Archivio per 20 agosto 2021

L’ISOLA CHE NON C’E’? C’è davvero! E’ l’Isola Ferdinandea – Conosciamone la storia!   Leave a comment





Se ne sono occupati gli storici, i geologi, i politici, i diplomatici, i vulcanologi,

ma l’isola Ferdinandea ha tutti gli elementi del mito e della leggenda. 

 

 
 
  

 

 

 

 
 C’E’ DAVVERO…
L’ISOLA CHE… NON C’E!
ECCOLA… E’…

 

L’ISOLA FERDINANDEA 
 
 
 

 

 

 

 
  
 
 

 

 
 
 
 
 Nel web sono molti i siti di varie nazioni che ne parlano, alcuni in termini robustamente rivendicativi, essenzialmente sulla scorta – anacronistica – del fatto che, all’epoca della sua comparsa, l’Italia non era un’entità politica.
 
L’Isola Ferdinandea è conosciuta oggi come “Banco Graham”, ovvero una vasta piattaforma rocciosa a circa 6 metri dalla superfice marina tra Sciacca e l’isola di Pantelleria.
 
 
Costituisce la bocca di un vulcano sommerso che, eruttando, nel 1831, vide l’isola crescere fino ad una superficie di circa 4 km2 e 65 m di altezza.
 
Tuttavia essa era composta da materiale eruttivo chiamato tefra o tefrite, materiale facilmente erodibile dall’azione delle onde.
 
 
Alla conclusione dell’episodio eruttivo si verificò una rapida erosione e l’isola scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832, prima di ogni soluzione del problema sorto intorno alla sua sovranità .
 
 
 
 

LA STORIA
 
 

 


Il 10 dicembre 1831 Benedetto Marzolla, dipendente dell’Officio Topografico del Regno delle Due Sicilie, pubblicò una Descrizione dell’Isola Ferdinandea nel mezzo-giorno della Sicilia, comunicando che il precedente 12 luglio un vulcano era emerso dal mare e, dopo numerose eruzioni, aveva lasciato un’isoletta.
 
Era un piccolo pianoro di sabbia nera e pesante, tanto friabile da non sostenere il peso di una persona; nel centro vi sorgeva un colle e poco discosto c’era un laghetto di acqua fumante, dall’acre odore di zolfo. 
 
 
Si trovava sul banco detto dai Siciliani Secca di Mare o Secca del Corallo e dagli inglesi di Malta Banco di Graham, circa 30 miglia a sud di Sciacca.
 
 
 
 

 

 

 


 
Il canonico Arena scriveva che queste eruzioni “sono state sempre precedute da brevi scosse di terremoto che si sono susseguite con fortissimo fragore di boati”. Secondo l’Arena “testimoni dell’evento furono i capitani Trafiletti e Corrao, naviganti in quel mare (latitudine 37,11 nord e longitudine 12,44 est) che osservarono un getto d’acqua a cui tennero dietro colonne di fiamme e di fumo che si elevavano ad un’altezza di 550 metri circa. Il 16 luglio si vide emergere la testa di un vulcano in piena eruzione e il 18 lo stesso capitano Corrao, di ritorno, osservò il cono del vulcano che sporgeva dal mare. Presto si vide emergere un’isoletta che crebbe sempre in eruzione e raggiunse, il 4 agosto, una base di tre miglia di circonferenza ed un’altezza di sessanta metri, con due preminenze, una da levante ed una da tramontana, a guisa di due montagne legate insieme; con due laghetti bollenti”.
 
 
Non appena si diffuse la notizia dell’apparizione del piccolo lembo di terra, accorsero, ad osservare l’evento, navi e scienziati di vari Paesi, dal Regno delle Due Sicilie, alla Svizzera, alla Germania, alla Gran Bretagna.
 
Si susseguirono visite da parte di vari studiosi, tra cui il prof. Karl Hoffman, geologo dell’Università di Berlino, il fisico Domenico Scinò , il prof. Carlo Gemellaro, docente di Storia Naturale presso l’Università di Catania per osservare l’evento.
 
