
John Godward – Dolce far niente



Tutto cambia.
Ciò che oggi ritieni giusto, domani potrai considerare sbagliato…
ciò che oggi approvi, domani potrai disapprovare.
Ciò che oggi ti piace tanto, domani potrà disgustarti…
Ciò che oggi scansi come dannoso,
domani potrai cercare come vantaggioso.
Ciò che oggi ami, domani potrai odiare.
Non dare mai niente per certo.
Finché vivi niente resta immutato.
Ciò che non cambia muore.
Se vuoi vivere, cambia.
Omar Falworth – Capirsi, stimarsi, amarsi





John Godward – Una vecchia storia
IL BACIO
Pablo Neruda
Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.

L’animale tranquillo – John Godward
da Orso Tony
IL TUO GRUPPO IN CUI VIVER L’ARTE
INSIEME

Dolci melodie – John GodwardDolci melodie – John Godward
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In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne
e dopo gli ultimi tremendi casi di femminicidio
ritengo possa esser utile ed anzi doveroso dire qualcosa.
AMORI MALATI? AMORI O… BARBARIE?
BREVI CONSIDERAZIONI
SUI CONTINUI OMICIDI DI DONNE…
UN VERO ASSURDO STILLICIDIO
Tony Kospan
Amore e… o… barbarie?
Ahimé no…
A mio parere si tratta di amore malato… molto malato… e malato a tal punto che non è più amore!
Un genere di amore purtroppo ancora consueto nella nostra società.
Nonostante gli enormi progressi tecnologici, la civiltà non avanza di pari passo, o avanza troppo lentamente, se ancora oggi siamo fortemente ancorati all‘amore come possesso… come proprietà esclusiva… come se una persona fosse una cosa… un oggetto… di cui disporre a piacimento… così come accadeva nella preistoria ed accade ancora oggi in alcune società in cui, per motivi religiosi o tradizionali, la donna conta poco o nulla.

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Sono state molto di più di un centinaio in Italia le donne uccise dai loro compagni, o mariti (o ex), nell’anno scorso e quest’anno l’andazzo non sembra affatto rallentare… anzi!
Questo ahimè ormai si inserisce quasi normalmente nel tran tran delle comuniczioni della nostra società occupata poi anche da altri efferati delitti oltre che dai soliti problemi economici.
Ciò però conferma che il nostro clima sociale, apparentemente evoluto, è in realtà ancora legato a stili di vita vecchi, anzi ancestrali e superati, ma soprattutto assurdi.
I mass media si preoccupano sempre e solo di protestare e di lamentarsi di tutto e di tutti, anche con durezza, e però poi non si preoccupano affatto di guardare i nostri difetti, di farci un esame di coscienza e di fare un passo in avanti verso la civiltà.
Sui motivi scatenanti la violenza contro le donne ed il femminicidio, e sulle cause vicine e lontane che portano a questo, il discorso sarebbe lunghissimo.
Ma se volessimo ora approfondirlo in sintesi esso investirebbe certamente, oltre a fattori ambientali, culturali, tradizionali etc., stranamente (ma poi non tanto), il ruolo delle madri dei figli maschi… che, innamoratissime dei figli e servizievoli al massimo, spesso non li educano affatto al rispetto verso le donne inculcando anzi in loro un ingiustificato senso di superiorità maschile.
Inoltre appare poi evidente l’assoluta mancanza di educazione sessuale, intesa però soprattutto come educazione sentimentale, sia nelle scuole che negli altri centri formativi.
Infine non appare giusto il malcelato silenzio degli organi di informazione che intervengono solo dopo i tragici eventi… ma senza mai cercare di sensibilizzare la comunità nazionale sulla necessità di un diverso modo di considerare i rapporti tra i sessi in una società evoluta quale dovrebbe essere la nostra.

