Archivio per 1 ottobre 2021

Buon weekend in poesia “Apparizione” Mallarmé – arte F. Hayez – canzone “Adagio” Lara Fabian   Leave a comment

 

 

 

Francesco Hayez – Il bacio


 

 

 



Di nient’altro viviamo, 

se non dei nostri poveri, belli, splendidi sentimenti:

ogni sentimento al quale facciamo un torto 

è una stella che spegniamo.

– Hermann Hesse –

 

 
 
Odalisca sdraiata – Francesco Hayez
 
 
 
APPARIZIONE
Stephane Mallarmé
 
Intristiva la luna. Serafini in lacrime
sognando, l’archetto alzato nella calma
dei fiori vaporosi,
rapivano da morbide viole bianchi
singhiozzi, in un glissando sull’azzurro
delle corolle.
– Ed era quello il giorno
benedetto del tuo primo bacio.
Alla mia fantasia piacendo un martirio
s’inebriava sapiente
di quel profumo di tristezza che lascia
anche senza disagio o rimpianto
il cogliere un Sogno all’anima che l’ ha colto.
Dunque vagavo, l’occhio fitto al selciato
consunto, quando col sole dentro i capelli,
nella via, nella sera tu m’apparisti ridente
e credetti vedere la fata dal cappello di luce
che un tempo sui miei bei sonni di bimbo viziato
passava, lasciando sempre dalle sue mani dischiuse
fioccare bianchi mazzetti di stelle odorose.
 
 
 
 

Francesco Hayez – Il consiglio della vendetta

 

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 Francesco Hayez

 
 

Alex Kurzem.. il bimbo ebreo mascotte dei nazisti – L’incredibile storia.. le immagini ed il libro   Leave a comment



Quando la realtà, in questo caso storica, supera la fantasia!

Questa storia è venuta alla luce una ventina d’anni fa 
ma solo da poco, grazie al libro del figlio, 
è divenuta nota in tutto il mondo.





  

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ALEX KURZEM

IL BIMBO EBREO CHE DIVENNE LA MASCOTTE DEI NAZISTI

 

 

 
 
 
 
 
 
 
Quest’incredibile e documentata vicenda è assolutamente vera…. e da essa…, dalla rivelazione del bambino diventato ormai anziano al figlio…, è nato un libro divenuto best seller in tutto il mondo…, con il titolo IL BAMBINO SENZA NOME. 


Ma andiamo con ordine.




 







LA STORIA
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Siamo in uno sperduto villaggio tra i boschi della Bielorussia (purtroppo non si è riusciti a scoprire quale) nel mezzo della seconda guerra mondiale…
Il ragazzo vive lì con la sua umile famiglia di origini ebree.

Tutto inizia la sera in cui sua madre dice, “Domani saremo tutti morti”.

Ma lui – come si chiamava allora? non lo sa, non lo ricorda proprio – si era alzato ed era uscito di casa nella notte, era salito sulla collina e da lì, la mattina seguente, aveva visto uno spettacolo di tremendo orrore per chiunque, immaginarsi per un bambino di – forse – cinque anni.

Aveva solo capito che doveva fuggire e nascondersi nella foresta… dormendo sugli alberi di notte.

Ma dopo aver vagato per mesi da solo nei boschi tra la neve ed i lupi viene catturato da un’unità lettone filonazista.








Eccolo ora davanti al plotone di esecuzione ma lì, le spalle contro il muro della scuola, rivolge al sottufficiale che sta per premere il grilletto una strana, ma perfetta domanda da bambino:

Puoi darmi un pezzo di pane, prima di spararmi?”.  

Questa domanda gli salva la vita.



 


Le SS decidono infatti di prendere quel bambino dai capelli biondissimi e dagli occhi cerulei come loro mascotte, per farne un modello di soldato bambino da utilizzare per la propaganda. 

Da questo momento incomincia la vita ‘costruita’ su misura per lui, proprio come le divise – fatte della sua taglia – che gli fanno indossare per trasformarlo nella mascotte dei soldati.

Gli vengono dati un nome, Uldis Kurzemnieks, e una data di nascita; 
gli si dice che è russo; gli si insegna a ripetere la storia (alterata) del suo ritrovamento; 
viene perfino modificata la data in cui era stato salvato.



  




LA STORIA RECENTE



Nel 1995 Alex Kurzem ha sessant’anni (almeno, pensa di avere sessant’anni, perché gli è stata attribuita una data di nascita, proprio come gli è stato attribuito un nome) e ha sempre taciuto a tutti e perfino ai suoi familiari il suo passato avvolto nella nebbia di ricordi imprecisi e della volontà di rimozione.



 





 

 







Vive con la sua famiglia in Australia ma ecco che, inventando una scusa per la moglie, lascia Melbourne e si reca dal figlio Mark, a Oxford.

Stringe tra le mani la valigetta che Mark e i suoi fratelli gli hanno sempre visto custodire gelosamente, senza che nessuno di loro potesse mai sbirciarci dentro.










In quella valigetta sono conservate le foto e vari documenti del suo passato di mascotte dei nazisti.

Alex ora vuole ricordare, ritrovare le sue radici, la sua famiglia, il suo passato, vuole sapere tutto, anche il suo nome, perché quello con cui è cresciuto, si è sposato, ha generato tre figli, Alex Kurzem, non è che il nome falso che gli diedero su un foglio di via.

Chiede quindi al figlio di aiutarlo.


 


 
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I L   L I B R O
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L’AIUTO DEL FIGLIO MARK

 

Mark ha da poco iniziato la sua vita da ricercatore a Oxford quando suo padre Alex bussa alla sua porta con un angoscioso segreto da confessare.

I brandelli di quel segreto sono rinchiusi in una logora valigia che custodisce i ricordi evanescenti e ossessionanti che per quasi settant’anni suo padre ha cercato di seppellire nell’oblio.

Tocca a Mark ora aiutare suo padre a ricostruire la sua storia, l’epopea di un bambino bielorusso ebreo di cinque anni che è scampato avventurosamente allo sterminio della sua famiglia e del suo villaggio.


 

 

 

 


UNA RECENSIONE DEL LIBRO

 
 
Non si esce indenni dalla lettura di questo libro.

Perché non solo vi ritroviamo le descrizioni delle carneficine compiute dai nazisti, ma a questi crimini se ne aggiungono altri, che non grondano sangue ma che sono più sottilmente crudeli.

Che non annientano la vita ma la manipolano, che non distruggono ma rubano l’identità di un individuo, privando della sua eredità culturale lui e i suoi figli e i figli dei figli.

Non possiamo non essere pervasi pure noi dall’angoscia duplice dell’uomo che si domanda chi sia (o chi fosse prima di diventare quello che è ora) e se debba giudicarsi colpevole per quello che ha fatto, che gli hanno fatto fare, che non sa se ha fatto.

Un bambino di sei, sette, otto anni, distingue tra bene e male?

E, se un bambino è (lo diceva Rousseau) per sua natura buono e innocente, quanto maggiormente colpevole è chi lo mette sulla strada del male?

Avrebbe dovuto, lui, avrebbe potuto sottrarsi, fare qualcosa di diverso da quello che ha fatto?


 
 
 
 





Questa è la copertina ed il titolo del libro pubblicato in Italia dove sarà possibile leggere tutta la storia in modo molto più ampio ed approfondito.



 
 
 
 

Notizie e informazioni dal Web liberamente adattate ed impaginate da T. K.



Ciao da Tony Kospan





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Frecce (174)






E’ davvero suggestiva e simpatica questa “Leggenda della danza di Luna”   Leave a comment

 

 

 

 

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Mentre cercavo informazioni, immagini e poesie sulla Luna,

non molto tempo fa,  mi sono imbattuto in questa bella leggenda

che mi fa piacere condividere con voi.

Tony Kospan

Se vogliamo, possiamo leggerla ascoltando questa bella musica new age 
 
 
 
 
  

fre bia pouce    musicAnimata

 
 
 
 
 

LA LEGGENDA DELLA DANZA DI LUNA


Molti anni or sono Luna era alta nel cielo..
Il suo cuore triste lacrimava.. 
Cosi decise di abbandonare il cielo e andare a vivere sulla terra. 
Chiese ad una stella di donarle due piccole ali per raggiungere la terra. 
La stella subito esaudì il suo desiderio..
Luna viaggiò molto. Finalmente dopo molti mesi toccò terra. 
La sua anima era ancora triste, iniziò a correre veloce nel bosco scuro.. 
I suoi occhi non volevano vedere e le sue orecchie non volevano sentire.. 
La strada era faticosa, salite discese, torrenti da attraversare, alberi sui quali camminare, ponti traballanti con grandi burroni, funi pericolanti, molti sassi grandi e piccoli sui quali camminare.

