Archivio per 2 settembre 2020

Sms e whatsapp… pungenti… cattivi… ma divertenti ed imperdibili… anche con vignette dello stesso tenore   Leave a comment


 

 

 
 

 

 

 

 

Ormai gli SMS ed i whatsapp

sono una affermata moderna modalità

di comunicazione…

usata per tutte le nostre necessità.

 

 

 



Un particolare uso è quello di prendere in giro…

o punire in qualche modo l’interlocutore…

 

 

 

 

SMS DAVVERO TREMENDI (DA NON… UTILIZZARE)


1. Manda questo SMS a persone che ritieni intelligenti, se lo mandi a persone che non lo sono ti verrà un gran mal di pancia. Ora scusa ma devo andare in bagno.

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Mi sono resa conto che lo scherzo che ti ho fatto è stato un po’ grosso. Ho capito che con te ho esagerato. Spero tu mi voglia perdonare, con affetto. La Natura. 

 

 

 


 

 

 3. ”Sikona lamile bowama likile umdodo jarat farsakala bi.” HAI APPENA RECITATO UNA PREGHIERA INDIANA CHE NON TI FARA’ PIU’ FARE ALL’AMORE  PER UN ANNO!  

 

 

 

 

 

 

4. Ho letto su un giornale che Babbo Natale ricompensa con 1.000 euro chi lo aiuta a trovare la Befana. 
Ora, o mi dai il doppio, o gli dico… dove sei!


 

 

 

 

 

 

 

 5. Diceva Ron: “Vorrei incontrarti fra cent’anni”. Sono proprio d’accordo con lui! Ciaooooooooo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 6. Fai così schifo che quando ti fai la doccia le verruche si mettono le ciabatte!

 

 

 

 

 

 

 

 

7. Tu sei la mia stella caduta dal cielo. Peccato che sei caduta di faccia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8. Non amare chi non ti ama ma non amare nemmeno chi ti ama, prendi tutti in giro che non sbagli di sicuro!

 

 

 

 

 

 

 

9. Se le sue labbra sono infuocate e lei trema tra le tue braccia, scordatela. Ha la malaria.

 

 

 

 

 

10. Se cancelli questo SMS mi ami, se lo salvi mi desideri, se lo inoltri vuoi baciarmi se me lo rispedisci vuoi fare sesso con me. Come uscirai da questo problema?

 

 

 

 

 

 

 

 

11. TIM informa che sono in vigore le nuove tariffe in base al numero di rapporti sessuali. Di conseguenza il suo numero sta per essere disattivato.

 

 

 

 

 

 

 

12. Sei talmente scemo che quando fai il cretino sembri normale!

 

 

 

 

 

 

 

 

 13. Ti ho pensato fino alle tre di notte, poi ho contato le pecore, poi è arrivato un pastore carino e…

 

 
 

 

 14. Siamo oltre la data di scadenza. Non vorrei essere acida, ma che ne dici di spostarti di scaffale? Anzi: cambia supermercato.

 

 

 

 

 

15. Vodafone informa: per il corretto uso del cellulare tenere distante il dispositivo durante la chiamata. La sua alitosi potrebbe interferire nella comunicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

16. Ti ho pensato tutta la notte e sono arrivata ad una conclusione: ERA MEGLIO SE DORMIVO!!! 

 

 

 

 

 

 

17. Non ti preoccupare se la Befana, vedendoti, ti abbraccia e si mette a piangere… non capita tutti i giorni di ritrovare una sorella gemella!
 
 
 

 

18. Contribuisci anche tu (che stai leggendo queste righe) ad abbellire la tua città per il Natale! Resta chiuso in casa fino al 7 gennaio!!!

 

 

 

 

 

 

19. Madre natura ti ha donato molte qualità: intelligenza, bontà, bellezza, fascino. Ma tu, dimmi, perché le hai rifiutate?

 

 

 

 

 

 

20. Avvicinati, non aver paura. Siediti su di me. Sfruttami più che puoi e fai! : – il tuo… WATER… –

 

 

 

 

 

 

 

21. Ho aspettato e aspettato e quando non è arrivato alcun messaggio, ho capito che doveva essere…  sicuramente il tuo.

 

 

 

 

 

22. Una notte d’amore con te è come partecipare ad una Olimpiade: capita una volta ogni 4 anni…

 

 

 

 

 

 

23. Ho smesso di fumare, ho smesso di bere grappini, ho smesso di bere birra… sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

24. Quando hai provato ad iscriverti ad una gara di bruttezza ti hanno risposto: “Non accettiamo professionisti!” 

 

 

 

 

 

 

25. E’ incredibile quanto possa essere stimolante pensarti in certi momenti della giornata… ora ti saluto, devo correre in… bagno… 

 

 

 

 

 

 

26. Mi sono rimaste schiacciate le dita nella porta del tuo cuore. E apri!!!
 
 
 


 

 

DAL WEB – IMPAG. T.K

ILTUO GRUPPO DI CULTURA, MUSICA
PENSIERI, UMORISMO, ARTE ETC.
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Ritrovato il rarissimo leprotto (Pica di Ili) dal simpatico viso di… orsetto   Leave a comment

 
 
 
 
 
Dopo oltre 25 anni è riapparso, in Cina,
il leprotto con il viso di un orsetto di peluche.

