Archivio per 27 giugno 2021
Della mitica triade Dante, Petrarca e Boccaccio che ha illuminato e creato la lingua italiana… conosciamo i nomi delle donne da loro amate (Beatrice, Laura e Fiammetta) e la loro importanza… anche letteraria.
Ora possiamo leggere, scritte proprio da lui, le modalità del primo magico incontro dell’autore del Decamerone con Fiammetta, ed il luogo in cui avvenne.
Vedremo poi anche chi era e come era in realtà Fiammetta.
Infine, dopo una breve analisi del testo, la descrizione dell’unica Basilica gotica partenopea ed una riflessione sulla Napoli, sulla Francia e sull’Europa del ‘300.
L’INCONTRO DI GIOVANNI BOCCACCIO CON FIAMMETTA
(NELLA PARTE PIU’ SIGNIFICATIVA DEL TESTO ORIGINALE)
Avvenne un giorno (…) (che*) io, della presente opera componitore, mi ritrovai in un bel tempio in Partenope, (…) e quivi con canto pieno di dolce melodia ascoltava l’uficio che in tal giorno si canta, celebrato da’ sacerdoti successori di colui che prima la corda cinse umilemente esaltando la povertade e quella seguendo (San Francesco).
Ove io dimorando (…) apparve agli occhi miei la mirabile bellezza della prescritta giovane (Fiammetta) venuta in quel luogo a udire quello ch’io attentamente udiva.
Testo dal “Filocolo” del Boccaccio
Brano: Incontro di Boccaccio con Fiammetta
Luogo: Napoli – Basilica (francescana) di San Lorenzo Maggiore
Data: Sabato Santo del 1331
* (che) nota ai soli fini esplicativi
Dante Gabriel Rossetti – Fiammetta
CHI ERA FIAMMETTA?
Di Boccaccio sappiamo o dovremmo sapere quasi tutto ma di Fiammetta molti vorrebbero sapere chi era.
Fiammetta era in realtà Maria d’Aquino che da giovane era bella, bionda e dagli occhi azzurri cielo.
Era la figlia illegittima del Re Roberto d’Angiò e della sua amante la nobile francese (provenzale) Sibila Sabran, moglie del conte Tommaso IV d’Aquino.
QUALCHE BREVE OSSERVAZIONE STORICO-ARTISTICA
Boccaccio ci racconta, non senza un ampio numero di metafore storiche, culturali e religiose il suo indimenticabile incontro con Fiammetta.
Forse la luce che illuminava il volto e gli occhi della giovane e che sconvolse lo scrittore era arricchita dai mille colori della vetrata all’epoca istoriata dell’abside gotico simile a quello di Notre Dame.
L’edificio è stato restaurato dopo i bombardamenti della 2° guerra mondiale ma si sono persi diversi elementi originari.
Tuttavia sono rimasti invariati gli elementi architettonici.
La chiesa, caso unico nell’architettura delle chiese napoletane, con la sua abside di stile gotico francese testimonia che anche nella Napoli degli Angioini era diffusa e presente la cultura francese ed in genere europea, anticipando così l’idea di un futuro destino comune.
Tony Kospan
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Claude Theberge
Un abbraccio vuol dire “tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino.
Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende”.
(Paulo Coelho)
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Claude Theberge
LA LIBRERIA DEL MARE
Maria Grazia Nigi
Tutte le mie parole
portate via dal vento
cadranno in mezzo al mare.
Disperse in mezzo ai flutti,
salite e ridiscese per
nuotare.
Le leggeranno i pesci
letterati.
Le piccole conchiglie
innamorate.
La Società Anonima dei
pescicani.
Per tramare, per rimanere
a galla per mangiare,
tentando con i denti
di strappare… quelle
parole care.
Per leggere e imparare,
è tutta trasparente
aperta notte e giorno,
la Libreria del Mare.
Claude Theberge
da Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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Claude Theberge
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Certo non c’è contrasto più stridente
tra l’innocenza e la speranza dei bambini
e la realtà che ci… li… circonda.
INNOCENZA VIOLATA… E NOI…
Bambini uccisi, feriti,
bambini costretti a fare i soldati,
bambini violentati,
bambini privati dei giochi, dei sogni.
perfino dell’infanzia,
e… bambini uccisi!
Non c’è limite,
non c’è fine,
all’orrore
in tante parti del mondo…
e anche dietro l’angolo di una casa vicina alla nostra.
Penso che tragedie così orribili
non siano poi così lontane da tanti comportamenti
