina

che possiamo toccare gli spazi –

è ora di lisciarsi i capelli

e preparare le fossette nelle guance –

e stupirsi di esser stati in pena

per quella vecchia, svanita mezzanotte

che ci atterrì soltanto per un’ora.


 

   Una mattina – Ludovico Einaudi

Monet – Impression soleil levant *

 

 

UN’ALBA

Alfonso Gatto

 

Com’è spoglia la luna, è quasi l’alba.

Si staccano i convogli, nella piazza

bruna di terra il verde dei giardini

trema d’autunno nei cancelli.

è l’ora fioca in cui s’incide al freddo

la tua città deserta, appena un trotto

remoto di cavallo, l’attacchino

sposta dolce la scala lungo i muri

in un fruscìo di carta. La tua stanza

leggera come il sonno sarà nuova

e in un parato da campagna al sole

roseo d’autunno s’aprirà. La fredda

banchina dei mercati odora d’erba.

La porta verde della chiesa è il mare

 

 * Dal nome di questo dipinto nasce… l’Impressionismo


 

   L’Aurora – Eros Ramazzotti

Jack Vettriano – Edith and the Kingpin

 

 

LA POESIA CHE NON HO SCRITTO

Raymond Carver

 

Ecco la poesia che volevo scrivere

prima, ma non l’ho scritta

perché ti ho sentita muoverti.

Stavo ripensando

a quella prima mattina a Zurigo.

Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.

Per un attimo disorientati. Ma poi siamo

usciti sul balcone che dominava

il fiume e la città vecchia.

E siamo rimasti lì senza parlare.

Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.

Così felici ed emozionati. Come se

fossimo stati messi lì

proprio in quel momento.


 

   Mattinata – Mario del Monaco

William Mc Gregor Paxton – Giornale del mattino

 

 

POICHE’ L’ALBA SI ACCENDE

Paul Verlaine

 

Poiché l’alba si accende, ed ecco l’aurora,

poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente

a ritornare a me che la chiamo e l’imploro,

poiché questa felicità consente ad esser mia,

facciamola finita coi pensieri funesti,

basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto

basta con l’ironia e le labbra strette

e parole in cui uno spirito senz’anima trionfava.

E basta con quei pugni serrati e la collera

per i malvagi e gli sciocchi che s’incontrano;

basta con l’abominevole rancore! basta

con l’oblìo ricercato in esecrate bevande!

Perché io voglio, ora che un Essere di luce

nella mia notte fonda ha portato il chiarore

di un amore immortale che è anche il primo

per la grazia, il sorriso e la bontà,

io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,

da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,

camminare diritto, sia per sentieri di muschio

sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;

sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita

verso la meta a cui mi spingerà il destino,

senza violenza, né rimorsi, né invidia:

sarà questo il felice dovere in gaie lotte.

E poiché, per cullare le lentezze della via,

canterò arie ingenue, io mi dico

che lei certo mi ascolterà senza fastidio;

e non chiedo, davvero, altro Paradiso.


 

 

Albe e mattinate felici… per tutti

da Tony Kospan

 

 

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Il test dei test – Ecco un test davvero simpatico ed.. affidabile   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 

macchina fotograficamacchina fotograficamacchina fotograficamacchina fotograficamacchina fotografica
 

 
 
 
I test, si sa, difficilmente ci dicono qualcosa che non conosciamo già
sulla nostra personalità
tuttavia ci evidenziano dei nostri lati che tendiamo a non… vedere.


Spesso poi in certi test
ci si trova a dover prendere decisioni in situazioni assurde
e ancora più spesso ci si trova a dover scegliere tra risposte
che non rispecchiano assolutamente le nostre idee.






Dietro a ogni test c’è spesso un po’ più della mente contorta
di chi ha scritto le domande
che non della personalità di chi risponde.

Però fare i test e vedere il profilo della nostra personalità 
che ne emerge in fondo ci affascina sempre.

 

 
 
 
 
 

E’ soprattutto un modo per divertirsi, rilassarsi
ed anche per relazionarsi con se stesso e con gli altri.


Quindi prego tutti quelli che sono arrivati fin qui 
di leggere il test e di farlo con gioia
senza prendere troppo sul serio il profilo finale,
soprattutto se non lo si trova adeguato alla propria persona.
 