Poiché Re Ferdinando aveva da poco visitato Palermo, il prof. Carlo Gemellaro suggerì che l’isola gli fosse intitolata.
Per effetto di un regio decreto del 17 agosto, l’isola Ferdinandea fu annessa al Regno delle Due Sicilie. 
 
 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
L’isoletta suscitò anche l’interesse di alcune potenze straniere alla ricerca di avamposti strategici per gli approdi delle loro flotte mercantili e militari.
 
Così il 2 agosto l’Inghilterra prese possesso dell’isola chiamandola “Graham”, suscitando le proteste dei siciliani e dello scopritore capitano Corrao.
 
Il 26 settembre anche la Francia inviò un brigantino con a bordo il geologo Constant Prévost e il pittore Edmond Joinville, che realizzò i disegni dell’isola, per compiere rilievi e ricognizioni che evidenziarono frane sul terreno e pronosticarono il prossimo inabissamento dell’isola.
 
Come gli inglesi, anche i francesi non avevano chiesto alcun permesso al re Ferdinando II di Borbone, quale legittimo proprietario dell’isola, essendo questa sorta nella acque siciliane. Anzi i francesi la ribattezzarono “Iulia” in riferimento alla sua comparsa avvenuta nel mese di luglio, poi posero una targa a futura memoria e innalzarono sul punto più alto la bandiera francese.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Allora Ferdinando II inviò sul posto il capitano Corrao il quale, sceso sull’isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l’isola “Ferdinandea” in onore del sovrano. Sembrava che l’evento non suscitasse altro clamore, invece giunse sul posto la marina britannica e fu deciso di rimettere la questione ai rispettivi governi.
 
A fine ottobre del 1831 il governo borbonico prendeva posizione ufficiale ricordando ai governi di Gran Bretagna e Francia che a norma del diritto internazionale la nuova terra apparteneva alla Sicilia. A quanto sembra però i due governi non risposero, e iniziarono le rivalità fra le due nazioni, entrambe interessate a favorire le loro posizioni strategiche nel Mediterraneo. Il 7 novembre un capitano inglese misurò di nuovo l’isola, che risultò ridotta ad un quarto di miglio con un’altezza di venti metri.
 
Il 16 novembre si scorgevano soltanto piccole porzioni e l’8 dicembre un capitano siciliano ne costatò la scomparsa, mentre alcune colonne d’acqua si alzavano e si abbassavano. 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

A scanso di equivoci i siciliani posero sulla superfice del banco Graham una targa in pietra tra le cui righe si legge che “[…] l’Isola Ferdinandea era e resta dei Siciliani”.

Rotta qualche anno fa (probabilmente per colpa di un’ancora) è stata prontamente sostituita.

Successivamente il vulcano è rimasto dormiente per decenni con la cima circa 8 mt. sotto il pelo dell’acqua (il cosiddetto Banco di Graham nella cartografia ufficiale).

 

 

 

 

 

 

 

 Nel 1986 fu erroneamente scambiato per un sottomarino libico e colpito da un missile della U.S. Air Force nella sua rotta verso Tripoli.
 
Nel 2002 una rinnovata attività sismica nella zona di Ferdinandea ha indotto i vulcanologi a speculare sopra un imminente nuovo episodio eruttivo con conseguente nuova emersione dell’isola.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per evitare in anticipo una nuova disputa di sovranità, dei sommozzatori italiani hanno piantato un tricolore sulla cima del vulcano di cui si aspettava la riemersione. 
 
Però le eruzioni non si sono verificate e la cima di Ferdinandea rimane ancora circa 6 metri sotto il livello del mare.
 
 
 
F I N E
 
 
 
Testo dal web con qualche modifica o integraz. – Impaginazione T.K.
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 

 

rangeeballon
UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE
POESIA MUSICA SOGNI RACCCONTI
RIFLESSIONI BUONUMORE ETC
NEL GRUPPO
Frecce (51)

 


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

ENERGIA MUTABILE – Breve e bella ma anche bivalente e suggestiva poesia d’amore di G. Conte   Leave a comment

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Una piccola… intensa… affascinante

ma anche profonda poesia di un autore contemporaneo…




Giuseppe Conte – Imperia – 15 novembre 1945




Possiamo idealmente dividerla in 2 parti contrapposte.







