Se pensiamo che questa poesia è d’epoca medievale…
ci accorgiamo, ahimè, di quanti passi indietro
si sono fatti nella comprensione (o tentativo di comprensione)
del mistero della vita umana
e di come il tutto venga rovinato dall’assurdo comportamento
di certi radicalismi e fondamentalismi religiosi e culturali.
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LA VERITA’
– POESIA SUFI DEL XIII SEC. –
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La poesia Sufi è una poesia mistica.
Una mistica che nasce nei secoli passati dall’Islam illuminato
ma che è, per tantissimi aspetti,
sovrapponibile alla mistica di molte altre religioni.
Direi, anzi,che è una mistica che va oltre… le religioni.
Leggiamo ora a questa poesia del sec. XIII-XIV
LA VERITA’
Yunus Hemre
La Verità è come un immenso oceano
e la Legge è come una nave fatta per lei.
Molti sono coloro che sono entrati nella nave
ma sono pure rimasti sulla riva…
Per quanto sia salda la struttura della nave
quando le onde la percuoteranno
la faranno a pezzi.
Tutto quanto cerchi valicando montagne,
frugando per terra,
in affannosi lunghi viaggi
è qui,
non nell’insensato peregrinare…
è in te
la moschea* ed il caravanserraglio**,
ma tu cammini a casaccio
(termini sostituibili con *luogo di culto e **luogo d’incontro tra persone)
Ciao da Tony Kospan

LA TUA PAGINA DI
CULTURA.. PSICHE E SOGNO
PER COLORARE LE TUE ORE…


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L’artista o il poeta possiedono una luce interna
che trasforma gli oggetti per farne un mondo nuovo, sensibile, organizzato,
un mondo vivo che è in sé segno infallibile della divinità.
Matisse
Donna col cappello (partic.)
Lunga è stata la vita ed ampia e variegata l’attività artistica
di questo grande pittore, ma anche notevole scultore, francese.
BREVE BIOGRAFIA ARTISTICA
Durante un periodo di malattia mentre il giovane Matisse
frequenta corsi di diritto, la madre per distrarlo
gli regala una scatola con tutto quanto serviva per colorare,
e lui inizia a copiare delle opere ed a studiare tecniche di pittura.
La gioia di vivere – 1905
Grazie all’appoggio del pittore simbolista Gustave Moreau
presso il cui studio aveva iniziato ad operare
riesce ad iscriversi all’Ecole des Beaux Arts.
Già da giovane appare chiara la sua “ossessione” per il colore
e per dar ad esso evidenza nei primi tempi si accosta al puntinismo.
Nel 1896 “incontra” gli impressionisti ma ben presto
si dirige verso altre strade.
I suoi maggiori interessi sono chiaramente evidenziati
dal fatto che acquista opere di Cezanne, Van Gogh e Gauguin.
Henri Matisse
(Le Cateau 31.12.1869 – Vence, Nizza 3.11.1954)
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La sua ricerca lo porta quasi fatalmente verso il Fauvismo
che rappresenta la prima rottura con l’imperante impressionismo
e le sue opere iniziano ad avere colori sempre meno naturali
e forme senza tridimensionalità.
La vivacità dei colori e la gioia di vivere
del fauvismo mediterraneo è però molto diversa
da quello dei paesi nordici.
Il paravento moresco – 1923
Pur vivendo lontano dalla mondanità partecipa
a molte mostre con le sue opere, che, dopo un iniziale
scarso riscontro da parte di alcuni critici,
riscuotono pian piano sempre maggiori consensi.
La danza
Il giorno di Natale del 1908 scrive qualcosa
che ci fa comprendere il suo modo d’intendere l’arte:
“Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza,
per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito,
sforzando tutto il mio essere alla comprensione
delle diverse interpretazioni dell’arte plastica
date dagli antichi maestri e dai moderni“.
Anemoni in un vaso di terracotta – 1924
Conosce poi e diventa amico di Picasso
di cui però resterà sempre un rivale.
Nonostante sia considerato
uno dei maggiori esponenti del Fauvismo
tuttavia dopo un po’ Matisse se ne allontana
per ricercare nuovi personali equilibri stilistici.
Il suo successo lo porta a viaggiare per il mondo
ed in particolare si reca e dipinge
in Germania, Italia, Marocco, Russia e USA.
Dopo la 1° Guerra Mondiale,
forse anche per l’incontro con Renoir,
i suoi dipinti appaiono meno duri.
La stanza rossa – 1908
La sua ricerca pittorica continuerà per tutta la sua vita
attraversando nel corso degli anni diverse esperienze,
come quella vicina al Cubismo, arrivando,
con le sue ultime opere, a sfiorare l’Astrattismo.
Lezione di piano – 1923
Il colore per Matisse è… tutto
e il dipingere oltre che una passione ed una professione
è anche, e forse soprattutto, gioia
come racconta spesso lui stesso.
Ma ora lasciamo “parlare” alcune sue opere.
Natura morta con “La danza”
Donna accanto alla scacchiera – 1928
La tavola apparecchiata
Jazz
Tony Kospan
F I N E
Copyright Tony Kospan

IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
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L’odalisca
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Siamo tutti consapevoli (o dovremmo esserlo)
dell’importanza di saper ascoltare…
ma nel contempo però, ahimè,
sempre meno concediamo la nostra attenzione a chi parla.
Ecco allora 3 brevi ma bei racconti che parlano
della necessità d’ascoltare e di essere ascoltati…
In questo campo infatti noi tutti possiamo esser
di volta in volta vittime o colpevoli

L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO
3 MINI STORIE PER RIFLETTERE
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I

Camille Pissarro – Due contadine
Molti anni fa, in Cina, vivevano due amici.
Uno era molto bravo a suonare l’arpa.
L’altro era dotatissimo nella rara arte di saper ascoltare.
Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva:
“Vedo la montagna come se l’avessimo davanti”.
Quando il primo suonava a proposito di un ruscello, colui che ascoltava prorompeva:
“Sento scorrere l’acqua fra le pietre”.
Ma un brutto giorno, quello che ascoltava si ammalò e morì.
Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più.
Esistiamo veramente se qualcuno ci ascolta.
Il dono più grande che possiamo fare ad una persona é di ascoltarla “veramente”.
II

Una ragazza molto sensibile parlò con un insegnante di un suo problema molto sentito.
L’insegnante le suggerì di parlarne con i genitori.
La ragazza ci provò, ma, anche di fronte alla sua angoscia e confusione, i suoi avevano minimizzato e avevano cambiato discorso, assicurandole che “stava esagerando”, che “avrebbe superato il problema”, ecc.
Rifiutarono la discussione come se, ignorandolo, il problema potesse risolversi da sé.
Quando la ragazza tentò il suicidio i genitori reagirono:
“Perché non ci hai detto che avevi dei problemi?” le chiesero.
“E voi, perché non avete ascoltato quando ve lo dicevo?”.

III

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Una bambina ha scritto:
“Alla sera, quando sono a letto, mi volto verso il muro e mi parlo,
perché io… mi ascolto“…
Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
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LA STORIA IN BREVE DEL REGGISENO
Le antiche romane, forse anche perché ai loro uomini non piacevano i seni troppo abbondanti, usavano dei sistemi per ridurre o non mostrare troppo il seno.
Usavano quindi il “mammillare”, fascia di cuoio che serviva per appiattire e contenere il volume, o per seni ancor più grandi il “cestus”, un corpetto o corsetto di cuoio morbido, che dall’inguine arrivava alla base del petto.
Nella mitologia fu Venere a inventarlo consigliandolo a Giunone, notoriamente dalle forme molto abbondanti (da lei infatti nacque l’aggettivo “giunonico”).
Tuttavia, normalmente, le donne greche e romane usavano una “fascia da seno”, una fascia di lana o lino avvolta tra le mammelle e annodata o trattenuta da una spilla sulla schiena.
Ma il primo reggiseno, nel senso che oggi gli diamo, fu trovato nel 2008 nel castello di Lengberg, in Tirolo, e risale alla metà del XV secolo.
Tuttavia come abbigliamento intimo femminile di massa la sua nascita è avvenuta invece il 3 novembre 1914 quando fu brevettato da Caresse Crosby.
Col tempo poi c’è stata una notevole evoluzione aggiungendo alla sua utilità… la bellezza, l’eleganza ed il fascino dell’indumento (ma anche altre funzioni).
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
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