Archivio per 29 ottobre 2021
James Jacques Tissot
Quando parliamo insieme, talvolta io sento
che la sua voce é l’eco dell’anima mia
– Gabriele D’Annunzio –
James Jacques Tissot
TU NON SEI
(Ernest Hemingway)
Tu non sei i tuoi anni,
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.
James Jacques Tissot

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a tutti da Tony Kospan

IL TUO GRUPPO IN CUI VIVER
L’ARTE… INSIEME


James Jacques Tissot
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E’ possibile entrare.. sostare.. e addirittura vivere in un’opera d’arte?
No certo! Ed invece sì.
Ecco allora la storia e le immagini del “Quartiere Pappagallo”
di Drachten in Olanda.
LA STORIA
Nel 1921 l’architetto e pittore Theo Van Doesburg realizzò la pittura delle pareti interne ed esterne di 16 case a schiera progettate dall’architetto Cees Rienks de Boer destinate alla classe media della cittadina olandese Drachten sulla falsariga dei coloratissimi dipinti di Mondrian.
Ma già mentre era in corso la loro costruzione sorsero dissidi tra i due in quanto l’architetto avrebbe voluto che il colore di base degli esterni fosse bianco per meglio esaltare i colori delle porte e delle finestre ed a questo si opponeva il de Boer.
La vetrata di una finestra disegnata da Theo Van Doesburg
Prevalse la tesi più tradizionale… ma ciononostante le case, per i loro particolari colori, furono oggetto di grande ilarità da parte dei cittadini che le definirono “Case pappagallo“.
Addirittura intervenne poi il Comune che provvide a ridipingere le case a proprie spese e così esse divennero anonime come le altre case della cittadina.
Dipinto di Mondrian
Il loro autore, Theo Van Doesburg, si era rifatto ai principi del Neoplasticismo… che aveva elaborato a partire dal 1917 (e quindi quest’anno è il centenario della sua fondazione) con Mondrian nella rivista De Stijl.
Il principio basilare di questa corrente, descritto nel Manifesto pubblicato sull’anzidetta rivista, era quello di esaltare l’arte plastica e di annullare ogni forma naturale in quanto essa, a loro dire, impediva una reale elaborazione artistica.
IL QUARTIERE PAPPAGALLO ORA
Negli ultimi tempi gli abitanti di queste case, con la collaborazione del Museo olandese Dr8888, hanno deciso di riprendere i colori gialli, rossi e blu dei disegni originali.
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Ora quindi le case sono tornate allo stile ed ai colori del Neoplasticismo e dunque i loro abitanti vivono in queste autentiche opere d’arte.
Una di esse è visitabile 2 volte la settimana ed una sala da pranzo è stata perfettamente ricostruita ed allestita nel suddetto Museo.
E’ da aggiungere che non solo gli interni e le facciate sono coloratissimi ma anche le parti esterne…
Un altro interno di una “casa pappagallo”.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza indicare il nome dell’autore e del blog.
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
INSIEME
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Rino Gaetano,
è lo pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano
vero talento musicale degli anni ’70 che,
senza compromessi
tra sorrisi ed ironie,
ha raccontato in musica i nostri vizi ed i nostri difetti.
Considerato il “figlio unico” della canzone italiana,
è ancor oggi ricordato per la sua voce ruvida e spontanea,
per il graffiante sarcasmo delle sue canzoni
nonché per la denuncia sociale,
nascosta dietro i suoi testi apparentemente leggeri.
Personalità davvero libera ed indipendente… la sua.
Infatti faticò molto per aver un vero successo
sia per il suo carattere non semplice
che per i testi spesso di critica verso le diseguaglianze sociali
che non erano ben accolti dai soliti ambienti conservatori.
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Il successo lo raggiunse con alcune canzoni poesie
che possiamo definire veri capolavori
ma il vero mito esplose solo dopo la sua precoce morte
avvenuta a soli 31 anni, per un incidente stradale.
Come ricordarlo se non con 2 sue bellissime canzoni?
Ecco la prima
e quest’altra è la seconda…
Tony Kospan
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE ORA E’ ANCHE SU FB!

(Crotone 29.10.1950 – Roma 2.6.1981)
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NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO…
COME FAR GLI AUGURI ALLA COMICA..
CABARETTISTA.. ATTRICE E CONDUTTRICE TELEVISIVA
LUCIANA “NAZIONALE”?

PENSO CHE UNO DEI MODI MIGLIORI
SIA FARLO LEGGENDO UNO DEI SUOI TANTI ARTICOLI…
GRAFFIANTI ED ESILARANTI
I SAPIENTONI
Una categoria umana da evitare accuratamente?
Più delle spine nel branzino?

Quella dei Dotti… Medici e Sapienti
Quelli cioè che la sanno
e te la spiegano… sempre.
By Luciana Littizzetto…

Tu comunichi una notizia che può variare dall’appuntamento col gommista all’arrivo della sonda Cassini.
E loro? La sanno già.
Anzi. Te la spiegano meglio e nel dettaglio.
Tu prepari il sugo e loro intervengono con pareri e consigli.
Tu racconti agli amici una barzelletta e ti interrompono continuamente per puntualizzare.
Tu chiedi l’ora e questi partono dal funzionamento della meccanica interna dell’orologio.
Tu domandi che tempo fa e loro te lo dicono partendo dal… Big Ben.
I Sapientini sono quelli che se devono comperare un paio di scarpe mandano alla neuro i commessi.
Io ci ho avuto un fidanzato così. Il castigo del cielo acquistava le scarpe e poi le rodava in casa tutto il giorno successivo per verificare l’effettiva comodità del prodotto.
Ma per non sporcare la suola foderava il pavimento coi fogli di giornale. Io entravo in casa e dicevo: «Dài il bianco?». No. Provava le scarpe.
E poi mi chiamava «Carissima».
Io uno che mi chiama carissima lo prenderei a sprangate.
Carissima dillo alla tua capoufficia, alla tua zia Giunchiglia di Loano, alla tua maestra di cha cha cha, ma non a me che dovrei essere la tua amatissima, semmai…
Ma dove i Dotti Medici e Sapienti danno il meglio?
Al ristorante, ovvio!!!
Prima cosa chiedono con minuzia gli ingredienti delle specialità della casa e poi dibattono del perché e del percome il cuoco cucini il tal piatto in tal modo, mentre loro lo cucinerebbero in un altro.
E poi ordinano sempre i piatti senza qualcosa.
E di solito senza qualcosa di fondamentale.
Il risotto alla milanese senza zafferano, il carpaccio ben cotto senza parmigiano e la pizza marinara senza aglio.
Insomma.., a gavu ‘lfià [levano il fiato].
Che ci facciamo con gente così?
Al massimo una partita a Trivial Pursuit.
Perdendo, naturalmente.

DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

Cara Luciana… ancora…

IL TUO GRUPPO DI CULTURA… SOGNO
POESIE… HUMOUR… AFORISMI ETC…
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