Archivio per 4 agosto 2021
Edward Henry Potthast
Ho pensato a quanto spiacevole sia essere chiusi fuori;
e ho pensato a quanto sia peggio essere chiusi… dentro.
Virginia Woolf


Edward Henry Potthast
SONETTO DELL’AMORE TOTALE
~ Vinicius De Moraes ~
Ti amo tanto, amore mio…non canti
il cuore umano con maggiore verità….
Ti amo come amica e come amante
in una sempre diversa realtà.
Ti amo per affinità, di un quieto amore prestante
e ti amo al di là, presente nella nostalgia.
Ti amo, infine, con grande libertà
per l’eternità e a ogni istante.
Ti amo come un animale, semplicemente
di un amore senza mistero e senza virtù
con un desiderio massiccio e permanente.
E amandoci così, molto e sempre
un giorno nel tuo corpo all’improvviso
morirò per aver amato più di quanto ho potuto.
Edward Henry Potthast
A TUTTI…
DOVUNQUE VOI SIATE…
DA TONY KOSPAN




IL SALOTTO CULTURALE DI FB?
LA TUA PAGINA D’AMORE PSICHE E SOGNO


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L’ELICOTTERO
Undici persone si trovano appese alla corda di un elicottero: sono dieci uomini e una donna.
Dal momento che la corda non era sufficientemente resistente per sostenere tutte e undici le persone, decisero che uno doveva lasciarsi cadere nel vuoto altrimenti sarebbero dovuti morire tutti.
Non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse compiere il gesto fino a quando la donna non tenne un commovente discorso dicendo che sarebbe stata lei a lasciare volontariamente la corda dal momento che le donne sono abituate a rinunciare a tutto per i loro figli e i loro uomini e a regalare tutto agli uomini senza ricevere nulla in cambio.
Appena finì di parlare, tutti gli uomini iniziarono a battere le mani….
Morale: Non sottovalutate mai il potere di una donna…

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IL RUSCELLO
Un giorno tre amici partirono per una escursione e all’improvviso si trovarono davanti a un grande torrente impetuoso.
Dovevano assolutamente passare dall’altra parte ma non avevano nessun’idea di come attraversarlo. Uno dei tre si mise allora a pregare:
“Ti prego, mio Dio, dammi la forza di attraversare il torrente”.
E PUF! Dio gli donò due braccia robuste e due gambe potenti così che fu capace di attraversare il torrente a nuoto in due ore, ma per due volte fu sul punto di annegare.
Vedendo ciò il secondo amico anche lui pregò Dio:
“Ti Prego, Signore, dammi la forza .. e i mezzi per attraversare il torrente”.
E PUF! Dio gli diede una scialuppa e dei remi con cui poté attraversare il torrente in un’ora, ma per due volte fu sul punto di capovolgersi. Il terzo compagno, forte delle esperienze degli altri due, decise anche lui di rivolgersi a Dio:
“Ti prego, o Dio, dammi la forza, i mezzi…e l’intelligenza per attraversare il torrente”.
E PUF! Dio lo tramutò in donna. …Lei verificò la cartina, camminò per circa 200 metri a monte e traversò il ponte.
Morale: Senza parole….

IL MAIALE
Un uomo sta guidando su una tortuosa e stretta strada di montagna.
Una donna guida sulla stessa strada ma in senso inverso.
Nel momento in cui si incrociano, la donna apre il finestrino dell’auto e grida accorata… maialeeeee!!”.
L’uomo, immediatamente, apre il proprio finestrino e risponde: “Puttanaaa!!”.
Ognuno di loro continua per la propria strada e però, appena l’uomo gira il tornante successivo va a sbattere contro un grosso maiale al centro della strada.
Morale: Se solo gli uomini stessero ad … ASCOLTARE…

