Archivio per 13 dicembre 2020

Le lacrime di Mago Magone – Una favola fantasy davvero bella e saggia   Leave a comment

 
 


Una favola destinata solo a coloro che amano
testi che possono donarci pensieri di saggezza.

 
 
 
 
 
 

 

 

LE LACRIME DI MAGO MAGONE


 

Il Mago Magone era sempre tanto triste; bastava che una nuvola oscurasse il sole e cominciava a piangere e se gli si slacciava una stringa della scarpa gli venivano i lustrini agli occhi; 
piangeva perfino ogni volta che starnutiva, gli veniva il mestolino qualunque notizia sentisse alla radio e si affliggeva terribilmente quando guardava tramontare il sole.
 
Insomma: non gli andava mai bene niente, sia che avesse la pancia piena oppure vuota.

 

 

 

 

Finché un giorno si accorse di aver finito le lacrime, ma ciò non lo fece piangere: lo preoccupò talmente che perse anche l’uso della parola.
Allora si diede a correre in lungo e in largo per il suo enorme castello; era disperato e guardò in tutti i cassetti in cerca di una preoccupazione, dentro tutti gli armadi per trovare un dispiacere, sotto tutti i letti per scovare un mal di pancia, ma niente da fare; mise a soqquadro la casa, ma dentro ai cassetti trovò solo chili di salute, negli armadi tonnellate di lavoro e sotto i letti monete d’oro a non finire.
La cosa brutta era che non poteva chiedere aiuto a nessuno visto che era diventato muto, e comunque, a forza di piangere, col tempo la gente lo aveva lasciato solo, quindi doveva risolvere questo problema per conto suo.
Si sedette davanti al camino e, a forza di fissare quelle fiamme che guizzavano allegramente, assicurandogli che in fondo la vita è bella anche se brucia, giunse in breve alla conclusione che prima di parlare bisogna pensare (cosa che lui non aveva mai fatto) e a forza di pensare riuscì, dopo qualche giorno, a dire delle cose sensate.
Per la prima volta in vita sua, il Mago Magone era contento!
Non lo preoccupava più il fatto di aver finito le lacrime così, non sapendo che fare, si recò al fossato, ai piedi del castello e il coccodrillo, appena vide il Mago Magone che correva a gambe levate verso di lui, incominciò a piangere; aveva appena mangiato un’anatra e gli dispiaceva molto (del resto in quel castello piangevano tutti, e spesso non sapevano neppure perché, così piangevano anche per questo).
Il Mago Magone – che era un mago vero – si affrettò a raccogliere le lacrime del coccodrillo (il quale probabilmente pensava invece che avrebbe ricevuto un sonoro rimprovero), in una boccettina di vetro, e le portò in cima alla torre più alta, nel suo laboratorio; non si era mai domandato di che cosa fossero fatte le lacrime.







Lui pensava che fossero senz’altro costituite più d’acqua salata che di buon vino bianco, ma fu proprio in quella strana circostanza che gli venne la curiosità di accertarsene; lui non ne possedeva più neanche una goccia, perciò depositò sotto la lente del microscopio (s’inizia sempre così) quel prezioso campione.
Ma cosa vide!
Vide che cos’erano la fame, la malattia e la sofferenza; vide la guerra, l’odio e la morte; vide madri disperate piangere per i loro bambini e bambini piangere per le loro paure. I vecchi piangevano per i loro rimpianti e i giovani per i loro rimorsi.
Poi guardò in faccia l’invidia e la gelosia mentre danzavano, ridendo fino alle lacrime, intorno al mondo.
Vide che anche molti animali piangevano, specialmente quelli chiusi in prigione; piangevano i fiori recisi, i pesci nel mare sporco, e anche le montagne quando venivano scavate con le trivelle fin nel loro cuore.
L’aria stessa lacrimava a causa del fumo degli incendi che facevano piangere i boschi.
Vide infine piangere gli occhi di Gesù e quelli di Buddha.
Scoprì così che esistono diverse specie di lacrime: molte sono causate dal dolore, altre dalla compassione, alcune perfino dalla gioia oppure dal sollievo.
Certe, come quelle che sgorgavano fino a qualche tempo prima dai suoi propri occhi, addirittura sembrava non avessero una causa apparente, e invece erano pur’esse lacrime di sofferenza: perché anche il vuoto è dolore; forse, quel dolore, è persino più acuto perché non si sa come spiegarlo a sé stessi o agli altri.
Il Mago Magone capì che le lacrime di tutte le creature contengono queste cose poiché esse non sono affatto semplice acqua salata oppure buon vino bianco; sono il sangue dell’anima ferita.
Mentre pensava a ciò non si accorse – tanto era immerso in quelle visioni – che due lacrimoni gli rigavano le guance, scorrevano lungo la sua folta barba bianca e cadevano ai suoi piedi, trasformandosi in due enormi diamanti.
Perché fu in quel tormento che il suo cuore si aprì per far sbocciare il fiore dell’amore.
Quando se ne accorse si vergognò molto per tutto il tempo che aveva perduto a piangere per niente, anche se quel niente lo aveva spinto a farsi queste stupefacenti domande.

