Archivio per 8 luglio 2020

Buon mercoledì sera in poesia “Cose inutili” di G. Themelis- arte Elena Arcangeli – canzone “E la luna bussò” L. Berté   Leave a comment

 

 

Elena Arcangeli



 
 

 

 

Una delle cose più belle nella vita, 
è trovare qualcuno che riesca a capirti, 
senza il bisogno di dare tante spiegazioni.
(Kahlil Gibran)
 


 
 
 
 
Elena Arcangeli







COSE INUTILI
Giorgio Themelis

Perché, Dio mio, non possiamo
ritrovarci interi nell’amore,
perché dobbiamo divenire sogni
di esseri umani in un altro sonno,
sogni nudi diafani fantasmi.
Da non essere più uomini,
esseri senz’anima, nascondendo la bellezza
da invidiosi sguardi angelici.
Da essere oggetti chiusi e belli, inutili,
pazienti, superbi come i monti.
Dure conchiglie, alabastrine, infrangibili ostriche,
infrantumabili rupi, silenziosi cigni.
Nessuno ascolta l’anima dell’altro.
Nessuno, nessuno.

 
 
 
 
 
 

Elena Arcangeli

 
 
 
 
 

 

 

 

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Il tuo salotto culturale e di sogno

 .


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Elena Arcangeli



Storia e immagini di “Eros”… la stupenda scultura del Canova… che fece innamorare l’Europa   Leave a comment




Può una statua esser oggetto di culto… e perfino d’amore?
No? 
Ed invece sì… leggete e… guardate qua!
 
 

 

 

 

La statua del principino Henryk Lubomirski,

ritratto nelle vesti di Eros, capolavoro del Canova,

è, per la sua estrema bellezza,

da secoli un vero oggetto di culto in Europa.




 EROS (AMORE)


LA STATUA DEL CANOVA OGGETTO DI… AMORE






“Nel mirarti, ed ammirarti, o vezzoso fanciullo,

che con sì bella leggiadrìa te ne stai,

bellissimo di volto, e di membra,

io sento correre con rapido movimento

spinta dal cuore la mano a careggiare quel tuo vago,

e delicatissimo visetto, modellato dalle Grazie”.



Versi di totale rapimento, quelli della poetessa veneziana Isabella Teotochi Albrizzi che cadde vittima – ma non fu la sola – del fascino abbagliante del principino tredicenne Henryk Lubomirski, immortalato nel bianco e prezioso marmo da Antonio Canova alla fine del Settecento.

 

La scrittrice, il cui ricercatissimo circolo lagunare era frequentato da letterati e artisti come Pindemonte, Alfieri, Byron, Foscolo e lo stesso Canova, fu sedotta platonicamente da quelle labbra “alquanto umidette”, come ebbe a scrivere, e “dal bellissimo corpicciolo e dall’acerba fanciullezza che traspare in quelle membra composte”.

 

Una visione di grazia e di squisita mollezza di tocco, con cui Canova concepì la testa piegata dolcemente verso destra, con i capelli acconciati i vezzosi riccioli scapigliati, con i grandi occhi contagiati da un velo di malinconia e con la chiacchieratissima bocca minuta.




 

 



Quello realizzato dal grande scultore veneto non fu un semplice ritratto diplomatico.


Dietro il singolare ritratto, diventato oggetto di culto in tutta Europa, c’era una committenza illustre,

la bella e colta principessa Elzbieta Lubomirski che, vedova,

aveva eletto questo incantevole giovinetto, lontano parente del suo defunto marito, come sue inseparabile pupillo.


L’opera fu ordinata al Canova nell’autunno del 1785 quando la principessa Elzbieta faceva tappa a Roma con il nipote Henryk durante il suo Grand Tour dell’Italia. 

Fu un viaggio in carrozza come numerosi intellettuali, aristocratici e studiosi facevano da tutta Europa verso l’Italia, a partire dal Seicento. 

E per i polacchi, in particolare, che nella seconda metà del XVIII secolo partivano in massa per visitare principalmente Roma. 