 
 
 

(Considerazioni – con modifiche  – del sito del test… che condivido  in parte – Il test però davvero non è male – Nota T.K.)
 
 
 
 
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Ma veniamo a questo test di cui segnalo
l’originalità delle domande
ma anche, a mio parere, ripeto,
che è davvero interessante ed affidabile.

IL TEST DEI TEST

Frecce (174)


 Se ti va… facci sapere… l’esito… e cosa ne pensi.



Tony Kospan



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TENCO – Breve ricordo del grande cantautore degli anni ’60 anche con 2 sue belle canzoni-poesie   Leave a comment

 

 

 

 

 

Nato il 21 marzo 1938 a Cassine (Alessandria) crebbe artisticamente a Genova frequentando grandi cantautori come Bruno Lauzi, Gino Paoli e Fabrizio De André.

 

Il suo grande amore musicale era il jazz… ed infatti la sua prima band si chiamava “Jelly Roll boys jazz band”.


 

 

Luigi Tenco (Cassine, 21.3.1938 – Sanremo, 27.1.1967)

 


 
I suoi esordi con il nome d’arte Gigi Mai (ne userà poi diversi altri) non furono baciati dal successo nè di pubblico nè di critica.

 

Dal 1959 iniziano i suoi successi soprattutto con “Mi sono innamorato di te” e “Io sì”… poi nel 1964 con “Ho capito che ti amo” e nel 1966… con “Un giorno dopo l’altro” e “Lontano, lontano
 

 

 


 

 


Nel 1967 partecipa al festival di Sanremo già attanagliato da problemi psicologici con “”Ciao amore, ciao”  cantata in coppia con Dalida e nel vederla bocciata dalla giuria a favore di altre canzoni di scarso valore si tolse la vita…

 

E’ stato un cantautore davvero “autentico” in quanto non cedette mai a pressioni commerciali o si abbassò a volgarizzazioni della sua vena poetico-musicale.

 

 

 

 

 

 

Milioni di giovani dell’epoca (tra i quali il sottoscritto) lo amavano per questo e rimasero sconvolti quando appresero della sua morte.

 

Per me, ma non solo per me, le sue erano quasi tutte “canzoni poesie“.


 
 
 

 
 
 

Ed è proprio con questa canzone poesia IO SI’ che mi fa piacere iniziare a ricordarlo e rendergli omaggio…

 
 
La canzone è tutta sua… testo e musica… ed appare a me…, ma non solo…, come una delle sue canzoni più incisive… più sensuali… più romantiche ed intriganti…
 
 
Direi che per questi aspetti rappresenta un vero e proprio unicum tra le sue canzoni…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
.
Prima ascoltarla però… leggiamo il testo… per apprezzarne il valore “poetico”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IO SI’
 – Tenco – 

Io sì,
che t’avrei fatto vivere
una vita di sogni
che con lui non puoi vivere
 
Io sì,
avrei fatto sparire
dai tuoi occhi la noia
che lui non sa vedere
ma ormai…
 
Io sì,
t’avrei detto il mio amore
cercando le parole
che lui non sa trovare
 
Io sì,
t’avrei fatta invidiare
dalle stesse tue amiche
che di lui ora ridono,
ma ormai…
 
Io sì,
t’avrei fatta arrossire
dicendoti “ti amo”
come lui non sa dire
 
Io sì,
da te avrei voluto
quella tua voce calda
che a lui fa paura
ma ormai…
 
Io sì,
t’avrei fatto capire
che il bello della sera
non è soltanto uscire
 
Io sì,
t’avrei insegnato
che si incomincia a vivere
quando lui vuol dormire,
ma ormai…
 
Io sì,
che t’avrei insegnato
qualcosa dell’amore
che per lui è peccato
 
Io sì,
t’avrei fatto sapere
quante cose tu hai
che mi fanno impazzire
ma ormai…

 

 

 
 
 
 Ascoltiamola dunque cantata dall’autore
 
 

fre bia pouce   musicAnimata
 
 
 
 
 

e, se ci va, ascoltiamo anche quest’altro suo successo
che pure amo molto
ma che è invece di genere introspettivo.

