Archivio per 29 aprile 2021

Felice giovedì sera in poesia “Oggi” S. Littleword – arte Anna Dittmann – canzone “Emozioni” Battisti   1 comment

 

 

Anna Dittmann 

 

 

 

 


L’amore non dà nulla.. se non se stesso,

non coglie nulla.. se non da se stesso.

L’amore non possiede.. né è posseduto:

l’amore basta all’amore.

– Gibran Kahlil Gibran –

 

Anna Dittmann
 
 
 

OGGI
Stephen Littleword
 
Oggi
raccolgo brandelli
di cielo,
sorrido al nuovo
giorno che si accinge
a splendere,
raccolgo le forze
come fossero coralli
sulla spiaggia,
e ne faccio tesoro
per l’intera giornata.
Apri
le porte al cambiamento
e vivi intensamente,
disegna una finestra
tra i pensieri più bui
e farla diventare
la tua finestra
sul cielo interiore.
Che sia
un giorno splendido,
uno di quei giorni
dove il sole splende,
dentro e fuori di te.



 
 
 
Anna Dittmann
 
 
 
 

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da Orso Tony
 

 

3
PER CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Ripped Note

 

 

 

Anna Dittmann

 



Angkor – La sorprendente metropoli medievale.. capolavoro di ingegneria idraulica.. misteriosamente scomparsa   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 


Angkor è stata una città immensa,
nata intorno ad un grande centro religioso.
 che ha prosperato fra il IX ed il XV secolo anche grazie
ad una un enorme ma efficiente rete di canali. 

La capitale dell’impero Khmer nel 1400 d.C., in Cambogia,
si estendeva infatti su circa 3.000 km quadrati…
 

Ma proprio il geniale sistema di canali su cui si reggeva
potrebbe averne decretato la fine.

Ma… conosciamola 

 
 

 

 


 ANGKOR METROPOLI PREINDUSTRIALE

E GIOIELLO DI INGEGNERIA IDRAULICA

Alessia Manfredi



 

 
 
 
 

Un’immensa metropoli, nata e sviluppatasi su un sistema idraulico complesso, nel cuore della foresta tropicale: quello che sorgeva anticamente intorno al tempio di Angkor Vat, in Cambogia, capolavoro dell’architettura khmer e oggi patrimonio dell’umanità, era il più grande insediamento urbano dell’epoca preindustriale, almeno tre volte più vasto di quanto si era creduto finora.


 

 

 

 

A gettare nuova luce sulla storia della città sorta intorno al complesso monumentale-religioso che il Guinness dei primati classifica come il più esteso al mondo, è un’équipe internazionale di archeologi.

Tracciando una nuova mappa con l’aiuto anche dei radar della Nasa, i ricercatori hanno “rivisto” le dimensioni di quella che fu la capitale dell’impero khmer dal nono al sedicesimo secolo: la sua superficie si estendeva su un’area di circa 3.000 chilometri quadrati ed ospitava una popolazione di un milione di persone, secondo gli autori dello studio appena pubblicato sui Pnas, la rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze americana.

 



 

 

 


Il tutto grazie a un’avanzatissima rete idraulica, che permetteva di conservare l’acqua per utilizzarla nelle stagioni secche, arrivando anche a deviare il corso di un fiume, il Siem Reap, facendolo arrivare fino al cuore dell’insediamento.

Ma lo stesso miracolo di ingegneria idraulica che permise alla città di fiorire e prosperare nei secoli, fu, con ogni probabilità, anche causa della sua rovina.

Divenne ingestibile e ciò, sommato alla sovrappopolazione e all’eccessiva deforestazione, portò al collasso dell’intero sistema.


 

 

 


 

La storia di Angkor affascina la comunità scientifica dagli anni ’50.

Ma le prove per determinare cosa causò il suo declino sono state finora molto difficili da reperire.

Nel 2000 un gruppo di archeologi cambogiani, francesi e australiani chiese aiuto alla Nasa.