Un viaggio che consentiva l’acquisto di gran quantità di opere d’arte per soddisfare i loro gusti personali e per aumentare il prestigio delle loro collezioni e delle loro famiglie.



 

Henryk Lubomirski



La principessa era legata al principino Henryk, che il 24 maggio 1807 sposerà sua nipote Teresa Czartoriska, da una lontana parentela e da un’autentica infatuazione per la sua insolita bellezza, tanto che le più importanti imprese artistiche da lei promosse furono volte ad eternare le sembianze del fanciullo. 

Oltre che da Canova, l’efebo polacco fu infatti effigiato nello stesso torno d’anni da Angelica Kauffmann, Elisabeth Vigée-Lebrun e Mary Cosway.

 

L’eccentrica attenzione della principessa diede adito a discussioni e perplessità, tanto che un contemporaneo ebbe a scrivere: “A Lancut sul soffitto vola come un angelo-nudo; sta in piedi come Ercole; lancia la freccia come Apollo; sospira come Adone; soffia come Zeffiro”.




Canova  (Possagno 1.11.1757 – Venezia 13.10.1822)




L’artista ne fece un Tadzio ante litteram, anticipando in arte quella bellezza efebica che Thomas Mann celebrerà nelle pagine di “Morte a Venezia“. 

Henryk fu, per Canova, un modello leggiadro quanto ritroso. 

Per la timidezza del ragazzo, l’artista riuscì a modellare dal vero solo il volto, mentre per il corpo nudo dovette prendere spunto da una statua antica. 

Per la sua esecuzione l’artista modellò un ritratto, eseguì un modello in gesso e scolpì un marmo preziosissimo. 

Fu subito grande ed entusiastica passione per questo inedito “Amore”.






Copie in marmo e gesso vennero commissionate, a caro prezzo, da nobiluomini di diversi paesi. 

Il Principe Henryk Lubomirski si inserisce in una delicata stagione artistica di Canova, dibattuto tra le teorie classiciste di Winckelmann, la creatività di Raffaello Mengs e una buona dose di invidia e di rivalità che non mancava mai nel complicato, felpato e raffinato ambiente artistico romano.

 

Quando l’opera rientrò in Polonia nel Castello Lubomirski, fu collocata in una sorta di santuario. Sullo sfondo del marmo era appesa una stoffa cinese con la rappresentazione della Fenice a cui tutti gli uccelli rendono omaggio, proprio come tutti i visitatori del palazzo erano pronti a rendere omaggio alla bellezza di Henryk.

E quella che scatenò in tutta Europa fu una vera e propria erosmania.




Copia romana – Musei Capitolini




Il colonnello inglese John Campbell, visitando nel 1787 lo studio romano di Canova, cui aveva commissionato l’Amore e Psiche, rimase affascinato dalla statua del Lubomirski e ne chiese una copia che fu terminata nel 1789 e pagata 600 zecchini. 

L’opera giunse a Londra nel 1790 – prima opera di Canova ad arrivare in Inghilterra – e il colonnello lo trasferì nella sua casa diStackpole Court nel Galles, certo com’era che quell’opera avrebbe fatto “sospirare più di qualche ragazza“.

 

Il successo fu tale chenel 1792, il principe viennese d’Auersperg volle una copia del busto dell’Amorino per le sue collezioni, mentre un’altra replica in marmo dell’Amorino fu commissionata per 550 zecchini per il figlio diciassettenne del banchiere irlandese David La Touche, John. Il ragazzo, in viaggio in Italia, rientrato a Roma, aveva visitato lo studio canoviano e vedendo l’Amorino lo aveva giudicato “exellent”.


L’amorino alato – Canova




Nel 1794, Canova escogitò la scultura dell’Amorino alato, una replica del Lubomirski ma dotato di grandi ali.

 

La commissione era arrivata dal principe russo Nikolaj Jussupov per 700 zecchini.




Apollo – Canova




Infine, nel 1797, Canova realizzò per il francese Juliot una replica in marmo con alcune varianti dell’Amorino che Canova chiamò Apollo e che giudicò migliore di tutti gli altri Amorini, pagata 700 zecchini e passò, in seguito, nella proprietà di Sommariva, a Parigi.