 
 

fre bia pouce    musicAnimata


 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan


 
 
 

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Mino Reitano.. mito della canzone popolare italiana – Breve ricordo e 2 video   Leave a comment

 

Un cantante amatissimo dalla gente semplice
e che possiamo definire “nazionalpopolare
sia per il suo modo genuino e modesto di porsi 
 che per i temi delle sue canzoni.



Mino Reitano.. il «ragazzo» di Calabria



San Pietro di Fiumara 7.12.1944 – Agrate Brianza 27.1.2009



Sfondò con «Avevo un cuore»

In Germania ebbe modo di conoscere

quelli che sarebbero diventati i mitici Beatles





 


MILANO — E’ stato il rappresentante più clamoroso del così detto bel canto all’italiana, quello «alla Claudio Villa».
Il suo spiegamento di voce era generoso come il suo carattere, che lo aveva portato a distribuire i guadagni ottenuti fra schiere di parenti.
Era nato a Fiumara, non lontano da Reggio Calabria, il 7 dicembre 1944.
Di famiglia povera, studiò per 8 anni al conservatorio di Reggio.
Trasferitosi giovanissimo in Germania, mosse i primi passi della carriera musicale assieme ai suoi fratelli (la band si chiamava proprio così: i Fratelli Reitano) dandosi al rock and roll.
Ad Amburgo ebbe luogo uno degli episodi più incredibili della sua vita: si esibì in un club assieme ai Quarrymen, che altri non erano che i Beatles ai loro esordi ed ebbe una buona amicizia coi Fab Four.









Nel 1966 partecipò al Festival di Castrocaro, per poi debuttare nel 1967 a Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti «Non prego per me».
Ma per avere il Reitano che commuove gli amanti della musica popolare italiana bisogna aspettare il 1968, quando esplodono due canzoni che diventano dei classici: «Avevo un cuore (che ti amava tanto)» e «Una chitarra cento illusioni».
Grazie al successo di questi brani acquistò un terreno ad Agrate Brianza dove costruì una sorta di ranch in cui portò fratelli, cognati e nipoti, allestendo anche una sala di registrazione.
Nel 1971 vinse “Un disco per l’estate” con «Era il tempo delle more».









Sono gli anni di ottimi piazzamenti e riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d’oro, tournée).
Scrive brani per grandi interpreti della musica italiana come Mina o Ornella Vanoni.
Per otto anni è a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi.
Le giovani generazioni e i critici, mentre avanza la canzone d’autore e il rock, lo considerano una sorta di reperto archeologico.
In parecchi hanno ironizzano sulla laurea honoris causa assegnatagli dalla Loyola University.
Ma lui è un buono, uno che porge l’altra guancia:
«Non ce l’ho con chi mi critica. Grazie a molti detrattori credo di essere migliorato. E quando appaio in tv l’ascolto non scende, anzi… ».









Nel 1988 si ripresenta a Sanremo con «Italia» che arriva al sesto posto.
La sua enfasi, ma anche la sua bontà sembrano in netto contrasto con un mondo della canzone sempre più aggressivo.
Nel 2007 scopre di avere una grave malattia, ma fino all’ultimo vuole apparire in tv.
Portando nel programma di Magalli la testimonianza della malattia che lo stava uccidendo e non disdegnando nemmeno di fare dell’autoironia nel programma di Chiambretti.
Mino Reitano è morto a 64 anni ad Agrate Brianza, dove viveva, dopo una lunga e dolorosa malattia.

Mario Luzzatto Fegiz


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Aggiungo 2 parole a quelle del noto esperto musicale.

Mino è stato uno di quegli artisti  che con le sue canzoni, la maggior parte di successo, e per il suo stile popolare, ci ha accompagnati nel corso della vita (ovviamente ciò vale per coloro che hanno qualche anno in più).

Di lui ho sempre apprezzato la serietà professionale, la grande passione, la correttezza e la gentilezza verso tutti.

Alcune sue canzoni hanno un importante posto nel patrimonio musicale italiano.


.

.

.



Chiudo questo breve ricordo con questa sua nota canzone che sembra quasi parlarci del suo cuore.


.

.

fre bia pouce    musicAnimata





Testo di Mario Luzzatto Fegiz scritto in occasione della morte di Mino ed adattato ora per l’anniversario.



