E’ notissima l’immensa e direi contagiosa…
ironia romanesca…
seppur a volte molto graffiante.
Ecco dunque…
LE 5 REGOLE D’ORO DELL’IMPERO ROMANO
(in romanesco… originale)

1 – “Lavora sempre un pò meno della tua soglia minima de sopportazione
ricordate de abbassà ciclicamente i livelli di detta soglia.”
2 – “Nun te incazza’ coi deboli, nun te incazzà coi forti, NUN TE INCAZZA’ PROPRIO.
E ricorda, i deboli fanno finta, domani saranno forti,
quinni si proprio devi, menaje subito, nu li fà cresce.”
3 – “Non tutti i mali vengono pè nuoce, quindi tutte e vorte che hai fatto male a quarcuno,
nun te sembra, ma je hai fatto bene, percio’ nun te sta’ a preoccupa’, che te frega.”
4 – “Aiutati che tanto nun te aiuta nessuno.
Ricorda infatti che Dio è onnipresente, quinni, se voleva te aiutava prima.”
5 – “Nun scajà mai la prima pietra si nun sei sicuro da piallo BENE.
Sinnò è mejo che te la conservi pè dopo.”

E’ un divertissement… certo…
ma per caso… non sono anche regole,
che, almeno in parte,
possono farci riflettere un po’?

Ecco ora altri mitici esempi…
del divertente sarcasmo dei romani.



,
,
,
,


Ciaoooooooooooooo
Orso Tony
.
.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Stavolta parleremo di una poesia del noto poeta salernitano
Alfonso Gatto (1909 – 1976)
da me conosciuto fugacemente, ai tempi del Liceo,
proprio a Salerno in uno dei suoi ritorni alla città natale.

SOTTOVOCE
– ALFONSO GATTO –
POESIA SUBLIME
Alfonso Gatto
Bellissime sono le sue poesie d’amore
per la loro profonda pregnanza
ma ho scelto questa per una sua particolarità
Essa ci parla infatti dei vari aspetti di un amore bloccato,
di un amore che stava per nascere,
ma qualcosa “un (quasi) nulla“,
forse gelosia del passato
o piuttosto un problematic dialogo
ha bloccato il crescere del sentimento.
Questa difficoltà di dialogo e di intesa tra il poeta e la donna
viene poeticamente e genialmente descritta, a mio parere,
con quell’evidenziare i tempi diversi da loro usati nel discorrere.
La qual cosa,
insieme forse all’orgoglio o al timore d’esporsi
e/o addirittura alla paura d’esser felice
ha generato l’impossibiltà del rapporto.
Ciò però ha lasciato una grande nostalgia
di quel che poteva essere e non è stato
e non sarà mai.
Ma vivido resta
ed impresso a fuoco nel cuore resta
lo sguardo d’amore di quel primo incontro.
Da ciò si evince che non deve prevalere
l’ego in amore…
ma deve sempre cedere il passo al noi
sennò il suo felice evolversi viene bloccato.
Ma ora leggiamola.
S O T T O V O C E
Alfonso Gatto
Una sera di nuvole, di freddo
e di luce che spiega ad altro il senso
della mia vita, questo vago accordo
di memorie in sordina, sottovoce
di me, di te, poveramente assortiti.
Si resta a volte soli nella veglia
di un racconto sospeso, allora soli,
ignoti l’uno all’altro, ed ora uniti
dal ricordo che un nulla ci divise.
Il rammarico punge, se mi dici:
“bastava che quel giorno…”, ti sorrido
con la mesta sfiducia di sapere
che mai giunsi per tempo, che geloso
di te, del tuo passato, almeno vedo
il tuo sguardo d’amore al primo incontro.
Ma forse è giusto credere che allora
tu m’avresti perduto:
come un ragazzo che si lascia indietro
nella paura d’esser felice.
Come sempre mi piacerebbe leggere
il vostro parere e le vostre impressioni,
se vi va, sulla poesia.
Tony Kospan
Gotthardt Kuehl
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...

.
.
Un breve ricordo, anche con una sua bella poesia,
di una piccolissima… grande donna.
(Skopje 26 agosto 1910 – Calcutta 5 settembre 1997)
Sì.. la suora albanese… è stata, al di là degli aspetti religiosi,
ed a dispetto della sua minuta figura
una grandissima donna amata da tutti
Cristiani e non
per tutto quello che ha fatto in concreto
per i più poveri, per i malati ed i diseredati del mondo.
Ha rappresentato il volto migliore della Chiesa con il suo esser, agire
e viver lontanissima dagli ori e fasti vaticani (non era ancora giunto Papa Francesco)
ed anche dalla durezza di certe dogmatiche posizioni che la fecero molto soffrire.

La sua figura è stata oggetto anche di numerose critiche
per aspetti dovuti ai suoi contatti con dittatori per ottenere contributi
e per la disorganizzazione dei suoi ospedali
ma se teniamo conto del suo instancabile lavoro
per i più poveri del mondo, ed in particolare di Calcutta,
le critiche non possono nemmeno lontanamente oscurare
i suoi sacrifici durati una vita intera.

Quale modo migliore di ricordarla…
se non con una delle sue bellissime poesie?

LA VITA
Madre Teresa di Calcutta
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

Grazie di tutto… Beata Madre Teresa
e che il tuo incredibile e generoso impegno
trovi sempre più seguaci in un mondo però
tutto preso ormai solo da egoismo ed edonismo.

.
E perdona coloro a cui i buoni esempi danno tanto fastidio
da voler in ogni modo e ad ogni costo infangarli
(ma essi stessi rimarranno invischiati nella loro amata melma).
Tony Kospan
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...