 

LAURA LARCAN – Repubblica.it – 2007 con mini modifiche 

Impaginazione, ricerche e coordinamento T. K. 



In onore (e per amore) di questa scultura si sono fatte mostre anche in Italia.



CIAO DA TONY KOSPAN

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IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L’ARTE –  E NON SOLO –
I N S I E M E

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IL QUADRATO MAGICO – Storia.. caratteristiche.. traduzione e le varie interpretazioni della misteriosa iscrizione latina   Leave a comment


Conosciamo l’originale quadrato magico scoperto a Pompei nel 1936,
ma presente anche in altre parti d’Italia e non solo, 
che, nonostante le tante ipotesi, resta ancora misterioso.



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IL MISTERO DEL QUADRATO MAGICO
 DI POMPEI (MA NON SOLO)




A Pompei, nel novembre del 1936, un noto studioso di graffiti italiano, Pompeo Della Corte, scoprì il  “quadrato” graffito in una colonna della Grande Palestra, non distante dall’Anfiteatro.

Si trattava di un quadrato magico fatto di parole.

Eccolo reso ancor più leggibile




R O T A S
O P E R A
T E N E T
A R E P O
S A T O R





Ma in verità di quadrati magici simili ce ne sono diversi in Italia ed in Europa.

In Abruzzo, tra Capestrano e Bussi, c’è la chiesa di S. Pietro ad Oratorium.

Sulla facciata della chiesa fa bella mostra di sé il quadrato magico SATORAREPOTENET… di cui si è parlato… ma in versione… sottosopra infatti la pietra, di 45-50 cm di lato, è posta in modo rovesciato.






Particolari e diverse sono poi le versioni circolari di Aosta.






e Valvisciolo (LT).

Ma torniamo ad esaminare le particolarità del quadrato che, come si diceva, non è poi una rarità.



LE CARATTERISTICHE DEL QUADRATO MAGICO







Ciò che è scritto può essere letto indifferentemente in orizzontale dalla prima alla quinta riga oppure in verticale dalla prima alla quinta colonna oppure, ancora, in orizzontale dalla quinta riga alla prima (da destra verso sinistra) o, infine, di nuovo in verticale (dal basso in alto) dalla quinta alla prima colonna.

Ma questa è soltanto la più semplice delle caratteristiche che rendono questo quadrato interessante e “magico”.



TRADUZIONE ED INTERPRETAZIONI



Quadrato della Chiesetta di San Pietro Ad Oratorium



Veniamo infatti alle traduzioni ed ai significati:




Traduzione letterale:


Se proviamo a tradurre letteralmente le parole del quadrato, possiamo ottenere risultati come questi.


•Iddio (SATOR, il creatore) – domina e regge (TENET) – le opere del creato (ROTAS OPERA) e quanto la terra produce (AREPO, aratro).

•Il seminatore (SATOR) sul suo carro (AREPO è parola di origine celtica il cui significato è simile a carro) dirige (TENET) con perizia (OPERA) le ruote (ROTAS, qui le ruote stanno a significare le orbite dei corpi celesti).



 
Acquaviva Collecroce (CB) – Chiesa di S. Maria Ester (XI sec.)




Significato della traduzione letterale:

Il Seminatore (Dio creatore) Areopago (che giudica) dirige con cura le ruote (le sfere celesti e le orbite dei pianeti)
Forse c’è sottintesa l’analogia tra il seminatore che dirige le ruote del proprio carro per spargere i semi controllando, poi, per eliminare le eventuali erbacce e Dio creatore e giudice, che dirige l’intero universo…

Dubbi restano sulla parola “AREPO”.



Interpretazione secondo una versione magica:
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Queste parole avrebbero avuto in quei tempi molto successo soprattutto fra gli ammalati, che lo consideravano una sorta di formula guaritrice da tutti i mali.









Versione religiosa molto accreditata:
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E’ chiaro che il seminatore è Dio mentre il carro è il suo trono.
Con tutte e sole le venticinque lettere che formano questo quadrato magico, fu composto un altro diagramma:








dove due PATERNOSTER appaiono intersecandosi, entrambi preceduti da A e seguiti da O, lettere che stanno per alfa e omega cioè i simboli dell’inizio e della fine di tutto.