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Mino Reitano.. vero piccolo re della canzone popolare italiana – Un ricordo e 2 suoi successi   4 comments

 

Un cantante amatissimo dalla gente semplice
e che possiamo definire “nazionalpopolare
sia per il suo modo genuino e modesto di porsi 
 che per i temi delle sue canzoni.



Mino Reitano.. il «ragazzo» di Calabria



San Pietro di Fiumara 7.12.1944 – Agrate Brianza 27.1.2009



Sfondò con «Avevo un cuore»

In Germania ebbe modo di conoscere

quelli che sarebbero diventati i mitici Beatles





 


MILANO — E’ stato il rappresentante più clamoroso del così detto bel canto all’italiana, quello «alla Claudio Villa».
Il suo spiegamento di voce era generoso come il suo carattere, che lo aveva portato a distribuire i guadagni ottenuti fra schiere di parenti.
Era nato a Fiumara, non lontano da Reggio Calabria, il 7 dicembre 1944.
Di famiglia povera, studiò per 8 anni al conservatorio di Reggio.
Trasferitosi giovanissimo in Germania, mosse i primi passi della carriera musicale assieme ai suoi fratelli (la band si chiamava proprio così: i Fratelli Reitano) dandosi al rock and roll.
Ad Amburgo ebbe luogo uno degli episodi più incredibili della sua vita: si esibì in un club assieme ai Quarrymen, che altri non erano che i Beatles ai loro esordi ed ebbe una buona amicizia coi Fab Four.









Nel 1966 partecipò al Festival di Castrocaro, per poi debuttare nel 1967 a Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti «Non prego per me».
Ma per avere il Reitano che commuove gli amanti della musica popolare italiana bisogna aspettare il 1968, quando esplodono due canzoni che diventano dei classici: «Avevo un cuore (che ti amava tanto)» e «Una chitarra cento illusioni».
Grazie al successo di questi brani acquistò un terreno ad Agrate Brianza dove costruì una sorta di ranch in cui portò fratelli, cognati e nipoti, allestendo anche una sala di registrazione.
Nel 1971 vinse “Un disco per l’estate” con «Era il tempo delle more».









Sono gli anni di ottimi piazzamenti e riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d’oro, tournée).
Scrive brani per grandi interpreti della musica italiana come Mina o Ornella Vanoni.
Per otto anni è a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi.
Le giovani generazioni e i critici, mentre avanza la canzone d’autore e il rock, lo considerano una sorta di reperto archeologico.
In parecchi hanno ironizzano sulla laurea honoris causa assegnatagli dalla Loyola University.
Ma lui è un buono, uno che porge l’altra guancia:
«Non ce l’ho con chi mi critica. Grazie a molti detrattori credo di essere migliorato. E quando appaio in tv l’ascolto non scende, anzi… ».









Nel 1988 si ripresenta a Sanremo con «Italia» che arriva al sesto posto.
La sua enfasi, ma anche la sua bontà sembrano in netto contrasto con un mondo della canzone sempre più aggressivo.
Nel 2007 scopre di avere una grave malattia, ma fino all’ultimo vuole apparire in tv.
Portando nel programma di Magalli la testimonianza della malattia che lo stava uccidendo e non disdegnando nemmeno di fare dell’autoironia nel programma di Chiambretti.
Mino Reitano è morto a 64 anni ad Agrate Brianza, dove viveva, dopo una lunga e dolorosa malattia.

Mario Luzzatto Fegiz


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Aggiungo 2 parole a quelle del noto esperto musicale.

Mino è stato uno di quegli artisti  che con le sue canzoni, la maggior parte di successo, e per il suo stile popolare, ci ha accompagnati nel corso della vita (ovviamente ciò vale per coloro che hanno qualche anno in più).

Di lui ho sempre apprezzato la serietà professionale, la grande passione, la correttezza e la gentilezza verso tutti.

Alcune sue canzoni hanno un importante posto nel patrimonio musicale italiano.


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Chiudo questo breve ricordo con questa sua nota canzone che sembra quasi parlarci del suo cuore.


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Testo di Mario Luzzatto Fegiz scritto in occasione della morte di Mino ed adattato ora per l’anniversario.



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