 

La notizia ha fatto il giro del mondo
ed il simpatico, ma rarissimo, leprotto è diventato una star.
 
 
 
 
 
 
 
 
Si temeva ormai la scomparsa di questa specie
scoperta nel 1983.
 
Diverse spedizioni scientifiche avevano a lungo
cercato il Pica di Ili ma senza alcun esito.
 
Nel dicembre del 2014 è stato invece riavvistato 
dallo stesso naturalista che l’aveva scoperto nel 1983, Li Weidong,
come riferisce
l’edizione cinese del National Geographic.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il Pica di Ili è un  mammifero che,
a dispetto del suo aspetto da orsetto,
appartiene alla famiglia delle lepri 
e vive in modo solitario oltre
i 2800 metri di altezza nella regione
dello Xinjiang nella Cina nord-occidentale.
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ tra gli animali più rari al mondo
ed è a fortissimo rischio di estinzione 
anche perché il suo habitat sta cambiando 
sia per la maggior presenza di greggi
che per il riscaldamento globale.
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE
POESIA MUSICA SOGNI RACCCONTI
RIFLESSIONI BUONUMORE ETC

 


 
 
 
 
 
 
 

Le linee di Nazca – Questo è il più grande (e vero) mistero archeologico – La storia.. le interpretazioni e le novità   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il condor
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sul Mistero delle linee di Nazca molto si è scritto
 
e molti credono (o credevano) che era stata trovata la soluzione
 
ma in effetti… come possiamo leggere in questo articolo,
 
che mi appare serio e completo, pur senza esser pesante o noioso,
 
ahimé non sembra affatto che sia così.
 
 
 
 
 
 
 
NAZCA
 
– UN MISTERO ANCORA IRRISOLTO –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le mani
 
  
 
 
 
 
 
 Gli enormi geoglifi dell’altopiano peruviano:
 
chi li ha tracciati? E perché?
 
  
Dario Massara 
 
 

 

 
Nel sud del Perù, in un’area desertica di quattrocento chilometri quadrati, le linee di Nazca sono un complesso di oltre 13.000 tracce continue e quasi 300 tra disegni e figure geometriche, ciascuna con un’estensione variabile da un minimo di 25 a un massimo di 275 metri.
 
Avvistate per la prima volta nel 1927, a tutt’oggi costituiscono uno dei più grandi misteri dell’archeologia moderna.
Difficile stabilire con certezza chi le abbia tracciate, quando e con quali tecniche.
Persino più arduo decifrare il loro significato intrinseco. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ufficialmente gli archeologi attribuiscono la paternità dei geoglifi ai Nazca, una civiltà preincaica vissuta tra il 300 a.C. e il 700 d.C. circa.
 
Invero, trattandosi di opere fatte di pietra e sabbia, stimarne una datazione precisa con l’esame al carbonio è una strada non percorribile.
 
Di certo si sa che esse furono realizzate mediante la rimozione dello strato superficiale e dei ciottoli del deserto, lasciando così scoperto il fondo giallino sottostante. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Del tutto inspiegabile, però, il meccanismo con cui gli autori poterono seguire il buon andamento dei lavori e la corretta esecuzione delle figure, posto che esse risultano ben visibili solo da un’altezza di almeno di 300 metri.
 
Negli anni Settanta qualche studioso aveva addirittura teorizzato che i Nazca, già 2.500 anni fa, fossero in grado di costruire oggetti volanti simili alle attuali mongolfiere.
 
Un’ipotesi suggestiva, ma ben lungi dall’essere suffragata da prove certe. 
 
 
 
 
 
 
 
 
La balena
 
 
 
 
  
 
Per convenzione i disegni presenti sull’altopiano peruviano vengono suddivisi in tre categorie: gli antropomorfi, gli zoomorfi e le forme geometriche pure.
 
Il loro stato di conservazione appare pressoché perfetto.
 
Un fatto di per se straordinario, se si considera che i sassi e la sabbia siano materiali mobili, non cementati con alcun tipo di malta. 
 
 
 
 
  
 
 

Ecco come appaiono le linee viste da vicino

 

 

 

Secondo l’archeologo Josué Lancho Rojas la spiegazione risiederebbe in una particolarità dell’area.

“L’incidenza del sole su un terreno altamente mineralizzato crea un vuoto termico di quasi un metro d’altezza.

Per tale motivo i venti non riescono ad avere un’incidenza diretta sul paesaggio, lasciandolo immutato”.
 
