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Salvator Rosa è stato un pittore, incisore
ma anche poeta del ‘600
Fin da giovanissimo fu chiaro il suo talento.
Dopo la morte del padre lasciò Napoli e si recò a Roma dove
approfondì le sue esperienze artistiche
alla “Scuola dei Bamboccianti“,
gruppo di artisti che tendevano al rinnovamento del barocco.
Salvator Rosa – Marina del Faro
Ma dopo un po’ lasciò il gruppo
per seguir le orme degli eredi caravaggeschi.
Operò principalmente a Roma, Napoli e Firenze
dove frequentò l’Accademia dei Percossi
che riuniva esponenti di arti varie
(poesia e cultura in genere oltre alla pittura).
Napoli 21.7.1615 – Roma 15.3.1673
La sua vita fu molto movimentata
anche per un carattere non propriamente facile.
Si specializzò soprattutto nella pittura delle battaglie equestri
per cui fu definito anche il “Salvator delle battaglie“.
Allegoria della menzogna
E non solo i pittori eran poeti,
ma filosofi grandi, e fûr demonii
nel cercar di natura i gran segreti
Salvator Rosa
E’ considerato, sia per diversi aspetti artistici
che per il carattere ombroso e lo spirito ribelle,
un precursore del romanticismo
benché egli si muova comunque nell’ambito del barocco.
Salvator Rosa – Autoritratto.
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Vediamo ora altri suoi dipinti in cui possiamo ammirar
la sua predilezione per temi alquanto inconsueti
e però anche rivelatori del suo carattere tenebroso
attraverso i colori scuri ed intensi delle sue opere.
Veduta del golfo di Salerno
Streghe ed incantesimi
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La musica
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Tony Kospan
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INSIEME
Salvator Rosa – La poesia
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Ci sono vite che sono romanzi,
anche se quella di Lee Miller,
per sua stessa ammissione, era stata
“un fradicio rompicapo,
le cui tessere ubriache
non combaciano per forma né scopo”.

Elizabeth ‘Lee’ Miller – Lady Penrose
(23 April 1907 – 21 July 1977)
LEE MILLER UNA VITA CON LA FOTOGRAFIA
– DA MAN RAY A FOTOGRAFA DI GUERRA –

Lee Miller – Autoritratto
– BELLEZZA AVVENTURA STORIA E ARTE FOTOGRAFICA –

Certo la bambina Elizabeth Miller, nata nel 1907 a Poughkeepsie, la cittadina sul fiume Hudson ricca d’arte e di storia, dove i magnati di New York, come gli Astor e i Vanderbilt, andavano a costruirsi i palazzi per gli ozii estivi, doveva essere predestinata se il padre Theodore, fotografo dilettante affascinato dalla figlia, la ritraeva costantemente, registrandone e mappandone la crescita.
Infatti la vita di Lee sarebbe stata segnata dall’arte, dalla fotografia, perfino dagli orrori del secolo, ma sempre con il marchio di quel dono di natura che definiamo, per brevità, fascino.

Lee Miller ritratta da George Hoyningen 1928
Perché già a vent’anni Elizabeth, anzi Li-Li, e subito Lee, era una modella sulla copertina di Vogue, richiesta dai grandi fotografi.
Bella era, bellissima, anche se dai tratti pronunciati, non aristocratici, “bostoniani”, delle celebrità del tempo. Ma in più aveva la forza interna, il piglio, appreso da ragazza alla scuola di teatro in Europa, a Parigi o, di ritorno a casa, al celebre Vassar College.

Ovvio che l’oceano non fosse ostacolo, ma ponte, se nel 1929 Lee era di nuovo a Parigi, a cercare Man Ray, fotografo e artista d’un’arte spregiudicata e inquietante, il Surrealismo, per diventarne l’allieva, la musa, l’amante.

Lee Miller e Man Ray
Con lui inventerà una tecnica originale, la solarizzazione delle foto, con lui sperimenterà un’estetica sempre carica di allusioni sessuali, come il “Nudo piegato in avanti”, ove la schiena femminile assume contorni fallici.

Nudo piegato in avanti
Con Man Ray e coi compagni di scuola condividerà vita e vacanze, reciterà (muta) in prove d’arte come il film “Le sang d’un poète”, di Jean Cocteau, con loro disegnerà, scatterà, provocherà.

Picnic: Nusch and Paul Eluard, Roland Penrose, Man Ray, and Ady Fidelin,
île Sainte-Marguerite, Cannes, France, 1937. Lee Miller.
Ma Lee cresce in fretta, tre anni dopo ha già lasciato Man Ray e ha aperto a New York il proprio studio.
Malgrado la grande depressione, fa ritratti alle personalità dell’epoca, lavora per la pubblicità e su Vogue, caso raro se non unico, appare sia come modella che come fotografa.

Al confine tra arte, cronaca e commercio, riprende gli interpreti di un’opera d’avanguardia su libretto di Gertrude Stein, “Four Saints in Three Acts”, un cast tutto di colore che sarà d’ispirazione a “Porgy and Bess”, di George Gershwin.
Un altro balzo, un’altra sorpresa: Lee sposa, imprevedibilmente, l’egiziano Aziz Eloui Bey, direttore generale del ministero delle Ferrovie, del Telegrafo e dei Telefoni.

Al Cairo, e nel deserto, riscopre la foto d’arte, a volte antropologica, più spesso enigmatica.
Ma gli anni ’30 volgono al peggio, e la musa del Surrealismo affronta la dura realtà.

Dal ’39 è a Londra, per vivere con un altro uomo, Roland Penrose, che le darà un figlio.
Ma prima ritrae con occhio surrealista la capitale sotto il blitz delle V2 naziste.

Poi, sempre per Vogue (la vanità della moda s’arrende alla guerra), diventa corrispondente dal fronte.


Lee Miller – Foto per Vogue
Segue l’avanzata delle truppe alleate: St Malo, Parigi, poi l’orrore di Dachau e Buchenwald.

Lee Miller – Buchenwald concentration camp – 1945
Fotografa e scrive: sulle pagine patinate escono immagini e parole dell’inferno, i cadaveri, l’obbrobio.

Lee Miller – SS morto in un canale – Dachau – Germany – 1945
La ragazza che aveva scoperto con gioia il surrealismo si confronta al più duro espressionismo.
Ma non si piega: con il suo accompagnatore, David Scherman, il grande fotografo di Life che la fa da mentore (e da amante), arriva nel banale appartamento di Hitler, a Monaco, e ha il guizzo che Man Ray avrebbe amato:
si spoglia, s’immerge nella vasca da bagno del Fuehrer, si fa fotografare da Scherman davanti ai pesanti scarponi da guerriera.

Lee Miller nel bagno di Hitler, 1945. David E. Scherman. © 2007 Lee Miller Archives. All rights reserved
Il resto è riposo, lungo riposo fino al 1977.

Roland Penrose
Lee si ritira nel Sussex con Penrose, lo sposa, dà alla luce il figlio Antony e continua a scrivere e fotografare per Vogue.

Riceve ospiti, li fotografa mentre innaffiano il giardino, s’appisola sui divani, diventa finalmente adulta – il Surrealismo è finito… come la vita meravigliosa di Lee Miller.
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Testo dal blog “Chelsea mia” di Alessio Altichieri
Coordinam. e impaginazione Tony Kospan
In caso di copia indicare assolutamente il Blog…
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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LA CULLA DEL MARE
Tony Kospan
A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
sommerse
nel liquido mare.
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
dalle dure…
quotidiane cure
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia
Qui ora… la poesia in un bel video… dono dell’amica Luna.
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