Archivio per 6 settembre 2021
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.
– Thomas Moore –
Pierre-Auguste Renoir – La passeggiata
DENTRO L’AMORE
Alfonso Gatto
Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l’ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d’avermi, e già dal ridere mi volti
nella raffica buia, mi cancelli
per affiorare dal lamento vano.
Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel distinguermi il volto, grata, piena
d’aperto e poi ripresa dalla lena
della dolcezza, calma a poco a poco
come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhiche balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.
Pierre-Auguste Renoir – Signora al piano

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Lei (She) – Aznavour

IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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La più importante opera del Principe Raimondo de Sangro è certamente questa Cappella da lui abbellita ed arricchita da eccezionali opere d’arte.
STORIA DELLA CAPPELLA DI SANSEVERO
Costruita già nel 1590 per ospitare le tombe della famiglia fu del tutto restaurata nel corso del ‘700 dal Principe.

La Cappella in una antica stampa
E’ situata in pieno centro storico a pochi metri dalla piazza San Domenico Maggiore, ed è accanto al palazzo di famiglia dei Principi di Sansevero, ma divisa da un vicoletto che era però sormontato da un ponticello sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere direttamente alla Cappella.

La piantina della Cappella
La prima cosa che stupisce è che nella Cappella sono presenti soprattutto sculture ed infatti gli unici dipinti sono:
il soffitto affrescato da F. M. Russo nel 1749 con le immagini allegoriche dei Santi della famiglia ed i medaglioni monocromatici con i Santi protettori del Casato.
Tutti presentano ancor oggi colori vivissimi grazie all’uso di una cd. pittura “oloidrica” che consisterebbe nell’uso, al posto della colla, di sostanze create dal Principe ed il cui segreto avrebbe portato con sé nella tomba.
Questa massiccia preponderanza di sculture e di parti architettoniche rappresenta un vero e proprio “unicum” nell’ambito delle Chiese e delle grandi Cappelle (benché questa sia ora sconsacrata).

LE 4 CHIAVI DI LETTURA DELLE OPERE
Prima dare un’occhiata alle opere più rappresentative presenti nella Cappella bisogna precisare che esse presentano, a mio parere ma non solo, ben 4 chiavi di lettura:
– La prima è quella religiosa, certo è una Cappella con statue e qualche dipinto di carattere religioso… eppure forse è la chiave meno importante.
– La seconda è quella della rappresentazione della storia della famiglia del Principe e dei personaggi che più le diedero lustro.
– La terza è quella artistica, per la presenza di fantastiche opere di grandi maestri dell’epoca inserite in un contesto tutto barocco ed in un trionfo (quasi musicale) di marmi e stucchi.
– La quarta, la più misteriosa e per molti la più affascinante, è quella esoterica in quanto il Principe avrebbe “fatto nascondere ma non troppo” nelle diverse opere i suoi principi e le sue conoscenze ermetiche ed alchemiche (qualcosa di vero certamente ci deve essere se si pensa alla persecuzione che il Principe subì da parte delle gerarchie ecclesiastiche.

Dunque nell’esaminare ciascuna opera, cercherò di evidenziare le diverse chiavi apparenti o nascoste, per quanto è a mia conoscenza.
Le opere di cui parlerò in modo ampio sono:
Il Cristo velato;
La pudicizia;
Il disinganno;
Le incredibili macchine anatomiche.
FINE II PARTE
Chi volesse conoscer la biografia
del misterioso ma geniale Principe e della sua famiglia
(I Parte del post) può cliccare qui giù…
CONTINUA
CON LE MIRABILI OPERE DELLA CAPPELLA… E NON SOLO…
LE IMMAGINI SONO PRESE DAL WEB E SARANNO SUBITO RIMOSSE SE CHI NE DETIENE IL COPYRIGHT LO CHIEDERA’
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IL CRISTO VELATO
E’ certo l’opera più bella e nel contempo più misteriosa ed è anche considerata uno dei massimi capolavori dell’arte mondiale.
Basterebbe da sola a giustificare una visita alla straordinaria Cappella.
Il grande Canova, quando la vide, ne rimase così entusiasta che era pronto a spender qualunque cifra per poterla acquistare… e studiare… ed affermò che avrebbe dato 10 o 20 anni di vita per poter dire d’esserne stato lui l’autore.

