Archivio per 28 Maggio 2021

Felice weekend in poesia “Noi” P. Sueli – arte Godward – canzone “La vita mia” A. MInghi   1 comment

 
 
 
 
Godward John William





Spero che il meteo di questo weekend sia buono
essendo giunta l’ora di poter uscire e viaggiare.

In ogni caso…



 
 

 
 





  uccelli ligne oiseau bleu

Quando un amore finisce, uno dei due soffre. 
Se non soffre nessuno, non è mai iniziato.
Se soffrono entrambi, non è mai finito.
(Marylin Monroe)
uccelli ligne oiseau bleu





Godward John William 
 
 
 
 

N O I . . .
Pat Sueli
 
 
Non dirmi mai ti amo
perché le parole sono false
.

Non dirmi mai ti sogno
perché i sogni svaniscono
.

Non dirmi mai sei il mio cielo
perché il cielo si rabbuia
.

Non dirmi mai sei il mio Angelo
perché gli Angeli volano via
.

Non dirmi mai ti desidero
perché i desideri finiscono
.

Non dirmi mai sei la mia vita
perché la vita si consuma
.

dimmi solamente… ascolta
perché il silenzio
parlerà per sempre di noi.


 
 
 
 

Godward John William

 
 
 viola 19

 
 
 



DA ORSO TONY




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IL TUO GRUPPO D’ARTE
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 Godward John William –  Flabellifera al sole d’estate



Domenica sera in poesia “Qui ti amo” Neruda – arte Dvorak – canzone “Che vuole questa musica” P. Gagliardi   Leave a comment

 
 

Franz Dvorak – Le 4 rose


 
 
 
 
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mhbkup

Soltanto l’amore è in grado di unire gli esseri umani
in modo da completarli e appagarli, 
giacche’ solo l’amore li conquista e li aggrega
ricorrendo al sentimento più profondo che si cela in loro. 
– Padre Pierre Teilhard De Chardin –

 mhbkup
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Franz Dvorak
 
 
 

QUI TI AMO
Pablo Neruda


Qui ti amo. Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave. Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto. Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.

E poiché io ti amo, i pini nel vento vogliono cantare
il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
 

 
 
 
Franz Dvorak
 
 
 
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da Orso Tony

 
 
 


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Franz Dvorak




Il marito che invidiava la moglie e la sua… sorpresa! – Quando una barzelletta fa anche pensare   Leave a comment



OLTRE LA VIGNETTA




 




OLTRE LA BARZELLETTA



 

 

 


L’UOMO CHE INVIDIAVA LA MOGLIE


 


 


Un uomo stufo e stanco di andare al lavoro ogni giorno mentre la moglie stava a casa, pregò il Signore:

Mio Dio, io vado tutti i giorni al lavoro per 8 ore mentre mia moglie sta semplicemente a casa.

Vorrei tanto sapere cosa si prova ad invertire i ruoli, perciò ti prego: permetti che il suo corpo si scambi con il mio.
Amen!

Dio, nella sua infinita saggezza, accettò la richiesta dell’uomo.

La mattina seguente l’uomo si svegliò come donna.

Si alzò, preparò la colazione per la famiglia, svegliò I bambini, li vestì per la scuola, li fece mangiare e preparò il loro pranzo, li portò a scuola; 

tornò a casa ed avviò la lavatrice, andò in tintoria ed in banca per fare un deposito, si fermò alla posta per pagare dei conti correnti, 

passò dal negozio di alimentari e infine riportò a casa la spesa.

A casa pulì la cassetta del gatto e diede da mangiare al cane.

Era già l’una del pomeriggio, quindi si sbrigò a fare i letti ed a pulire i bagni ed i pavimenti.

Poi corse a scuola a riprendere i figli e sulla strada di casa parlò con loro di quanto era successo a scuola.

Preparò per loro una merenda e gli organizzò il pomeriggio, poi cominciò a stirare mentre cercava di guardare un programma che le piaceva alla televisione.

Alle 18:30 cominciò a sbucciare le patate e a lavare l’insalata, a cuocere la carne ed a preparare il sugo per la pasta.

Dopo cena, lavò i piatti, pulì la cucina, raccolse il bucato, fece il bagno ai bambini e li mise a letto.



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Alle 21, esausto e senza aver finito i suoi impegni giornalieri, andò a letto dove, tentando di non lamentarsi, fece l’amore.

La mattina seguente l’uomo si svegliò, saltò giù dal letto e immediatamente rivolse una preghiera al Signore:


– Io Dio, non so proprio cosa pensassi.