Tissot – Giovane donna in barca
LA BARCA
Una coppia andò in vacanza su un lago in cui si poteva pescare.
Lui amava pescare all’alba e lei adorava la lettura.
Una mattina lui tornò dopo alcune ore di pesca e decise di sdariarsi e schiacciare un pisolino.
Benchè il lago non le fosse familiare, lei decise di uscire in barca.
Remò un po’, ancorò la barca e ricominciòa leggere il suo libro.
Dopo un po’ apparve una guardia vicino alla sua barca.
Richiamò la donna e le disse: “Buongiorno, signora… Cosa sta facendo?”
“Leggo” – rispose lei, pensando che fosse evidente.
“Si trova in un’area di divieto di pesca”
“Ma non sto pescando! Non lo vede?”
“Sì però ha con sè tutto l’occorrente. Dovrà seguirmi e la dovrò multare”.
“Se lo fa, la denuncio per violenza carnale!” – disse la donna indignata.
“Ma.. ma se non l’ho neanche toccata!”
“Sì, però ha con sè tutto l’occorrente!”
Morale: Non discutere mai con donne che sanno… leggere …
Ciao dall’Orso… grande ammiratore delle donne …
(ma non …esagerate … però… eh eh… scherzo…)

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E’ DAVVERO REGALE… L’ORIGINE DEL BABA’ E DEI… GRISSINI!
Non so se ci siano altri casi analoghi nella storia ma questi 2 notissimi alimenti hanno avuto davvero una nascita regale che ho scoperto da poco e che voglio condividere con voi.
IL BABA’
Questo notissimo dolce, spesso considerato uno dei simboli della tradizione della pasticceria napoletana, in realtà non è nato ai piedi del Vesuvio.
La sua storia inizia a Luneville, in Lorena (nord della Francia) nella cucina di un… Re!
Siamo nel ‘700 e Stanislao Leszczinski, re polacco lì in esilio, arrabbiato per le tante disavventure della sua casa regnante scagliò un “kugelhupf”, un dolce soffice e spugnoso (il re era senza denti) contro una bottiglia di Madeira che, rompendosi, l’inzuppò tutto e gli diede anche un colore ambrato.
Il re, molto goloso, trovò la cosa dolcissima e meravigliosa.
Era nato il “Babka” un dolce a metà tra un panettone ed una brioche, che presto si diffuse… ma solo nelle mense delle corti e dei nobili.
Qualche tempo dopo la figlia del re polacco, Maria Leszczyńska, sposò il Re di Francia e, impazzando all’epoca a Parigi la passione per il rum, il suo pasticciere lo usò al posto del Madeira, diede poi al babka l’attuale forma di fungo e lo alleggerì degli altri componenti (zafferano e canditi).
Il re polacco però non la prese bene perché si sentì un po’ defraudato (ne parlò lamentandosi in vecchiaia con Goethe chiamando il dolce da lui creato… Alì Babà) e continuò a ritenere migliore la sua versione iniziale.
Vediamo però ora come questo dolce, così aristocratico, arriva a Napoli e diventa famosissimo.
Quando Maria Carolina d’Austria, sorella della povera Maria Antonietta regina di Francia, alla fine del ‘700 sposò il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone portò l’usanza di mangiare questo dolce a Napoli.
Il suo uso però rimase confinato a corte ma non sparì durante il successivo regno napoleonico di G. Murat ed anzi, pian piano, si diffuse, a partire dalla Napoli nobile e borghese, in tutte le classi sociali partenopee.
Il babà diventò quindi un dolce amatissimo in città e provincia e nacque perfino il detto popolare “si nu’ babbà” per dire “sei un tesoro”.
Per questa enorme diffusione, nel primo manuale di cucina italiana di Vincenzo Agnoletti, il babà fu definito, per errore, dolce tipico napoletano.
In conclusione possiamo dire che se la sua vera origine è polacca ed il suo percorso è franco-austriaco è però a Napoli che il babà trionfa ed è ripartendo da Napoli che poi conquista il mondo.
IL GRISSINO
Molto più semplice, ma altrettanto legata ad una casa reale, in questo caso sabauda, è l’origine del grissino.
Stavolta siamo nel ‘600, più precisamente nel 1679, a Torino nella Venaria Reale.
Il principino Vittorio Amedeo II, cagionevole di salute, non riusciva a digerire la mollica del pane normale.
Allora il medico reale chiese al fornaio di corte, Antonio Brunero, di fare un pane (una “ghersa” così era chiamata la pagnotta) senza mollica.
Il fornaio si impegnò molto e dopo vari esperimenti creò il “ghersin“, ovvero l’attuale grissino.
Il suo successo da allora non è mai venuto meno ed è dovuto (a parte il buon sapore croccante) principalmente a 2 importanti aspetti:
l’ottima digeribilità e la grande facilità di conservazione.
Tony Kospan
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DAL PAPIRO 45 CHESTER BEATTY I 
LIRICHE D’AMORE DELL’ANTICO EGITTO
STANZA SECONDA (donna)
Con la sua voce
il mio amato turba il mio cuore,
e fa che di me s’impadronisca la malattia.
Abita vicino alla casa di mia madre,
e tuttavia non so come andare verso di lui.
Potrebbe, per mia fortuna,
essere buona mia madre?
Oh, andrò a trovarla.
Ecco, il mio cuore si rifiuta
di pensare a lui,
anche quando mi prende l’amore di lui.
Ecco, è un insensato (il cuore, ndtk)
ma io sono come lui.
Non conosce il mio desiderio d’abbracciarlo,
non sa che mi ha fatto andare da mia madre.
O amato,
forse ti sono destinata dalla Dorata dea delle donne! (sempre Hathor, ndtk)
Vieni a me,
che veda la tua bellezza,
che siano felici padre e madre,
che tutti gli uomini insieme ti facciano festa e ti festeggino,
o amato!
Scritti raccolti da Danny Fan – web – impagin. t.k.
– continua –
Ciao da Tony Kospan
PER LEGGER LA POESIA DELLA I STANZA
IL TUO GRUPPO DI STORIA RICORDI ED AMICIZIA
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Chi può dire di non aver mai visto questa foto?
Essa con il bacio di Edith Shain al marinaio
ha rappresentato una delle immagini più significative,
se non proprio la più significativa,
della fine del II conflitto mondiale.
UNA FOTO STORICA E LA SUA… STORIA

