Archivio per 9 luglio 2021

Buon weekend in poesia “Alla malinconia” H. Hesse – arte G. Seignac – canzone “Tornerò” Santo California   Leave a comment

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Guillaume Seignac


 
 
 
 


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Non dimenticare mai che l’amore che provo per te è come il vento:
non potrai mai vederlo, ma potrai sempre sentirlo. Ovunque sarai.
Sergio Bambaren
 

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Guillaume Seignac – Psiche alla fontana

 

ALLA MALINCONIA 
– Hermann Hesse –
 
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
 
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
 
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:

tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.



Guillaume Seignac – Psiche e Cupido






 

a tutti da Orso Tony.

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Guillaume Seignac





I Campi Flegrei… tra storia… mito e letteratura – II Parte   2 comments


 
 
 
 
 
 
 
I CAMPI FLEGREI TRA STORIA… MITO E LETTERATURA
 

– II PARTE –
 
 
 
 
Lasciandoci alle spalle il golfo di Pozzuoli, incontriamo la sagoma del monte Nuovo, cosi denominato poiché si formò in pochi giorni nel 1538 durante un’eruzione vulcanica che distrusse il villaggio e le terme romane di Tripergole.
 
 
 
 
 

Monte Nuovo

 

 

 

Il monte è ora ricoperto da una folta e profumata vegetazione di macchia mediterranea, si può raggiungere la cima attraverso un sentiero che lo costeggia fino ad una chiesetta dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato del golfo di Pozzuoli e dell’area archeologica circostante.
E’ purtroppo anche visibile lo scempio edilizio degli anni ’50 in puro palazzinaro-style.
Procedendo ancora verso oriente ci imbattiamo in un piccolo lago anticamente unito al mare da un canale ed adibito a vivaio di pesci e di ostriche.
 
 
 
 
Balneum Tripergulae – Terma di Tripergola
 
 
 
 
Lì fioriva un ricco commercio ed infatti il nome del lago di Lucrino, così si chiama, deriva dal verbo latino “lucrare”.
Il secondo lago che incontriamo è il tenebroso lago d’Averno che il mito connette con l’oltretomba: natura ostile e violenta, ostilità tra uomo e natura, esalazioni mefitiche che vengono dal sottosuolo.
 
 
 
 
Mosaico con pesci proveniente da Pompei
 
 
 
 
Lucrezio, in un suo poema, narra che gli uccelli che volavano sul lago non battevano più le ali e cadevano morti .
Il lago d ‘Averno (dal greco: senza uccelli), ci racconta Virgilio nell’Eneide, è posto al centro del cratere di un vulcano spento ed è anche il luogo dal quale, attraverso un antro tenebroso, si raggiungevano gli Inferi, in quel luogo dimoravano i trapassati.
Leggendo il suo poema sentiamo i personaggi e la natura vibrare con la stessa emozione che suscita quel luogo. Anche Dante colloca l’entrata ali Inferi nella selva del lago d’Averno che ancora oggi suscita questo patos nelle persone che lo visitano.
Dal lago, attraverso un arco ed una strada romana sul cui lastricato ancora si vedono gli antichi segni delle ruote dei carri, si arriva alla mitica Cuma su cui si erge l’Acropoli e l’antro della enigmatica Sibilla Cumana., sacerdotessa del Dio Apollo.
 
 
 
 
 
Turner – Il lago d’Averno con Enea e la Sibilla Cumana
 
 
 
 

Raramente si incontra un luogo che unisce in sé passato, presente e futuro, uomini eroi e dei, storia e natura tutti tra di loro uniti e strettamente avvinti nella magia dell’incanto Virgiliano. 

Conosceva Virgilio la grandiosa e tenebrosa cripta? 

E’ inevitabile dare un luogo al paesaggio che ispirò al poeta la discesa della Sibilla e di Enea agli inferi: 

Andavamo oscuri per la notte solitaria attraverso l’ombra, attraverso le case vuote di Dite e i vari regni, come quando attraverso l’incerta luna, sotto luce maligna si apre un sentiero per la selva, dove Giove nasconde il cielo nell’ombra e la notte toglie il colore alle cose”.

 

 

 

Acropoli di Cuma
 
 
 
 

In questo luogo estremamente suggestivo, nelle “Metamorfosi”, Ovidio chiede alla Sibilla la sua storia personale.

Io ero una giovane donna amata da Apollo che, in cambio della mia verginità, mi concesse il dono di vivere tanti anni ancora quanti granelli di sabbia stringeva il mio pugno”.

Moltissimi anni dopo nel 1922, anche il drammaturgo T.S. Eliot nel suo romanzo ”The waist land” incontra la Sibilla vecchissima ed immortale e le chiede:

Sibilla cosa vuoi?” ed essa interrogata risponde: “Voglio morire”. 

Ancora Petronio nel “Satyricon” ci descrive la tristissima storia della Sibilla Cumana.

