Archivio per 3 gennaio 2022

Felice lunedì sera in poesia “I giorni” Hikmet – arte S. Anderson – canzone “Ti penso” M. Ranieri   Leave a comment


 
 
 

Sophie Anderson – Il volto giusto della donna

 
 
 
 
 

 
 


 

 

Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni
e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo.
Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
S. Bambaren – “Lettera a mio figlio sulla felicità”

 
 
 
 

   “Ti penso” – M. Ranieri

Sophie Anderson – La musica


 

I GIORNI SON SEMPRE PIU’ BREVI

Nazim Hikmet

 

I giorni son sempre più brevi

le piogge cominceranno.

La mia porta, spalancata, ti ha atteso.

Perché hai tardato tanto?

Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.

Il vino che avevo conservato nella brocca

l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando.

Perché hai tardato tanto?

Ma ecco sui rami, maturi, profondi

dei frutti carichi di miele.

Stavano per cadere senz’essere colti

se tu avessi tardato ancora un poco.

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Sophie Anderson – Volto di ninfa

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gialle supergialle super

 
 
 


 
 

MARRONE CHIARO
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)

 

 


Sophie Anderson – Dolci sogni








Dipinti e Musica Classica in tema “Inverno” – Rembrandt e Vivaldi – Arte e Classica   1 comment

 
 
Rembrandt – Paesaggio Invernale

OPERE D’ARTE E MUSICHE
DI 2 GRANDISSIMI ARTISTI… DEL ‘600
DEDICATE… ALL’INVERNO

 
 

music+121music+121music+121music+121music+121music+121music+121music+121
 
 

    Rembrandt


   

e



Vivaldi

 
 
 
 

REMBRANDT E VIVALDI
 
– ARTE E CLASSICA –

 
 
 

fre bia pouce  musical notes Vivaldi  –  La Dorilla in Tempe – Ouverture 

Rembrandt – Il ponte di pietra – 1638 – Rijksmuseum – Amsterdam

 
 
 


Questo quadro è uno dei pochi paesaggi della produzione di Rembrandt. è da notare la grande abilità dell’artista di cogliere soprattutto gli effetti atmosferici, caricando l’immagine di una valenza sentimentale che sembra quasi anticipare la pittura romantica del XIX secolo.

Se confrontiamo questo paesaggio con uno di Poussin, si comprende facilmente come Rembrandt si ponga su un piano molto diverso.

Nel pittore francese l’immagine è organizzata con l’intento di permettere allo sguardo di cogliere più elementi che compongono un insieme di grande spettacolarità.

L’immagine tuttavia colpisce soprattutto l’intelletto di chi guarda. Il paesaggio di Rembrandt è invece diretto alla nostra sensibilità, per farci sentire quella particolare sensazione di trovarsi in un luogo anonimo ma carico di luce, aria, umidità, odori, e così via.


 

 

fre bia pouce  musical notes  Vivaldi – Inverno

Rembrandt – Hendrickje che si bagna in un fiume – 1654 – National Gallery – Londra

 
 
 



In questo straordinario dipinto, Rembrandt raffigura la moglie Hendrickje che si sta bagnando in un fiume.

Il quadro è straordinario per molti aspetti.

Innanzitutto per un realismo che concede poco a quel decoro bozzettistico molto apprezzato dal pubblico del tempo.

Questa fu infatti una delle cause del venir meno del successo di Rembrandt negli anni successivi, incompreso nella sua eccezionale arte troppo moderna per quei tempi.

Ma straordinaria è anche la tecnica: Rembrandt era un eccezionale disegnatore, e questa sua propensione lo portava a capire l’essenziale dell’immagine e riempire il resto solo con contrasti luminosi.

Anche qui procede in questa maniera.

La figura della donna è soprattutto disegnata, scarna com’è di colori ed effetti cromatici. Intorno, invece, per poter meglio evidenziare la figura, lo sfondo è così scuro che si fa quasi fatica ad immaginare che siamo all’aria aperta.