Inciampava tante volte, ma proseguì.
Iniziò a piovere molto forte. 
Si creò molto fango, ma lei era coraggiosa.
Cadde e rialzo più volte. 
Capì di lasciarsi andare a quel percorso senza timore. 
Così iniziò a strisciare, era molto forte, strisciò come un serpente. 
Sapeva che sarebbe stata l’unica strada per salvarsi….continuando a strisciare entrò in un tunnel scuro dove incontrò molti animali in viaggio come lei.. Civette, Orsi, Lupi, Pipistrelli, Ragni, Lontre.. 
Tutti incitavano Luna a proseguire il suo Viaggio. 
Luna gridava, piangeva. 
Era disperata voleva andare via di lì, voleva la Luce più di ogni altra cosa.. 
E nuovamente si lasciò trasportare. 
Mille emozioni attraversavano la sua forte anima.. 
Uscì dal tunnel, corse ancora disperata. 
Poi all’improvviso si fermò.
Si guardò intorno.
Respirò profondamente.
Chiuse gli occhi.
 
 
 


 

 
Iniziò a danzare. 
Una magica Danza. 
Mai vista neppure dagli spiriti. 
Si udivano in lontananza molti tamburi.
Gli spiriti del luogo videro Luna.
Si radunarono tutti e copiarono la danza.
Tutto il bosco era invaso da spiriti danzanti.

Luna danzava come il vento senza fermarsi neppure per prendere fiato, gridava, piangeva e rideva.
Venne risucchiata completamente dalla Danza, formando intorno a se una gigantesca sfera argentata che scoppiò creando una miriade di piccole luci che invasero l’Universo intero, formando tantissime stelle e giochi di colori infiniti. 
Nessuno sa se la sua Danza fosse di dolore o di gioia.


Luna vive profondamente senza usare parole.

 

 

 

La leggenda vuole che da quel giorno molte popolazioni si riuniscono per donare alla Luna la loro Danza.

Si dice che qualcuno si trasformi ancora in Stella e che porti ovunque nell’Universo questa Danza.

 
 
 
 

 
 
 
  

 

Dal web – Impag. T.K.


 

CIAO DA TONY KOSPAN


 
 
 
 
 

 
 
 

Charles Aznavour – Breve biografia del grande artista anche con la mitica canzone-poesia “La boheme”   Leave a comment

 
 
 

Il “Frank Sinatra francese” insignito della Legion d’Onore
ed ambasciatore dell’Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009
è  stato un noto cantautore, attore e diplomatico di origine armena.




Parigi 22 maggio 1924  – Mouriès, 1º ottobre 2018 


Ha interpretato le sue canzoni, amate in tutto il mondo,
in ben 7 lingue ed ha venduto oltre 300 milioni di dischi.

Assecondando la sua attitudine fin da piccolo, i genitori,
scampati all’eccidio armeno e rifugiatisi in Francia,
gli fecero frequentare il mondo artistico e musicale parigino.






Ma le stelle lo baciarono il giorno (nel 1946) in cui fu notato
dalla mitica Edith Piaf che lo portò con sé in una tournée.


Diventò però noto nel mondo musicale francese nel 1950
e solo pochi anni dopo, nel 1956
era già diventato una star internazionale
soprattutto con la canzone “Sur ma vie“.



Il matrimonio di Aznavour con Ulla Thorsell



Da allora in poi il successo non si interruppe più.

Le sue canzoni, spesso intrise di poesia,
sono state interpretate
anche da molti grandi cantanti italiani.
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Ha anche recitato in molti film.

Mi fa piacere ora rendergli omaggio
con una delle sue più belle e poetiche canzoni,
la mitica “La boheme“,
di cui accennerò storia ed analisi
prima di ascoltarla.

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LA BOHEME
 
 

E’ una canzone del 1965 che, per testo poetico e musica,
è considerata tra le più belle di sempre…
 
 
 
 
 
 
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Ha un’aria ed uno spirito interno
grandissimo  e… senza tempo,
ed inoltre il testo è, a mio parere, pura poesia.
 
Il testo poi si collega perfettamente
anche al discorso che spesso affrontiamo
sullo scorrere inesorabile del tempo.



 
 
 
 
Ma ora ascoltiamola cantata in italiano,
potendo anche leggere il poetico testo,
e lasciamoci prendere dalla sua irresistibile melodia.

