Archivio per 26 settembre 2021
Charles Edward Perugini – Innamorati in giardino
Io ho disteso i miei sogni sotto ai tuoi piedi.
Cammina dolcemente, perché tu cammini sui miei sogni.
– William Butler Yeats –
Charles Edward Perugini
SECONDO RICORDO
– Rafael Alberti –
Anche prima,
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.
Prima,
prima che tu mi domandassi
il numero e il sito del mio corpo.
Assai prima del corpo.
Nell’epoca dell’anima.
Quando tu apristi nella fronte non coronata,
del cielo,
la prima dinastia del sogno.
Allorché,
contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.
Allora,
il nostro incontro.
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Ecco un passo che mi ha incuriosito…
in quanto naviga in… floreali… ipotesi suggestive…
e per questo ve lo propongo…

LA VITA E’ UN FIORE

E’ davvero suggestivo ma ovviamente
va interpretato con serena e simpatica leggerezza…
LA VITA E’ UN FIORE
Cos’è un fiore?
E’ un organo sessuale che sboccia, si rende attraente con la forma, il colore, il profumo.
E’ un mezzo di trasmissione di vita.
Cos’ha a che vedere coi cadaveri, rimasugli di corpi ormai senza vita?
Che significa portare fiori nei cimiteri?
Illusione di portare vita a qualcosa che vita non ha più.
Chi ha lasciato il corpo vive in un’altra dimensione nella quale i mezzi di trasmissione sono i pensieri.
E allora, invece di un fiore, manda un pensiero d’amore.
Ti darà la coscienza della continuazione di un rapporto la cui espressione fisica è stata solo un episodio, ma che, su altri piani, continua ad essere vivo, così come la parte che recita un attore è solo un particolare della sua vita: poi lascia il palcoscenico e continua la sua esistenza.
Creare significa far vivere per sempre; manifestare significa dare aspetti diversi ad una stessa creazione.
Tu sei eterno, non dare troppa importanza a questa tua parentesi terrena; intendila per quello che è: un modo per trasferire l’amore di cui sei fatto nel mondo materiale.
Su questa terra sei come un fiore: sei sbocciato, hai vissuto la tua parte di piena maturità, hai attratto qualcuno ed ora ti avvii alla fase del declino.
Non hai più molto tempo per trasmettere amore.
Non l’hai mai trasmesso?
Comincia ora prima che tu non ne sia più capace.
Hai dato amore?
E allora continua a darne: gli altri si aspettano che tu gliene dia sempre.
E ricordati che, se è importante come sei stato nella tua fase di infiorescenza, ancora più importante è lo stato in cui ti troverai quando ti staccherai dalla pianta: se morirai amando, quanto amore avrai nella nuova vita?

Ma… cosa ne pensiamo?
TESTO DA LA STAZIONE CELESTE – IMPAGIN. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN

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Sappiamo bene che viaggiare
vuol dire spostarsi da un luogo all’altro
così come sappiamo che fin dalla preistoria
l’uomo si è spostato per terra e per mare
attraversando perfino dei continenti.
I motivi erano, e sono, i più vari
così come i mezzi per farlo
dunque stavolta affronteremo il tema del viaggio
in poesia e non solo.
IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI E CANZONI
Greg Olsen – Buon viaggio
Il tema è stato amato dai poeti fin dall’antichità
ed infatti ben 2 poemi sono dedicati al viaggio
come l’Odissea e l’Eneide ed in letteratura,
più recente, Il Milione di Marco Polo.
In particolare Ulisse è stato per millenni l’emblema
del viaggiatore per la conoscenza.
Il viaggio infatti serve anche a conoscere… a conoscersi,
a liberarsi da vecchi pregiudizi, a mettersi in discussione.
In pratica il viaggio ci regala il più profondo senso
di appartenenza all’Umanità.
Ma il viaggio può anche esser inteso in senso metaforico
ed è quello che facciamo all’interno del nostro animo.
Infine c’è poi anche quello nel tempo e nello spazio
attraverso la storia ed infine oggi sappiamo che
s’è aggiunto anche quello virtuale.
Oviedo – Statua dedicata al viaggiatore
Prima di passare alle poesie ed ai dipinti
leggiamo alcuni aforismi che ci aiuteranno ancor meglio
a comprendere il vero senso del viaggio.
I viaggi danno una grande apertura mentale:
si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio Paese
e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri.
Montesquieu – Saggio… sugli spiriti e sui caratteri
A chi mi domanda ragione dei miei viaggi,
solitamente rispondo che so bene quel che fuggo,
ma non quello che cerco.
Michel de Montaigne – Saggi
Dobbiamo andare e non fermarci mai
finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare…
Jack Kerouac – On the road
I viaggi finiscono laddove s’incontrano gli amanti.
William Shakespeare – La dodicesima notte -1602
.
.
Ma ora iniziamo il viaggio verso le poesie…
ed alla fine troveremo anche la mitica Itaca di Kavafis
vera e propria metafora del viaggio della vita.
.
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Moebius (Jean Giraud) – Il viaggiatore
TU CHE SEI IN VIAGGIO
Antonio Machado
“Tu che sei in viaggio,
sono le tue orme la strada,
nient’altro;
Tu che sei in viaggio,
non sei su una strada,
la strada la fai tu andando.
Mentre vai si fa la strada
e girandoti indietro
vedrai il sentiero che mai più calpesterai.
Tu che sei in viaggio,
non hai una strada, ma solo scie nel mare.
Wall Josephine – Voyage to Murrlis Sea
INVIDIO I MARI CHE LUI ATTRAVERSA
– E. Dickinson –
Invidio i mari che lui attraversa
invidio i raggi delle ruote
della carrozza che lo porta in giro
invidio le curve colline
che osservano il suo viaggio.
Tutti possono vedere facilmente
quel che invece, ah, cielo,
a me è vietato assolutamente.
Invidio i nidi dei passeri
che punteggiano le sue lontane grondaie
la mosca soddisfatta sul suo vetro
e le foglie felici felici
che fuori dalla sua finestra
scherzano approvate dall’estate,
gli orecchini di Pizzarro
non potrebbero acquistare ciò per me.
Invidio la luce che lo sveglia
e le campane che gli annunciano
con forti rintocchi il mezzogiorno.
Fossi io
per lui il mezzogiorno.
Ma mi vieto di fiorire
e annullo la mia ape
per paura che il mezzogiorno sprofondi
me e Gabriele nelle notte infinita.