La prima ci parla di un amore indipendente dal possesso

anzi… perfino dal legame stesso… dell’amore.



L’amore vero, tu lo sai,

è volere la gioia

di chi non ci appartiene









La seconda invece è tutta un traboccare…

di un’energia necessaria ed irrinunciabile…

che però non può prescindere

dall’intensità di un legame forte


Quasi un patto d’amore e di sangue, dunque,

tanto intenso… quanto in continua evoluzione.









Possiamo anche dire… in altre parole…

che la prima è la parte astratta

propedeutica però…

alla seconda… parte concreta

in cui si snoda come in un ruscello

l’eterno mutamento della realtà dell’amore.

Ma ora leggiamola…










ENERGIA MUTABILE

Giuseppe Conte


L’amore vero, tu lo sai,

è volere la gioia

di chi non ci appartiene

è questo uscire, traboccare da se stessi

come il sangue dalle vene

per un taglio,

è l’irrinunciabile,

amore energia mutabile eterno bene.








Se vi va, fate conoscere anche il vostro parere.



CIAO DA TONY KOSPAN






Buon weekend in poesia “Il vero amore non lascia..” L. Cohen – arte W. Paxton – canzone “In assenza di te” L. Pausini   Leave a comment

 
 
 
 
 
 

 

 

William Paxton

 

 

verd carino LHDev Copiaverd carino LHDev Copia

 

 

 

 

 

 
 
domenica153domenica153domenica153domenica153domenica153
 
Sono venuto qui
non a tenere una conferenza su temi studiati e preparati, 
ma a conversare con voi di ciò che nessuno mi ha insegnato, 
di ciò che è sostanza e magia,
di poesia. 
Federico Garcia Lorca
 
domenica153domenica153domenica153domenica153domenica153
 
 
 
 

 

 
fre bia pouce   musical notes
 
William Paxton – Ritratto della moglie di Charles Frederic

 
 
 
 
IL VERO AMORE NON LASCIA TRACCE 
– Leonard Cohen –
 
Come la bruma non lascia sfregi
Sul verde cupo della collina
Così il mio corpo non lascia sfregi
Su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
I bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio
Come manette fatte di neve
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell’aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
Senza una luna, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano.
 
 
 
 
 
 

 

William Paxton – L’ombra del cappello

 

 

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da Orso Tony


ORSO TONY 1

 

 

 

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IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE… I N S I E M E

Frecce2039

 

 

 
 
 
 
 
 
  
William Paxton 

 

 

 

 

La sana alimentazione davvero allunga la vita? La risposta in questo studio!   Leave a comment


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LA SANA ALIMENTAZIONE ALLUNGA DAVVERO LA VITA?
SI’!
 
(ma con i dovuti accorgimenti)

 
 
 
Ecco le regole che garantiscono 
longevità, pelle liscia, dimagrimento senza rinunce, 
evacuazione regolare e pancia piatta

 
 
 
 
 
 
 
 


Il consumo di pasti a basso contenuto calorico e ricchi di fibre è in grado di rallentare l’invecchiamento del cuore e del cervello 

e di prolungare il corso della vita del nostro organismo, anche del 50%. 


Lo dice la scienza dell’alimentazione.


 

 

 

 