 

 
fre bia pouce    music+121

 
  
 
 
 
Se poi la preferite cantata in lingua originale
eccola… sempre cantata da Aznavour… 
 
 
 
 
 
 
fre bia pouce   music+121

 
 TONY KOSPAN


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Walter Rosenblum – Arte fotografica.. ma anche documentazione e ricerca dell’umanità – Biografia e foto   Leave a comment

 






QUANDO LA FOTOGRAFIA E’ ARTE
UMANITA’ E DOCUMENTAZIONE STORICA


Walter Rosenblum per oltre mezzo secolo
è stato un punto di riferimento per l’arte fotografica,
sia negli Stati Uniti che nel mondo.

 
 
 
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WALTER ROSENBLUM
ARTE FOTOGRAFICA… E TESTIMONIANZA SOCIALE
 
 
 
 
 
Walter Rosenblum (New York, 1 ottobre 1919 – 23 gennaio 2006)




DIAMO PRIMA UN’OCCHIATA AD ALCUNE TRA LE SUE FOTO PIU’ FAMOSE





 
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
 

Walter Rosenblum fu testimone attivo di alcuni dei più significativi eventi dell’età moderna e sperimentò personalmente, durante gli anni giovanili, le condizioni degli immigrati in America; visse la grande Depressione, la seconda Guerra Mondiale e la repressione del maccartismo.
 
In tempi più recenti poté osservare il mutarsi delle condizioni di vita delle minoranze di New York e la crescita di una consapevolezza politica ed estetica nel Terzo Mondo. Rosenblum usò occhi e apparecchio fotografico per cercare di capire il corso delle vicende umane e celebrare i sentimenti egli uomini.

All’età di diciassette anni entrò a far parte della Photo League di New York dove incontrò Lewis Hine e studiò con Paul Strand, che contribuirono in modo fondamentale alla formazione della sua visione sull’arte e sulla vita.
 
 
 
 
  
 
 
 
 

In particolare egli condivise con Hine la convinzione che con la fotografia fosse possibile dimostrare che la dignità è un sentimento universale, che non si possono fare differenze fra gli uomini in base alla razza, alle religioni, alla nazionalità o alle condizioni economiche.

 
 
 
 

 

 

Fotografo dell’esercito nel corso della seconda guerra mondiale, sbarcò il D Day in Normandia, dove, per la morte di un cineoperatore nel corso dello sbarco, ne dovette prendere il posto per tutto il conflitto attraversando così la Francia, la Germania,l’Austria e realizzando il primo film sul campo di concentramento di Dachau appena liberato.

Per le coraggiose azioni svolte durante il combattimento fu anche insignito della “Silver Star”, della “Bronze Star”, del “Purple Heart” e la Unit Citation presidenziale, divenendo uno dei fotografi più decorati della Seconda Guerra Mondiale.

 

 

Sbarco in Normandia

 

 

 

Prigionieri tedeschi



Ma Rosenblum nel suo percorso professionale non mancò di fotografare i quartieri dove vivevano gli immigrati di New York e del South Bronx con gli insediamenti della nuova immigrazione, e in seguito spingendosi anche ad Haiti, Francia, Italia, Cuba, Cina, nell’ Unione Sovietica e in Brasile.

 
Da quest’immensa ricchezza di esperienze e dal prolungato rapporto con le diverse culture la visione fotografica di Rosenblum divenne testimone della condizione umana come di una comunità globale in cui i bisogni fondamentali, i valori e le aspirazioni esistenziali sono universalmente condivisi.
 

 

 




 

 

Rosenblum cercò così di sottolineare la dignità dell’essere umano, con i suoi soggetti mai semplici vittime, ma persone integre e complesse, la cui umanità sopravvive intatta malgrado le circostanze avverse.

La sua macchina fotografica fu strumento affinché gli uomini si potessero riconoscere nelle loro azioni e comportamenti, nella speranza che la comprensione delle dinamiche interpersonali, potesse estinguere ignoranza e paura e le principali cause di tante ingiustizie sociali.

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
Le opere di Walter Rosenblum sono conservate in prestigiose collezioni, quali il J.Paul Getty Museum di Malibù, alla Library of Congress di Washington, al MoMA, al Metropolitan Museum of Art e all’ICP di New York, alla Bibliotheque Nazionale de France di Parigi ed altri ancora.

 
 
 
FINE
 
 
 
Testi ed immagini dal Web coordinati da T.K.
 
 
 
 
TONY KOSPAN


 
 
 
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