Charles Darwin nato il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury (Inghilterra) manifestò ben presto il suo interesse per la storia naturale la zoologia e la botanica.
Iniziò anche a studiare geologia ed a collezionare insetti.
Il 21 dicembre 1831 s’imbarcò sulla nave Beagle attrezzata per effettuare ricerche scientifiche e studi geografici e cartografici.
Durante questo lungo viaggio intorno al mondo, terminato il 2 ottobre 1836, Darwin esaminò, raccolse e catalogò campioni di organismi viventi e fossili che poi consegnò al British Museum che ne confermò la grande importanza scientifica.
Sulla base delle sue osservazioni, in particolare sulla distribuzione geografica delle specie, sulle leggi delle mutazioni fisiche e sull’estinzione delle specie incapaci di adattarsi all’ambiente, Charles si convinse che le specie si modificano gradualmente e da qui la nascita della teoria evoluzionistica.
La prima edizione
L’elaborazione della teoria sull’origine delle specie come si può immaginare suscitò grandi consensi negli ambiti scientifici ma anche tante polemiche in quelli conservatori e religiosi.
Tuttavia la teoria si diffuse e fu accolta favorevolmente in tutto il mondo.
Nel 1839 sposò la ricca cugina Emma Wedgwood con cui ebbe una lunga tranquilla vita familiare e ben 10 figli.
Emma Wedgwood
Nel 1870 fu nominato socio d’onore della Società Geografica Italiana.
Alla sua morte, il 19 aprile del 1882, Darwin ebbe funerali di stato e la sepoltura nell’Abbazia di Westminster.
Nel duecentesimo anniversario della sua nascita la Chiesa Anglicana si è ufficialmente scusata per “non aver compreso la Teoria dell’evoluzione”.
TONY KOSPAN
Edizione Italiana – (part.)
IL LIBRO – L’ORIGINE DELLA SPECIE
Ogni anno il 24 novembre si ricorda l’anniversario della pubblicazione del suo libro L’ORIGINE DELLA SPECIE in cui ha per primo formulato la Teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale e proposto la discendenza dell’uomo e degli altri primati da un antenato comune.
Pur se ferocemente osteggiato dalla pubblica opinione e dal clero alla sua comparsa, l’evoluzionismo si è subito imposto all’attenzione degli studiosi, divenendo rapidamente un modello di assoluto riferimento in tutti gli ambiti della scienza, e risulta essere oggi la base indiscutibile del sapere biologico ed il fondamento di qualunque studio sulla vita nel nostro pianeta, tanto che oramai la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica italiana e della stessa Chiesa cattolica lo accettano.
Al di là dei già notevoli meriti specifici delle singole sue opere, Darwin rappresenta una delle più importanti figure nella storia delle scienze, per l’intraprendenza, la dedizione, l’impostazione metodologica, lo spirito di osservazione, l’acutezza dell’analisi, la libertà dai preconcetti e la serenità del giudizio.
La sua concezione evoluzionista è alla base dell’odierna ecologia, delinea un corretto schema relazionale fra gli esseri viventi ed ha purgato il pensiero umano dalla funesta ideologia delle razze e dagli abusi dell’antropocentrismo.
Rappresenta inoltre la base sulla quale si è sviluppata la ricerca biologica, in particolare nel campo della genetica, che sta rivoluzionando il mondo della medicina.
Per i suoi meriti scientifici, Darwin fu nominato membro della Royal Society in Inghilterra e della Académie des Sciences in Francia ed alla sua morte ricevette gli onori di Stato e venne sepolto nell’Abbazia di Westminster, accanto a Newton, a suggello dell’importanza della sua opera.
TESTO DAL WEB CON MINI MODIFICHE– IMPAGINAZIONE TONY KOSPAN
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I S C R I V I T I
Charles Robert Darwin (Shrewsbury 12.2.1809 – Londra 19.4.1882)
Stavolta è il turno di… un’altra famosissima… storica
indimenticabile canzone-poesia francese
che spero vi piacerà ascoltare o riascoltare.
E’ uno degli ultimi grandi successi dalla mitica Edith Piaf…
che nel poetico testo ci dice di non rimpiangere nulla,
e che si perdona e perdona tutto, il bene ed il male, fatto e ricevuto,
e che vuole ripartire di nuovo.
NON, JE NE REGRETTE RIEN
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
E’ del 1956… un anno di cui possiamo vedere
qualche significativa immagine…
per immergerci nella sua atmosfera.
IMMAGINI DEL 1956
Olimpliadi di Melbourne
La famosa nevicata del 56
Rivolta di Budapest
Fiat 600 del 1956
STORIA DELLA CANZONE
La canzone è sì del 1956,
musica di Charles Dumont e parole di Michel Vaucaire,
ma divenne famosa grazie a Édith Piaf
che l’incise nel 1960.
