L’enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E’ altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d’Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del ‘700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
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Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo dunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d’arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi europei altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo.
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D’ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell’omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un’infanzia un po’ disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell’epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive.
Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll’aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all’età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell’arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell’epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell’epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni in cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest’ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però, per le sue importanti ed aristocratiche amicizie, fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l’opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita.
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti: vari siti web e… conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
.
– Copyright: Tony Kospan
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Stavolta parleremo in poesia, arte, aforismi, canzoni e non solo…
del mese nel quale stiamo, da poche ore, vivendo.
SETTEMBRE
IN POESIA ARTE MUSICA… E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
E’ il mese in cui non sono del tutto svaniti
i colori ed i calori dell’estate
e però vediamo e notiamo nell’aria
nuove e più tenui atmosfere e più fresche temperature.
E’ il mese della vendemmia,
dei funghi, della riapertura delle scuole… etc…
ed è anche il mese in cui è avvenuta, ahimè,
una tragedia che ha sconvolto tutta l’Umanità.
Amo Settembre per i suoi colori davvero unici, soft e avvolgenti,
per la sua aria dolce e malinconica, ma anche tanto romantica.
Per il suo indubbio fascino
questo mese è molto gettonato in poesia
ma ancor più in musica ed arte.
Prima di passare alle poesie leggiamo qualche aforisma
che ci parla di lui.

Dovrebbe sempre essere settembre
Proverbio
Voglio un settembre rosso come l’amore,
giallo come il sole ancora caldo nel cielo,
arancione come i tramonti accesi al finire del giorno,
porpora come i granelli d’uva da sgranocchiare.
Voglio un settembre da scoprire, vivere, assaggiare.
Stephen Littleword
Settembre è il mese perfetto per i matrimoni.
Né caldo né freddo. Né bello né brutto.
Come il matrimonio, appunto.
Luciana Littizzetto
Il primo settembre è un po’ come il primo dell’anno,
idealmente si ricomincia.
Stephen Littleword
Ma veniamo alle poesie prescelte, e però non vi troverete alcune classicissime
come “I pastori” di D’annunzio proprio perché le troverete dappertutto.
Come sempre sarà bello leggere sul tema anche poesie vostre,
o di altri autori che piacciono a voi, qui nel blog o nei gruppi virtuali.
SETTEMBRE
Vittorio Sereni
Già l’olea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell’onda che rotola minuta.
Settembre – P. Gagliardi
Giuseppe Arcimboldo
DUE MESI SETTEMBRE
Joseph Rudyard Kipling
All’alba un mormorio corse tra gli alberi,
una lieve increspatura nella cisterna, e nell’aria
un presagio di prossima frescura – ovunque
una voce profetica nella brezza.
Balzò il sole e indorò tutta quella polvere,
e lottò per disseccare ancor più l’oziosa terra,
impotente come un re invecchiato che guerreggia
per un impero che gli si sgretola in mano.
L’un dopo l’altro caddero i petali del loto,
sotto l’assalto dell’anno ribelle,
ammutinato contro un cielo iracondo;
e, lontano, bisbigliò l’inverno; “E’ bene
che muoia la rovente estate. L’ausilio e’ vicino,
giacché quando l’umano bisogno più stringe, io arrivo.”
September Morn – Neil Diamonds
Mary Cassatt
SETTEMBRE
– Stephen Littleword –
Ecco è arrivato settembre
mese dolce e propizio
di piogge a colorare i prati
e di dolci frutti della terra .
Amo settembre
il sole è ancora caldo ,
si respira ancora
aria di gioia e vacanza
è qualcosa mi sussurra
di sognare e reinventarmi ,
quasi fosse un nuovo inizio
è settembre!!
Equipe 84 – 29 settembre
RONDINI ADDIO
Giovanni Pascoli
Dunque, rondini rondini, addio!
Dunque andate, dunque ci lasciate
per paesi tanto a noi lontani.