 

 

 

Apollo e la Sibilla Cumana
 
 
 
 
L’importanza e la peculiare bellezza dei Campi Flegrei era nota fin dai tempi più remoti. 
Nell’antico vetro di Odemira, ritrovato durante gli scavi, si specchiano i monumenti di Pozzuoli e sulle fiaschette vitree del Museo di Piombino, che si vendevano come souvenir, sono dipinti i principali monumenti della costa flegrea da Miseno a Baia e della striscia da Baia a Pozzuoli: 
gli “Ostriaria” (allevamenti di ostriche), la villa imperiale di Baia, il complesso termale ed il grandioso circo.
 
 
 
 
 
Antro della Sibilla Cumana
 
 
 
 
Così i Campi Flegrei, come negli antichi vetri, si riflettono nelle testimonianze letterarie, nella prosa e nella poesia della Repubblica e dell’Impero di romano e, a sua volta, nei Campi Flegrei si rispecchia l’alta società di Roma. Sul litorale da Miseno a Stabia fiorivano le “ville marittime”…
 
 
 

Ricerca e testo di Valentine – impaginazione Tony Kospan

 

Continua…

 
 
 
 
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PER LEGGERE LA I PARTE
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L’arte del paesaggio dal ‘600 a Monet in una breve antologia con storia e capolavori – I PARTE   2 comments

 
 
Il paesaggio pittorico nasce, come genere autonomo, solo nel Seicento,
si afferma poi nel Settecento, soprattutto in Italia,
per esplodere infine nell’Ottocento nell’ambito delle correnti del tempo
come la naturalista, la romantica ed infine quella impressionista.

 
 
 
 

Annibale Carracci – Paesaggio con fiume

 
 
 

Dato il notevole arco di tempo in cui si svolge l’affermazione
della pittura del paesaggio e volendo evidenziarne,
con analisi ed esempi, l’evoluzione di stile e di contenuti
 il post viene suddiviso in 2 parti.

 
 
 

 
 
Claude Lorrain – 1682
 
 
 
 
 
L’EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO NELLA PITTURA

 
 
I PARTE

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In questo percorso seguiremo le linee indicate
in una interessante mostra tenutasi a Verona qualche anno fa.




Tiziano – Sacro e profano (Esempio di paesaggio prima del ‘600)
 
 
 

– Il Seicento, il vero e il falso della natura;
– Il Settecento, l’età della veduta;
– Romanticismi e Realismi;
– L’Impressionismo ed il paesaggio;
– Monet e la natura nuova.
 
 
 
 
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1° – Il Seicento, il vero e il falso della natura

 
 
 
 
Claude Lorrain – Porto al tramonto * 
 
 
 
 

E’ proprio in questo secolo che inizia l’interesse degli artisti verso il tema del paesaggio che precedentemente era sullo sfondo quasi come un contorno… talvolta certo anche bellissimo… di dipinti che avevano però temi… oggetti e soggetti diversi .

Significative di questo nuovo modo d’intender il paesaggio sono le opere di Annibale Carracci, Claude Lorrain, Salvator Rosa, Domenichino ed altri che ritraggono la natura del paesaggio con un misto di fedeltà e fantasia.





Annibale Carracci – Fuga in Egitto






Annibale Carracci – La pesca




 
  
 

Nicolas Poussin – Paesaggio con le ceneri di Focione – 1648

 

 

Domenico Zampieri detto il Domenichino  – Barche e fiume


 

 

Salvator Rosa – Baia con rovine


 

 

 

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2° – Il Settecento, l’età della veduta

 
 
 
 
Canaletto – Ponte di Rialto
 
 
 
 
E’ il secolo in cui il paesaggio è ritratto con assoluta fedeltà ed amore e principi di questo stile vedutistico sono soprattutto artisti veneziani come i mitici Canaletto, Bellotto e Guardi ma anche altri come Gaspar van Wittel.
 
 
 
 
 

Canaletto – Bacino di S. Marco

 

 

 

Canaletto – Canal Grande




Canaletto – Ponte di Rialto con gondole




Canaletto – Il ritorno del Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione


 

 

 

Bellotto – Veduta di Verona e dell’Adige  dal Ponte Nuovo

 

 

 

Bellotto – Castello di Hof in Austria

 

 

 

Gaspar van Wittel – Veduta del bacino di San Marco

 

 


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FINE PRIMA PARTE 

 
 

C O N T I N U A . . .






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LA CULLA DEL MARE – Poesia di Tony Kospan (anche in video)   1 comment


 
 
 
 
 
 
 

LA CULLA DEL MARE 
Tony Kospan
 
 
A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
sommerse
nel liquido mare.
 
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
dalle dure…
quotidiane cure





 
 
 
 
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia



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Qui ora… la poesia in un bel video… dono dell’amica Luna.

 


 
 
fre bia pouce

 
 
 


 
 2u6in4i


 
 
 

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