Nella foto qui su di 63 anni dopo a New York
ecco la donna di quel bacio divenuto ormai storico.

TUTTA LA STORIA DELLA FOTO…
E DEI SUOI PROTAGONISTI
Edith Shain il 15 agosto 1945 fu fotografata in piena Times Square
tra le braccia di un marinaio che la baciava appassionatamente
per festeggiare la vittoria sul Giappone.

Alfred Eisenstaedt (Tczew 6 12 1898 – Massachusetts 24 8 1995)
L’autore, Alfred Eisenstaedt fotografo e fotoreporter tedesco naturalizzato statunitense,
è divenuto famoso in tutto il mondo proprio per questa foto.
Questa infatti divenne il simbolo della fine della Seconda Guerra mondiale,
ma per anni i due personaggi rimasero sconosciuti al grande pubblico.

Ci furono molti tentativi per conoscer i 2 interpreti del…bacio..
ma, nonostante i ripetuti appelli della rivista Life, per la quale lavorava “Eisie”,
così era soprannominato Eisenstaedt perché si faceva amare da tutti,
la ricerca rimase senza esito.
Poi, all’inizio degli anni Ottanta l’infermiera si fece avanti:
si chiamava Edith Shain e raccontò che
«il marinaio mi prese, mi baciò e poi ognuno se ne andò per la sua strada,
davvero non potrei sapere chi fosse».

Dopo 63 anni Edith Shain, ormai novantenne, tornò a New York per presenziare
alla messa in scena del musical South Pacific, ispirato proprio a quei giorni,
al Vivian Beaumont Theater.
Shain è volata nella Grande Mela, da Los Angeles, per assistere allo spettacolo
della parata dei veterani della seconda guerra mondiale
a cui partecipò in prima fila, ricevendo gli onori del caso.

Lei ci teneva a specificare il significato vero di quella foto:
«Dice molte cose: speranza, amore, pace e futuro.
La fine della guerra è stata una esperienza stupenda
e quello scatto racchiude tutto questo».







Ma la storia di questa foto non finisce qui…
LA STATUA DI SAN DIEGO
Infatti per omaggiar questa mitica foto l’artista J. Seward Johnson
ha realizzato questa enorme statua dal nome Unconditional Surrender
(resa incondizionata) che dal 10 febbraio di quest’anno
si trova nel Mole Park di San Diego

Questa è dunque la vera storia
della foto di un bacio
divenuta mitico storico simbolo.
Tony Kospan

IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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