Archivio per 8 aprile 2021

Buon giovedì sera in poesia “Sono arrivata fino a te” G. Belli – arte K. Razumov – canzone “Mi fido di te”   Leave a comment





Konstantin Razumov – Donna e fiori






Tutti siamo alla ricerca della felicità,
ma la coloriamo di tali e tante sfumature e pretese
da non riuscire mai a conseguirla.
La felicità è qualcosa di interiore,
per questo è dentro di noi
che dobbiamo inabissarci per trovarla.
(Osho)



  (Mi fido di te – Jovanotti)
Konstantin Razumov – Donna e bici tra i fiori 



IO SONO ARRIVATA FINO A TE…
– Gioconda Belli –

Io sono arrivata fino a te
vestita di pioggia e di ricordi,
 ridendo la risata immutabile degli anni.
 Io sono l’inesplorata strada,
 la chiarezza che rompe la tenebra.
 Io metto stelle tra la tua pelle e la mia
 e ti percorro completamente,
 sentiero dopo sentiero,
 scalzando il mio amore,
 denudando la mia paura.
 Io sono un nome che canta e si innamora
 dall’altro lato della luna,
 sono il prolungamento del tuo sorriso e del tuo corpo.
 Io sono qualcosa che cresce,
 qualcosa che ride e piange.
 Io,
 quella che ti ama.



Konstantin Razumov






.
.
.
.




Image du Blog mamietitine.centerblog.netImage du Blog mamietitine.centerblog.net



Konstantin Razumov


NELLA NOTTE TRA IL 7 E L’8 APRILE DEL 1300 DANTE ENTRA NELLA “SELVA OSCURA”   Leave a comment








NELLA NOTTE TRA IL SETTE E L’OTTO APRILE DEL 1300 DANTE ENTRA NELLA “SELVA OSCURA”



E’ stato possibile datare il momento iniziale dell’opera più famosa della letteratura italiana benché il Sommo non lo dica mai apertamente.

Come?







E’ stato (ed è) sufficiente per persone di buona cultura, ed ovviamente soprattutto per gli studiosi della Divina Commedia, incrociare le informazioni scientifiche, storiche ed astronomiche che lo stesso Dante ha inserito qua e là nella Commedia.





William-Adolphe Bouguereau




Dante dunque inizia il suo viaggio, che durerà una settimana, nella notte tra il 7 e l’8 aprile in compagnia di Virgilio.
Cercherò ora con più precisione di dire come si è giunti a questa conclusione.





Daniele Albatici

.
.
COME SI E’ SCOPERTO L’ANNO

Dante dice “nel mezzo del cammin di nostra vita”.
La durata media della vita all’epoca era di 70 anni.
Quindi egli perde la “retta via” a 35 anni ed essendo nato nel 1265, l’anno non può che essere il 1300.
L’anno poi è confermato anche dal richiamo al Giubileo che si tenne nel 1300.


COME SI E’ SCOPERTO IL GIORNO

Il diavolo Malacoda dice a Dante che il ponte che univa la V alla VI Bolgia infernale era crollato il giorno della morte di Cristo per il terremoto avvenuto su tutta la Terra.
Ma il punto decisivo è che per il diavolo erano passate 5 ore dal 1266° (Ier, più oltre cinqu’ ore che quest’otta, mille dugento con sessanta sei anni compié che qui la via fu rotta) anniversario del crollo.
Siccome per tradizione e per il Vangelo di Luca, Cristo sarebbe morto a mezzogiorno di venerdì, lo smarrimento del Sommo era avvenuto la notte precedente.
Le date possibili erano quindi il 25 marzo o il 7 aprile di notte e quest’ultima, data vicina alla Pasqua simbolo di rinascita, ha finito per essere considerata quella più attendibile dagli studiosi.









Ecco infine un bel video dedicato a… quel fatidico momento.




Daniele Albatici



Ciao da Tony Kospan










LA SERA – Ecco come appare nelle poesie.. nelle canzoni.. nell’arte.. negli aforismi e non solo   Leave a comment

 
 
 

Cari amici della poesia dopo aver trattato il tema dell’alba
stavolta affrontiamo il tema della sera e prossimamente,
concludendo la trilogia, quello della notte.
 
 
 
 
 
 
 
 
LA SERA (ED IL TRAMONTO)
IN POESIA… MUSICA… ARTE… AFORISMI… E NON SOLO 
a cura di Tony Kospan 
 
 
 
Vi domanderete. Ma perché saltiamo il giorno?
Il motivo è semplice.
Non ci sono molte grandi poesie sul pieno giorno.
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno infatti, con le sue concrete e pratiche occupazioni,
i suoi ritmi ed il suo tran tran, 
non ci porta a fermarci a pensare, a sognare, a poetare.
 
 
La sera, da sempre, rappresenta anche il momento 
del riposo dopo le fatiche del giorno 
e dell’incontro familiare
sul quale ormai però incombono la tv… il pc… etc.
 
 
 
 
 
 
 
Oggi, in verità, ci stiamo abituando a vivere intensamente
anche di notte ma il tramonto e la sera
conservano comunque intatto il loro fascino.
 
Prima di passare alle poesie leggiamo come di consueto
alcuni aforismi in tema.
 