A ciò si aggiunga un’ulteriore peculiarità della zona, la quasi totale assenza di precipitazioni: ogni anno la durata complessiva delle piogge non supera mai i venti minuti. 
 
 
 
 
 
 
 

Il ragno 

 
 
 
 

Una delle figure più complesse e controverse è quella del ragno.
 
Si tratta di un aracnide particolarmente raro, appartenente alla famiglia dei Ricinulei, che vive solo all’interno della foresta amazzonica.
 
La sua caratteristica principale è la presenza di un organo genitale minuscolo localizzato su una delle zampe, osservabile in via esclusiva attraverso l’uso del microscopio.
 
 
 

 

 



Di qui l’insorgere di diversi interrogativi.
 
– Uno: come facevano i Nazca a conoscere un animale così raro, che per giunta viveva a centinaia di chilometri da loro?
 
– Due: come hanno potuto rappresentarlo con precisione assoluta, considerando che non disponevano di strumenti d’osservazione minimamente paragonabili ai moderni microscopi?
 
– Tre: perché raffigurare proprio tale specie di ragno e in quella data posizione?

 
 
 

 

 

 


Tra i primi tentativi di fornire delle risposte, quello della ricercatrice tedesca Maria Reiche all’inizio degli anni Quaranta.
 
A suo avviso lo schema dell’aracnide rappresentava gli spostamenti delle stelle della cintura di Orione nel firmamento a partire dal III secolo avanti Cristo.
 
L’intero complesso di Nazca, poi, era da considerare come un gigantesco calendario astronomico, volto a spiegare il processo degli equinozi.
 
Pur interessante sul piano teorico, la teoria astronomica della Reiche venne però contraddetta quasi trent’anni dopo da uno studio del professor Gerald Hawkins.
 
Questi, infatti, dall’analisi computerizzata di circa 200 geoglifi, dimostrò che solo un 20% di essi risultava orientato secondo la posizione dei principali corpi celesti, tra cui il Sole e le stelle dell’Orsa Maggiore. 
 
 
 
 
 
 
 
 

La scimmia

 

 
 
 
Agli studi della Reiche ne fecero seguito diversi altri, sovente piuttosto fantasiosi e arditi. Johan Reinard suppose che i geoglifi costituissero una sorta di calendario solare, per tenere sotto controllo lo scorrere del tempo.
 
Simone Waisbard, invece, avanzò l’idea che essi potessero rappresentare una stazione meteorologica, per prevedere in anticipo il livello annuo delle precipitazioni.
 
Addirittura, nel 1968, lo scrittore svizzero Erich von Daeniken sostenne che le raffigurazioni sudamericane fossero dei veri e propri segnali di richiamo per velivoli extraterrestri, predisposti per favorire atterraggi in condizioni di sicurezza.
 
Di tutte le tesi sin qui elaborate, la più realistica appare quella presentata nel 2001 dall’archeologo italiano Giuseppe Orefici, secondo cui le linee di Nazca erano dei lunghissimi viali consacrati dagli indigeni alle divinità dell’acqua e della fertilità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

In particolare, Orefici ritenne che la loro esecuzione ebbe inizio a partire dal 350 a.C., ossia dopo il terribile terremoto che distrusse Cahuachi, l’antica capitale religiosa dei Nazca.

“Il loro era un mondo senza scrittura – osservò Orefici – comunicavano attraverso i segni dipinti su ceramiche o stoffe”.
In piccolo si trattava degli stessi segni riportati sul terreno e aventi le sembianze del ragno, del condor, del colibrì e delle innumerevoli altre immagini antropomorfe.
 
Tutte dotate di una forte carica esoterica, tutte deputate a proteggere l’uomo dai disastri naturali e dalla siccità.
 
In conclusione, nonostante i notevoli passi avanti nella conoscenza degli stili di vita e delle capacità e competenze della civiltà Nazca, il mistero delle linee appare ancora di difficile decifrazione.
 
Forse, come sostiene qualcuno, non è poi così assurdo vedere in esso un possibile anello di congiunzione tra il mondo primitivo e quello antico.
 
Il frutto, cioè, di una qualche antica civiltà molto evoluta, di cui purtroppo si sono perse completamente le tracce.
 
 
 
 
 
DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K.
 
 
LE ULTIME NOVITA’
 
 
Non ci sono delle vere novità interpretative ma recentemente sono state avvistate nuove linee (e dunque nuovi geoglifi) dal ricercatore Eduardo Herrán Gómez de la Torre.
Ciò è stato possibile grazie a tempeste di sabbia che le hanno rese visibili.

Esse rappresentano un serpente lungo circa 60 metri, un uccello ed un camelide… probabilmente un lama.
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LE LINEE DI NAZCA IN VIDEO
 
 
 
Infine un interessantissimo video con immagini davvero nuove dei misteriosi geoglifi.


 
 

 (COME NON LE AVETE MAI VISTE)

 

 

 
 

Ciao da Tony Kospan


 

 

 

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