Versione ermetica:

Una studiosa italiana, la prof. Bianca Capone, attraverso una approfondita analisi dei siti in cui sono stati rinvenute vestigia del Quadrato Sator, arriva a sostenere che dietro alla diffusione del misterioso sigillo ci sia stata l’opera dei Cavalieri Templari.


Versione “bustrofedica”:

Un’altra congettura suggestiva è quella formulata dalla scrittrice Silvana Zanella che propone una lettura “bustrofedica” del quadrato, vale a dire effettuata cambiando verso di percorrenza alla fine di ogni riga (o di ogni colonna),e la frase diventa “SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS”. L’oscuro termine AREPO viene preso come contrazione di Areopago (nel senso di tribunale supremo). In questo modo si arriva a questa traduzione:
Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino.
Con ciò s’intende ovviamente che
L’uomo decide le sue azioni quotidiane, ma Dio decide il suo destino.
Una tale congettura ovviamente non spiega tutto anzi…in particolare non spiega quelle iscrizioni in cui – come in quella di Aosta – le parole del Sator non sono disposte nella forma canonica del quadrato, impedendone una lettura bustrofedica.



Versione… Poste Antiche

Una ulteriore spiegazione proposta è quella per cui il quadrato Sator sarebbe una mappa universale per la distribuzione della posta nei primi secoli dell’impero romano.
In questo senso la croce centrale TENET+TENET veniva fatta coincidere col Cardo e il Decumanus degli accampamenti militari e di molte cittadine a base quadrata.
Il Quadrato sarebbe stato una vista da Nord del modello di città, con il lato superiore corrispondente al Sud e il lato sinistro all’Est.
Ad esempio: all’indirizzo Arepo-Opera corrispondeva l’incrocio tra la riga Arepo e la colonna Opera, che coincideva con un punto preciso della mappa della città al centro del settore Sud-Ovest.




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Mah… a parer mio il mistero continua.


Ciao da Tony Kospan




Fonti: notizie ed immagni da vari siti web… rielaborate da Tony Kospan






PER CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI



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IO SONO… MIO NONNO! – Un’incredibile… ma anche molto divertente… lettera   Leave a comment




Questa è una sorprendente lettera che rinvenni nel web anni fa

e che mi colpì per la sua evidente assurdità

ma anche  perché mi strappò un sorriso.


Tuttavia quello che leggiamo spesso nella cronaca,

quanto ad incastri familiari incredibili,

la rende un po’ meno… impossibile.

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IO SONO… MIO… NONNO!!!!!

Incredibile… lettera…



La seguente lettera sarebbe stata realmente inviata al Ministero della Difesa
alcuni anni fa da un ragazzo che chiedeva l’esonero dal servizio militare.







Signor Ministro della Difesa,
mi permetta di prendere rispettosamente la libertà di esporvi quanto segue, e di sollecitare per vostra benevolenza lo sforzo necessario al rapido disbrigo della pratica.
Sono in attesa della chiamata alle armi, ho 24 anni e sono sposato con una vedova di 44 anni, la quale ha una figlia di 25 anni.
Mio padre ha sposato tale figlia.
Quindi attualmente mio padre è diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia.
Inoltre, mia nuora è divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.
Mia moglie e io abbiamo avuto lo scorso gennaio un figlio.
Costui è quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre; e inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna.
Mio figlio è dunque mio zio.
La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio,
che quindi è contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie.
Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito della madre di una persona è suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.
Quindi io sono mio nonno!
Spiegato ciò, Signor Ministro, la prego di volermi concedere di essere esentato dal servizio militare, in quanto la legge impedisce che padre, figlio e nipote prestino servizio contemporaneamente.
Fermamente convinto della vostra comprensione, la prego Signor Ministro di accettare i miei più distinti saluti.”