Era un grave errore l’invidia per mia moglie che può stare a casa tutto il giorno!

Ti prego dal profondo del mio cuore, fa tornare tutto come prima!


– Dio, nella sua infinita saggezza, rispose:

figlio mio, penso che tu abbia imparato la lezione, e sarò contento di riportare le cose come erano prima.

Dovrai solo aspettare nove mesi, però: ieri notte sei rimasto… incinta!


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CIAO DA TONY KOSPAN




LA TUA PAGINA DI… SOGNO?

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Seneca ed il “De vita beata” – Un accenno alla sua mitica opera e l’intero primo capitolo   1 comment

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Sembra proprio che gli psicologi americani più in voga, i super esperti delle felicità altrui, i massmediologi dal consiglio facile, e perfino i divulgatori di filosofie orientali, (tutti pagati profumatamente) hanno scoperto, nientepopodimeno, che i classici latini li hanno preceduti… alla grande!
 
 
 
 


 
 
 

INCREDIBILE!!!
E’ STATO RISCOPERTO SENECA
ED IL SUO “DE VITA BEATA”
a cura di Tony  Kospan

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Anche Lui però ai suoi tempi fu attaccato duramente dai critici e dunque leggeremo prima le sue difese e poi… il primo capitolo del suo  “DE VITA BEATA”… che appare emblematico dei motivi di questa (ri)scoperta… americana… e che consiglio vivamente di leggere perché a mio parere ci può donare diversi spunti di riflessione.
 
 
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DE VITA BEATA –  IL LIBRO E LE CRITICHE DELL’EPOCA

 
 
Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse proprio per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.

Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.

Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.

Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”; .

Non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.

Afferma inoltre che la ricerca ed il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.

La virtù è dunque soprattutto un valore da ricercare ed esercitare.
 
 
 
 
 
 
 

Corduba 21 maggio da 1 a 4 a.C. – Roma aprile 65 d.C.

 

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DE VITA BEATA
Seneca

 
I CAPITOLO
 

 
1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge.
Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.
Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. 
Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.
E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.
Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri.
Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare.
Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla.
Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male.
E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 



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Frecce (174)







 
 
 

Man Ray.. Mahler e Abbado – Arte fotografica del primo.. mitica 4° sinfonia del secondo e la direzione del grande maestro   Leave a comment

 
 
 
 


Gustav Mahler

 
 
 
 

La mitica…
per la sua intima… elegante… “ironia”…
(così definita da Abbado in un’intervista
ed ascoltandola non posso non esser d’accordo)
  4° sinfonia di Mahler
fu composta fra il 1899 ed il 1901.


 
 
 
 
Claudio Abbado




Mi fa piacere associarla alla famosissima…

originalissima… mitica…  opera dadaista
Donna Violino di Man Ray
che troviamo più giù…




 



Man Ray





Prima però ecco altre straordinarie opere fotografiche
di Man Ray che certamente riconoscerete

dato che vanno ancora per la maggiore nel web.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
  
 
 

Ascoltiamola dunque… questa meravigliosa sinfonia…
in ampia versione
diretta proprio dal grande maestro scomparso qualche anno fa,
e sono certo che non potrà non piacervi…

 

 

 
 
fre bia pouce  music+121
Man Ray – Donna Violino
 
 
 
 

Ciao e… buon ascolto…
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 


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IL TUO SALOTTO CULTURALE DI FB
Frecce (51)







 

 

Roentgens secretary – Ecco la sorprendente automazione di questo fantastico scrittoio del ‘700. Ammiriamola anche in video   Leave a comment






Scopriremo, grazie a questo video, le incredibili caratteristiche nascoste all’interno di questo grande scrittoio del ‘700.
Il “The Roentgens’ Berlin Secretary Cabinet” è una delle più belle lavorazioni nell’ambito della produzione di mobili europei di quel secolo.






Quest’opera è la creazione più importante di Abraham della bottega berlinese di David Roentgen.

E’ un armadio scrittoio, con in alto un orologio musicale, dotato di pannelli intarsiati finemente, riccamente disegnati e con meccanismi elaborati che consentono l’apertura automatica di ante e cassetti con il semplice tocco di un pulsante.






Di proprietà del Re Federico Guglielmo II, questo armadio scrittoio è davvero unico per la notevole decorazione e soprattutto per la complessità e vastità dei suoi automatismi.



Re Federico Guglielmo II di Prussia





Ma ora ecco vediamo questa meraviglia dell’artigianato e dell’automazione creata in un’epoca in cui non c’era nemmeno lontanamente l’idea della moderna tecnologia. 



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