 
 
1tga3e2yj47
 
 
 
C’è nel giorno un’ora serena
che si potrebbe definire assenza di rumore,
è l’ora serena del crepuscolo.
Victor Hugo
 
 
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
S. Quasimodo
 
 
Il sole tramonta comunque.
Sia sul giorno migliore,
sia sul giorno peggiore.
Jeffery Deaver
 
 
Tutto è imperfetto,
non c’è tramonto così bello
da non poterlo essere di più.
Fernando Pessoa
 
 
 
1tga3e2yj47
 
 
 
I dipinti associati alle poesie sono tutti di
Caspar David Friedrich
pittore tedesco tra i più grandi della corrente romantica 
e notevole esponente del cd. “paesaggio simbolico“.
 
 
 

Caspar David Friedrich (Greifswald 5.9.1774 – Dresda 7.5.1840)

 
 
 
Le poesie sul tema sono tantissime per cui, come al solito,
ho selezionato le seguenti e, come sempre,
sarebbe bello leggere quelle che, sulla sera, piacciono a voi.
 
 
 
 
 
 
LA SERA
Rainer Maria Rilke
 
Vien da lungi la Sera, camminando
per la pineta tacita, di neve.
Poi, contro tutte le finestre preme
le sue gelide guance; e, zitta, origlia
Si fa silenzio, allora, in ogni casa.
Siedono i vecchi, meditando. I bimbi
non si attentano ancora ai loro giuochi.
Cade di mano alle fantesche il fuso.
La Sera ascolta, trepida, pei vetri;
tutti – all’interno – ascoltano la Sera.
 
 
 
 
 
 
S E R A
George  Byron
 
è l’ora in cui s’ode tra i rami
La nota acuta dell’usignolo;
è l’ora in cui i voti degli amanti
Sembrano dolci in ogni parola sussurrata
E i venti miti e le acque vicine
Sono musica all’orecchio solitario.
Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
E in cielo sono spuntate le stelle
E c’è sull’onda un azzurro più profondo
E nei Cieli quella tenebra chiara,
Dolcemente oscura e oscuramente pura,
Che segue al declino del giorno mentre
Sotto la luna il crepuscolo si perde.
 
 
 
 
 
 
ARMONIA DELLA SERA
Charles Baudelaire
 
Già s’avvicina l’ora che trepido ogni fiore
come un vaso d’incenso svapora sullo stelo;
solcano effluvi e musiche la sera senza velo;
 malinconico valzer, delirante languore!
Ogni fiore svapora trepido sullo stelo;
 il violino geme come un afflitto cuore;
malinconico valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste e bello il cielo.
Il violino geme come un afflitto cuore,
un mite cuore, ch’odia il nulla vasto e gelido!
 Come un altare immenso è triste e bello il cielo;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore.
Un mite cuore, ch’odia il nulla vasto e gelido,
dei bei giorni che furono raccoglie ogni bagliore;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore….
 Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio.
 
 
 
 
 
ANCORA ABBIAMO PERSO QUESTO TRAMONTO
Pablo Neruda
 
Ancora abbiamo perso questo tramonto.
Nessuno stasera ci vide con le mani unite
mentre il vento azzurro cadeva sopra il mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del ponente sui monti lontani.
A volte, come una moneta
si incendiava un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima stretta
da quella tristezza che tu mi conosci.
Allora dove eri?
Tra quali genti?
Che parole dicendo?
Perchè mi arriva tutto l’amore d’un colpo
 quando mi sento triste e ti sento così lontana?
Cadde il libro che sempre si prende nel tramonto
e come un cane ferito ai miei piedi rotolò la mia cappa
 Sempre, sempre ti allontani nelle sera
dove corre il tramonto cancellando statue.
 
 
 
 
 
 
ALLA SERA
Ugo  Foscolo
 
Forse perché della fatal quiete
tu sei l’immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensieri su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirito guerrier ch’entro mi rugge.








color blu 11color blu 11
Se si vuol leggere questo genere di post dedicato all’alba
Frecce (51)
.
.
.
.
fre bia pouce




Jacques Brel – Breve ricordo del grande cantautore belga anche con la sua mitica “Ne me quitte pas”   Leave a comment

 





Forse per molti, soprattutto delle nuove generazioni,

 questo cantautore è un emerito sconosciuto…

ma, come vedremo, egli ha lasciato

una notevole impronta nel campo delle canzoni-poesie.

.

.

 

(Schaerbeek 8.4.1929 – Bobigny 9.10.1978)


 

 

 Infatti questo cantautore belga di lingua francese

è unanimemente considerato

uno dei più grandi del secolo scorso.

 

 

 

 

 

 

I testi delle sue canzoni,  per la loro bellezza e profondità,

sono considerati vere e proprie eleganti poesie.

 

 

 

 

 

 

Le sue canzoni degli anni 50, 60 e 70

 furono quasi tutte dei successi

mentre non altrettanto si può dire dei film in cui recitò.


Morì molto giovane a 49 anni per una brutta malattia.


 

 

 

 

 

Possiamo ora ricordarlo

ascoltandolo e rivedendolo

in questa sua notissima canzone…


NE ME QUITTE PAS

(NON MI LASCIARE)







Il testo della canzone è composto da 5 strofe
ciascuna accompagnata dal ritornello Ne me quitte pas
cioè Non mi lasciare (o Non abbandonarmi).


In ciascuna di esse c’è un’accorata preghiera all’amata
con versi che raggiungono l’apice poetico nella 2° strofa…


“Creerò per te un regno

in cui il re sarà l’amore

in cui la legge sarà l’amore

ed in cui tu sarai la regina”


 

 

 

 

Tony Kospan

 

 

 

IL GRUPPO DI FB DEI RICORDI

 





 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: