la corrente si estende in tutte le discipline artistiche.
Iniziamo da quella principale… la pittura,
che ebbe anch’essa un suo manifesto,
anzi, più manifesti.
Carrà – Il cavaliere rosso
LA PITTURA FUTURISTA
MANIFESTO E CARATTERISTICHE
Il primo, dell’11 febbraio 1910, fu redatto da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Giacomo Balla che poi furono tra i più grandi pittori futuristi.
Ecco sulla pittura, certo la regina delle arti futuriste, quanto a numero ed importanza di opere, qual è il programma che i manifesti annunciano:
un assoluto rifiuto del tradizionale modo di dipingere per giungere ad un ampio rinnovamento sia mediante nuove tecniche (come ad esempio il collage molto usato ad es. dal Boccioni), che con l’esaltazione del movimento, delle macchine e della modernità in genere.
Balla – Trasformazione forma spirito
Leggiamo però proprio su questo aspetto un significativo passo del manifesto del 1911:
“Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza delle immagini nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono.
Così un cavallo da corsa non ha quattro gambe: ne ha venti, e i loro movimenti sono triangolari.”
Il tutto, per la “filosofia” della corrente, deve avvenire nell’ambito di una ricerca che anticipi il futuro.
In verità la nascente pittura futurista risente molto di quella della corrente cubista, anch’essa nata anch’essa Parigi (Mont Martre) solo 2 anni prima (1907).
Luigi Russolo – La rivolta – 1911
Ma mentre Il cubismo scompone un oggetto e poi lo ricompone in una nuova forma o prospetto il futurismo interseca diverse cose tra loro.
Inoltre mentre il tempo nel cubismo è statico nel futurismo è accelerato… veloce.
Per chi pattina sul ghiaccio sottile, la sicurezza è nella velocità. Ralph Waldo Emerson
Ed è proprio la velocità… simbolo della modernità… il principale carattere che gli artisti vogliono dare alle loro opere.
Boccioni – La città che sale – (New York – Museum of Modern Art)
“Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l’idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità.
Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro.
Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell’atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).”
Balla – Bambina che corre sul balcone
LA STORIA DELLA PITTURA FUTURISTA
(ed in buona sostanza di tutta la corrente)
La prima mostra si tenne nel 1912 sempre a Parigi… all’epoca capitale mondiale di tutte le avanguardie.
L’attività del gruppo dei pittori futuristi aveva però la sede a Milano.
La mostra evidenziò la necessità di uniformare le diverse tecniche e tematiche dei vari artisti… che decisero di accogliere in parte la tecnica di scomposizione del cubismo per poter meglio rendere il movimento dei corpi e degli oggetti.
Non più, dunque, precisione di prospettiva e di proporzioni del soggetto dipinto ma l’esigenza di giungere a dare, mediante sequenze di parti ripetute e l’accavallamento o la separazione degli spazi, la percezione del movimento.
La pittura futurista così come fu influenzata da altre avanguardie ebbe a sua volta molta influenza sulle altre correnti artistiche contemporanee…
All’estero ebbe molti seguaci soprattutto in Russia.
Natalija Gončarova – Il ciclista
IL SECONDO FUTURISMO
A seguito della morte di Boccioni nel 1916 ed il distacco da parte di Carrà e Severini attratti dal cubismo il gruppo, insieme a nuovi artisti, si trasferì a Roma accanto a Marinetti fondatore del Futurismo.
Nasceva così nel 1918 il secondo futurismo che ebbe 2 fasi… la prima legata al postcubismo ed al costruttivismo e la seconda al surrealismo.
La novità artistica più importante di questa fase è senz’altro l’Aeropittura.
Tullio Crali
Il gruppo all’arrivo del fascismo si divise tra fautori ed oppositori ma la maggior parte aderì (ricevendone favori) anche se poi i gerarchi trattarono sempre il futurismo con sufficienza.
Pian piano il Futurismo declinò… ma pur senza assurgere ai vertici artistici iniziali ha vissuto alterne vicende ed in realtà non è mai davvero scomparso.
Per gli autori che ancor oggi si ispirano al futurismo si parla di Terzo Futurismo.
Enzo Benedetto – Ciclista – 1926
I PIU’ NOTI DIPINTI FUTURISTI
Osserviamo ora alcune tra le opere più importanti dei più famosi pittori della corrente.