La presentò poi all’all’Olympia nello stesso anno
con l’intento di dire al mondo
che si ritirava dalle scene per poter guarire.
Per lei era l’occasione di voltar del tutto pagina
dopo un brutto periodo di cedimento alle droghe
che ne avevano fortemente minato la salute
tuttavia dopo soli 3 anni scomparve.
IL SIGNIFICATO DEL TESTO
Debbo dire che a mio parere la canzone
ha accenti poetici e moderni…
parlandoci di una donna che accetta
tutto quel che ha vissuto nelle sue storie passate,
senza rimpianti, delusioni o rabbie,
ed ora è pronta a ricominciare
con un nuovo amore.
NON, JE NE REGRETTE RIEN
NO, NON RIMPIANGO NULLA
IL TESTO
No, non rimpiango nulla
No! Niente di niente
Non ho alcun rimpianto.
Né per il bene né per il male
che mi è stato fatto.
Tutto mi è proprio uguale !
No! Niente di niente
Non ho alcun rammarico
No! Je ne regrette rien …
Tutto è stato pagato spazzato
dimenticato.
Me ne frego del passato!
Con i miei ricordi
ho acceso il fuoco e bruciato
i miei dolori, i miei piaceri
Non ho più bisogno di loro!
Ho spazzato tutti i miei amori
e tutte le palpitazioni
Spazzati per sempre
Riparto da zero.
No! Niente di niente
Non ho alcun rimpianto.
Né per il bene né per il male
che mi è stato fatto.
Tutto mi è proprio uguale !
No! Niente di niente
Non ho alcun rammarico
perché la mia vita
perché le mie serate
ora cominciano con te!
Traduz. Tony Kospan
Ma ora ascoltiamola… riascoltiamola
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e, se ci va, anche in questo video originale dell’epoca…
che mi fa venir i brividi per le emozioni che dona e
per la sua capacità di immergerci nell’atmosfera del tempo.
Grande pittore e muralista è ritenuto
uno dei fondatori della moderna pittura messicana.
Diego Rivera (Guanajuato 8.12.1886 – Città del Messico 24.11.1957)
Si contraddistingue per le tematiche sociali dei suoi murales
dipinti soprattutto nel centro di Città del Messico.
La sua è una pittura intrisa d’amore per il Messico
che racconta con accenti epici e spirito rivoluzionario.
Sogno di una Domenica pomeriggio in Alameda
BREVE BIOGRAFIA
Fin da piccolo appare un bimbo prodigio
e mostra interesse per l’arte.
Da adolescente inizia gli studi artistici
e si appassiona ai temi ed agli stili dell’arte precolombiana.
Diego Rivera – Modesta – 1937
Grazie ad una borsa di studio, a 21 anni, fa un viaggio in Europa
e si sofferma soprattutto in Francia dove all’epoca trionfano le avanguardie
dell’arte mondiale ed ha esperienze cubiste, fauviste e futuriste.
Paulette Goddard
Tornato in Messico nel 1921 si dedica, con uno stile tutto suo
ma influenzato dall’arte popolare messicana, all’attività
di creatore di murales dipingendo chilometri di muri.
Nel 1929 sposa la grande pittrice Frida Kahlo con cui avrà
sempre rapporti di grande amore ma anche molto conflittuali
per la sua incapacità a rinunciare ad essere un “dongiovannni”.
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Grande lavoratore continuò per tutta la vita a dipingere,
con le sue grandi doti di disegnatore e creatore di colori,
sempre seguendo l’idea guida che l’arte doveva testimoniare
la cultura e le tradizioni della società messicana e
la necessità di una società più giusta e senza differenze.
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Clicando qui giù, nel video,
altri dipinti e murales di Diego Rivera
associati alla nota canzone “Solamente una Vez”
del poeta Agustin Lara anch’egli messicano.
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Linda Christian
Morì poco prima di compiere 71 anni e le sue ceneri,
nonostante lui non volesse, furono collocate
nella “Rotonda degli uomini illustri”
del cimitero di Città del Messico.
Col tempo la sua “importanza artistica”
è però andata piano piano scemando
di pari passo alla continua ascesa invece di quella di Frida Kahlo.
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
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Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
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Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori d’allora.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè… bordelli… e bistrot, che ha contribuito a creare il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool, ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Al Moulin Rouge con autoritratto
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
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Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
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Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
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Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero Cézanne, Renoir e Manet ma soprattutto Edgar Degas.
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Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo e proprio per questo viene definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona umana.
Molte persone, anche molto umili, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Vediamo ora altre sue opere…
Il bevitore di assenzio
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Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
Questo qui giù è uno dei suoi tanti famosi manifesti pubblicitari.