Il motivo di tanta stupefacente bellezza?
E’ soprattutto la presenza di un velo di marmo che lascia incredibilmente visibile sia il corpo sottostante che perfino le ferite ed i buchi fatti dai chiodi sul corpo di Gesù.
Molto si è scritto su quest’opera in quanto ci sono opposte versioni sull’origine di questo velo.
Secondo presunte clausole del contratto d’opera che sarebbero state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli tra il Principe ed il Sammartino (e che potremo leggere nelle note in calce), allora apparirebbe certo che il “velo trasparente di marmo” sia stato un composto alchemico fornito dal Principe allo scultore.

Tuttavia sulla base di altri documenti c’è anche una tesi opposta e cioè che l’opera sia tutta un unico blocco di marmo finemente e favolosamente lavorato dallo scultore Sammartino.
In ogni caso, quando la vidi qualche anno fa, davvero mi sbalordì e mi sconvolse la trasparenza e l’aderenza del velo di marmo capace di mostrar con estrema e realistica precisione tutto quanto è da esso coperto… e cioè… la vena gonfia sulla fronte, i fori dei chiodi sui piedi e sulle mani, il costato scavato e l’aspetto rilassato del Cristo per la sopraggiunta morte liberatrice dal dolore.
Questi incredibili aspetti dell’opera si possono ammirare con stupore soltanto da vicino non potendo le foto dare l’esatta visione del realismo dell’opera.

Il foro nel piede
Ma cosa voleva dirci il Principe volendo realizzare quest’opera?
Innanzitutto c’è da dire che questa è forse l’unica scultura della Cappella che ha chiaramente un rilievo solo artistico e religioso non potendo ravvisarsi in essa aspetti esoterici (a parte la discussa storia del velo) o riferimenti alla famiglia del Principe.
Potrebbe però aver avuto lo scopo di dimostrare la possibilità di una felice unione tra arte ed alchimia oppure richiamare l’attenzione sulla Sindone quale simbolo esoterico di perfezione.
A mio modesto parere, con essa il Principe ha voluto soprattutto evidenziare la grandezza della sua potenza (in tutti i sensi) in quanto capace di pensare e di far realizzare (con o senza alchimie) un’opera davvero mitica ed unica al mondo.

NOTE
Tra le virgolette ecco degli estratti dalle clausole del contratto per la realizzazione del Cristo Velato rinvenute in alcuni siti in cui si afferma che siano state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli ma delle quali non sono in grado di confermare l’autenticità:
– Lo scultore s’impegna a realizzare una ” statua raffigurante Nostro Signore Morto al Naturale da porre situata nella cappella Gentilizia del Principe, un Cristo Velato steso sopra un materasso che sta sopra un panneggio e appoggia la testa su due cuscini, apprè del medesimo vi stanno scolpiti una Corona di spine tre chiodi e una tenaglia“.
Il Principe s’impegna a fornire il marmo ed a realizzare una “Sindone, una tela tessuta la quale dovrà essere depositata sovra la scultura, dopo che il Principe l’haverà lavorata secondo sua propria creazione e cioè una deposizione di strato minutioso di marmo composito in grana finissima sovrapposta al telo; Il quale strato di marmo da usa idea, farà apparire per la sua finezza il sembiante di Nostro Signore dinotante come fosse scolpito di tutto con la statua“.
Lo scultore avrebbe però dovuto mantenere il segreto sulla “maniera escogitata dal Principe per la Sindone ricovrente la statua” e però l’opera sarebbe stata attribuita solo allo scultore.
FINE III PARTE
Chi volesse conoscer la biografia
del misterioso ma geniale Principe e della sua famiglia
(I PARTE) può cliccare qui giù.
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Chi volesse conoscer la storia, la composizione
e le caratteristiche generali della Cappella (II PARTE)
CONTINUA
Le prossime opere della Cappella di cui parlerò in modo ampio sono:
La pudicizia (IV)
Il disinganno (V)
Le incredibili macchine anatomiche (VI).
LE IMMAGINI SONO PRESE DAL WEB E SARANNO SUBITO RIMOSSE SE CHI NE DETIENE IL COPYRIGHT LO CHIEDERA’.
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La canzone di cui parlerò, in questa libera antologia
delle canzoni della nostra memoria,
è di Nunzio Gallo
SEDICI ANNI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Una canzone che all’epoca (1961/1962)
vendette oltre un milione di copie, ma che ora,
per una strano negativo influsso,
sembra scomparsa quasi del tutto, perfino dal web.
Dico questo perché non m’aspettavo proprio
di dover “faticare” tanto per trovar notizie e musica.
(c’è anche un’altra del tutto diversa canzone del 1951
con lo stesso titolo… cantata da Achille Togliani ).
Qualcosa però son riuscito a recuperare e dunque spero,
nel mio piccolo, di poter, anche se solo in minima parte,
colmare la grave lacuna.
Sì perché la canzone, a mio parere, è delicata e dolce
sia come testo che come musica e l’interpretazione di Nunzio Gallo,
decisamente elegante e raffinata.
Dicevo che la canzone è del 1961, scritta da Aurelio Fierro,
e, per confermare la grandezza del suo successo,
vinse pure la Canzonissima di quell’anno
e fu anche la più gettonata nei mitici juke box (li ricordate?).
Prima di passare all’ascolto della canzone
immergiamoci per un attimo nell’atmosfera di quell’anno.
Siamo nel 1961
l’anno del primo uomo nello spazio… Jurij Gagarin.