 

 

Sergio Fasolini – Il Mago dei Rovi

 

 

FINE



DAL WEB – IMPAGINAZIONE ORSO TONY

 

 

 

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VENIAMO SOLO PER SOGNARE – Davvero originale e sorprendente la visione che ci dona questa poesia… azteca!   2 comments







Care amiche e cari amici, stavolta parleremo di una poesia
molto… molto particolare e di un poeta davvero “esotico”.


L’autore, definito il “forgiatore di canti”, è infatti Tochihuitzin Coyolchiuhqui,
poeta azteco nato verso la fine del XIV secolo e morto verso la metà del secolo seguente.








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
– ORIGINALE POESIA… AZTECA –


La poesia appare un vero incanto,
vien voglia d’ascoltar lo scorrer di fiumi…  e d’osservar i fiori ondeggiare
per la brezza primaverile.








Ma soprattutto ci dipinge la sua originale visione
della presenza umana… sul nostro pianeta…
accomunandoci ad ogni altra forma di vita

Per l’autore poi l’esistenza, lunga o breve,
si svolge comunque tra sogno.. natura.. e amore.

Ma ora leggiamola…








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
Tochihuitzin Coyolchiuhqui

Non è vero, non è vero,
che veniamo sulla terra per vivere!
Veniamo solo per dormire.
Veniamo solo per sognare.
Il nostro corpo è un fiore.
L’erba diventa verde in primavera,
così i nostri cuori si aprono
e sbocciano come fiori.
Alcuni aprono la corolla,
poi appassiscono.








Cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan




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13 Dicembre.. buon onomastico a tutte le Lucia.. anche con la storia della Santa ed una mitica canzone   Leave a comment










Oggi non possiamo non fare gli auguri di buon onomastico
a tutte le Lucia
essendo questo nome diffuso ed amato in tutto il mondo
anche per le sue valenze simboliche e tradizionali.



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Carl Larsson



Ma chi era Santa Lucia?

E’ stata una martire cristiana
(Siracusa 283 – Siracusa, 13 dicembre 304)
morta molto giovane durante le persecuzioni
di Diocleziano a Siracusa






In tutta Italia, ma per lo più al Nord,
quella tra il 12 e 13 dicembre
è una notte di magia per i bambini
perché S. Lucia dona dolcetti e regalini.




Carl Larsson



Ancora… tanti… auguri di
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Quale canzone poi associare oggi
agli auguri se non… la mitica…
SANTA LUCIA?

Eccola allora interpretata da… 
Elvis Presley




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Buona domen. sera in poesia “Non t’amo come” di Neruda – arte A. Sughi – canzone “Sappi amore mio” B. Antonacci   Leave a comment

 

 

Alberto Sughi

 

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Tutta la varietà, tutta la delizia,

tutta la bellezza della vita

è composta d’ombra e di luce.

– Lev Tolstoj – Anna Karenina –

 

 

Alberto Sughi 

 

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NON T’AMO COME FOSSI ROSA DI SALE


Pablo Neruda

 

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio

o freccia di garofani che propagano il fuoco:

t’amo come si amano certe cose oscure,

segretamente, tra l’ombra e l’anima.

 

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca

dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese dalla terra.
 

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,

t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,

 

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.


 

 

Alberto Sughi





 




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Alberto Sughi

 

 

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