E’ finita qui la rossa estate.
Appassisce l’orto: i miei gerani
più non han che i becchi di gru.
Oh, se, rondini rondini, anch’io…
Voi cantate forse morti eroi
su quest’alba, dalla vostre altane,
quando ascolto voi parlar tra voi
una vostra lingua di gitane,
una lingua che più non si sa.
Oh, se, rondini rondini, anch’io…
O son forse gli ultimi consigli
ai piccini per il lungo volo.
Rampicati stanno al muro i figli
che alloro nido, con un grido solo,
si rivolgono a dire: si va?
Dunque, rondini rondini, addio!
Impressioni di settembre
Raffaello Isola
VEDER CADERE LE FOGLIE
N. Hikmet
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.
FELICE… POETICO… SETTEMBRE
A TUTTI
DA TONY KOSPAN





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Hans Andersen Brendekilde
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Stavolta parleremo in poesia, arte, aforismi, canzoni e non solo…
del mese nel quale stiamo, da poche ore, vivendo.
SETTEMBRE
IN POESIA ARTE MUSICA… E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
E’ il mese in cui non sono del tutto svaniti
i colori ed i calori dell’estate
e però vediamo e notiamo nell’aria
nuove e più tenui atmosfere e più fresche temperature.
E’ il mese della vendemmia,
dei funghi, della riapertura delle scuole… etc…
ed è anche il mese in cui è avvenuta, ahimè,
una tragedia che ha sconvolto tutta l’Umanità.
Amo Settembre per i suoi colori davvero unici, soft e avvolgenti,
per la sua aria dolce e malinconica, ma anche tanto romantica.
Per il suo indubbio fascino
questo mese è molto gettonato in poesia
ma ancor più in musica ed arte.
Prima di passare alle poesie leggiamo qualche aforisma
che ci parla di lui.

Dovrebbe sempre essere settembre
Proverbio
Voglio un settembre rosso come l’amore,
giallo come il sole ancora caldo nel cielo,
arancione come i tramonti accesi al finire del giorno,
porpora come i granelli d’uva da sgranocchiare.
Voglio un settembre da scoprire, vivere, assaggiare.
Stephen Littleword
Settembre è il mese perfetto per i matrimoni.
Né caldo né freddo. Né bello né brutto.
Come il matrimonio, appunto.
Luciana Littizzetto
Il primo settembre è un po’ come il primo dell’anno,
idealmente si ricomincia.
Stephen Littleword
Ma veniamo alle poesie prescelte, e però non vi troverete alcune classicissime
come “I pastori” di D’annunzio proprio perché le troverete dappertutto.
Come sempre sarà bello leggere sul tema anche poesie vostre,
o di altri autori che piacciono a voi, qui nel blog o nei gruppi virtuali.
SETTEMBRE
Vittorio Sereni
Già l’olea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell’onda che rotola minuta.
Settembre – P. Gagliardi
Giuseppe Arcimboldo
DUE MESI SETTEMBRE
Joseph Rudyard Kipling
All’alba un mormorio corse tra gli alberi,
una lieve increspatura nella cisterna, e nell’aria
un presagio di prossima frescura – ovunque
una voce profetica nella brezza.
Balzò il sole e indorò tutta quella polvere,
e lottò per disseccare ancor più l’oziosa terra,
impotente come un re invecchiato che guerreggia
per un impero che gli si sgretola in mano.
L’un dopo l’altro caddero i petali del loto,
sotto l’assalto dell’anno ribelle,
ammutinato contro un cielo iracondo;
e, lontano, bisbigliò l’inverno; “E’ bene
che muoia la rovente estate. L’ausilio e’ vicino,
giacché quando l’umano bisogno più stringe, io arrivo.”
September Morn – Neil Diamonds
Mary Cassatt
SETTEMBRE
– Stephen Littleword –
Ecco è arrivato settembre
mese dolce e propizio
di piogge a colorare i prati
e di dolci frutti della terra .