Il miglior metodo è variare, seguendo queste semplici ma fondamentali regole di base:





consumare cibi ricchi di fibre


privilegiare gli alimenti integrali a quelli raffinati 

“cambiare” ogni giorno tipo e qualità dei nutrimenti 

bere tanta acqua minerale 

andare in bagno regolarmente, aiutandosi se necessario con appositi integratori e non con lassativi o purganti 

inserire sempre nel menù giornaliero verdura a volontà (cruda e cotta) e frutta di stagione

mangiare con calma e lentamente, masticando bene ogni boccone 

evitare di guardare la televisione mentre si consumano i pasti 

preferire i grassi di origine vegetale (come l’olio extravergine d’oliva) rispetto a quelli di origine animale (burro, strutto e derivati) 

non saltare la prima colazione

fare sempre uno spuntino a metà mattina 

e un altro a metà pomeriggio (meglio se accompagnati da una mini porzione di frutta o verdura ricca di fibra) 

avere, quindi, cinque contatti quotidiani con il cibo (mattina, merenda a metà mattina, pranzo, merenda a metà pomeriggio, cena) 

privilegiare il consumo di pesce rispetto a quello di carne 

scegliere, comunque, carne bianca e magra (tacchino, pollo e vitello) 

evitare cibi in scatola

limitare il consumo di sale 

praticare attività fisica, anche leggera

ritagliarsi spazi per hobby o riposo

passeggiare spesso nella natura, respirando a pieni polmoni, lontani da smog e traffico 

stare lontani il più possibile dallo stress 

eliminare o ridurre il consumo di alcolici. 




 
 

 

 

 


La nostra dieta mediterranea

unita a una regolare attività fisica

è la soluzione ottimale per mantenersi in forma e in salute.



 

 

 

 

 

 

L’alimentazione deve essere bilanciata e ricca dei nutrienti contenuti in
cereali integrali, ortaggi, legumi, pesce, verdura cotta e cruda, 
frutta, frullati, latticini magri, acqua e carboidrati complessi 
(pasta, riso, e pane, meglio se integrali), 
che riducono anche la pressione sanguigna, 
grazie alla presenza di aminoacidi, magnesio,
triptofano (precursore della serotonina) e fibre.

 

 

 




Basta con le diete improvvisate che possono causare gravi malattie e accelerare l’invecchiamento dell’organismo!


E per ottenere i migliori benefici dalla dieta quotidiana dobbiamo inoltre evitare le calorie “vuote”, prive cioè di vitamine e sali minerali:

stop dunque ad alcolici, merendine preconfezionate, snack, pizzette, grissini e tramezzini.


Non serve a nulla mangiare metà hamburger o mezzo pacchetto di patatine fritte, 

né bere mezza lattina di una delle tante bevande zuccherate in commercio.


Meglio preferire cibi naturali e meno processati come verdure, cereali integrali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva e frutta, 

rispetto ai cibi industriali raffinati e particolarmente elaborati.


Non facciamoci ingannare dalla pizza al trancio:

molto meglio una semplice marinara con sopra verdure alla griglia.


Una dieta ricca di frutta, verdura e cibi integrali fa parte di uno stile di vita sano, 

che previene l’insorgere o l’aumento della stipsi e le malattie croniche collegate.


Mangiare meno e meglio, dunque, favorisce la longevità, aiutandoci ad invecchiare in salute.

 

 



 


Dott.ssa Elsa Emilienne Anne Niola

 

 

 

TESTO DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K. –




CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 




 
 
 

Il Signor Bonaventura – Breve ricordo del mitico fumetto e del suo creatore anche con immagini e video   Leave a comment



UN FUMETTO SIMPATICISSIMO
ED AMATISSIMO DAI RAGAZZI DEL ‘900






Una figura leggera e calviniana, ma simpaticissima,
entrata nel nostro immaginario


LA STORIA DI QUESTO FUMETTO


Personaggio dei fumetti dalla caratteristica marsina e bombetta rossa, i larghi pantaloni bianchi e il fedele cane bassotto al fianco, il Signor Bonaventura era lo strampalato eroe di avventure che lo vedevano quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine.
A caratterizzare maggiormente il fumetto, nato il 28 ottobre 1917 dalla fantasia Sergio Tofano in arte Sto, apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni, era l’utilizzo esclusivo di testi a rima baciata che iniziavano con le parole «Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…».
Sergio Tofano era… fumettista, ma anche attore, regista, eclettico e versatile umorista del teatro e del cinema italiano.