In pratica l’angolo visivo è molto ristretto, così che si intravede un angolo protetto dall’ombra di alberi che giungono fino alla riva del fiume, mentre su una roccia si vede la veste che la donna si è tolta, per restare solo in camicia.

Straordinaria, infine, è anche la resa veristica dell’acqua e dei riflessi che raggiunge una perfezione che solo Rembrandt poteva ottenere.

 

 

Questa seconda opera mi appare

 davvero incredibile ed affascinante per il suo moderno realismo…

all’epoca assolutamente impensabile… (N.T.K.)




 

 


F I N E

 

 

Testo Francesco Morante (dal web) – Impaginaz. note e mini modifiche T.K.

 

 

Ciao da Tony Kospan




tititatititatititatitita

 Frecce2039

 


 








Davero magica appare la cima del monte Gelbison quando è innevata. Immagini di sogno   Leave a comment




LA MAGIA DELLA CIMA INNEVATA DEL MONTE GELBISON 





Alessia Pizzolante




La cima innevata del monte Gelbison ha originato un paesaggio davvero magico.




Alessia Pizzolante



Lì a 1700 mt di altezza (è il quarto monte più alto del Cilento) intorno al Santuario del Monte Sacro la neve ha creato paesaggi estremamente suggestivi e di rara bellezza.
Le foto, belle ed artistiche, in particolare quelle di Alessia Pizzolante, lasciano davvero stupefatti.




Alessia Pizzolante






Lì dove ora c’è il santuario anticamente c’era un tempio pagano.
Il nome però risale all’epoca in cui il monte ed il tempio furono scoperti dai Saraceni e difatti “Gelbison” è una parola araba che vuol dire “Montagna dell’Idolo“.








Dalla cima (ci sono stato anni fa) è possibile ammirare una veduta panoramica a 360 gradi sul Cilento ed il Vallo di Diano e si può perfino vedere in lontananza il golfo di Salerno.



Tony Kospan


(Immagini dal web)




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PPPPPPPPPPP – Conosciamo le 10 “P” dell’iscrizione di Barbarano ed il loro simpatico e saggio significato   Leave a comment



In giro per il mondo,
ma soprattutto nella nostra cara vecchia Italia,
ci sono iscrizioni su vecchi palazzi… chiese… castelli etc…
più o meno strane… più o meno chiare.

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Qui parlerò di una targa, detta delle 10 P,

posta nel ‘600 a Leuca Piccola,

presso il Santuario di Santa Maria di Leuca del Belvedere

a Barbarano del Capo in provincia di Lecce.







Cosa vogliono dire queste 10 P?



Sono un consiglio prezioso per tutti

(in primis i politici… ma non solo)

e da tenere sempre a mente



Il significato?

E’ presto detto:




“Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare”







Tony Kospan


Renato Carosone mito della canzone sorridente degli anni 50 e 60 – Breve ricordo ed alcune sue simpatiche canzoni   Leave a comment

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Renato Carosone ha illuminato
con le sue caratteristiche canzoni ed interpretazioni
la scena musicale del secondo ‘900

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(Napoli 3.1.1920 – Roma 20.5.2001)

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E’ stato infatti un cantautore, pianista e compositore
di grande successo a partire dagli anni 50.

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Si ritirò poi misteriosamente nel  ’60
quando era al culmine della sua notorietà.

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Ci furono però brevi ritorni sulla scena
molti anni dopo
e sempre coronati da grande successo.
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Il suo genere musicale era soprattutto
leggero… originale e divertente.

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Ecco ora un piccolo elenco di sue canzoni
e molte di esse sono, ancor oggi,
conosciutissime e “cantatissime” con allegria.



