Archivio per 22 Maggio 2021

Una spugna per cancellare il passato,
una rosa per addolcire il presente
e un bacio per salutare il futuro.
– Guy de Maupassant –

Le Brun – La Contessa Catherine Vassilievna Skavronskaia
FACCIO TUTTO CIO’ CHE POSSO
Victor Hugo
Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.

Le Brun – La pace porta abbondanza
PER CHI AMA L’ARTE… IL GRUPPO DI FB
Le Brun – Autoritratto giovanile
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Davvero imperdibili e tutte da godere
queste riflessioni di Tommaso Moro
Pierre Puget
BEATI QUELLI…
Beati quelli che sanno ridere di se stessi,
perché non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo,
perché eviteranno molti fastidi.
Beati quelli che sanno riposare e dormire senza trovare scuse:
diventeranno saggi.
Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:
impareranno cose nuove.
Giuseppe Mariotti – Picnic
Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi sul serio:
saranno apprezzati dai loro vicini.
Beati quelli che sono attenti alle esigenze degli altri,
senza sentirsi indispensabili:
saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete guardare seriamente le cose piccole
e tranquillamente le cose importanti:
andrete lontano nella vita.
Beati voi se saprete apprezzare un sorriso
e dimenticare uno sgarbo:
il vostro cammino sarà pieno di sole.
Walter Crane – Le stagioni
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.
Se l’onore fosse redditizio, tutti sarebbero onorevoli.
Datemi o Signore () un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettete che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo invadente che si chiama IO.
Datemi, o Signore, il senso del ridicolo.
Concedetemi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia
e possa farne parte anche ad altri.
L’autore è Thomas More, italianizzato in Tommaso Moro…
brillante scrittore e giurista inglese che fu decapitato
perché non volle abbandonare la Chiesa di Roma
a favore della nascente Chiesa Anglicana.
Per questo è stato proclamato Santo.
Thomas More (Tommaso Moro) – Londra 7.2.1478 / Londra 6.7.1535
Jan Matsys – A Merry Company
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STORIA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’
La Giornata è stata istituita nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per confermare l’importanza dell’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica firmata a Nairobi nel 1992, con l’obiettivo di avvertire tutte le nazioni del dovere di tutelare la diversità biologica del Pianeta.
Da allora si celebra ogni anno il 22 maggio in tutto il mondo con manifestazioni e convegni al fine di diffondere la consapevolezza della nostra totale dipendenza dalla Natura per bere, mangiare, mantenerci in salute e quindi tutelare la biodiversità ricercando forme di energia pulita e costruendo modelli di sviluppo davvero sostenibili
COSA E’ LA BIODIVERSITA’
La biodiversità è la grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che sono presenti sul nostro Pianeta.
Questa molteplicità di specie ed organismi, essendo in relazione tra loro, è necessaria per mantenere un equilibrio che è fondamentale per la vita sulla Terra.
COSA SIGNIFICA QUESTA GIORNATA?
E’ soprattutto un invito a tutti, Governi, industrie, popoli e singole persone a rendersi conto delle gravi mancanze del genere umano nei confronti degli altri organismi che coabitano sul nostro pianeta ed a ripensare, in modo totale, moltissime attività umane per cercare di bloccare il drammatico ed ahimè anche velocissimo declino di moltissime specie vegetali ed animali sia marine che terrestri.
IL NOSTRO COMPITO
Anche noi, pur nel nostro piccolo (ma essendo noi umani in miliardi su questo Pianeta i risultati dei nostri comportamenti sono immensi) dobbiamo contribuire a difendere tutti gli organismi vegetali ed animali e così contribuire a consentire la stessa vita del genere umano anche in futuro.
Tony Kospan
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Breve ricordo di Alessandro Manzoni,
il più grande scrittore italiano dell’800,
autore dei mitici “Promessi sposi”, ma non solo.

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Lo ricorderò brevemente con alcuni suoi aforismi
e con un suo mitico e poetico brano… dalla sua opera più famosa
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A F O R I S M I
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Immagine giovanile
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
…
La vita non deve essere una festa per alcuni e un peso per altri,
ma dev’essere un impegno per tutti.
…
Non sempre quello che viene dopo è progresso.
…
La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto
che ogni parte abbia soltanto dell’uno e dell’altra.
…
É men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.
…
Bisogna sempre dire francamente e chiaramente le cose al proprio avvocato:
sarà lui ad imbrogliarle.
…
Uno dei benefici dell’amicizia è di sapere a chi confidare un segreto.

Altra mmagine giovanile
ADDIO, MONTI

Il brano, posto alla fine dell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi,
è la descrizione del paesaggio del lago di Como e dei pensieri di Lucia
mentre abbandona in barca, con Renzo, il paese natio
per sfuggire alle losche manovre di Don Rodrigo.
Il passo è il momento letterariamente più alto di tutto il romanzo.
Viene infatti da moltissimi critici ritenuto vera poesia in prosa.
Il tema centrale è quello del difficile e doloroso abbandono
della terra natìa verso un futuro incerto
e dei pensieri di una giovane, dall’animo dolce e delicato, come Lucia
sulla quale aleggia, nera, la figura di Don Rodrigo.

L’ambientazione, il lago di notte ed il paesaggio in cui è immerso,
fa da sublime contorno ai sofferenti pensieri di Lucia…
Ma ora leggiamolo… o rileggiamolo.
IL TESTO
Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.

Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l’immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.

Alessandro Manzoni
Ciao da Tony Kospan
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