di persone normali… come noi…
o intorno a noi.
Spesso purtroppo persino persone che dovrebbero essere d’esempio,
per nascoste deviazioni o per malcelati interessi,
diventano capaci di ogni bassezza, di ogni viltà,
nascondendo dure verità pur di salvare i loro privilegi.
Allora vien da chiedersi quando arriverà il momento
di una rinascita morale che porti
a sostanziali modifiche nei comportamenti
individuali, di gruppo e dei governi delle nazioni.
Penso ad esempio alla necessità seria e non di facciata
di privilegiare l’essere e non l’avere
la moralità e non il business a tutti i costi
la salvaguardia e non l’inquinamento del Pianeta… etc.
Ma questo radicale cambiamento comportamentale
non dobbiamo pretenderlo solo dagli altri…
(sarebbe troppo facile… ed ingenuo)
ma anche e soprattutto da noi stessi
perché possa creare, col tempo e con l’esempio,
reali modifiche di abitudini e di cultura
e dunque auspicabili buoni frutti.
Ma se mi guardo intorno, ahimè, la vedo dura
ed allora nel mio piccolo elevo un urlo accorato!
I bambini,
che sono il futuro dell’Umanità,
ci guardano
e si aspettano qualcosa da noi.
Svegliamoci! Muoviamoci!
Ciao da Orso Tony
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Questa, da un recente sondaggio, risulta,
ancor oggi la canzone più amata dai francesi.
Quasi tutte le canzoni di Edith Piaf sono un mito
ed ognuna di esse segna una tappa della sua vita,
ma questa contiene anche
tutta la struggente ed enorme sofferenza
per la perdita del suo amato.
INNO ALL’AMORE – 1949 – E. PIAF –
LA STORIA LA POESIA E LA CANZONE
ATMOSFERE E NOTE DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
LA STORIA
Il testo di questa canzone è tutto della Piaf
mentre la musica è della musicista classica Marguerite Monnot
sua amica e collaboratrice anche in altre canzoni.
Edith scrisse questa canzone
dopo la morte dell’amato pugile marocchino Marcel Cerdan,
morto mentre volava verso di lei da New York
per un incidente aereo nelle Azzorre.
Quel che ancor più la fece soffrire
fu il fatto che era stata proprio lei
ad insistere perché prendesse l’aereo
mentre lui preferiva viaggiare in nave.
BREVE ANALISI DELLA CANZONE
Tutto, in questa canzone, dalle parole alla musica,
è un forte, intenso, inno all’amore
proprio come indica il titolo.
La voce di Edith esprime tutte le sfumature
dell’assoluto dolore per un amore dal tragico destino
ma anche il permanere di una passione sublime
che nemmeno la morte può cancellare.
IL POETICO TESTO
INNO ALL’AMORE
Edith Piaf
Il cielo blu su noi può crollare
E la terra può sprofondare bene.
Mi importa poco se mi ami
Me ne frego del mondo intero
Purché l’amore innondera le mie mattine
Purché il mio corpo rabbrividirà sotto le tue mani
Mi importano poco i problemi
Il mio amore, poiché mi ami
Andrei fino alla fine del mondo
Mi farei tingere in bionda
Se me lo chiedessi
Andrei a sganciare la luna
Andrei a rubare la fortuna
Se me lo chiedessi
Rinnegherei la mia patria
Rinnegherei i miei amici
Se me lo chiedessi
Si può ridere bene di me
Farei qualsiasi cosa
Se me lo chiedessi
Se un giorno la vita te strappa da me
Se muori, che sia lontano da me
Mi importo poco se mi ami
Perché io morrei anche
Avremo per noi l’eternità
Nel blu di tutta l’immensità.
Nel cielo, non ci sono più problemi
Il mio amore, credi che si amiamo?
Dio riunisce quelli che si amano!
IL VIDEO
Ecco ora la sua sentita interpretazione
di questa mitica, ma per lei soffertissima canzone.
Buona visione e buon ascolto…
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CIAO DA TONY KOSPAN
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Convito di Ester e Assuero
Pittore, architetto, scrittore, ma anche scenografo, decoratore, costruttore di apparati effimeri per i carnevali, matrimoni, etc. il versatile aretino però è stato, e resta, soprattutto una miniera di informazioni storiche, tecniche ed artistiche sul mondo dell’arte rinascimentale oltre che l’inventore del linguaggio dell’arte.
Possiamo dire in poche parole che dopo di lui l’Arte, soprattutto come conoscenza, analisi e storia, non fu più la stessa.
Cercheremo di analizzare, in breve come sempre, la sua figura e le sue opere.

