Archivio per 16 luglio 2020

Buon giovedì sera in poesia “Se avessi il drappo” W. B. Yeats – arte T. De Lempicka – canzone “Guarda che luna” Buscaglione   Leave a comment


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Tamara de Lempicka


 
 
 
 
 

 


 

cuorecuorecuorecuorecuorecuore

Voglio essere ciò che cerchi, 

ciò che desideri, 

ciò che ti fa sentire vivo, 

mai ciò che ti serve per sopravvivere

– Simona Barè Neighbors –

cuorecuorecuorecuorecuorecuore




 

Tamara de Lempicka – Ragazza che dorme – 1935

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SE AVESSI IL DRAPPO

William Butler Yeats



Se avessi il drappo ricamato del cielo,


intessuto dell’oro, dell’argento e della luce,


i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte


dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,


stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:


invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;


e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;


cammina leggera, perché cammini sui miei sogni
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Tamara de Lempicka





                                                        
             
 

   Guarda che luna – Fred Buscaglione (live)
da Orso Tony




Tamara de Lempicka





“L’uomo di affari”- La storia e la.. poesia.. di questa originalissima scultura di Los Angeles   Leave a comment

 

 

 

DELLA SERIE SCULTURE ORIGINALISSIME

 

 

Strana vero?

 

Cos’è, com’è nata e dove si trova?

 

 

 


 
 
E’ la statua in bronzo di un uomo d’affari con valigetta e con testa incastrata nel muro che si trova a Los AngelesCalifornia.

 
 
 
 

 

 
 
L’uomo d’affari si trova sul marciapiede e si piega in avanti sconsolato con la testa andata da qualche parte nel muro di granito di Ernst and Young, network mondiale di servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, fiscalità etc. in un punto molto popolare per gli abitanti e molto fotografato.
 
 
 
 
 

 

 

 
 
Dopo una non facile ricerca finalmente sono riuscito a ricostruire la storia di questa particolarissima scultura che ha la sua genesi nel clima politico ed economico degli anni 80.

L’artista è Terry Allen ma la scultura nasce dalla collaborazione con il poeta Phillip Levine.

Essi volevano rappresentare l’eccesso di pressioni (e le conseguenti ricadute sulla vita dei cittadini) a cui erano sottoposti i dirigenti ed i dipendenti delle grandi istituzioni finanziarie e bancarie (Col senno di poi possiamo dire che avevano visto molto bene).






Ecco la poesia che ha ispirato questa creazione.



Hanno detto che avevo una testa per gli affari.
Hanno detto di andare sempre avanti
ma ci ho rimesso la testa.
Hanno detto sii concreto
e sono diventato calcestruzzo.
Hanno detto, vai, figlio mio,
moltiplicare, dividere, conquistare.
Ho fatto del mio meglio.
Philip Levine







 Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

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ODDIO ABBIAMO ABBANDONATO LE.. STELLE! I cambiamenti umani dopo il boom delle telecomunicazioni   Leave a comment









Ahi ahi… non siamo più i “Figli delle Stelle”… le abbiamo abbandonate!




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Per millenni l’Uomo ha sentito di avere come volta della sua vita.. le stelle… ma negli ultimi decenni, a causa di computer, tv, cellulari eccetera… il nostro rapporto con il cielo, soprattutto notturno, appare interrotto. 

Il rapporto che avevamo con loro era di varia natura ed aveva modalità diverse a seconda delle aree geografiche e delle epoche.








Le stelle venivano studiate con incredibile acume e precisione al punto che alcune delle scoperte fatte dagli scienziati antichi sono sorprendentemente valide ancora oggi. 

Ma, a parte gli astronomi, era tutta la semplice umanità che viveva con… le stelle.

In che modo?

Nell’immaginare, dividendo il cielo in tante parti, le costellazioni e nel dare a loro dei nomi in base ad alcune rassomiglianze con aspetti della loro vita.




Le costellazioni del “Toro” e di “Orione”




Oppure, seduti sotto le stelle, ragionando, raccontando o creando storie, miti, poesie, etc. o immaginando di poter prevedere il proprio destino o di poter comprendere il senso della loro vita.

La parola “considerazione” infatti è nata da “cum sidera” (con le stelle).









In definitiva il cielo notturno, fino ad alcuni decenni fa, con il suo immenso e misterioso fascino, era parte integrante della vita degli umani.

Essi pertanto avevano un rapporto sereno e naturale con gli astri.

Leggiamo sul punto qualche pensiero degli antichi:

– Per aspera ad astra (Attraverso le asperità si arriva alle stelle ovvero attraverso le difficoltà si arriva al successo)

– Le stelle intorno alla bella luna
celano il volto luminoso
quando, al suo colmo, 
più risplende
sopra la terra.
Saffo










Anzi, si può dire di più e cioè che l’Umanità si sentiva in contatto con le stelle ed in qualche modo partecipe della vita dell’universo.

