Archivio per 15 agosto 2020

Buon serata di ferragosto in poesia “Nella buia pineta” Joyce – arte J. V. Beers – canzone “Moments in love”   Leave a comment

 

 
 
 
 
 
Jan Van Beers

 
 
 

 
 
 
 
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Una coppia non è un uomo più una donna:
è una terza persona che formano insieme.
Francoise Giroud
 
 
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Jan Van Beers
 
 
 
 
NELLA BUIA PINETA
James Joyce
 
 
Nella buia pineta
Vorrei con te giacere,
Nella frescura dell’ombra densa
A mezzogiorno.
 
Là com’è dolce distendersi,
Soave baciarsi,
Della vasta pineta
Sotto le navate.
 
Più dolce scenderebbe
Il tuo bacio
Nel soffice tumulto
Dei capelli.
 
Oh, vieni con me, ora
A mezzogiorno,
Verso la buia pineta,
Vieni, dolce amore. 
 
 
 
 
 

Jan Van Beers

 

 
         

  

 

 
 
 
 
 

 


 
 

 
 

Jan Van Beers – Sulla scogliera



Magritte – Breve ricordo del pittore surrealista belga con vari suoi capolavori… e la musica di Rachmaninoff   Leave a comment



Un breve ricordo del noto pittore belga… 

maestro del surrealismo geniale…

 associato, con le sue opere, 

alla musica del coevo grande musicista russo.







In questo post di “Arte e Classica” come di consueto 
ci sarà il “poter veder ed ascoltar insieme”
la pittura e la musica classica ma sopratturto
conoscere 2 grandi artisti del '900.






Magritte

ovvero l'interpretazione dell'interiorità

e  Rachmaninoff

l'ultimo dei compositori romantici







René Magritte


Lessines 21.11.1898 – Bruxelles 15.8.1967



e…



Sergei Rachmaninoff



Velikij Novgorod 1.4.1873 – Beverly Hills 28.3.1943



Rachmaninoff  è considerato  l'ultimo dei grandi compositori romantici.

Ma è stato anche pianista e direttore d'orchestra di fama mondiale.

Dopo la rivoluzione russa divenne cittadino americano ma ebbe sempre nostalgia per la madre patria.

Ha creato un linguaggio musicale nuovo ricco di espressività e di colorate tonalità.

Come pianista poi è stato un autentico “padrone” dello strumento da cui ricavava stupende melodie.




Lo sguardo perduto


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Magritte è stato invece un pittore belga considerato tra i più grandi surrealisti del 20° secolo.

Leggiamo questo breve brano trovato tempo fa nel web che ci parla del suo inconsueto modo di dipingere.







 – Magritte non amava dipingere.
Non mancano gli aneddoti e le testimonianze dirette che confermano il suo atteggiamento distaccato rispetto al “fare pittura“.
Ma ne sono buona testimonianza le opere stesse che rifiutano ogni “cedimento” pittorico, tese a sviluppare in immagine… la fragranza dell'idea, unica protagonista dei suoi lavori.




Gli amanti



Il suo è un dipingere freddo, levigato, meticoloso ma senza palpiti di pennello, senza sorprese di tocchi, di gesti, d'inebrianti incidenti di percorso.
Tuttavia, e paradossalmente, la sua prassi si colloca nel cuore della pittura, vale a dire nella centralità dialettica dello sguardo, del vedere e in sintesi della visione.
Il problema della visione come territorio orgogliosamente presidiato dall'arte moderna e rivendicato in quanto specificità conoscitiva inalienabile e paritetica rispetto all'attività scientifica, fìlosofìca e tecnologica che sembrava esaurire ogni possibile funzione conoscitiva, aveva negli anni Venti attraversato circa un secolo di travagliate e però trionfanti esperienze. – 
(dal web)






Amo Magritte proprio per questo,
cioè non tanto per le sue capacità tecnico-artistiche,
quanto per l'idea dipinta con fantasia incredibile,
che egli ci trasmette in modo chiaro, anche se surreale
(oggi chiameremmo  questo...messaggio).




 

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Il collegamento arte-musica stavolta mi è stato facilitato

dall'aver trovato questo video che accosta anch'esso

una bella serie di dipinti di Magritte alla musica di Rachmaninoff.





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Buon ascolto… e buona visione (o viceversa)
se vi fa piacere.