Solo con l’impegno a partire dalla scuola e dai mass media, a mio parere, si potrà, nel tempo modificare questa vergognosa situazione.
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Ma la luce la vedo ancora molto… molto… lontana…
Orso Tony
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Nella Giornata mondiale contro la Violenza sulle Donne
che si celebra il 25 novembre di ogni anno
e che fu istituita dall’Onu nel 1999
per tener vivo un argomento sempre attuale,
ma spesso trascurato,
come quello della violenza di genere, degli stupri e del femminicidio
mi fa piacere riproporre questo brano davvero originale, benché duro.
In realtà l’ignoranza “sentimentale”
che vedo spesso nei social network che seguo
è davvero estesissima e diffusissima.
Molti si beano nel dire
“se mia moglie mi lascia la uccido”
come se fosse una cosa normale
e non un’aberrazione del concetto d’amore!
Ed altri mettono pure il “like” (“mi piace”).
Ma se questa è la cultura dell’amore dei nostri connazionali,
a mio parere ancora vicina a quella delle caverne,
(senza parlar poi di quella addirittura allucinante di altri popoli),
come meravigliarsi di quel che accade nelle nostre case
ed intorno a noi?
Per questo auspico che si introduca finalmente nelle scuole
la materia dell’educazione sentimentale…
sennò saremo sempre prigionieri di stereotipi superati e senza senso.
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Ma è giunto il momento di leggere il bell’articolo di Lella Costa che sfata,
con splendida amara ironia, i ridicoli luoghi comuni assolutori degli amici e dei parenti dei responsabili di crimini contro le donne.
STOP VIOLENZA SULLE DONNE!
E BASTA CON LE SCUSE!
SMETTETELA! E PER SEMPRE!
La prima volta che per la strada, tornando da scuola, un tale ti si è avvicinato e ha cominciato a dirti cose, e tu non le capivi nemmeno, ma hai intuito lo schifo prima ancora del pericolo, e sei scappata via, e la notte non riuscivi a dormire, ma neanche a dirlo.
Come se un po’, almeno un po’, te la fossi andata a cercare.
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La manomorta sull’autobus, e se provi a reagire intorno c’è solo scherno, e donne più grandi che stringono le labbra contrariate – da che mondo e mondo – son cose che succedono, non sei né la prima né l’ultima, fai finta di niente che è meglio, e poi a vestirti in quella maniera un po’, almeno un po’, te la sei andata a cercare.
(Quale maniera, di che cosa state parlando, avevo i jeans, faceva freddo, non si vedeva niente.)
Le facce delle madri degli imputati nei processi per stupro.
Ti aspetteresti che maledicessero i figli, che li disconoscessero, bibliche, inesorabili, che stringessero tra le braccia la vittima, e la consolassero, e le chiedessero scusa e avessero cura di lei.
E invece la guardano con odio e disprezzo lei, la rovina dei loro bravissimi ragazzi, lei che ci stava, altroché se ci stava, lei che li ha provocati, lei che se l’è andata a cercare.
Le donne, le bambine violentate dai padri, dai mariti, dai fratelli, dagli amici di famiglia, che preferiscono tacere, subire, sperare che la smettano da soli, perché mai, mai potrebbero sopportare che si sapesse, che se ne parlasse.
Troppa vergogna.
Le vittime che si vergognano al posto dei loro carnefici..

Niente da dire, è il crimine perfetto.
Complimenti.
E poi, si fa presto a dire violenza, a dire stupro, ma insomma si sa che a volte si trascende, ma il desiderio acceca, travolge e poi che diamine, alle donne piace…
è sempre stato così.
Vis grata puellae, no?
No.
Che siate stramaledetti, no.
Non provate a spacciare per complicità il sopruso, per gioco la brutalità.
E soprattutto smettetela di tirare in ballo l’istinto, la provocazione, il desiderio irrefrenabile.
Balle. Non c’è desiderio in uno stupro, mai.
Non c’è nemmeno sguardo.
Una donna vale l’altra, con buona pace dei moralisti e dei prefetti.
Non c’entra l’abbigliamento, l’ora, il posto, l’incoscienza, neppure l’età – andate a chiederlo a chi lavora nei centri di soccorso – alle donne stuprate.
Non esiste picchiare… uccidere… per amore
Andate a leggere i resoconti di donne più che adulte, più che modeste, a volte precocemente piegate da una vita di torti e miseria.
Andate a dirlo a loro, che se la sono andata a cercare.
Andate a dirlo alla ragazza omosessuale che è stata violentata perché “imparasse la lezione”, che si è trattato di attrazione fatale e incontrollabile.
Andate a dirlo alle donne vittime di quelli che chiamiamo stupri etnici, e neanche ci rendiamo conto dell’abominio, dell’orrore assoluto che evochiamo.
E poi smettetela, per sempre.
Lella Costa
(E polis – Milano)
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Ciao da Tony Kospan
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