Tutto questo ahimè negli ultimi decenni è quasi del tutto scomparso.








Oggi con gli occhi fissi verso gli strumenti di telecomunicazione ci siamo creati un mondo virtuale dal quale, salvo rari casi, sono esclusi il cielo e gli astri.

E così, trascurando la visione delle stelle, oltre a negarci uno spettacolo di sogno, abbiamo perso anche la sensazione d’esser in comunione con l’Universo.

Eh sì abbiamo abbandonato le stelle ma loro, almeno per ora, non ci abbandonano.

C’è però ancora una notte in cui tutti guardano il cielo… è la notte delle stelle cadenti!

Per fortuna il loro fascino resiste ancora.









Tony Kospan




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“Infinità d’amore” di John Donne.. poeta inglese del ‘500/’600.. ci dona un’altissima visione del vero amore   Leave a comment

 

 

 
 
 


La poetica di John Donne, poeta e religioso inglese che visse a cavallo del ‘500 e del ‘600,  si muove tra scienza e religione… tra amore sensuale e divino… tra filosofia e teologia… 
 
Le sue opere raggiungono spesso un’incredibile profondità… e modernità di pensiero.
 
Ricordo tra le altre la sua bellissima “doppia” poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA… di cui abbiamo parlato più volte.
 
Ancor oggi i suoi testi sono studiati ed apprezzati in vari ambiti culturali e letterari… compresi quelli religiosi…
 
 

 
 
 
 
 
 

INFINITA’ D’AMORE

– JOHN DONNE –

SUBLIME VISIONE DELL’AMORE

 
 
 
 
La genialità di Donne si manifesta anche in questo suo brano di prosa… noto certo… ma non proprio notissimo… per cui mi fa piacere divulgarlo.
 
 
Certo stupisce che tra il pensiero dell’autore ed il suo reale modo di vivere non ci fosse alcuna “sintonia”, ma questo, se appena ci guardiamo bene… bene…  dentro, non deve affatto meravigliarci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Debbo confessare che prima di legger questo passo credevo d’aver letto tutto in materia d’amore… ma… mi sbagliavo… A bocca aperta

 
 
 
 
 
Il massimo del pensiero sublime 
con questa sua riflessione egli lo raggiunge,
a mio parere, 
nel manifestarci l’idea mirabile
della perfetta coincidenza o, se si vuole, fusione,
nel vero amore… ma proprio quello vero…, 
del TE con il ME… 



 
 
 
 
 
E’ una visione non facile da comprendere… tout court… dato che quasi, anzi senza quasi, trascende ampiamente la percezione delle nostre realtà quotidiane.
 
 
 
 
 
Mi raccomando, proprio per questo, di leggere il brano con un po’ di calma e d’attenzione.
 
In caso contrario, a mio parere, si perde quasi del tutto il senso del profondo ragionamento…
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Beh ora.. bando alle ciance… ed immergiamoci nella lettura…
 
 
 
 

 

Se ci va, mentre leggiamo,


possiamo ascoltare un po’ di musica..
new age



 

  

 
 
 
 
 
INFINITA’ D’AMORE

 
 
Se ancor non ho tutto l’amore tuo, cara, giammai tutto l’avrò;
non posso esalare un altro sospiro per intenerirti, né posso implorare un’altra lacrima a che sgorghi;ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti – sospiri, lacrime, e voti e lettere – l’ho consumato.
Eppure non può essermi dovuto più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;
se allora il tuo dono d’amore fu parziale, si che parte a me toccasse, parte ad altri, cara giammai tutta ti avrò
Ma se allora tu mi cedesti tutto, quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;
ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà generato amor nuovo, ad opera di altri, che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime, di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori, codesto amore nuovo può produrre nuove ansie, poiché codesto amore non fu da te impegnato.
Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale: il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca, cara, dovrebbe tutto spettare a me.
Tuttavia ancor non vorrei avere tutto; chi tutto ha non può aver altro, e dacché il mio amore ammette quotidianamente nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;
tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore: se puoi darlo, vuol dire che non l’hai mai dato.
Il paradosso d’amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta, tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.
Ma noi terremo un modo più liberale di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo un solo essere, e il Tutto l’un dell’altro.

John Donne
 
 
 
 
 
 

 

 

Aggiungo infine che qui, a voler esser proprio super precisi,  non si parla solo d’amore in quanto celato, ma non troppo, c’è dentro anche il cuore della filosofia ermetica, o alchemica, tanto in voga all’epoca…

 

 
TONY KOSPAN 
 
 
 
 

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