GINO SEVERINI
Ballerina blu
Geroglifico dinamico del Bal Tabarin – 1912 – Metropolitan Museum (New York)
Il treno blindato – 1915 – collezione Zeisler, New York
GIACOMO BALLA
Rondini in volo – 1913 – New York – Museum of Modern Art
Dinamismo di unc ane al guinzaglio – 1912 – Albright-Knox Art Gallery (Buffalo)
CARLO CARRA’
Funerali dell’anarchico Galli (1911)
Lo spirito del cavaliere occidentale
UMBERTO BOCCIONI
Pessimismo e ottimismo – 1923
Dinamismo di un ciclista
La risata – 1911
I rumori della strada invadono la casa – 1911
FINE II PARTE
Copyright Tony Kospan per il Mondo di Orsosognante
Il post proseguirà affrontando l’esame delle altre espressioni artistiche futuriste.
Carl Nilsson Linnaeus, noto da noi come Linneo,
è stato un grande medico, botanico e naturalista svedese,
geniale ideatore della classificazione scientifica
“binomica” degli organismi viventi che ha consentito
l’enorme progresso della loro conoscenza.
Linneo, considerato il fondatore della moderna botanica,
scrisse anche numerosi libri sui suoi studi,
sulle ricerche fatte nei suoi viaggi di studio
per il mondo ed ebbe grandi riconoscimenti in vita.
(Råshult 23.5.1707 – Uppsala 10.1.1778)
Qui però parlerò di una sua particolare creazione…
la MERIDIANA DEI FIORI.
Cos’è? Un modo originale di sapere che ora è!
Cioè solo guardando i fiori…
Essi infatti aprono e/o chiudono i loro petali
in ore diverse durante il giorno.
Le più mattiniere sono le rose
che in primavera si aprono alle cinque.
Poi, man mano si aprono gli altri fiori:
l’erba gatta alle sei, le margherite africane alle otto,
le genziane alle nove, i papaveri alle dieci,
la lattuga selvatica a mezzogiorno e i garofani alle tredici.
Fino ad arrivare alle sedici,
quando si sbottona una pianta particolarmente pigra,
la bella di notte.
Di pomeriggio, comunque,
è più frequente invece che i fiori si richiudano:
alle 14 le primule rosse,
alle 15 i denti di leone,
alle cinque della sera le ninfee.
Il meccanismo di apertura e chiusura dei petali
avviene soprattutto per consentire l’impollinazione
da parte delle diverse specie di insetti
o per difenderla da agenti (sempre insetti)
estranei che potrebbero danneggiarla.
Questo vero e proprio orologio vegetale
è una creazione di Linneo
che lo brevettò anche.
Il naturalista svedese lo creò anche materialmente
facendo fare in un prato un’aiuola rotonda
col quadrante diviso in dodici spicchi colorati
costituiti da piante diverse.
Il margine d’errore della Meridiana non è grande…
al massimo può arrivare a mezz’ora…
Tuttavia bisogna far attenzione alla geografia
in quanto i ritmi biologici delle varie specie di piante
cambiano a seconda della latitudine in cui si trovano…
Della storia e del funzionamento di questa meridiana
e di altre originali particolarità di piante e fiori
ce ne parlò in modo esauriente e dotto lo studioso della natura
Un grande cabarettista che ha attraversato con i suoi spettacoli quasi tutto il secolo scorso e l’inizio di questo.
Paolo Poli (Firenze, 23.5.1929 – Roma, 25.3.2016)
In verità è stato anche attore, regista teatrale e cantante… ma è impossibile staccarlo, nei nostri ricordi, dai suoi spettacoli teatrali comici, brillanti, surreali e spesso “en travesti” certo, ma sempre caratterizzati da un evidente substrato poetico e culturale che li rendeva unici nel panorama dello spettacolo italiano.
Inoltre adorava col suo spirito libero e controcorrente e con il suo sottile. ma graffiante e satirico umorismo… scandalizzare i “benpensanti” parrucconi.
Lo conobbi in gioventù a Latisana. dove tenne uno spettacolo teatrale… che ancora ricordo con piacere…, in cui faceva a modo suouna rilettura della storia della letteratura italiana del ‘900 in una chiave davvero divertentissima e sorprendente… ma anche colta.