Un creatore di fumetti fortunato tanto quanto sui generis è stata la sua nascita. «Mio padre, all’epoca, si occupava di censura militare per i servizi segreti, quindi – ha ricordato Gilberto Tofanoaveva sempre con sé una matita rossa e blu. Durante una pausa, seduto ad un bar di via Nazionale a Roma, a un tavolino di marmo bianco, ha usato la matita rossa per creare il pupazzo che gli era stato commissionato dal Corriere dei Piccoli».
Bonaventura, eroe gentile e fortunato, viene raccontato attraverso le diverse interpretazioni che lo stesso Tofano ne ha offerto nel corso degli anni.
Un autore, ma anche un personaggio a tutto tondo, capace di spaziare dal fumetto al teatro, dall’editoria alla pubblicità fino alla moda.
«Il mio augurio – ha aggiunto Gilberto Tofano – è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d’Ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete e ironiche qualità di una elegante sopravvivenza».
«Bonaventura, figura entrata nel mito, nell’immaginario collettivo, leggera e un po’ calviniana nella sua capacità di porsi obliquamente ai problemi della vita. Un personaggio importante che rimanda a fatti storici e che si fa emblema di una certa stagione. Guai a considerarlo un semplice fumetto».
«Sono molto contenta che ci si ricordi del mio padrone», ha dichiarato ironicamente Franca Valeri, ricordando di aver debuttato a teatro nel 1949 nei panni del fedele cane bassotto di Bonaventura.
«Era un attore straordinario, una persona molto particolare – ha aggiunto la Valeri – e anche un po’ snob.
Sono contenta di ricordare che mi voleva bene, cosa non facile.
Tofano aveva l’impressione che sarei diventata qualcuno sulla scena teatrale». (web)




Sergio Tofano (Roma 20.08.1886 – Roma 28.10.1973)


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UN ESEMPIO… PER I PIU’ GIOVANI
ED UN BEL RICORDO PER CHI LO HA CONOSCIUTO…

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BREVE BIOGRAFIA DEL SUO CREATORE
SERGIO TOFANO





Sergio Tofano



Nasce a Roma il 20 agosto 1886. Comincia a disegnare a vent’anni sul Pupazzetto di Yambo, che lo presenterà a suo padre, il celebre attore Ermete Novelli, il quale lo assumerà in compagnia a 6 lire il giorno. Si intrecciano così fin dall’inizio le due anime di questo artista, attore e autore di letteratura disegnata.
Nel 1908 pubblica su Il giornalino della domenica di Vamba, firmandosi con la sigla Sto che manterrà per tutta la vita.
L’eleganza del suo segno lo rende subito popolare e, mentre partecipa ad esposizioni importanti di grafica e di pittura, lavora per la pubblicità, pubblica copertine e tavole di soggetto umoristico ma di grafica sofisticata su Numero (dal n. 3 del 1914), ma anche illustrazioni sul settimanale La Lettura e fumetti sul Corriere dei piccoli (di fumetti si parla, anche se non venivano utilizzate le nuvolette).



Sergio Tofano


 

Per quest’ultima testata crea nel 1917 (n. 43 del 28 ottobre) il Signor Bonaventura, le cui avventure in rima si concludevano inevitabilmente con la fortunata conquista di un premio in denaro pari a un milione! Sempre sul “corrierino” pubblicherà nel 1921 una sua versione della Vispa Teresa e nel 1925 le avventure di Taddeo e Veneranda.
Ma il personaggio di maggiore successo resta il Signor Bonaventura, che continua a essere pubblicato anno dopo anno, con brevi pause, prima e dopo la guerra, e anche dopo la scomparsa del suo autore.
Accanto alla produzione seriale sul “corrierino” e a sporadiche apparizioni su testate diverse (come Carosello nel 1944-1945, diretto dallo stesso Tofano, o il numero unico Corrierino del Prestito nel 1945, per aiutare la ripresa economica nazionale dell’Italia liberata), si pubblicano libri illustrati e se ne traggono film e commedie, mentre il personaggio è utilizzato anche nella pubblicità.




