Nell’amicizia e nell’amore due persone alzano le mani insieme
per afferrare qualcosa che da soli non riuscirebbero a raggiungere.
– K. Gibran –
Renoir – Signora con chitarra
MUSICHE D’AUTUNNO
J. Keats
Dove sono i canti di primavera?
Dove sono?
Non ci pensare: tu pure hai la tua musica
quando nubi dolci avvolgono il giorno
che muore e tingon di rosa
le pianure di stoppie.
Allora s’alza il coro lamentoso
dei moscerini
tra i salici del fiume, portati in alto
o abbassati
col respiro e il silenzio del vento;
e gli agnelli belano forte sulla collina;
cantano nelle siepi i grilli;
ed il pettirosso leva il canto acuto
da un giardino; e trillano nel cielo,
raccogliendosi, le rondini.
Quelli che rimpiangono acriticamente l’amata Lira dimenticano i tanti problemi che la vecchia moneta visse nel corso del secolo della sua esistenza.
Uno dei casi più strani e molto divertenti (soprattutto per gli stranieri) fu la comparsa dei mini assegni.
Accadeva, in modo uniforme in tutta Italia nel 1975, che in poco tempo non si trovavano più le monete di metallo.
La causa precisa del fenomeno è ancora incerta, si suppone che, a causa della grande inflazione, la Zecca prediligesse la stampa di monete cartacee lasciando invariato il numero delle monetine.
O, secondo un’altra ipotesi, sembra che i produttori giapponesi di orologi ne facessero incetta, data la qualità del metallo delle nostre monete per le loro casse.
O ancora, secondo altri, a causa dell’apparizione e la grande diffusione di macchinette automatiche (juke box, slot machine etc) che ingoiavano enormi quantità di monetine.
Ci fu, come al solito, pure chi parlò di complotto!
Quel che è certo è che le monete scomparvero.
Allora i negozianti provarono a dare ai loro clienti il resto con caramelle, gettoni telefonici o altro.
Ma la cosa non funzionò ed ecco che comparvero i miniassegni.
Il primo fu emesso dall’Istituto Bancario San Paolo di Torino il 10.12.1975, a cui seguirono poi tante altre Banche ed Istituti di Credito vari con tagli di vario importo, da 50, 100, 150, 200, 250, 300 e persino da 350 lire!
Erano di 11 cm x 21 per lo più di cartaccia, ma erano anche colorati e scritti male.
La loro diffusione fu immediata dato che risolveva il problema contingente, ma in realtà già dopo qualche anno, dato che erano fatti di carta di poca qualità, essi iniziarono a deteriorarsi ed a divenire inservibili.
La cosa però interessò i collezionisti di tutto il mondo che cercarono di accaparrarsi queste strane monete nate senza alcuna legge o regola.
C’è da dire che non mancò nemmeno la diffusione di mini assegni falsi creati da falsari con intestazione di Banche inesistenti.
Il PM di Perugia volle intervenire e ne dispose il sequestro in tutto il territorio nazionale ma la cosa, ovviamente, non ebbe alcun seguito essendo gli assegnini milioni ed in tutte le tasche degli italiani.
Solo verso la fine del 1977 ed agli inizi del 1978 finalmente si muoveva la Zecca che iniziò ad incrementare la produzione di monetine (soprattutto con 100 milioni di monete da 200 lire il cd. “Bronzino”).
Pian piano i miniassegni non servivano più e tutti coloro che ne avevano in gran numero quando vollero trasformarli in lire si accorsero che praticamente ciò era impossibile dati gli adempimenti ed i costi dell’operazione molto superiori al loro valore.
Agli inizi del 1979 i miniassegni ormai erano scomparsi senza che gli Italiani ci facessero nemmeno caso.
Ora sono solo oggetti da collezione, ma restano tuttora 2 misteri.
Come mai scomparvero all’improvviso tutte le monetine e come si è potuta affermare in Italia una moneta alternativa e senza alcuna legge.
questa che è certo una delle più belle e più note canzoni
di Antonello Venditti
Roma – 8 marzo 1949
In essa il “matrimonio” tra testo e musica
è davvero felice, anzi direi fantastico,
e pieno di magiche suggestioni.
La canzone, che è stata eletta tra le più belle 30
canzoni australiane di sempre, è del 1991
ed in Italia era quasi sconosciuta.
Antonello ebbe la capacità di comprenderne la bellezza
e poi di cantarla adattandola alla lingua italiana.
Ancor oggi è uno dei suoi brani più ricordati ed ascoltati.
La canzone originaria “Don’t Dream It’s Over”
– genere pop rock –
era stata scritta dal neozelandese Neil Finn
ed interpretata dal gruppo australiano Crowded House
IL TESTO ITALIANO
ALTA MAREA
Autostrada deserta al confine del mare
sento il cuore più forte di questo motore
Sigarette mai spente sulla radio che parla
io che guido seguendo le luci dell’alba
Lo so lo sai la mente vola
fuori dal tempo e si ritrova sola
senza più corpo né prigioniera
nasce l’aurora
Tu sei dentro di me come l’alta marea
che scompare e riappare portandoti via
Sei il mistero profondo, la passione, l’idea
sei l’immensa paura che tu non sia mia.
Lo so lo sai il tempo vola
ma quanta strada per rivederti ancora
per uno sguardo per il mio orgoglio
quanto ti voglio
Tu sei dentro di me come l’alta marea
che scompare e riappare portandoti via
Sei il mistero profondo, la passione, l’idea
sei l’immensa paura che tu non sia mia.
Lo so lo sai il tempo vola
ma quanta strada per rivederti ancora
per uno sguardo per il mio orgoglio
quanto ti voglio
…per dirti quanto ti voglio
…per dirti quanto ti voglio
…per dirti quanto ti voglio