Archivio per 28 Maggio 2020

Buon giovedì sera in poesia “Ho fame della tua bocca” Neruda – arte Magritte – canzone “Sally” Vasco Rossi   Leave a comment

 

Magritte – Amore a distanza



 
 

 


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  Come in un sogno, 
 
l’amore viene con passi silenziosi. 
 
Rabindranath Tagore   
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Magritte – Gli amanti

 

 

HO FAME DELLA TUA BOCCA

Pablo Neruda


 

Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli

e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,

non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,

cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.


Sono affamato del tuo riso che scorre,

delle tue mani color di furioso granaio,

ho fame della pallida pietra delle tue unghie,

voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.


Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,

il naso sovrano dell’aitante volto,

voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,

cercandoti, cercando il tuo cuore caldo

come un puma nella solitudine di Quitratùe. 

 

 

 

Magritte – Ritratto di Stephy Langui

 

 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA (E NON SOLO)

 
 
  
  Magritte – Riconoscenza infinita    
 
 

Seneca ed il “De vita beata” – Un breve ricordo della sua mitica opera e tutto il 1° capitolo   2 comments

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Sembra proprio che gli psicologi americani più in voga, i super esperti delle felicità altrui, i massmediologi dal consiglio facile, e perfino i divulgatori di filosofie orientali, (tutti pagati profumatamente) hanno scoperto, nientepopodimeno, che i classici latini li hanno preceduti… alla grande!
 
 
 
 


 
 
 

INCREDIBILE!!!
E’ STATO RISCOPERTO SENECA
ED IL SUO “DE VITA BEATA”
a cura di Tony  Kospan

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Anche Lui però ai suoi tempi fu attaccato duramente dai critici e dunque leggeremo prima le sue difese e poi… il primo capitolo del suo  “DE VITA BEATA”… che appare emblematico dei motivi di questa (ri)scoperta… americana… e che consiglio vivamente di leggere perché a mio parere ci può donare diversi spunti di riflessione.
 
 
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DE VITA BEATA –  IL LIBRO E LE CRITICHE DELL’EPOCA

 
 
Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse proprio per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.

Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.

Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.

Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”; .

Non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.

Afferma inoltre che la ricerca ed il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.

La virtù è dunque soprattutto un valore da ricercare ed esercitare.
 
 
 
 
 
 
 

Corduba 21 maggio da 1 a 4 a.C. – Roma aprile 65 d.C.

 

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DE VITA BEATA
Seneca

 
I CAPITOLO
 

 
1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge.
Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.
Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. 
Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.
E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.
Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri.
Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare.
Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla.
Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male.
E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 



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Roentgens secretary – E’ davvero sorprendente l’automazione di questo fantastico scrittoio del ‘700. Ammiriamola anche in video   Leave a comment






Scopriremo, grazie a questo video, le incredibili caratteristiche nascoste all'interno di questo grande scrittoio del '700.
Il “The Roentgens' Berlin Secretary Cabinet” è una delle più belle lavorazioni nell'ambito della produzione di mobili europei di quel secolo.






Quest'opera è la creazione più importante di Abraham della bottega berlinese di David Roentgen.

E' un armadio scrittoio, con in alto un orologio musicale, dotato di pannelli intarsiati finemente, riccamente disegnati e con meccanismi elaborati che consentono l'apertura automatica di ante e cassetti con il semplice tocco di un pulsante.






Di proprietà del Re Federico Guglielmo II, questo armadio scrittoio è davvero unico per la notevole decorazione e soprattutto per la complessità e vastità dei suoi automatismi.



Re Federico Guglielmo II di Prussia





Ma ora ecco vediamo questa meraviglia dell'artigianato e dell'automazione creata in un'epoca in cui non c'era nemmeno lontanamente l'idea della moderna tecnologia. 






F I N E





IL GRUPPO DEDICATO ALL'ARTE




Man Ray.. Mahler e Abbado – Arte fotografica del primo e la mitica 4° sinfonia del secondo… diretta dal grande maestro   Leave a comment

 
 
 
 


Gustav Mahler

 
 
 
 

La mitica…
per la sua intima… elegante… “ironia”…
(così definita da Abbado in un’intervista
ed ascoltandola non posso non esser d’accordo)
  4° sinfonia di Mahler
fu composta fra il 1899 ed il 1901.


 
 
 
 
Claudio Abbado




Mi fa piacere associarla alla famosissima…

originalissima… mitica…  opera dadaista
Donna Violino di Man Ray
che troviamo più giù…




 



Man Ray





Prima però ecco altre straordinarie opere fotografiche
di Man Ray che certamente riconoscerete

dato che vanno ancora per la maggiore nel web.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
  
 
 

Ascoltiamola dunque… questa meravigliosa sinfonia…
in ampia versione
diretta proprio dal grande maestro scomparso qualche anno fa,
e sono certo che non potrà non piacervi…

 

 

 
 
Man Ray – Donna Violino
 
 
 
 

Ciao e… buon ascolto…
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 


IL TUO SALOTTO CULTURALE DI FB







 

 

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