dei successi di Classius Clay nella boxe

Cassius Clay
ed anche del centenario dell’unità d’Italia che viene ricordato
con varie manifestazioni,
soprattutto a Torino, ed a cui partecipai.


jukebox
Foto di gruppo dei partecipanti al Festival di Sanremo del 1961.
Ma torniamo alla canzone.
E’ giunto il momento di ascoltarla o riascoltarla in questo video.
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ARTE MUSICA POESIA HUMOUR
ETC NEL GRUPPO DI FB
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Torniamo a parlare con questa poesia di uno dei leitmotiv
più ricorrenti ed amati dai poeti e dagli amanti della poesia
IL SOGNO

J. Wall
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
POESIA DI SOGNO E SUL… SOGNO
DI
PEDRO SALINAS
In una fantastica antologia di poesie dedicate al sogno
non può mancare questa famosa poesia di Salinas,
poeta spagnolo, che definirei
un vero e proprio inno al sogno…
(attenzione… non quello che facciamo dormendo)
Il sogno dunque diventa qui per il poeta,
senza esitazione alcuna,
la vera realtà.
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Pedro Salinas è un grande poeta ed intellettuale spagnolo
della prima metà del secolo scorso.
La sua tematica si muove tra amore e sogno
con accenti davvero nuovi ed originali.
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
– Pedro Salinas –
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno.
Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l’acqua, cristallina.
La realtà traveste il sogno, e dice:
“Io sono il sole, i cieli, l’amore”.
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola.
Sognare
è il mezzo che l’anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
Cebarre

Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan

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Oggi è l’anniversario della nascita del mitico Pavarotti
grandissimo e famosissimo interprete di tantissime liriche
ed orgoglio dell’Italia musicale, e non solo,
scomparso alcuni anni fa.
Non possiamo quindi non dedicargli qualche minuto
per ricordarlo ed omaggiarlo.
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(Modena 12 10 1935 – Modena 6 9 2007)
Ma lo farò in un modo inconsueto che forse deluderà i melomani
ma che a me piace per la sua leggerezza e simpatia
anche se alla fine non mancherà il video
di una delle sue più grandi interpretazioni classiche.
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Infatti propongo di ascoltare il mitico Luciano Pavarotti
che canta
Chitarra Romana
mentre dinanzi ai nostri occhi
scorrono tante bellissime immagini del nostro
BEL PAESE
da nord al sud
ed alla fine nella sua mitica interpretazione del
NESSUN DORMA.
Il tutto ci farà dimenticare per un po’ le bruttezze quotidiane
consentendoci di abbandonarci ad un’atmosfera di sogno.
Il video è opera di stranieri e questo ci fa comprendere come siano
apprezzate all’estero le nostre bellezze (forse più che da noi).
Il video (una pps divenuta un video)
è davvero simpatico ed imperdibile
per chi ama Luciano e l’Italia.
Ora invece torniamo al Pavarotti simbolo mondiale dell’Italia musicale
con il video di NESSUN DORMA che ha superato l’eccezionale numero
di oltre 46.000.000 visualizzazioni.
Buon ascolto-visione
Tony Kospan
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