Ciao… da Orso Tony



LA TUA PAGINA PER SOGNARE


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Con la mitica poesia “5 Maggio” il Manzoni esplora la vicenda umana.. politica e storica di Napoleone   Leave a comment

 
 


Non possiamo… noi che amiamo la poesia,
nel giorno in cui nacque Napoleone,
non ricordare la più grande e la più bella poesia,
benché dubbiosa, scritta dal Manzoni per lui.

 
 
 
 
(Ajaccio 15.8.1769 – Longwood – Sant'Elena 5.5.1821)
 
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Poesia che oltre ad esser nota a tutti,
perché ce la fanno studiare a scuola,
ha anche una notevole valenza storica…
oltre ad esser densa di significati spirituali.


 

Alessandro Manzoni (Milano 7 3 1785 – Milano 22 5 1873)

 
 
 –
Il Manzoni la scrisse quasi di getto (4 o 5 gg)
dopo aver saputo che Napoleone era morto
ma soprattutto perché commosso dal fatto
che si era convertito poco prima di morire…
 
 
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Il poeta, quando il Bonaparte dominava l'Europa
non era stato tra i suoi ammiratori…, anzi,
per cui appare chiaro che questa poesia
in cui ne riconosce comunque la grandezza
(all'epoca Napoleone era amatissimo o odiatissimo)
non poteva certo portar vantaggi allo scrittore milanese…
 
 
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Questo il foglio su cui fu scritta

 

 

In realtà egli si astiene da un preciso giudizio storico
limitandosi a dire… con i mitici versi…
“Fu vera Gloria?

Ai posteri l'ardua sentenza” (vv 31-32),
frase poi entrata a far parte anche del nostro comune dire.

 
 
 
 
 
 
 


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La poesia fu censurata dalle Autorità Austriache
che governavano all'epoca la Lombardia ma, 
grazie a Goethe, che la fece pubblicare su una rivista tedesca,
ebbe un'eco immediata in tutta Europa.
 
 
Ma ora leggiamola… rileggiamola.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL CINQUE MAGGIO
Alessandro Manzoni
 
 
 Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.


 

Manzoni dipinto da Francesco Hayez
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Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB






Nino Ferrer – Breve ricordo del grande cantante francese di origini italiane anche con 2 sue note canzoni   Leave a comment

 
 
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Genova 15 agosto 1934 – Montcuq 13 agosto 1998
 
 
 
 

Breve ricordo di Nino Ferrer 
vero mito della musica dagli anni 60 agli anni 80.
 
 
E’ stato un grande artista e non solo un cantante
dal carattere forte ma anche tormentato.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Nino Ferrer, all’anagrafe Agostino Arturo Maria Ferrari
nasce a Genova da padre italiano e madre francese.
 
Dopo aver trascorso l’infanzia nella Nuova Caledonia
torna a Genova con la famiglia
che però poi, dopo la guerra, si trasferisce a Parigi.

 
 
 
 
 
 
 
 

Qui si laurea alla Sorbona in Lettere e filosofia.

Dopo una prima esperienza nel disegno
s’innamora della musica
cimentandosi prima come contrabbassista
e poi come cantante.




 




La sua voce, calda e profonda,
simile a quella dei mitici cantanti neri americani 
ben presto lo fa conoscere ed a apprezzare
prima nell’ambiente musicale parigino 
e poi in tutto il mondo ma soprattutto in Italia e Francia.


 
 
 
 
  
 
 


I temi della sue canzoni sono spesso molto impegnati 
come “La pelle nera” contro il razzismo,
 o come “Il Re d’Inghilterra” contro la guerra 
o “Il baccalà” contro lo stress della vita moderna etc… 
ma anche leggeri come “Donna Rosa”, “Io, Agata e Tu” etc..


 
 
 
 
frecq8h 
 
 
 
 



I suoi successi italiani e francesi lo rendono un idolo amatissimo.
 
 
Dopo una breve ma intensa storia d’amore con Brigitte Bardot torna
dalla sua fidanzata storica che sposerà e da cui avrà 2 figli.


 
 
 
 
 
 
 
 


Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti e si è esibito
con bravura anche come attore in alcuni film.
 
 
Il successo pian piano scema
e lui decide allora di ritirarsi nella campagna francese
lontano dai rumori e fastidi mondani.


 
 
 
 
 
 
 
 
 

Non tradì mai la sua italianità
affermando anzi di essere un emigrante.

Nel 1998 a causa di una profonda depressione,
acuita dalla morte della madre,
si sparò con un fucile 2 giorni prima del suo 64° compleanno.






 
 
Riascoltiamo infine la sua famosissima “Pelle nera”


 
 
 
frecq8h 
 
 
 
 


Ciao da Tony Kospan





 
 


 
 
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