Amo settembre
il sole è ancora caldo ,
si respira ancora
aria di gioia e vacanza
è qualcosa mi sussurra
di sognare e reinventarmi ,
quasi fosse un nuovo inizio
è settembre!!
Equipe 84 – 29 settembre
RONDINI ADDIO
Giovanni Pascoli
Dunque, rondini rondini, addio!
Dunque andate, dunque ci lasciate
per paesi tanto a noi lontani.
E’ finita qui la rossa estate.
Appassisce l’orto: i miei gerani
più non han che i becchi di gru.
Oh, se, rondini rondini, anch’io…
Voi cantate forse morti eroi
su quest’alba, dalla vostre altane,
quando ascolto voi parlar tra voi
una vostra lingua di gitane,
una lingua che più non si sa.
Oh, se, rondini rondini, anch’io…
O son forse gli ultimi consigli
ai piccini per il lungo volo.
Rampicati stanno al muro i figli
che alloro nido, con un grido solo,
si rivolgono a dire: si va?
Dunque, rondini rondini, addio!
Impressioni di settembre
Raffaello Isola
VEDER CADERE LE FOGLIE
N. Hikmet
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.
FELICE… POETICO… SETTEMBRE
A TUTTI
DA TONY KOSPAN





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Hans Andersen Brendekilde
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E’ una parolina che sentiamo fin da bambini:
“fai ciao con la manina” ci dicono i nostri genitori… ma ne conosciamo la storia?
CIAO oggi è una delle parole italiane più diffuse al mondo (è seconda solo alla “pizza”) ma, stranamente, il suo uso come parola scritta risale solo all’800 e precisamente nel 1818 a Milano (dunque ha da poco superato il duecentesimo compleanno).
La storia però inizia nel 6° sec. d. C. quando furono catturati degli slavi e messi in schiavitù.
Col tempo la parola finì per significare schiavo (slavus/sciavus) non solo in Italia ma anche in Spagna.
Passarono molti secoli ma il significato di “schiavo” in Italia si modificò in “servo vostro”.
Pietro Aretino nel ‘500 lo evidenzia con questa frase “Vi son schiavo maestro” nel suo libro “Marescalco”.
Insieme alla diffusione di questo nuovo significato la parola “schiavo” subisce delle modifiche nelle varie regioni (“sciavo”, “schiao” a Venezia, “ciavo” a Milano, “scavo” al sud e “stiavo” a Firenze).
Poi quasi contemporaneamente nella lingua parlata in tutta Italia esplode (per la dolcezza del suono?) la parola “Ciao“, anche se i vecchi termini resteranno anch’essi ancora un po’ in uso.
Fu però Domenico Modugno, nel 1959 a Sanremo col ritornello della sua canzone “Piove” (Ciao ciao bambina), che diede inizio al suo viaggio trionfale per il mondo diventando così non più solo italiana… ma mondiale.
Nel contempo la canzone diffondeva anche l’uso del raddoppio “Ciao ciao“.
Per la verità la troviamo anche in un’altra precedente e storica canzone “Bella Ciao“.
Di essa si sono serviti la pubblicità, i motorini (Piaggio), la mascotte dei mondiali del ’90, la crema (Ciaocrem) etc…
Nello stesso anno della nascita del “Ciao” motorino poi ecco un’altra canzone in cui questa parola trionfa.. “Ciao amore, ciao” di Luigi Tenco.
Oggi i moderni modi di parlare ci mostrano delle variazioni in tema come “ciaissimo“, “cià-cià-cià“, “ciaone” e “ciao neh“.
Ma dato che le lingue si evolvono… la sua storia certamente continuerà.
Chi volesse approfondire il tema può leggere il libro “Ciao” del docente di linguistica Nicola de Blasi.
Non posso concludere questa breve storia del termine Ciao se non con un bel…
PER LE NOVITA’ DEL MONDO DI ORSOSOGNANTE
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