Archivio per 1 luglio 2021
Hopper – Donna alla finestra
   
La perdita degli interessi per la musica, la pittura, la poesia
costituiscono una perdita di felicità
e non è escluso che possa risultare lesiva per l’intelletto e,
più probabilmente ancora, per il carattere morale,
perché indebolisce il risvolto emozionale della nostra natura.
– Charles Darwin –
    


Hopper
AMO IL PEZZO DI TERRA…
Pablo Neruda
Amo il pezzo di terra che tu sei,
perché delle praterie planetarie
altra stella non ho. Tu ripeti
la moltiplicazione dell’universo.
I tuoi grandi occhi
son la luce che posseggo
delle costellazioni sconfitte,
la tua pelle palpita come le strade
che percorre la meteora nella pioggia.
Di tanta luna furon per me i tuoi fianchi,
di tutto il sole la tua bocca profonda e la sua delizia,
di tanta luce ardente come miele nell’ombra
il tuo cuore arso da lunghi raggi rossi,
e così percorro il fuoco della tua forma baciandoti,
piccola e planetaria, colomba e geografia.
Hopper
a tutti…
ARTE MUSICA POESIA ETC
NEL GRUPPO DI FB

Hopper – Mattinata di sole d’estate
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E’ una canzone dal tipico e classico stile italiano
che all’epoca, siamo nel 1951, è in competizione
con lo stile americano che sta invadendo il mondo.
Quel che accadeva nel dopoguerra alla nostra musica leggera
viene oggi considerato, dagli storici della canzone,
“un tentativo di protezione” della canzone italiana.
Nasce infatti quell’anno anche… Sanremo.
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NOTE ED ATMOSFERE DI UN TEMPO
LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA
a cura di Tony Kospan
2 PAROLE SULLA CANZONE
Composta da
Guido Leoni (parole) e Oreste Natoli (musica)
fu cantata da Togliani,
Villa, Tajoli, Virgili e da tanti altri
sempre con grande successo.
Si tratta indubbiamente di una canzone dolce…
romantica e malinconica…
La canzone ci parla di un uomo non più giovane
che ricorda i tempi belli di 30 anni prima
e precisamente l’incontro con una bella signora nel 1919.
Ora alcune immagini che ci riportano
alle atmosfere di quell’anno (1951).
Isabella Valdettaro.. Miss Italia 1951.. con G. Govi
La Ferrari
FESTIVAL DI SANREMO 1951
E’ ora giunto il momento di (ri)ascoltarla
cantata da Achille Togliani
LA CANZONE
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Un cordiale saluto agli appassionati
delle canzoni e delle atmosfere di un tempo da
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI
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AVVERTO CHE QUESTO POST CONTIENE IMMAGINI
CHE AD ALCUNI POTREBBERO DAR FASTIDIO…
(anche se ho evitato le più crude)
E DUNQUE SI FERMI QUI !
L’ARTE
NON E’ MORALE
NE’ IMMORALE
MA… AMORALE

ESTHER FERRER
ARTE FOTOGRAFICA CONCETTUALE

Esther Ferrer (San Sebastián 19 dicembre 1937) vive e lavora a Parigi.
Artista concettuale molto nota nel panorama dell’arte performativa dagli anni Sessanta.
Dall’inizio della sua carriera realizza incursioni in altri campi quali: la musica, la fotografia, la poesia o la letteratura.

Esther Ferrer che, oltre a mostre personali e collettive, ha al suo attivo più di 100 concerti realizzati con il gruppo Zaj e performance dal 1967 al 1995, ha proposto in Biennale (proprio nell’ambito delle performance e delle installazioni), una paradossale e suggestiva oggettivazione in cui il tempo e lo spazio hanno finito per acquisire una presenza inquietante.

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Esther Ferrer, artista basca, utilizza il suo corpo ed il suo volto come modelli dominanti nella sua opera.
L’artista con le sue foto mostra allo spettatore le sue riflessioni sul tempo che passa.

Osservando i suoi ritratti composti,
è stupefacente notare come il volto di una persona,
nel caso specifico quello dell’artista,
subisce con gli anni solo impercettibili variazioni.

L’artista indaga la necessità dell’uomo di identificarsi con il proprio corpo e con lo spazio nella ricerca di un punto di riferimento, di un centro, in contrapposizione all’instabilità del tempo, alla trasformazione che il tempo apporta sull’uomo e al suo spazio vitale.

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L’opera ebbe inizio oltre venti anni fa
e consiste in una serie di autoscatti dell’artista
realizzati a cadenza quinquennale, in bianco e nero,
con lo stesso sfondo, la stessa luce,
la stessa inquadratura e dove, nulla cambia,
se non il passare degli anni sul viso di Esther Ferrer.

Realizzati i ritratti e tagliati a metà in senso verticale
l’artista li riunisce in un unico ritratto “dei doppi tempi”.