Per la cronaca, pare che il ragazzo in questione
sia stato effettivamente riformato per
“stato psichico instabile e preoccupante e turbe mentali aggravate
da un clima familiare molto disturbante”. Sorpresa










Testo dal Web


Inutile ribadire che la cosa è assurda
ma non c’è dubbio che sia una storia
anche molto originale e divertente
e, come dicevo su,
chissà se per caso qualcosa del genere
non sia davvero accaduta.

Ciao da Tony Kospan










Ernest Borgnine – Breve ricordo.. anche con immagini e video.. del grande caratterista italoamericano.. vincitore anche dell’Oscar   Leave a comment







Non aveva mai dimenticato le sue origini italiane
(padre piemontese e madre emiliana)
e tornava spesso in Italia (a Milano)
dove tra l'altro aveva vissuto da giovane.


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Hamden 24.1.1917 – Los Angeles 8.7.2012
 
 
 
 
 
Qualche anno fa ci ha lasciati, a 95 anni,
un mitico indimenticabile attore di Hollywood,
 Ernest Borgnine
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E' stato un grandissimo “comprimario”
con ruoli di “cattivo” in tantissimi film…
ma ha anche vinto un Oscar nel 1956
per il film “Marty, vita di un timido”.

 

 

 

 
 
 
 
Celebri anche le sue interpretazioni in
Quella sporca dozzina” e “Mucchio selvaggio“.

 

 

 Marty – Vita di un timido
 

 

 
In anni più recenti era tornato popolare
con il ruolo del tassista in 
1997, Fuga da New York”.

 

 

 

 

 

 

Una delle sue ultime immagini

 

 

 

 
 
 

 

Ricordiamolo ed omaggiamolo infine 
con questo video contenente diverse scene
tratte dai suoi film più famosi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Tony Kospan





PER LEGGERE LE NOVITA' DEL BLOG






 
 
 
 

 
 

Vivien Leigh – Ecco l’attrice di “Via col vento” con mini biografia.. i suoi amori.. e 2 scene del mitico film   Leave a comment

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Breve ricordo della protagonista di uno dei più grandi film di sempre.


  

   

 

VIVIEN LEIGH

 

 


 Darjeeling 5.11.1913 – Londra 8.7.1967

 

 

E’ famosa soprattutto per esser stata la protagonista

di uno dei film più belli e più noti di sempre,

nonché pietra miliare della storia del cinema…

VIA COL VENTO

 

 

 

 

 Sì lei è stata Scarlett (in italiano Rossella) O’Hara,

la vivace, ribelle ed audace protagonista,

con l’altrettanto forte Rhett Butler

interpretato da Clark Gable, nel kolossal del 1939…

uno dei più grandi film di sempre.






LA DONNA E L’ATTRICE



E’ stata una donna dal carattere molto contraddittorio,

dagli umori imprevedibili e dalla personalità fragile…

(soffriva anche di un disturbo bipolare).


Solo la recitazione riusciva a darle sollievo…

e con essa però raggiungeva vette artistiche assolute

sia a cinema che a teatro.







La sua fragilità non le impedì di vivere diversi amori.


 Quello più grande fu con Laurence Olivier

il grande attore e regista inglese famoso

per la sua interpretazione dell’Amleto.







La loro relazione all’epoca destò molto scandalo,

(entrambi erno sposati ma poi lasciarono 

i rispettivi coniugi e si sposarono).


Il loro rapporto fu molto sensuale e passionale

come le lettere recentemente ritrovate hanno rivelato.







I diversi ed inconciliabili caratteri,

insieme ai reciproci tradimenti, causarono 

però la fine anche del loro matrimonio.







Tuttavia restarono, anche dopo il divorzio,

sempre “caldamente” in contatto…



 

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Tornando alla sua carriera artistica,

pur piacendole molto il Cinema

 (vinse ben 2 premi Oscar),

tuttavia amava soprattutto il teatro.





Mi pare però giusto ora ricordarla ed ammirarla

in 2 famose scene del mitico film…

grazie al quale ancora vive e vivrà nell’Olimpo del Cinema.

  

 

 

 

 

  

La prima è quella del bacio

  

 

   

 


e la seconda è quella del tremendo ed emozionante finale.

  

 

  

 

CIAO DA ORSO TONY… 

 

 

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