Archivio per 25 agosto 2020

Buon martedì sera in poesia “Ieri ti ho baciato” Salinas – arte.. J. W. Alexander – musica “Venus rapsody”   Leave a comment


 
 
 
 

 
John White Alexander – Il fermaglio verde

 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

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L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni,
e così noi vediamo magia e bellezza in loro:
ma bellezza e magia, in realtà, sono in noi.
Kahlil Gibran
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     (Venus rapsody)
John White Alexander – Sistemazione dei fiori

 
 
 
 
IERI TI HO BACIATO… 
Salinas
 
Ieri ti ho baciato sulle labbra.
Ti ho baciato sulle labbra.
Intense, rosse.
Un bacio così corto durato più di un lampo,
di un miracolo,
più ancora.
Il tempo
dopo averti baciato
non valeva più a nulla ormai,
a nulla era valso prima.
Nel bacio il suo inizio e la sua fine.
Oggi sto baciando un bacio;
sono solo con le mie labbra.
Le poso non sulla bocca,
no, non più – dov’è fuggita?
Le poso sul bacio che ieri ti ho dato,
sulle bocche unite dal bacio che hanno baciato.
E dura, questo bacio più del silenzio, della luce.
Perché io non bacio ora
né una carne né una bocca,
che scappa, che mi sfugge.
No. Ti sto baciando più lontano.

 
 
 

John White Alexander – Il tè 
  
       


 
 
 




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John White Alexander
 
 
 

La lunga storia della cravatta dall’antichità ai giorni nostri   Leave a comment

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Non solo le Nazioni, i popoli, le persone etc.
hanno una loro storia
bensì anche le cose e gli oggetti (pure i più umili)
che vivono o hanno vissuto nel tempo con noi.

Ed anch’essi subiscono diverse vicissitudini
potendosi evolversi col tempo
o… anche scomparire.



 
 
 
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Ed allora stavolta parliamo di una cosa da… uomini
la cravatta.
 

 
 
 
 
 


Essa è stata mia… compagna fedele per 40 anni.
 
 
Devo però dire che era ed è ancora
per me naturalissimo indossarla.


 

 
 
 

 
 
Non mi ha mai dato alcun fastidio
però oggi, che sono in “ferie permanenti” (ah ah),
cerco di vestire molto più casual.
 
 
Dunque ecco una breve storia dell’amica cravatta.

 




 
 
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LA STORIA DELLA CRAVATTA



Così come la camicia, che da semplice indumento ” intimo”, come veniva considerato nei tempi antichi, ha assunto con il passare dei secoli, sempre maggiore importanza fino a diventare vero e proprio segno distintivo di eleganza e raffinatezza, anche la cravatta, nata inizialmente come semplice fazzoletto, ha conquistato ben presto un posto di rilievo nella vita dell’uomo. Ornamento indispensabile all’eleganza maschile, spesso portata anche dalle donne, esprime la personalità di chi l’indossa e diviene strumento di grande importanza nelle relazioni sociali.





Ricostruzione del vestiario di un soldato romano

 
 

 
La cravatta nasce inizialmente come pezzo di stoffa che i legionari romani portavano, per motivi igienici o climatici, legato intorno al collo, con il nome di “focale”.
Secoli dopo i francesi adottarono questo ” fazzoletto”, mutuando a loro volta l’idea, da quello indossato dai mercenari croati durante la guerra dei Trent’anni.
Nel 1661 Luigi XIV istituisce la carica di “cravattaio” del re, gentiluomo cui era assegnato il compito i aiutare il sovrano ad abbellire ed annodare la cravatta.





La cravatta di Luigi XIV




Nove anni dopo nel ’61 la duchessa di Lavallière, favorita del re, è la prima donna ad indossare una cravatta.
Nel XIX secolo sarà dato il suo nome alla più aggraziata delle cravatte maschili.









Nel1925, il cravattaio americano Jesse Langdorsf brevettò una cravatta lunga, meno sgualcita e più stabile: era nata la cravatta attuale, confezionata con tre segmenti di tessuto e tagliata di sbieco.

 
 
 


 

Oscar Wilde


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Parlando di cravatte non si può non menzionare il nodo.Oscar Wilde nel suo “L’Importanza di Chiamarsi Ernesto” diceva: “Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita”

Il gesto quotidiano dell’annodarsi la cravatta assume un significato simbolico e quasi magico che si perde nella notte dei tempi.

Nell’iconografia simbolica maschile il nodo rappresenta l’unione, il matrimonio, la fertilità e quindi la vita.

Come Léonor dice ad Ariste ne ” La scuola delle mogli ” di Molière, “Un sacro nodo da domani ci unirà”.

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Cravatta ai tempi della Belle Epoque



Ma come si annoda una cravatta?

Un Semplice gesto che con poche regole base, diventa facile come allacciarsi le scarpe.

Non sempre si sa che per fare il “nodo semplice”, il più diffuso, occorre posizionare l’estremità più larga, 30 cm. più in basso, e se si è destri posizionarla sulla destr o sulla sinistra per i mancini. 

Concludendo possiamo riassumere l’essenza della cravatta con questo aforisma di un anonimo francese del 1820. “Della cravatta ho una cura perfetta: è il vero canone dell’eleganza. Mi adopero per ore con costanza perché appaia annodata in tutta fretta

 

 

 

Come fare il nodo Windsor


 

 


Testo dal web… impaginazione t.k.











Oggi tra le cravatte più ricercate e famose, per la loro raffinata eleganza, sono certamente quelle di Marinella.

Esse sono tutte fatte a mano e sono richieste ed utilizzate da VIP, Capi di Stato di tutto il mondo e da chi vuole indossare una cravatta davvero unica.

La storia delle cravatte Marinella inizia nel 1914 a Piazza Vittoria sull’elegante Riviera di Chiaia di Napoli dove ancor oggi si trova il negozio.



 
 
 
 
 

 



Ciao da Orso Tony





STORIA RICORDI ED ATMOSFERE DI UN TEMPO
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