(Arezzo 30.7.1511 – Firenze 27.6.1574)
GIORGIO VASARI
PENNELLO E… PENNA…
a cura di Tony Kospan
Vasari dipinge – Casa di Arezzo
BREVE BIOGRAFIA
Iniziò giovanissimo a frequentare la bottega d’arte di Guglielmo di Marcillat dove incontrò Rosso Fiorentino che ebbe poi grande influenza nelle sue opere.
A soli 13 anni si trasferisce a Firenze, massimo centro culturale ed artistico dell’epoca, dove conobbe diversi grandi artisti tra cui Michelangelo e Andrea del Sarto che completarono la sua formazione artistica.

San Giorgio e il Drago
Qui strinse un sodalizio artistico con il quasi coetaneo Del Salviati Cecchino insieme al quale affrescò, per il cardinale Salviati a Palazzo Salviati, “La vita di Giovanni il Battista” che portò fama soprattutto al Cecchino e col quale fece un viaggio per ammirare opere d’arte in varie città d’Italia tra cui Roma, Napoli e Bologna, ma nelle quali operò anche.

I sei poeti toscani
Il centro principale della sua attività però restò Firenze dove fondò l’Accademia delle arti e del disegno, insieme ad altri artisti, e dove conobbe Cosimo I dei Medici che gli commissionò delle opere architettoniche e, dal 1560 in poi, fu incaricato della Costruzione del Palazzo degli Uffizi, della ristrutturazione di Palazzo Vecchio e del Palazzo degli Anziani di Pisa.

La nascita di Venere
Sue caratteristiche sono in primis il piacere di lavorare in compagnia di altri artisti, al punto che da alcuni è anche stato definito una specie di talent scout, ed un’altra, come dirà egli stesso, è la sua grande celerità nel dipingere.
In tutto il corso della sua vita alternò la creazione di opere d’arte con quella di “opere effimere”.
Cioè curava anche l’organizzazione e le scenografie per matrimoni nobiliari, per manifestazioni teatrali, carnevalesche etc..
Morì nel 1574 a Firenze.
LO STILE DEL VASARI PITTORE

Caino e Abele – Dipinto a Napoli
Può essere considerato fra i maggiori manieristi tosco-romani ma possiamo forse meglio definire il suo stile come una combinazione tra il manierismo, le visioni michelangiolesche e la vivacità dei colori di Rosso Fiorentino.
Il Manierismo è la corrente artistica che si distinse per la ricerca di uno stile fatto di eleganza, armonia e sicurezza che ebbe vita dal 1525 fino al 1563 anche se il termine fu usato dal Vasari principalmente per descrivere il virtuosismo del pittore.

La fucina di Vulcano
In effetti la pittura vasariana è incredibilmente precisa e ricchissima di particolari, anche minimi, come possiamo accorgerci esaminando ad es. capelli, mani, occhi, vesti, oggetti etc…, ed i colori sono sempre vivaci,vari e stupendamente applicati.
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Sala di Cosimo il Vecchio – Palazzo Vecchio – Firenze
Tuttavia la sua pittura, pur elegantissima, appare non manifestare quel pathos, quel calore, che caratterizza le opere dei grandissimi del Rinascimento.
“LE VITE”
E LA NASCITA DELLA STORIA DELL’ARTE
Come si diceva all’inizio, pur essendo stato un valente (ma non geniale) pittore, architetto e non solo, tuttavia la sua fama principale oggi gli viene dalla sua opera letteraria che rappresenta una vera e propria pietra miliare nel campo della storiografia e del linguaggio nel campo dell’Arte.
Eppure il Vasari, in una lettera ad un amico, si lamentava di non esser così bravo con la penna come col pennello!!!!