Autocaricatura
 

La produzione teatrale di Sto è varia e complessa, perché Sergio Tofano è anche attore, un grande attore, nonché regista e scenografo, commediografo e costumista.
Dopo l’esordio con Ermete Novelli nel 1909, recita nella compagnia di Virgilio Talli.
Nel 1923 sposa la ventunenne milanese Rosetta Cavallari, che diventa attrice e sarà sua inseparabile compagna nella vita e spesso sulla scena, sia a teatro sia nel cinema (Sergio reciterà in oltre cinquanta pellicole).






Dal 1953 l’artista insegna a Roma all’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico, e con l’avvento della televisione aumenta ancora la propria popolarità con interpretazioni rimaste ineguagliate, a partire da un indimenticabile Firs, l’anziano maggiordomo de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov (in onda il 6 aprile 1956, ritrasmessa il 23 settembre 1969), tra le prime commedie in televisione.
L’artista è già pensionato, nel 1960, ma continua a insegnare all’Accademia di Roma, e appare ancora in ruoli televisivi, quando il 7 aprile Rosetta, che da tempo soffre di estenuanti emicranie e crisi depressiva, si toglie la vita, a 58 anni: un gesto tragico che arriva come un fulmine inatteso.
Ancora l’anziano attore reciterà in ruoli cinematografici con Loy, Monicelli, Zampa, Bertolucci, Risi e Pasquale Festa Campanile.
Da quest’ultimo viene chiamato anche nel 1973 per una parte nel “Rugantino”, che con “La colonna infame” di Nelo Risi saranno le sue ultime interpretazioni.
Muore il 28 ottobre 1973.






ECCO COSA SCRIVEVA  DEL SIGNOR BONAVENTURA
UN SUO GRANDE CONTEMPORANEO… LO SCRITTORE E POETA
GIANNI RODARI






LA PROMESSA DI BONAVENTURA
DI GIANNI RODARI



Una volta alla settimana, nella nostra casa ben poco confortevole, arrivava Bonaventura e ci portava, in premio per la nostra attesa, un milione grande come un lenzuolo.
Sapevamo perfettamente in anticipo che all’ultima vignetta le persecuzioni del torvo Barbariccia sarebbero cessate, le goffaggini dell’elegantissimo Cecè si sarebbero ricomposte e Bonaventura, grazie al caso che faceva di lui in continuazione un involontario salvatore di pericolanti, il nemico numero uno dei nemici pubblici, l’agente universale del bene, avrebbe intascato il rituale bigliettone.
Che cosa, allora, ci faceva leggere ogni volta la sua storia come nuova? Come accadeva che il milione destasse sempre la sorpresa del primo?
C’erano, intanto, quei versetti accurati, limpidi, seminati con discrezione di qualche pargoletta rara, di qualche rima acrobatica, insomma, di suoni inattesi: l’effetto della loro musica era quello di un’ infinita serie di variazioni sullo stesso tema. Un effetto di magia.
C’erano poi nelle avventure e nelle sciagure (per fortuna rare) del signor Bonaventura sottili, indirette allusioni al mondo, ai suoi personaggi, ai casi della vita che, come diceva Geppetto, “sono tanti”.






E c’era nel finale ottimistico una promessa generosa di gratificazione, l’assicurazione che ogni speranza, prima o poi, si realizza, che ogni sogno scende in terra. 
La gente si sottovaluta.
Negli anni in cui gli adulti cantavano sospirando: “Se potessi avere mille lire al mese”, Bonaventura, senza alzare la voce, indicava ai bambini una meta mille volte più alta.
Guadagnò il suo primo miliardo ben prima degli “industrialotti” del lavoro a domicilio. Non ignaro di guai e traversie, spesso disoccupato, col tempo anche sinistrato e senzatetto, Bonaventura ha continuato per mezzo secolo a insegnare che c’è sempre una via d’uscita; che Barbariccia è una tigre di carta; che catastrofi, incendi, fughe di di belve dai circhi, briganti da strada, incidenti automobilistici, cavalli imbizzarriti non hanno mai niente di definitivo: più in là c’è sempre il milione, come sopra le nuvole, anche nei giorni di nubifragio, c’è sempre il sole. 
Da bambini abbiamo amato Bonaventura per il suo intrepido candore.
Da grandi abbiamo ammirato Sergio Tofano per la sua discrezione, la sua misura, la sua invisibile, sterminata, ironica pazienza.