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Gli scatti di Autoretrato en el tiempo, il cui primo risale al 1981 e l’ultimo al 2004, sorprendono particolarmente per gli esigui cambiamenti intercosi nei 23 anni di distanza dal primo all’ultimo.
Ferrer, ovviamente, non ha subito in questi anni nessun trattamento chirurgico ma solo il “trattamento” del normale scorrere del tempo.

La serie Autoretrato en el tiempo è un work in progress, pertanto, l’artista continuerà questo lavoro negli anni a venire.
FINE
FONTI: VARI SITI WEB – IMP. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DEGLI AMANTI DELL’ARTE (SU FB)
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Quella che ora leggeremo è una bellissima ed appassionata lettera d’amore
inviata dal mitico poeta “maledetto” Baudelaire all’amata Jeanne Duval.
Il loro fu un amore tormentato, ma grandissimo e passionale, se il poeta,
che l’amò per circa 20 anni (con interruzioni) fin dal suo arrivo a Parigi,
le dedicò ben 18 liriche.
La Duval, nativa di Haiti e che vediamo qui, sia in alcuni dipinti che in foto,
era nota all’epoca come ballerina ed attrice
ma anche per esser la donna del grande poeta francese dell’800.
Le origini esotiche, un fascino diabolico e misterioso ed una grande sensualità
stregarono completamente il poeta che di lei cantò ogni aspetto
soffermandosi spesso sul profumo del suo corpo e del suo seno.
Jeanne è qui in una rara foto e in un dipinto di Manet
“Quando, a occhi chiusi, una calda sera d’autunno,
respiro il profumo del tuo seno ardente,
vedo scorrere rive felici che abbagliano
i fuochi di un sole monotono;
una pigra isola in cui la natura
esprime alberi bizzarri e frutti saporosi…”
Questo amore così totalizzante
portò il poeta a confliggere con la madre
che non vedeva di buon occhio questo legame
che per lui però era l’amore della vita.
Il suo era un sentimento sovrumano
e lo cantò senza posa nelle sue poesie
definendo l’amata, per le dolcissime curve e la sua sensualità,
perfino come “serpente che danza”
come possiamo leggere in questi altri versi.
“Quando cammini con quella cadenza,
bella d`abbandono,
fai pensare a un serpente che danza
in cima ad un bastone”
Ma veniamo alla lettera, tratta da “Un emisfero nella tua chioma“
in cui il sentimento del poeta appare scoperto, senza limiti e senza remore.
DA BAUDELAIRE A JEANNE DUVAL
Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli, affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, er scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo!
tutto quello che sento!
tutto quello che intendo nei tuoi capelli!
La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature:
contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.
Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco:
confuso nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell’azzurro tropicale;
sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere.
Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.
Charles Baudelaire
Jeanne qui è disegnata dallo stesso Baudelaire
Pochi anni dopo la scomparsa di Baudelaire anche Jeanne si eclissò
e, benché la storiografia ufficiale la ritiene morta prima di Baudelaire,
il suo vecchio amante (prima di conoscere il poeta) e noto fotografo Nadar
racconta di averla incontrata nel 1870 mentre camminava per strada
trascinandosi con le stampelle.
Ormai non era più quella che
“anche quando cammina si direbbe che danzi“
Tony Kospan
FINE
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE ORA E’ ANCHE SU FB!
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Le 2 Principesse.. Lady Diana,
(Diana Spencer il vero nome)
e la Principessa Sissi
(Elisabetta D’Asburgo)
sono accomunate da un tragico destino
che le ha viste morire ancor giovani.
La prima è morta per un incidente stradale,
e la seconda morì per l’attentato di un anarchico.
Michelle Seo – Principessa Diana
Il post è un omaggio a entrambe,
per il loro triste, crudele e precoce destino,
con immagini e dipinti
insieme ad una bella musica classica

Principessa Sissi
(Monaco di Baviera 24.12.1837 – Ginevra 10.9.1898)
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PRINCIPESSE TRISTI
IMMAGINI… DIPINTI E MUSICA CLASSICA
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(Sandringham 1.7.1961 – Parigi 31.8.1997)
la famosa Principessa Sissi,
( Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach… il Vero nome)
imperatrice d’Austria e Regina d’Ungheria,
protagonista di una vera e propria favola
dal finale però ahimè tragico…,
è ritratta qui sotto in un dipinto
di Franz Xaver Winterhalter
Franz Xaver Winterhalter – La Principessa Sissi
Simile alla sua tragica storia
è quella di un’altra Principessa
la Principessa Diana…
anche lei protagonista di una favola
trasformatasi poi in grande delusione
per i tradimenti del marito
con relative conseguenti reazioni… e relazioni…
fino al tragico incidente di Parigi
All’ immagine che segue ho collegato
una musica medievale
“Principessa triste” – Epopea n. 2 –
– a mio parere molto bella –
creata dal Musicista Michele Mangani
Principessa Diana





Buon ascolto da Orso Tony
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Principessa Diana
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