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musica Caneradiomusica Caneradiomusica Caneradio

I PRINCIPALI SUCCESSI
‘Na Canzuncella Doce Doce
‘O Sarracino
Caravan Petrol
Chella Llà testo
Maruzzella
Mo Vene Natale
Nenè E Pepè
Nera Nera
Pasqualino Maraja
Pigliate ‘Na Pastiglia
Torero testo
Tre Numeri A Lotto
Tu Vuò Fa L’Americano
Un Caffè

musica Caneradiomusica Caneradiomusica Caneradio

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Ricordiamolo ora con 2 dei suoi famosi successi.
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Iniziamo con “TORERO” in un video dell’epoca.


fre bia poucemusical notes



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Proseguiamo poi con “TU VUO’ FA’ L’AMERICANO”
anch’esso in un video dell’epoca.

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fre bia poucemusical notes

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TONY KOSPAN




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Mini biografia del Metastasio anche con 5 sue belle “arie” e la musica di Vivaldi su suo libretto   Leave a comment

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Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote 

è considerato l’innovatore del melodramma italiano.


E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,

mini poesie simpatiche e scherzose,

oltre che per dei suoi testi musicati da grandi compositori.





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BREVE BIOGRAFIA

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Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura

che restarono affascinati dai suoi versi e

che gli consentirono di poter far studi classici

ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio

mentre il suo vero nome era 

Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi



Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.


Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave

e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.


A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari

per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego

come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.


Intanto cresceva il suo aspetto romantico…

il fascino personale e la sua eleganza

che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.


Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere

con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste

e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,

creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”

che ebbe enorme successo.

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La primadonna dell’opera, entusiasta,

si impegnò con tutte le sue forze 

e riuscì a scoprire l’autore.



ARTE - 700

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)




La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora

a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.


Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò

mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi

che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.


Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato

alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.

Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.


La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria

e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.




ARTE - 700

L’Olimpiade




Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni

che, se furono proficui da un punto di vista artistico 

per la notevole produzione di opere di successo 

non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,

non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.

.

Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines

maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.


Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,

intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale

con la contessa Marianna Pignatelli di Althann

al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.





ARTE - 700
Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)




La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.

.

Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera

e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.



Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni 

ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.



Con la morte anche della contessa Pignatelli 

egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate 

(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)

la vena poetica ormai andava sempre più scemando.



Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante 

della giovane arciduchessa Maria Antonietta

futura e sfortunata regina di Francia.



Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna

ai figli dell’amico Martines.



ARTE - 700


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ALCUNE SUE NOTE “ARIE”



I



Non so dir se sono amante;


ma so ben che al tuo sembiante


tutto ardore pena il core,


e gli è caro il suo penar.


Sul tuo volto, s’io ti miro,


fugge l’alma in un sospiro,


e poi riede nel mio petto


per tornare a sospirar.

.

.

XIII



è in ogni core


diverso amore.


Chi pena ed ama


senza speranza;


dell’incostanza


chi si compiace:


questo vuol guerra,


quello vuol pace;


v’è fin chi brama la crudeltà.


Fra questi miseri


se vivo anch’io,


ah non deridere


l’affanno mio,


che forse merito


la tua pietà!

.

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XIV



è follia se nascondete,


fidi amanti, il vostro foco:


a scoprir quel che tacete


un pallor basta improvviso,


un rossor che accenda il viso,


uno sguardo ed un sospir.


E se basta così poco


a scoprir quel che si tace,


perché perder la sua pace


con ascondere il martìr?




ARTE - 700

.

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XXII



Sogna il guerrier le schiere,


le selve il cacciator;


e sogna il pescator


le reti e l’amo.


Sopito in dolce obblio


sogno pur io così


colei, che tutto il dì


sospiro e chiamo.

.

.


XXIX



Se a ciascun l’interno affanno


si leggesse in fronte scritto,


quanti mai, che invidia fanno,


ci farebbero pietà!


Si vedria che i lor nemici


hanno in seno; e si riduce


nel parere a noi


felici ogni lor felicità.




ARTE - 700

Metastasio giovanetto


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LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO



Termino questo ricordo del Metastasio,

sulla cui vita ulteriormente indagherò

dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,

con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi

 “L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.



fre bia pouce    musicAnimata

ARTE - 700



CIAO DA TONY KOSPAN



tititatititatititatitita

Frecce2039



ARTE - 700


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