Gianni Rodari






IL VIDEO



Infine vediamolo in questo breve video tratto dal mitico CAROSELLO






ed in quest’altro


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Testi ed immagini da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Tony Kospan



 
FINE


verd carino LHDev Copia
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE..  LA TUA PAGINA FB
Frecce (174)








 

Quasimodo.. premio Nobel per la letteratura – Breve biografia ed alcune sue belle poesie   Leave a comment




E’ stato uno dei più noti ed apprezzati
esponenti della corrente poetica
definita dell’ermetismo.






BREVE BIOGRAFIA


Dopo esser vissuto in diverse citta siciliane, 
seguendo il padre capostazione, 
s’iscrive alla facoltà d’Ingegneria a Roma.

Presto però la lascia per lavorare come tecnico
girando per varie regioni ma è a Firenze
che, grazie al supporto del cognato Elio Vittorini,
pubblica la sua prima raccolta di poesie “Acque e terre”.



Modica 20.8.1901 – Napoli 14.6.1968

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Ciò gli consente d’esser subito riconosciuto
come uno dei maggiori rappresentati dell’Ermetismo.

Trasferitosi a Milano inizia con successo l’attività
di traduttore dei grandi poeti dell’Antica Grecia.






Seguono diversi libri di poesie in cui forte appare 
sia l’omaggio alla Resistenza che il suo impegno civile.

Nel 1959 riceve il premio Nobel per la letteratura.



Salvatore Quasimodo con la principessa Margaretha di Svezia per il Nobel
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LA SUA POETICA
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I suoi versi, oltre a rievocare i colori mediterranei
della sua gioventù, evidenziano le inquietudini,
le incertezze e le contraddizioni della moderna società.

Le sue poesie, spesso brevi, presentano versi intensi,
forti, decisi ma anche ricchi di metafore e simboli.
In lui appare concreto il desiderio di contribuire,
con le sue opere, ad una nuova società
in cui prevalgano pace e solidarietà umana.






Il suo approdo all’ermetismo non avvenne 
a tavolino o per un ragionamento 
bensì in modo naturale e spontaneo.

E’ considerato tra i grandi poeti italiani del ‘900.







ALCUNE SUE NOTE POESIE
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ESTATE

Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.






SPECCHIO

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul declivio
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.



Dipinto di C. C. Curran



VOGLIO PENSARE AL CUORE CHE HAI

Voglio pensare al cuore che hai mentre danzi,
e scavi le braccia
e il capo sollevi come a donarti intera all’aria.
Quel cuore io cerco;
con esso raggiungerai il gesto preciso
che ti farà alta nell’arte che ami,
e per la quale, come me, consumi ogni fuoco.
Ma come sei distante nel tempo!
Mi pare talvolta,
e lo temo fino all’angoscia nella mia solitudine di uomo,
che tu possa scomparire
come sei apparsa improvvisamente quella sera
con un po’ di fuoco nei capelli e sulla fronte.
Penso anche che andrai ora dove non posso vederti,
ancora più distaccata da me.
La memoria mi aiuterà a soffrire ancor più;
perché in fondo noi siamo della razza di coloro
che hanno per legge questa assidua pena
di cercare armonia
conquistando il dolore.








ALLE FRONDE DEI SALICI

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.






NON HO PERDUTO NULLA

Sono ancora qui, il sole gira
alle spalle come un falco e la terra
ripete la mia voce nella tua.
E ricomincia il tempo visibile
nell’occhio che riscopre la luce.
Non ho perduto nulla.
Perdere è andare di là
da un diagramma del cielo
lungo movimenti di sogni, un fiume
pieno di foglie.
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ED E’ SUBITO SERA

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera



Quasimodo con Neruda


F I N E



Copyright Tony Kospan

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB
Frecce (174)





Pubblicato 20 agosto 2021 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI

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