Sabir Haque
VIAGGIARE!
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l’assenza di avere un fine,
e l’ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.
Edward Hopper
ATTRAVERSAI UNA CITTA’ POPOLOSA
Walt Whitman
Una volta passai per una città popolosa
imprimendomi nel cervello per un uso futuro
vetrine, architetture, tradizioni e costumi,
eppure ora di tutta quella città
ricordo solo una donna incontrata per caso
che mi trattenne in quel luogo per amore sincero.
Giorno su giorno e notte dopo notte noi fummo insieme,
il resto è stato tutto da tempo dimenticato:
ricordo, ricordo solo quella donna
che appassionatamente mi stringeva,
e ancora noi camminiamo, amiamo, ancora ci dividiamo,
e lei mi tiene ancora per mano, io non devo andare,
la vedo accanto a me con le sue labbra tremule e mute.
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Voyage voyage
Thomas Col – Il viaggio della vita – 1842
ITACA
K. Kavafis
Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Poseidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via,
se resta il tuo pensiero alto e squisita
è l’emozione che ci tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi
né Poseidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.
Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d’estate
che ti vedano entrare (e con che gioia
allegra) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d’ogni sorta,
quanti più puoi voluttuosi aromi.
Recati in molte città dell’Egitto,
a imparare dai sapienti.
Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna a quell’approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all’isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze.
Itaca t’ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.
E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso.
Reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca.
Auguro a tutti felici viaggi
verso belle mete… fuori e dentro di noi.
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Sorprendente scoperta! Gli Etruschi erano nostri cugini e quindi… italiani.
Sfatato quindi il mito del loro arrivo in Italia dall’Oriente e dunque, i dominatori dell’Italia prima dei Romani, erano comunque popoli italici.
Il loro DNA è stato a lungo studiato, ed il confronto con quello dei Latini ha dato questo verdetto.
Resta però il mistero della loro lingua che dovrà essere ancora studiata per capirne l’origine in quanto i caratteri sono comunque non indoeuropei!
Dunque lo scenario degli inizi della grande cultura Etrusca resta ancora complesso e non chiaro.
La loro lingua poi col tempo fu molto influenzata da quella latina e perse molti caratteri originari.
Resta però il fatto certo che il mistero di chi fossero gli Etruschi, capaci di creare una grande civiltà, prima dell’esplosione di quella romana è stato risolto con questi recenti studi genetici effettuati, in modo congiunto, da diverse università internazionali.
Una personalissima spiegazione di questo contrasto tra il riscontrato DNA italico e la loro lingua misteriosa è questa:
in una fase storica antichissima un piccolo gruppo di cultura superiore e “di origine misteriosa” si mescolò facilmente, forse anche grazie alla forza bellica superiore, con i popoli italici preeesitenti nei territori toscani ed insieme poi crearono e diffusero la Civiltà Etrusca in buona parte dell’Italia.
Essendo avvenuto questo “mescolamento” in epoca protostorica, ritrovare il loro DNA sarà quasi impossibile.
Ovviamente la mia è solo una personale supposizione sulla base delle mie conoscenze.
Tony Kospan
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ANNA MAGNANI era il suo nome,
ma per tutti era NANNARELLA
E’ stata una donna che ha lasciato una traccia indelebile
nella storia del cinema italiano e mondiale
(Roma 7.3.1908 – Roma 26.9.1973)
Oltre ad essere una delle più grandi attrici italiane di sempre
è stata anche un eccezionale simbolo della più bella romanità.
Vera e propria STAR del cinema internazionale,
vincitrice dell’Oscar nel 1956,
ha interpretato film memorabili come Roma città aperta, di Rossellini;
Bellissima di Visconti, Mamma Roma, di Pasolini… etc…
Ha anche lavorato con altri grandi registi
come Fellini, Monicelli e Kramer.
Ricordiamola con questo magnifico video omaggio
contenente diverse scene da film nelle quali, tra l’altro,
canta e recita anche in lingua napoletana.
(‘O surdato ‘nnamurato)
Per il suo urlo nella scena finale di ROMA CITTA’ APERTA,
capolavoro del Neorealismo italiano, che vinse il NASTRO D’ARGENTO,
e di cui possiamo vedere qui una famosissima drammatica scena,
Pier Paolo Pasolini le dedicò la poesia che possiamo leggere più giù.
“Quasi emblema, in noi l’urlo della Magnani
sotto le ciocche disordinatamente assolute,
rinnova nelle disperate panoramiche,
e nelle occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
E’ lì che si dissolve e mutila
il presente, e assorda il canto degli aedi”.
P. P. Pasolini
Era sì una grande artista, ma anche donna vera, schietta.
Con la sua romanità universale ha lasciato un segno indelebile
non solo nella Storia del Cinema ma anche nei cuori
di milioni di persone che l’hanno seguita, ammirata ed amata.
Anna Magnani e Pasolini

IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E


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Anna Magnani e Marlon Brando
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