Grazie alle immagini ottenute dai satelliti in orbita, in grado di scrutare con i radar anche il sottosuolo, sono stati identificati nuovi sentieri e canali sotterranei, che hanno dato un quadro nuovo della reale estensione della città.

 



 

 


 

Combinando quelle immagini con altre fotografie aeree e rilievi topografici, gli archeologi hanno individuato tracce di migliaia di bacini d’acqua e di 74 templi finora ignoti.

E hanno ipotizzato che il complesso sistema di irrigazione permettesse di alimentare colture di riso su superfici molto estese, fino a 25 chilometri a sud e a nord di Angkor.

 



 

 


 


Un capolavoro di idraulica che potrebbe, però, essersi trasformato in una maledizione, giocando un ruolo chiave nel crollo della civiltà khmer, terminata nel 1431 con l’invasione dei Thai e l’abbandono dei luoghi.

Secondo una delle teorie più accerditate, che questa ricerca avalla ulteriormente, a decretarne la fine fu una catastrofe ambientale dovuta all’eccessiva manipolazione dell’ambiente, insieme alla deforestazione, all’erosione del suolo e a una serie di fatali inondazioni. 




(testo: repubblica.it – impaginazione Tony Kospan)


 

 

 


huohuo

LA NUOVA PAGINA DI FB DI SOGNO
 





Esiste davvero una rara rana che assomiglia incredibilmente a Kermit del Muppet Show!   Leave a comment

 
 
 
 

 
 
 
 
Un particolare esemplare di rana che da molto tempo non veniva avvistato è stato rinvenuto in Costa Rica.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
E’ un tipo di rana molto particolare in quanto assomiglia davvero in modo incredibile alla rana Kermit del Muppet Show.
 
 
 
 

 
 
 
 
In verità il suo nome scientifico è “Hyalinobatrachium dianae” ed è stata trovata dai ricercatori del “Costa Rican Amphibian Research Centre”.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
La particolarità di maggior interesse, soprattutto scientifico, è che è una rana dall’addome trasparente.
 
Infatti mentre il suo dorso è di un bel verde intenso il suo addome presenta invece una membrana trasparente che consente di vedere… e studiare tutti i suoi organi interni.
 
 
 
 

 
 
 
 
Ma quello che ha fatto letteralmente impazzire il web è la sorprendente e simpaticissima rassomiglianza con Kermit



 
 
 
 

 

 
 
 
Tony Kospan
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Un bel pensiero della Fallaci e la mitica poesia di Kipling “SE” ci parlano della DIGNITA’ – Cosa ne pensiamo?   Leave a comment







Parlando della dignità di un uomo, 
la nota scrittrice fiorentina
 alla fine di un suo articolo, fa un riferimento importante
ad una mitica e profondamente morale poesia di Kipling.

Qui potremo ora legger sia la sua riflessione

che la poesia del grande scrittore e poeta britannico

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LA DIGNITA’
PER LA FALLACI E  PER KIPLING


Iniziamo dal pensiero della Fallaci
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Cosa significa essere un uomo?
Significa avere coraggio, avere dignità.
Significa credere nell’umanità.
 Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora.
Significa lottare. E vincere.
Guarda, più o meno quel che dice Kypling
in quella poesia intitolata
Se.
Oriana Fallaci

 
 
 
 


 
 
 
Ed ecco ora la mitica poesia citata da Oriana…


SE…
Rudyard Kipling
 
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
 
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
 
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.
 
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!

 
 
 
 
 
 
 


Vedendo la realtà che ci circonda
pensate che la dignità sia ancora diffusa tra le persone
o è divenuta solo una parola antica (o una chimera)?


Ciao da Tony Kospan




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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO) NELLA PAGINA FB
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L’antica scultura “Venere Landolina” – Storia.. descrizione e la dichiarazione d’amore di Guy de Maupassant   Leave a comment

 
 


La sensualità espressa dal corpo che sembra vivo e reale, 
anche grazie anche all’abile effetto chiaroscurale della scultura,
fa apparire la Venere Landolina più una donna vera che una dea.