Allegoria della giustizia
Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, da Cimabue insino a’ tempi nostri è il titolo originale dell’opera che ebbe 2 edizioni, la prima nel 1550 e la seconda nel 1568, ma che per brevità ormai è da tutti chiamata “Le vite“.
L’opera contiene oltre 160 biografie di artisti ed è quindi un’opera che possiamo definire “monumentale” e la sua importanza è immensa al di là della condivisione o meno di diversi suoi giudizi sugli artisti di cui scrive ed altresì al di là di diversi errori.
Inizia, proprio grazie a “Le vite”, l’interesse per le biografie degli artisti, per la critica e l’analisi delle opere, per le conoscenze delle tecniche pittoriche e per la storia delle “scuole” dal duecento in poi.
Infine appare evidente la consapevolezza, in lui, di tutto quello che il suo secolo rappresentava per l’evoluzione dell’Arte mondiale dato che proprio a lui si deve la creazione del termine “Rinascita“.

Battaglia di Marciano
Ne “Le vite” il Vasari parla anche di se stesso come “Novello Giotto“ e racconta, in alcuni casi con dovizia di particolari (come per il periodo napoletano), ed in altri con strategici silenzi o strategiche amplificazioni la sua vita e le sue opere…
Il testo, a dire il vero, contiene anche diversi e marchiani errori in quanto il Vasari prendeva per buone anche le dicerie e le leggende createsi intorno alle vite degli artisti vissuti nei secoli precedenti ma tuttavia queste inesattezze, che per lungo tempo hanno inficiato l’attendibilità dell’opera, non possono danneggiarne nè l’impianto complessivo nè la precisione e la cura dei “suoi” giudizi estetici e critici come concordemente oggi la critica ha finalmente riconosciuto.

In ogni caso non possiamo sottacere 2 importanti aspetti:
1 – che le vite degli artisti temporalmente a lui più vicini appaiono abbastanza corrette e precise…
2 – che alla sua epoca non c’erano certo i moderni strumenti tecnologici che avrebbero potuto consentirgli più precise ricerche ed analisi scientifiche.
Pertanto, in considerazione dell’assoluta innovazione rispetto al preesistente “vuoto” (o quanto meno “grande dispersione“) di conoscenze nel mondo dell’arte, al Vasari ed alle sue “VITE” va riconosciuto un merito davvero incommensurabile…
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Tutti i diritti riservati
IL GRUPPO DEGLI AMANTI DELL’ARTE (SU FB)

Casa Vasari – Storie di Zeusi
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Sono passati alcuni anni
da quando lo scrittore Alberto Bevilacqua,
che è stato anche sceneggiatore, regista, poeta e giornalista,
ci ha lasciati in modo inatteso…
ma il suo ricordo è più vivo che mai.
Egli infatti ha rappresentato un punto di riferimento
per la letteratura italiana ed europea del secolo scorso
ed infatti era molto noto in Italia e all’estero.
(Parma 27.6.1934 – Roma 9.9.2013)
Era malato da tempo
ma nulla lasciava presagire il notevole e rapido aggravamento
delle sue condizioni di salute.

Qui con la moglie Michela Miti
La sua carriera letteraria ebbe inizio,
grazie anche al concreto incoraggiamento
di un illustre scrittore, Leonardo Sciascia,
che gli consentì di pubblicare nel 1955
la sua prima raccolta di racconti “La polvere sull’erba“
Il successo vero e proprio gli giunse, però, solo 10 anni dopo
con La Califfa (1964).
Possiamo tranquillamente affermare che Bevilacqua è stato
il cantore dell’epopea (positiva e negativa) della provincia italiana.
Ha vinto diversi premi letterari.
E’ stato anche un intellettuale molto attivo
ed il regista della trasposizione cinematografica
del suo mitico libro “La califfa”. ma anche di altri film.
Ugo Tognazzi e Romy Schneider ne “La califfa”
Amava infatti molto il cinema.
Le sue opere sono state pubblicate in diversi paesi del mondo.
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I temi di fondo delle sue opere sono stati:
Parma e la sua difficile giovinezza, i viaggi,
le sofferenze e l’amaro destino dell’uomo, la solitudine
ma anche i suoi dubbi sull’amore… la storia… la fede.
Termino questo breve ricordo con iI trailer del film
“La califfa”.
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