Conosciamo questa mitica.. antica scultura!


 

Foto Giovanni Dall’Orto (partic.)


 
 
 
 

LA SCULTURA
LA STORIA… IL RITROVAMENTO…
E LE PAROLE DI UNO SCRITTORE… INNAMORATO


 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA VENERE LANDOLINA

 
 
 
La Venere Landolina è una scultura marmorea appartenente alla serie di Afrodite “Pudica” in marmo pario, copia romana di un originale greco della prima metà del I secolo a.C., ed è conservata nel Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.(wikipedia con aggiunte)
 
 
 
 
 

 

 
 
 
E’ molto nota per alcune caratteristiche che la rendono quasi unica nel panorama delle sculture dell’antichità… e per questo è molto amata ed attira visitatori da ogni dove.
 
Ci sono diverse altre copie di svariate epoche di “Afrodite pudica“, sparse nei musei, come ad. es. questa situata nei Musei Capitolini





Afrodite pudica – Musei Capitolini

 

 
 
 
La dea è raffigurata mentre sta per denudarsi prima del bagno.
Il nudo opulento e sensuale è messo in risalto dal ricco panneggio e dal gesto pudico della mano che copre il pube.
La statua è acefala e priva dell’avambraccio destro, che originariamente copriva il seno.
A sinistra della figura c’è un delfino acefalo che evoca le acque marine da cui nacque Afrodite.
L’originale fu realizzato probabilmente da scultori greci della scuola rodio-asiatica o scolpito da maestranze greche nella stessa città di Siracusa.






La statua dell’Afrodite fu rinvenuta a Siracusa nell’Orto Bonavia, poi Giardino Spagna, il 7 gennaio 1804 da Saverio Landolina, Regio Custode delle Antichità di Val Demone e Val di Noto. 
(dal sito Siracusani famosi).
 
Questo spiega con chiarezza il perché del nome “Landolina“.
 
 
 
 
 

Saverio Landolina

 

 

Bella anche quest’altra lettura dell’opera…
 
Pudica perché colta nell’atto di coprirsi, ma anche sfacciatamente seduttiva per l’aprirsi al vento della veste e per la fremente verità del suo corpo di donna, la Venere Landolina di Siracusa racconta la metamorfosi dell’immagine distante di una dea nelle forme attraenti della natura femminile. (Roberta Schenal*)
 
*esperta d’arte antica ed in particolare di opere della Magna Grecia.

 
 
 
 

 
 
 
 

Ma veniamo ora alla descrizione che ci dona lo scrittore Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques 5 agosto 1850 – Parigi 6 luglio 1893) scrittore, drammaturgo e poeta francese, nonché gran viaggiatore ed uno dei padri del racconto moderno che ne era profondamente “innamorato“:
« Fu probabilmente lei che mi decise ad intraprendere il viaggio; parlavo di lei e la sognavo in ogni istante, prima ancora di averla vista. […] è la donna così com’è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. […]. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. » (GdM – wikipedia).

Leggiamo ora il brano in cui il grande scrittore racconta l’incontro con questa stupenda scultura.
 
 
 
 

 

 

 

VENERE LANDOLINA O ANADIOMENE

Guy de Maupassant

 

 

Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo una sala, bella come l’avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa. Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina e maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale come è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E’ prosperosa, col seno florido, l’anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede , in piedi, è naturale immaginarla coricata. Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela,che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.

Il marmo è vivo. ……. La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne……..è l’espressione perfetta della bellezza esuberante, sana e semplice……Non ha la testa! E che importa? Il simbolo ne è uscito più completo. E’ un corpo di donna che esprime tutta la reale poesia della carezza……La figura di marmo che ho veduto a Siracusa è proprio l’umana trappola intuita dall’artista antico: è la donna che copre e rivela a un tempo lo stupefacente mistero della vita.

 
 
 
 
 
Guy de Maupassant
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

fonti: vari siti web indicati – ricerche coordinam. e impaginaz. t.k




LA VENERE LANDOLINA

 
 
 
 

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